Capitolo 9
Lisciai la gonna ancora una volta passando di fronte allo specchio. Come voleva Liz avevo lasciato una minima porzione di pelle scoperta, ma ero riuscita a strapparle un compromesso poco prima al telefono: avrei indossato un cardigan blu che secondo me avrebbe diminuito, anche se di poco, il mio imbarazzo.
I capelli resi lisci grazie alla piastra mi ricadevano delicati sulla schiena e gli occhi erano incorniciati da ciglia passate leggermente col mascara.
Non avevo variato di tanto il mio aspetto, anche se la ragazza riflessa sullo specchio diceva il contrario: sembravo un'altra persona.
Sentii il campanello suonare e qualcuno che andava ad aprire la porta.
«È arrivato Rodney», gridò mia madre dal piano di sotto.
Presi la mia borsa e prima di uscire dalla stanza lanciai un'ultima occhiata allo specchio.
«Eccomi», dissi fermandomi di fronte a Rod che mi guardava con la bocca spalancata.
«Guarda che hai la bava alla bocca», gli sussurrai all'orecchio, per poi scoppiare a ridere per come mi guardava in quel momento.
Si riprese subito e si unì alla mia risata. «Prego signorina, la sua carrozza l'attende». Parlò imitando l'accento inglese e mi offrì un braccio.
Mia madre guardò seria Rodney per poi rivolgersi a me sorridendo.
«Divertiti tesoro». Baciò la mia fronte e mi fece segno col capo di andare.
Una piccola macchina color blu metallizzato era parcheggiata a qualche metro di distanza. Rod mi aprì la portiera e si sedette di fianco a me sui sedili posteriori.
«Ciao Garret», salutai il guidatore che in quel momento era intento ad avviare la macchina.
Lui si girò e mi guardò da capo a piedi con la stessa luce negli occhi di Rod di poco prima.
«Wow, Eri! Sei uno schianto!» disse ed io arrossii, pensando che se Liz fosse stata lì in quel momento si sarebbe mostrata più che soddisfatta.
Lo ringraziai e mi girai verso Rodney che già aveva lo sguardo puntato verso di me, o meglio sulla striscia di pelle scoperta.
«Smettila di guardarmi così!» lo rimproverai e gli vidi sfoderare un magnifico sorriso.
«Dovresti vestirti più spesso così».
Io gli tirai una spallata che non lo smosse di un millimetro. «Non che non mi piaccia come ti vesti normalmente. Sei sempre e comunque bellissima per me». Si accorse di quello che aveva appena detto ed arrossì anche lui con me.
«Sì, cioè...non sono l'unico a pensare questo...nel senso che tu non...», balbettò gesticolando come se fosse sotto interrogazione.
Io lo guardavo divertita ed al tempo stesso rossa in viso. Non l'avevo mai visto così in imbarazzo come me.
«Cos'è questa Kreit? Una dichiarazione d'amore?», chiesi cercando di allentare la tensione che si era creata.
Ridemmo entrambi e continuammo così per il resto del viaggio fino a casa di Cor.
«Ciao Eri», mi salutò, sedendosi davanti, e si allacciò la cintura.
Ci furono le presentazioni, dopodiché Cor finì col parlare il resto del viaggio con Garret, mentre io e Rod chiacchieravamo dietro.
Più di una volta fui sul punto di interrompere Rod per poter parlare con Cor su ciò che era successo quando l'avevo telefonata, ma pensai fosse più giusto aspettare di essere sole. Il problema però era che sulla questione "pazienza" non ero molto pratica.
Arrivammo a casa di Scarlett dopo una dozzina di minuti; ci trovavamo poco fuori città. Guardavo le mie scarpe da quando eravamo scesi dall'auto; non volevo che la strega mi vedesse ammaliata dalla probabile bellezza e grandezza della casa. Nossignore.
Eppure pochi istanti dopo che ci venne aperto il cancello sentii esclamazioni di incredulità provenire da tre bocche differenti. Non resistetti alla curiosità ed alzai lo sguardo.
La villa era di una magnificenza incredibile. Sembrava uscita da uno di quei film dove era pieno di ricconi che facevano a gara a chi aveva la casa più bella. Questa avrebbe vinto sicuramente. Era color rosso fuoco, intorno ad essa vi era un'immensità di fiori dai colori scuri. Inoltre era circondata da un giardino che si estendeva sino alla foresta che distava almeno qualche centinaio di metri. C'era poi un laghetto ben coperto da una serie di alberi alti. Insomma era qualcosa di incredibile.
Ero come sotto un'incantesimo che mi obbligava a prestare attenzione alla casa e a ciò che le stava intorno.
Purtroppo però, una vocina odiosa mi risvegliò dalla trance.
«Che piacere vedervi! Eri, sono così contenta che tu sia venuta!». Mi rivolse un falso sorriso, le labbra così rosse da sembrare ricoperte di sangue, opzione che non era da escludere.
«Il piacere è tutto mio! Hai una casa magnifica». Cercai di suonare meno acida possibile e di mostrare un sorriso abbastanza sincero, ma non ci riuscii molto bene.
«Grazie! Prego entrate», ci invitò facendoci segno di dirigerci verso la porta di casa sua. Tutta questa cordialità mi stava mettendo un po' a disagio.
Entrammo nella villa, ma non riuscii bene a capire come fosse l'interno poiché era pieno di gente e le luci stroboscopiche quasi mi accecavano.
Sembrava di stare in discoteca, e devo dire che dopotutto riuscii a divertirmi.
Mentre mi muovevo a ritmo di musica vidi più volte Nicholas e spesso facevo sostare il mio sguardo su di lui un po' troppo a lungo, tanto che pensavo se ne fosse accorto perché si girava continuamente nella mia direzione.
Ovviamente non potei non notare la vicinanza tra lui e Scarlett, la quale si strusciava in continuazione su di lui e credo che al ragazzo in questione facesse più che piacere.
Cor stette con me per i primi dieci minuti, poi mi disse che andava a salutare dei suoi amici che aveva intravisto in mezzo al mare di gente. Dovevo ancora parlarle, ma a quanto pareva, avrei dovuto aspettare la fine della serata.
Ballai senza rendermene conto per tutta la sera. Sentii che la stanchezza stava cominciando a farsi sentire, perciò pensai fosse una buona idea prendere una boccata d'aria.
Picchiettai sulla spalla di Rod -rimasto al mio fianco tutto il tempo- e gli urlai, cercando di superare il volume della musica per farmi sentire, che uscivo per un paio di minuti.
La notte era magnifica e il giardino lo era ancora di più. Mi stavo allontanando sempre di più dalla casa, finché non mi fermai in prossimità del lago.
Vi era riflessa una luna bianca come mai l'Avevo vista e le stelle intorno creavano come un quadro del puntinismo.
Spostai lo sguardo all'altra riva e ci vidi un uomo, alto e con una postura da soldato, che non avevo mai visto prima d'ora.
«Che ci fai qui tutta sola? Una bella ragazza come te non dovrebbe essere dentro a ballare?». Aveva la voce pungente come spine e mentre parlava si avvicinava a me.
«Chi sei?». Non risposi alle sue domande e, come una preda scaltra avrebbe fatto, indietreggiai a ritmo con i suoi passi.
Rise, non una risata allegra, spensierata o falsa. Era una risata crudele. «Non ha alcuna rilevanza chi sia io». Parlava a bassa voce come un predatore che emette il primo ringhio muto che dà il via all'inseguimento.
«Ciò che importa è che tu non ti metta ad urlare». Appena queste parole uscirono dalla sua bocca, mi misi a correre.
Ciò che non previdi fu il fatto di andare a sbattere contro qualcosa o meglio contro qualcuno.
Due enormi macigni mi si erano stagliati di forte.
«Dove credi di andare?». Due mani mi presero per le braccia e mi tennero ferma, mentre l'altra persona mi si piazzava di fronte.
Non può essere, pensai disperata. Continuavo a muovermi; riuscii addirittura a far allentare la presa delle mani dell'energumeno dietro di me, ma subito si risistemarono e mi strinsero ancora più forte di prima.
Il secondo mi si stava avvicinando sempre di più, le mani protese in avanti, un gnigno malefico sul suo viso.
Lacrime di rabbia cominciarono a scendere lungo la mia guancia.
«Fermi!», urlò una voce, una voce che conoscevo molto bene.
«Nicholas», sussurrai e mi mancò il respiro.
«Chi abbiamo qui? Un rovinante? Ascoltami ragazzo, è meglio che tu te ne vada se non vuoi fare una brutta fine».
«Oh, ma io credo che la brutta fine la farai tu». Detto questo chiuse gli occhi e quando li riaprì fui per un momento accecata. Era come se avessi guardato il sole.
Appena li riaprii vidi che le sue mani avevano preso fuoco. O meglio, sui suoi palmi si erano create due sfere di fuoco. Strabuzzai gli occhi e quasi non ci credetti.
Nicholas lanciò le sfere contro gli uomini vicini a me con una precisione tale da lasciarmi senza fiato. Li colpì dritti al cuore.
Io mi avvicinai a Nicholas correndo, ma non feci in tempo a raggiungerlo che qualcosa mi bloccò.
Mi girai e vidi che i due uomini colpiti si erano già rialzati e uniti al terzo. Il mio sguardo era puntato sul loro e, dopo un paio di secondi, i battiti del mio cuore iniziarono ad accelerare quando vidi il nero delle loro pupille invadere completamente i loro occhi.
Dalle loro mani usciva del fumo che, facendosi spazio fra l'erba alta, si era avvolto intorno alla mia vita e a quella di Nicholas, le quali sembravano come scomparse.
Lui cercava di raggiungermi, ma quelle strane liane nere glielo impedivano. Allora lanciò altre sfere contro i tre uomini, che tanto uomini non erano.
Ciò che non ci aspettavamo, né io che avevo assistito allo spettacolo col fuoco di poco prima né Nicholas, fu che le palle di fuoco si schiantassero contro una barriera.
Io ormai ero disperata non sapevo cosa fare. Nicholas cercò in ogni modo di slegarsi da quelle corde nere ma niente di quello che faceva le allentava.
Io ero ormai arrivata di fronte al gruppo di "non umani", una strana sensazione di vuoto nello stomaco, le mani che tremavano.
Mi sistemarono in mezzo a loro. Avevano le braccia sollevate verso il cielo, una sostanza nera cominciò a turbinarci intorno.
Sentii un dolore forte allo stomaco, chiusi gli occhi e strinsi i pugni. Non avevo mai provato nulla del genere. Sentivo che dovevo liberarmi, avevo qualcosa dentro di me, qualcosa che mi scorreva nelle vene che necessitava di uscire.
Ad un certo punto non resistetti più ed aprii sia pugni che occhi.
Ci fu una grande esplosione; dopodiché il nulla.
Spazio autrice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A quanto pare l'incubo di Eri era un sogno premonitore, ma chi mai si sarebbe aspettato tutto questo?
Nicholas, i tre esseri...chi, o meglio, cosa sono?
Un rovinante? Pensavano lo fosse Nicholas, ma egli non si è rivelato tale. Dunque, cosa è?
E Cor? Cosa nasconde?
Quante domande senza risposta! Mi dispiace dirvi che andrò in vacanza e non avrò tempo per scrivere, ma preparatevi per il prossimo capitolo: anch'esso sarà pieno di fatti sconvolgenti e stranezze. Quindi tenetevi pronti!
Fra❁
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