Il maestro di arti marziali, Cheng, era noto per la sua filosofia che la vera forza risiedeva nella non-violenza. Era un uomo rispettato nella sua comunità, dove insegnava ai suoi studenti l'arte del bastone. Tuttavia, quando una giovane donna del villaggio fu rapita da un gruppo di briganti, Cheng dovette fare i conti con una difficile decisione.

I briganti si nascondevano in una fortezza inaccessibile nel cuore della Manciuria. Il loro capo, un uomo temuto per la sua abilità nella spada, aveva emesso una richiesta di riscatto insostenibile per la vita della giovane donna.

Mentre i membri della comunità cercavano di convincere Cheng a non andare, ritenendo che sarebbe stato inutile contro i briganti armati, Cheng non poté resistere alla sua coscienza. Si ricordò della lezione di non-violenza che aveva insegnato ai suoi studenti, ma decise che il suo coraggio avrebbe dovuto venire dalla saggezza, non dall'assenza di paura.

Senza armi a parte il suo bastone, Cheng si diresse verso la fortezza dei briganti. Era consapevole che sarebbe stato un compito difficile, ma sapeva che doveva fare il possibile per salvare la giovane donna.

Arrivato alla fortezza, Cheng fu accolto con risate e scherno da parte dei briganti. Il loro capo, un uomo dal fisico possente e dall'esperienza di combattimento ineguagliabile, si presentò davanti a Cheng con una spada lunga e affilata.

Cheng gli disse che non intendeva usare la violenza, ma il capo dei briganti lo prese in giro, dicendo che una tale filosofia sarebbe stata la sua rovina. Cheng rispose tranquillamente, dicendo che era venuto in pace e che il suo unico obiettivo era quello di salvare la giovane donna.

Il capo dei briganti si avvicinò minaccioso con la sua spada, ma Cheng si difese con abilità con il suo bastone. Ogni volta che il brigante sferrava un colpo, Cheng lo evitava con grazia e precisione.

La battaglia continuò per ore, ma Cheng non cedette. Era deciso a non arrendersi finché non avesse liberato la giovane donna. Nonostante le sue abilità, Cheng non era in grado di superare il capo dei briganti, che era troppo forte e resistente.

Quando tutto sembrava perduto, Cheng decise di provare un'ultima mossa disperata. Si mise in posizione di meditazione, abbandonando ogni pensiero e ogni emozione, e si concentrò solo sul momento presente.

Mentre il capo dei briganti si avvicinava con la sua spada, Cheng improvvisamente balzò in piedi, utilizzando il bastone per bloccare la spada e disarmare il brigante.

Con il suo avversario disarmato, Cheng fece un passo indietro, dimostrando la sua vittoria non con la violenza, ma con la saggezza e l'abilità. I briganti furono impressionati dalla sua abilità e dalla sua determinazione, e accettarono di liberare la giovane donna.

Cheng portò la giovane donna in salvo alla sua comunità, dove fu accolta con gioia. Fu un momento di grande felicità per tutti, ma Cheng rimase in silenzio, contemplando l'esperienza che aveva appena vissuto. Aveva scoperto che la vera forza non risiedeva nella violenza, ma nella saggezza e nell'abilità.

Da quel giorno in poi, Cheng divenne ancora più rispettato nella sua comunità. Continuò a insegnare ai suoi studenti l'arte del bastone, ma ora era più convinto che mai che la non-violenza fosse la chiave per una vita piena e appagante.

Il capo dei briganti, a sua volta, rimase impressionato dalla saggezza di Cheng e dalla sua abilità nel combattimento. Decise di lasciare la vita dei briganti e di unirsi alla comunità di Cheng, chiedendo di essere addestrato nell'arte del bastone.

Cheng lo accolse, sapendo che la sua lezione sulla non-violenza aveva avuto un impatto sulla vita del brigante, che aveva capito che la violenza non avrebbe mai portato alla vera felicità e alla vera forza. La comunità, i suoi studenti e persino il capo dei briganti erano ora uniti nel loro rispetto per Cheng e per la sua filosofia di vita.

Da quel giorno in poi, la comunità di Cheng divenne un luogo di pace e armonia, dove le lezioni di saggezza e di non-violenza del maestro di arti marziali continuavano a essere tramandate di generazione in generazione.