Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Parents

La casa della famiglia Turner si trovava nella parte est di Bret-y-Avon, nella zona residenziale, poco distante dalla chiesa di St. Damian. Non era nulla di speciale, una semplice villetta gialla con una porta di legno chiaro e un giardino all'inglese sul retro.

Come sempre la signora Turner era lì, sotto il suo albero preferito, con un bicchiere di tè e un nuovo libro tra le mani.

- Ciao mami - l'aveva salutata subito Leo.

- Ciao amore - aveva alzato gli occhi azzurri Emilia Turner, sorridendo al figlio.

- Sai dov'è papà?

- Non sta guardando la partita?

- No.

- Allora magari è in bagno.

- Ah sì, potrebbe.

Proprio in quell'istante la testa di Harry Turner era sbucata dalla porta finestra:- Ah, mi era sembrato di sentire dei rumori...Ciao Chris.

- Ciao papà. Finito il primo tempo?

- Sì, siamo sotto di un gol.

- Scherzi?! - lo aveva raggiunto il figlio dentro la casa e insieme si erano messi sul divano a parlare con in sottofondo la pubblicità.

- No, Dunn si è fatto segnare come nulla. Bisogna riconoscere che però Clarke è una piovra, non ne perde mezzo di tiro.

- Sì, questa stagione sta facendo davvero paura.

- Guarda, sta riniziando - aveva parlato il signor Turner, rivolgendo tutto il suo interesse alla televisione.

Leo adorava quei momenti con suo padre: una partita di calcio era in grado di fare una piccola breccia in quel muro che sentiva sempre tra di loro. Sapeva che lui gli voleva bene, ne era certo, ma sentiva anche che mancava comunicazione tra di loro. Ecco, quelli erano i soli momenti in cui effettivamente riusciva a creare il contatto che desiderava, parlavano come se non ci fosse nessun segreto, liberi e veri.

- Quanto manca alla fine? - aveva chiesto la madre rientrando, ormai fuori era completamente buio.

- Un quarto d'ora più recupero - aveva risposto il marito rimanendo fisso sullo schermo.

- Ok, allora inizio a mettere su la frittata.

- Con cosa la fai mami?

- Verdure.

- Mi piace!

- Lo so, amore.

- Dai, dai, dai.

- Sì. Così!

- Gooool - avevano urlato insieme i due uomini di casa.

- Oi, potete urlare un po' meno - aveva riso Emilia.

- Eh no, in questo caso era dovuto - aveva risposto ancora il marito.

- Sì, ha ragione papà, era un gol della miseria.


- Ho fatto anche il dolce, vi va? - aveva chiesto la signora Turner quando ormai la cena era giunta al termine - Il budino di riso al cacao.

- Io sì, grazie mamma.

- Mah, stasera va anche a me Emilia, dammelo pure.

- Ti vedo di buon umore stasera - lo aveva guardato la moglie un po' stupita.

- Sì, abbiamo vinto la partita, il lavoro è stato tranquillo e la cena mi è piaciuta moltissimo. Sto davvero bene.

Che quello fosse un segnale per Leo? Che il destino gli dicesse "oggi ti sto sorridendo, approfittane"? Fosse così o no, prima o poi Leo avrebbe dovuto dire la verità ai suoi genitori e ora che suo padre, lato più ostico della coppia, era di buon umore, sembrava il momento più adatto.

- Mamma, papà, devo dirvi una cosa... - aveva osato affondando con il cucchiaino nel budino e tenendo gli occhi bassi. Aveva sentito un sospiro pesante da parte di sua madre - Credo...- la voce tremante si era fatta subito più sicura - No! Son certo... - un'altra breve pausa per usare la parola giusta - ...Di essere gay!

Il peso grosso era sceso, lo aveva detto finalmente ad alta voce, voce che si era subita infranta in un silenzio stridente. Suo padre era rimasto a bocca aperta, con il cucchiaino sospeso tra il viso e la ciotola, sua madre aveva stretto leggermente la tovaglia ed aveva abbassato gli occhi, per poi rialzarli lentamente: -Amore...

- Tu! - la voce di suo padre aveva superato di diversi decibel quella dolce della moglie - Tu non sei mio figlio! Mio figlio non sarebbe mai frocio! Anzi, sarebbe un vero uomo!

Leo era scioccato, talmente scioccato che le lacrime avevano cominciato a scendere copiose senza che neanche se ne rendesse conto.

- Harry!

- Mi fai schifo, mi fai solo schifo... - aveva abbassato la voce - Guarda, vattene, vattene immediatamente da questa casa! - gli aveva urlato più forte - Esci! - si era alzato in piedi prendendo per un braccio il figlio e trascinandolo fino alla porta.

- Pa...pà...mi...fai...male...- aveva sussurrato tra le lacrime.

- Non mi chiamare papà! - gli occhi gli strabuzzavano dalle orbite - Esci! - gli aveva aperto la porta e lo aveva messo fuori, sbattendogliela in faccia.

Leo era rimasto lì a fissarla con le lacrime che gli annebbiavano la vista, poi si era girato e aveva cominciato ad allontanarsi.

- Aspetta! - quella era la voce di sua madre, che a passi svelti lo raggiungeva nella via di casa loro - Amore...

- Mamma...

Lei lo aveva preso tra le braccia e lo aveva stretto forte a sé: -Ascoltami...Tu padre non pensa davvero quelle cose, è stato...Deve mandare giù la notizia, io l'ho già fatto tanto tempo fa.

- Lo sapevi?!

- Una madre lo sa sempre, ma sono certa che anche tuo padre lo sapesse, solo che non riusciva ad ammetterlo...Stasera lo farò ragionare, tu lascialo sbollire. Domani vieni a casa, tanto lui sarà al lavoro e noi parleremo tranquillamente, abbiamo tante cose da dirci - le aveva dato un bacio sulla fronte - Ma soprattutto, sai già dove andare stasera?

- Spero che Dan e Spierre mi ospitino.

- Amore, ne sono certa, se vuoi posso chiamare e chiedere alla ad Helena.

- No, lascia stare, non facciamo allarmare troppe persone.

- Ok, come preferisci tesoro. Ci vediamo domani.

- Sì, mamma - Leo si era girato ma era stato subito richiamato.

- Chris.

- Sì.

- Ricordati che ti amo tanto.

- Anche io, mami.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro