Someone to you
La notte era diventata a un tratto più scura, una nuvola bianca come il velo di una sposa copriva la luna, lasciando che solo un bagliore minimo illuminasse il cielo.
Vic e Becca si erano ormai addormentate sul sedile posteriore al suono di una canzone dei 5SOS, mentre i due ragazzi sui sedili davanti se ne stavano tranquilli, Leo guardando fuori dal finestrino e Miguel guidando lentamente.
- Hai freddo? - Leo era stato scosso dal suo torpore dalla voce dell'autista, tanto che inizialmente non aveva capito cosa avesse detto - Ti vedo tutto raggomitolato e pensavo avessi freddo - aveva riso il ragazzo.
- Oh no, no tranquillo, grazie - aveva risposto Leo sussurrando per non disturbare le ragazze - E' che è davvero comoda questa macchina e quasi quasi mi sembra di stare nel mio letto - si era accoccolato di più sul sedile.
- I miei genitori hanno fatto davvero una scelta ottima con questa auto. Non smetterò mai di ringraziarli, hanno fatto i salti mortali per comprarmela.
- Sì, devo dire che anche gli interni sono bellissimi.
- Il buon gusto di mia madre - aveva riso il maggiore.
Ormai la casa di Becca era all'orizzonte, perlacea, luminosa e affascinante come la proprietaria: - Quella è la casa di Becca? - aveva domandato Miguel indicando la villa con piscina sulla collina.
- Sì, comincio a svegliarla - Leo si era sganciato la cintura e si era girato verso i sedili posteriori - Becky, Becky siamo arrivati a casa tua.
- Mmm - si era sfregata leggermente gli occhi
- Adesso sembri un panda - aveva riso Leo.
- Spero almeno di essere un panda carino - aveva risposto lei senza aprire gli occhi.
- Più un panda assonato.
- Arrivati! - li aveva interrotti Miguel fermando la macchina.
- Va bene, grazie Miguel del favore - aveva aperto la portiera - Ci vediamo, ciao!
- Ciao.
- Ciao.
- Buonanotte - aveva parlato Vic che intanto si era svegliata.
Per l'intero viaggio non era stata zitta un secondo, aveva continuato a parlare ininterrottamente di quanto si fosse divertita, di quanto Miguel fosse bravo come DJ, di quanto quel Sex on the beach fosse buono e mille altre cose finché Miguel non aveva parcheggiato la macchina nella via di casa sua e l'aveva salutata, poi era ripartito.
- Dio, ma è sempre così quella ragazza? - aveva chiesto Miguel vedendo un lato della sua amica che non conosceva.
- Solo quando beve.
- Ma ha bevuto un solo drink!
- Lo so, lo so, non regge per nulla - aveva cominciato a gesticolare e a ridere Leo - Una volta dopo un bicchiere di Gin lemon ha iniziato a camminare per tutta la centrale. Ti giuro, non è stata zitta un secondo.
- Chissà che ridere.
- C'era Becca che non smetteva più di ridere, però solo perché non stava male davvero, per fortuna.
- Beh sì certo, in quel caso sarebbe stato diverso.
Era caduto il silenzio tra di loro, Leo aveva ripreso a guardare fuori dal finestrino con aria distratta e Miguel aveva continuato a guidare silenziosamente. Le ruote correvano veloci sull'asfalto umido e i fari illuminavano la strada deserta. Alla radio suonava "On & On" dei Cartoon.
- Oddio, questa è la mia canzone preferita - aveva parlato Leo svegliato per la seconda volta dal suo torpore.
Miguel, senza dire assolutamente niente e continuando a guardare dritto verso la strada, aveva allungato la mano e aveva alzato il volume, poi si era girato verso Leo e aveva parlato: - Hold me close 'til I get up.
Leo aveva sorriso felice: - Time is barely on our side.
Doveva dire che era abbastanza sorpreso che Miguel conoscesse quella canzone, ma da un apprendista DJ c'era da aspettarselo.
-And on and on we'll go - i ragazzi cantavano a squarciagola, era bello vedere come la musica unisse due perfetti sconosciuti.
- Sai che esiste anche la versione in spagnolo di questa canzone - aveva osato Miguel appena era finita la musica.
- Davvero?! - aveva spalancato gli occhi Leo - Me la devi fare sentire qualche volta!
- Prendi il mio telefono, è dentro il portaoggetti. La password è 120597, se entri su Spotify la trovi sicuro tra le mie canzoni, si chiama "Màs y Màs".
- Ma che bella musica ascolti: Lauv, The Chainsmokers, Troye Sivan...Oh, trovata!
- Capisci lo spagnolo?
- Molto poco, so solo "Hola", "Adìos" e i cibi del menù della signora Nièves. - aveva riso ancora, seguito da Miguel - Ah Miguel.
- Chiamami pure Migu, che Miguel è troppo lungo.
- Ok "Migu", questa è la via di casa mia.
- Davvero? Io abito 2 isolati dopo. Giro a destra?
- Sì, grazie.
Miguel aveva parcheggiato lentamente proprio davanti alla villetta gialla di Leo, spegnendo il motore.
- Allora questa è casa tua, molto carina.
- Grazie.
- Comunque mi sono divertito stasera, ho trovato un compagno di canto - aveva riso - Potremmo ripeterla una serata del genere magari, no? Magari andare da qualche parte, tipo a un concerto.
BOOM, nella testa di Leo era scoppiato qualcosa. Ok, il ragazzo più bello, gentile e simpatico sulla faccia della terra gli stava chiedendo di uscire insieme ancora. Un sogno, no? Sì, un sogno perché quella era una richiesta normalissima che si può fare a chiunque appena conosciuto e con cui si vuole fare amicizia. Già, amicizia...Questo faceva un po' male a Leo, perché sapeva perfettamente come sarebbe andata a finire: se fossero diventata amici, quasi sicuramente il suo colpo di fulmine si sarebbe trasformato in altro, qualcosa che avrebbe dovuto tenere segreto e che lo avrebbe lentamente consumato dentro. Sì, perché l'amore non corrisposto è così, vorresti la persona sempre più vicina, ma allo stesso tempo la vorresti lontana per dimenticartela e smettere di farti mangiare dentro da dubbi e insicurezze. Il vero problema di Leo non era il fatto che scoprisse che lui era gay, sebbene ci volesse andare un po' con i piedi di piombo (non si sa mai cosa pensano le persone), ma che, dopo che il loro rapporto si era fatto più stretto, lui venisse a sapere che era attratto da lui, perché a molti va bene se un proprio amico è gay, ma tutto cambia quando è "gay per te".
Leo sentiva quindi la necessità di mantenere un minimo di distanze per evitare il peggio.
- Sì, è una buona idea...Magari un giorno ci mettiamo d'accordo e decidiamo. - era stato sul vago.
- Um, ok. Magari mi lasci il tuo numero così ci sentiamo - aveva sorriso Miguel.
Beh, ok mantenere le distanze, ma addirittura rifiutare di dargli il numero gli sembrava una cosa esagerata.
- Sì, va bene - gli aveva porto il telefono con il numero.
- Ottimo, grazie. Appena torno a casa ti scrivo. Quindi credo sia una questione di...-aveva guardato l'orologio - 5 minuti - aveva riso ancora. Leo avrebbe potuto perdersi in quella risata, così cristallina e musicale, invece cercava di rimanere concentrato per non lasciarsi portare via dall'emozioni.
- Perfetto - aveva aperto la portiera - Ciao.
- Ciao - aveva mosso la mano.
Leo, senza troppo girarci intorno, si era diretto alla porta di casa sua e aveva messo la chiave nella serratura. Miguel aveva acceso la macchina, ma se ne stava ancora lì nella via, forse nell'attesa che entrasse. La porta si era aperta sotto le mani di Leo e il ragazzo era entrato, seguito dal rombo della macchina di Miguel che si allontanava.
Senza fare rumore il ragazzo aveva salito le scale, si era infilato in camera sua e aveva chiuso la porta con calma, aveva cominciato a svestirsi e si era buttato sul letto distrattamente.
Il cuscino era stranamente più morbido del solito, eppure per nulla invitante. Non aveva veramente sonno e non capiva perché, o forse non voleva ammettere il perché. Lo schermo del cellulare si era illuminato all'improvviso, lì una notifica di un numero sconosciuto:
Sono arrivato, buonanotte Leo ☀
Pensandoci bene avrebbe voluto tanto essere inghiottito dal letto per non sentire più nulla, nemmeno quella strana sensazione nel fondo dello stomaco che adesso lo attanagliava.
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