Newt era convinto che il disagio che si sentiva nella centrale fosse provocato dagli altri, da come parlassero a bassa voce e commentassero bonariamente la situazione. Sapeva che non era cattiveria la loro, anzi forse addirittura preoccupazione e puro senso di scomodità, ma comunque troppo lontano da quello che sentiva lui ora che era davanti a Indi, solo con i suoi pensieri. Il silenzio pesava in quel momento, tra loro due che non avevano mai dovuto realmente parlare per capirsi o amarsi. E sembra voler minacciare con un temporale di dubbi e fastidi i pensieri del ragazzo.

- Non posso starmene qui seduto sapendo che tu adesso stai male per colpa mia - aveva sputato come una medicina amara al primo contatto con la lingua - Ma tu mi ami ancora?

Indi era sobbalzata, cosa rara per lei, e gli aveva puntato gli occhi in viso senza dire assolutamente nulla. In realtà non parlava perché non pensava ci fosse una vera risposta a quella stupida domanda: avevano avuto il loro primo litigio, nulla di grave, nulla di serio, tanto che se lei non gli aveva rivolto parola in quella manciata di ore che erano passate dalla sera precedente, era stato più per un automatismo che per rabbia: quella era svanita fin troppo velocemente. Eppure, pareva che quella discussione avesse avuto un effetto molto più grande sul ragazzo di quanto avesse importato realmente a lei.

- Ti prego Lìa, non mi guardare così, se devi dirmi la verità, dimmela senza problemi - presto avrebbe sarebbe crollato in una crisi di nervi se lei avesse continuato a guardarlo senza dire nulla con quegli enormi occhi nocciola che aveva ereditato dalla madre.

- Sai cosa mi sorprende di te ogni giorno? - il tono era tutt'altro che arrabbiato e infastidito, e già questo risollevava un poco l'animo di Newt, che comunque non aveva risposto - Tu quando sei con me cambi...- di nuovo quel peso sul petto, la frase lasciata in sospeso non aiutava per nulla.

- E' un male?

- Ecco, era quello che dicevo: quando sei con me, mostri le tue insicurezze - non gli aveva nemmeno dato il tempo di riformulare la domanda - E no, non è un male, anzi - si era avvicinata un poco, sul posto a fianco a Newt - E' bellissimo, perché significa che ti senti a tuo agio per farlo - gli aveva sorriso e in quell'istante il ragazzo si era reso conto che nonostante quelle parole, lei non aveva risposto alla sua domanda: che stesse cercando di indorare la pillola per dargli poi il colpo di grazia?

Aveva tentato di ricambiare il sorriso, ma Indi aveva letto subito che qualcosa non andava: - Quindi mi sembra inutile che tu mi faccia domanda del genere: lo sai benissimo che una stupida discussione non può intaccare l'amore che provo per te - gli aveva fatto cambiare espressione - Vieni qui - aveva allargato le braccia e lo aveva fatto posare su di lei - Alle volte davvero mi sorprendi.

- E' per pepare la relazione - l'aveva fatta ridere - Comunque scusami.

- Per cosa?

- Per la discussione.

- Acqua passata, ma ti prego, non farti venire più questi dubbi - gli aveva sollevato la testa e lo aveva baciato.

- Sai che anche tu cambi quando sei con me? - le aveva puntualizzato appena si erano staccati.

- Come?

- Diventi più autoritaria - aveva riso.

- E' per bilanciare il tuo cambiamento - lo aveva stretto ancora un pochino.