Devour me
Salendo le scale dietro a Katsuki, Izuku sentiva crescere quella frenesia che lo aveva sopraffatto nel bosco. Ogni gradino sembrava avvicinarlo di più a un punto di non ritorno, dove il confine tra il desiderio e la paura si assottigliava, e i rumori della festa si spegnevano in un sussurro ovattato. Giunti davanti a una porta socchiusa, Katsuki la spinse lentamente, invitandolo a entrare.
La stanza era immersa in una penombra fredda, le ombre si allungavano tra i contorni sfumati dei mobili, e la luce della luna filtrava debolmente attraverso una finestra, gettando una luminosità argentea sulle pareti. Appena dentro, Katsuki non perse tempo. Lo afferrò con decisione per il collo, spingendolo con fermezza contro la parete, le dita che si muovevano sicure, con una delicatezza pericolosa, come se stesse saggiando ogni battito e ogni fremito.
Izuku squittì, colto di sorpresa, il cuore che martellava contro il palmo di Katsuki, la superficie ruvida che premeva contro la sua schiena. Sentiva il respiro caldo di lui che gli sfiorava la pelle, una carezza tanto lieve quanto inesorabile, che lo faceva vibrare dalla testa ai piedi. Gli occhi di Katsuki erano fissi sui suoi, lo studiavano con un'intensità che sembrava volerlo scavare fino all'anima, come se volesse vedere ogni esitazione, ogni cedimento.
La voce di Katsuki era quasi un ringhio sommesso, ma intrisa di una sensualità che gli fece trattenere il fiato. «Pensi di poter fuggire a te stesso?»
Izuku sentì le labbra di Katsuki sfiorare le sue, un bacio appena accennato, seguito da un altro, più dolce e profondo, che sembrava reclamare ogni briciolo di resistenza. Tra un bacio e l'altro, Katsuki scivolò lungo la sua gola, baciando e annusando, come a ritrovare ogni traccia di quella notte nel bosco.
Quando le dita di Katsuki si tornarono a stringere un po' di più attorno alla sua gola, Izuku sentì i propri nervi scattare in una confusione di sensazioni: il cuore batteva così forte da sembrare voler uscire dal petto, e il respiro si fece affannato, mentre sentiva ogni parola scivolargli addosso, così come il calore di quelle labbra, il lieve graffiare degli artigli della mano libera che gli scorrevano sotto la felpa, sopra la pelle, a rivendicarlo di nuovo.
«Te ne sei andato sul più bello, Deku.», sussurrò Katsuki al suo orecchio, con un tono divertito e provocante, premendo un po' di più le dita sul fianco esposto, facendogli percepire il contatto delle unghie che pian piano si allungavano in artigli e che lo segnavano sulla carne tenera e candida come un marchio, un sigillo. «Ma ora... sei mio, giusto? Mio, sotto la luna piena... completamente mio.»
Izuku annuì, tremando, il volto arrossato, le labbra dischiuse in cerca di aria, incapace di formulare una risposta più completa. La sua voce uscì come un sussurro appena udibile, un unico, disperato «Tuo...» che sembrava farsi strada tra le sue labbra senza che lui se ne accorgesse.
La bocca di Katsuki si allargò in un sorriso soddisfatto, e Izuku chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a quella notte e al suo tocco, come se null'altro esistesse.
Fu allora che Katsuki si sporse in avanti, il respiro caldo che soffiava sulla guancia di Izuku e il cuore del giovane martellava in risposta, un brivido che correva lungo la schiena ad ogni più piccola vibrazione della voce del biondo, ad ogni ringhio.
Izuku poteva sentire il calore irradiarsi dal corpo di Katsuki, così vicino ora che era quasi travolgente.
Travolgenti come le sue labbra, che premevano saldamente contro quelle dell'altro, esigendo e rivendicando pure la sua anima come sua.
Izuku dischiuse leggermente le sue labbra, abbastanza perché lui gli infilasse la lingua dentro, esplorando ogni angolo della bocca. Le loro lingue si intrecciarono in una danza accesa, le dita di Katsuki si strinsero di più attorno al collo di Izuku mentre approfondivano il loro bacio.
Fu però proprio Izuku a sussultare quando si separarono, cercando disperatamente di riprendere fiato, mentre la bocca del biondo si muoveva lungo la sua mascella, mordicchiando e succhiando, lasciando una scia di baci infuocati, tanto da fargli muovere a fatica il collo, inarcando la testa all'indietro, dando a Katsuki un accesso migliore mentre lui gemeva piano in risposta.
E se prima un mugolio di disapprovazione usciva dalla gola del ragazzo mentre la creatura si allontanava,ora quello stesso fiato veniva trattenuto alla sensazione dei suoi denti che gli sfioravano la clavicola: ogni tocco, ogni minimo sfioramento mandava una scarica di elettricità nelle vene del povero Izuku, facendolo dimenare nella presa salda di quella creatura dal volto così familiare, tanto adorato e desiderato..
Le dita di Katsuki lasciarono il collo di Izuku, tracciando una linea lungo il suo petto, con l'altro che si contorceva sotto ogni tocco, disperato per averne di più, ma al contempo quasi terrorizzato da ciò che sarebbe potuto accadere dopo.
Katsuki sollevò il bordo della felpa verde di Izuku, sfilandola poi facilmente dalla sua testa, lasciandogli i capelli arruffati.
La maglietta scivolò via assieme alla felpa, rivelando addominali tonici coperti da un sottilissimo velo di sudore e di brividi, che gli increspavano la pelle costellata di efelidi. Katsuki ringhiò, chinandosi per far scorrere la lingua lungo dai pettorali sino alla vita, scendendo fino a raggiungere il bordo dei jeans di Izuku, slacciando con estrema abilità il bottone che li teneva chiusi, abbassando impaziente la cerniera e spingendoli giù, sui fianchi, con un gesto deciso. I pantaloni caddero lungo le gambe, fino a terminare intorno alle caviglie, lasciandolo con solo i suoi stretti boxer neri.
Le gambe di Izuku tremavano mentre Katsuki agganciava i pollici ai lati del suo intimo, tirandolo giù con un unico movimento fluido, lasciando che il suo cazzo già duro venisse liberato.
E Katsuki non perse tempo, avvolgendo una mano forte attorno a quel membro teso mentre si rialzava, pompandolo lentamente, sporgendosi a baciarlo di nuovo. Izuku gemette nella sua bocca a quel contatto, i fianchi che sembravano sfuggire al suo controllo e che scattavano a seguire i movimenti della mano del biondo, a rincorrerla, mentre il piacere lo attraversava e gli scaldava ogni vena, ogni capillare, ogni dannato poro di quel corpo su cui lui ormai aveva perso qualsiasi potere...
Il rumore fuori da quella stanza continuava: la musica, le risate, il trambusto, ma lì, in quel momento, a loro sembrava che tutto si fosse annullato al di fuori dei respiri e degli ansimi, che riempivano il silenzio tra loro.
Poi i gemiti di Izuku si fecero più forti, seguendo il ritmo di quella mano forte che lo stava pompando e torturando, piccoli spasmi acuti che morivano sulle labbra di Katsuki, che ridacchiò cupamente, prima di lasciarsi cadere in ginocchio e volgere il viso verso Izuku con una chiara fame negli occhi. «Guardami.», ordinò.
Quelle iridi di smeraldo si spalancarono, fissandosi su Katsuki che ora era all'altezza del suo membro umido e gocciolante. Poi, lentamente, in modo provocatorio, Katsuki si leccò le labbra, prima di aprirle completamente, prendendo la lunghezza di Izuku nella sua bocca, in profondità fino a sentirne la punta sulla gola, prima di ritirarsi di nuovo, roteando la lingua attorno alla punta.
Izuku ansimò, immergendo le mani in quelle ciocche bionde, stringendogli più forte i capelli mentre sentiva la calda umidità della sua bocca avvolgerlo, succhiarlo tanto da volerlo quasi prosciugare. Una nuova ondata di calore e di elettricità lo attraversò, lasciandolo senza fiato.
Katsuki lo più a fondo nella sua bocca, con un leggero riflesso, un accenno di un conato mentre l'intera lunghezza scompariva all'interno della sua bocca. La sua mano raggiunse le gambe di Izuku, stringendo e accarezzandogli le palle.
Izuku si chinò di colpo, accartocciandosi su se stesso, spostando le mani ad afferrare le spalle di Katsuki, le unghie che premevano e quasi si conficcarono nei larghi muscoli sottostanti. «K-Kacchan!», ansimò, i suoi fianchi si sollevarono involontariamente e Katsuki rispose allo sfogo di Izuku avvolgendogli le braccia intorno alle cosce, tirandolo più vicino e ingoiando tutto il suo membro pulsante.
Il nome di Katsuki uscì da quelle labbra arrossate in un gemito, il respiro caldo che smuoveva le ciocche bionde: «Fa-Fanculo! Sto-sto per», ansimò Izuku, la sua presa sulle spalle di Katsuki si fece più stretta, le unghie che scavavano solchi arrossati nella sua carne, nel disperato tentativo di aggrapparsi a qualcosa di reale, di capire che fosse tutto vero.... E Katsuki cedette, rallentò la velocità dei suoi movimenti, succhiando in modo via via più leggero.
Izuku riprese di poco il fiato e lo guardò, ansimando ancora, mentre combatteva contro un orgasmo frenato e quegli occhi che parevano braci ardenti lo osservavano di rimando con una scintilla di divertimento.
Katsuki liberò quel cazzo dal calore della sua bocca e si alzò, spostando poi una ciocca di capelli dalla fronte sudata di Izuku, finendo per accarezzargli delicatamente la guancia, il pollice a sfiorare poi il labbro inferiore con delicatezza, raccogliendo la saliva che lo inumidiva: «Non verrai ancora. - disse - Non finché non lo dico io».
Gli occhi di Izuku si aprirono, concentrandosi su Katsuki in piedi a pochi centimetri di distanza, con quelle intense iridi rosse puntate su di lui. «No... Io... Ti prego... Ti prego Kacchan...», balbettò Izuku, ancora barcollante per l'intensità di quelle attenzioni appena ricevute.
Katsuki sorrise, mettendo l'indice sulla bocca di Izuku per farlo tacere.
«Allora... girati, piccolo.» ordinò Katsuki, con una voce bassa, che sembrava rimbombare nella stanza come il ringhio di un animale. Gli occhi di Izuku si spalancarono di sorpresa a sentire la presa e il tocco di Kacchan lasciare il suo corpo, mentre un lieve senso di paura gli attraversava il corpo.
«Cosa?», balbettò, con una voce appena più di un sussurro. Il sorriso di Katsuki si allargò, i suoi occhi brillavano di una fame che gli fece battere forte il cuore nel petto.
«Girati, ho detto.», ripeté Katsuki, con una voce ancora più bassa e ringhiosa. «Non ho finito con te.»
Le guance di Izuku arrossirono a quelle parole volgari, ma il suo corpo rispose con entusiasmo, il suo cazzo si contrasse al pensiero di cosa sarebbe successo. Esitò per un momento, la sua mente gli urlava di scappare, di mettere più distanza possibile tra sé e colui che stava tornando ad essere l'uomo lupo incontrato nel bosco.
Ma il suo corpo si rifiutò di ascoltare, il suo cazzo pulsava di bisogno, il suo culo si contraeva in attesa. Il sorriso di Katsuki si allargò, i suoi occhi brillarono di una fame primordiale. «Esatto, piccolo.», ringhiò, la sua voce era un basso brontolio. «Lo so bene che vuoi che ti scopi. Lo sento.».
Izuku arrossì di nuovo a quelle parole, ma non poteva negarlo, anche se le gambe gli tremavano al solo pensiero di obbedirgli e così i suoi occhi rimasero fissi su quelli di Katsuki, intensi, affamati, tanto da mandargli costanti brividi lungo la schiena.
Le mani del biondo si spostarono sulla propria patta, aprendo il bottone con facilità. Il respiro di Izuku si fermò quando il cazzo di Kacchan fu liberato, lungo, grosso e con la punta lucida di umori. Era uno spettacolo da vedere, e Izuku non poté fare a meno di leccarsi le labbra in un movimento dettato solo dal puro istinto, dall'acquolina che provava nel vederlo svettare in attesa. Il sorrisetto di Katsuki si allargò, i suoi occhi brillarono di fame quando vide la reazione del giovane.
«Ti piace quello che vedi, ah?», sussurrò piano, mentre la sua mano avvolgeva la propria lunghezza, accarezzandola lentamente.
Izuku si limitava solo ad annuire, ipnotizzato, estasiato da quella visione.
«Parla, nerd.», ordinò il biondo, la sua voce un basso brontolio. «Voglio sentirtelo dire.»
Izuku deglutì a fatica, il suo cuore gli martellava nel petto. «S-sì.», balbettò, la sua voce appena più di un sussurro. «M-mi piace quello che ve-vedo.»
Il sorrisetto di Katsuki si allargò ancora, i suoi occhi brillarono di soddisfazione. «Bene.», ringhiò, la sua mano che lavorava ancora lentamente il proprio cazzo. «Perché ti scoperò con questo. Allargherò quello stretto buco che hai e mi pregherai per averne ancora.».
Gli occhi di Izuku si spalancarono quando Katsuki lo spinse contro il muro, il suo corpo premuto forte contro la sua pelle nuda e accaldata, che sussultò, sentendo quel membro duro come una roccia che spingeva contro il suo. «Oh dio...»
«Girati.», ordinò di nuovo Katsuki, forzando nel movimento il giovane di fronte a lui, che si si appoggiò al muro e si chinò mentre Katsuki gli si posizionava dietro.
Senza alcun preavviso, la mano di Katsuki gli colpì con forza il sedere, il suono echeggiò nella piccola stanza. E lui si ritrovò ad urlare per l'impatto improvviso, ma la cosa che lo lasciò più sorpreso fu che quel contatto inaspettato sembrava accendere nuove ondate di eccitazione dentro il suo corpo.
Così guardò Katsuki da sopra la spalla, i suoi lineamenti tirati da quella mistura di dolore e sollievo che lo lasciava intontito, mentre sentiva l'impronta ruvida di quella mano sul suo fondoschiena iniziare a pungere.
«Sai... Mi chiedo come apparirebbe questo bel culetto coperto di lividi.», ringhiò il biondo, la voce bassa e calda, massaggiando la carne dolorante di Izuku, che arrossì profondamente al suggerimento e si voltò in avanti e seppellì il viso nell'incavo del braccio, respirando forte per trattenere lacrime e sospiri. Katsuki ridacchiò cupamente, colpendo di nuovo sul sedere.
«Cosa hai detto? Ne vuoi ancora?», chiese Katsuki, abbassando di nuovo la mano su quel sodo fondoschiena. E questa volta, Izuku gemette, trattenendo un grido tra i denti e le labbra, il dolore che si trasformava rapidamente in un calore avvolgente.
«Per favore...», pianse piano.
Ma era una supplica, in verità. Una supplica a continuare. Una supplica a ricevere un dolore misurato, bollente, che nulla aveva a che fare con quanto Katsuki gli aveva mai fatto provare prima, da ragazzini.
Di questo... di questo tipo di dolore... Oh, lui ne avrebbe voluto all'infinito!
Una nuova supplica di Izuku echeggiò nella stanza quando Katsuki gli diede una nuova pacca sulla natica, più forte questa volta, provocando sussulto altrettanto forte nella sua vittima, seguito da un altro basso gemito. «Cosa vuoi che faccia di questo tuo povero culo, ah?»
«Quello... Quello che vuoi...», sussurrò Izuku tra le lacrime e le mani di Katsuki gli afferrarono con possessione la vita. «Oh... Leva questi allora...», e, con un piede, tenne fermi gli indumenti che gli imprigionavano le caviglie, aiutandolo a liberare le gambe prima che, con un ringhio, Katsuki gli divaricasse le gambe ancora di più con il ginocchio. «Perché prenderai ogni centimetro del mio cazzo» La sua voce era bassa e autoritaria, appena sopra un sussurro.
Le dita di Katsuki tracciarono linee leggere lungo le natiche arrossate di Izuku, aprendole lentamente, osservando quell'anello arrossato e pulsante che lo bramava con tanta voracità da lasciare la creatura quasi senza fiato. E godette nel sentirlo gemere mentre gli appoggiava la punta del dito medio contro l'entrata stretta.
«Dio... vorrei farti urlare...», mormorò Katsuki, con l'unghia che ora stava diventando un artiglio affilato che tracciava cerchi concentrici attorno a quel buco, che si contraeva e si allentava a ogni respiro di Izuku. «Vorrei vedere fin dove potresti arrivare... piccolo cucciolo sadico...», poi l'artiglio si accorciò e il dito entrò lentamente in quel buco stretto e bollente. «Ma preferisco sentirti ansimare...», e lui si abbassò per rilasciare una copiosa quantità di saliva in quel morbido solco, facendola colare fino al suo dito per spingerla più in profondità, «...e sentirti gemere il mio nome.».
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro