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Let you love me

La visione di casa sua era stata meno piacevole di quanto Dan si potesse aspettare. Era stata una notte lunga, pesante nonostante il finale positivo. Sì, positivo...Positivo per suo fratello e Prim, ma per gli altri?
- Sono a casa - aveva alzato leggermente la voce il ragazzo entrando.
- Daniel! - come sempre, sua madre era stata la prima a farsi vedere - Come sta Prim?
- Meglio per fortuna, si è svegliata e ora Noah è con lei - aveva evitato di spiegarle il motivo e quello che era successo prima, sarebbe stata una storia troppo lunga e sicuramente Spierre non avrebbe gradito -Ti spiace se ora vado a farmi una doccia e poi mi riposo un po': sono stremato.
- Vai pure, tranquillo. Ci racconti poi meglio dopo.
- Va bene - si era infilato su per le scale ed era scomparso nel bagno principale, chiudendosi la porta alle spalle con un colpo sordo.
Lentamente si era svestito ed era entrato nella doccia senza mettere la musica con il cellulare, come faceva di solito. Aveva bisogno di pace, di silenzio. Già lo scroscio dell'acqua faceva troppo rumore per i suoi gusti, le gocce che scivolavano sul piatto di ceramica insieme al groviglio dei suoi pensieri: suo fratello, quella testa di...uh, non trovava nemmeno le parole per definirlo; Prim, povera anima, anche lei non era da meno alle volte. Si erano proprio trovati quei due...Non come lui e Vic, ormai gli eterni amici. Cosa che, a pensarci bene, non gli dispiaceva per nulla: ormai lei non gli faceva più prudere quella parte del cervello tra lobo parietale e lobo temporale.
Becca.
Gli era balenata davanti agli occhi come un faro nella notte.
Faceva quasi ridere come la storia si ripetesse di nuovo, soprattutto dopo tutto quello che aveva detto a Spierre. Ah, se lo avesse saputo, lo avrebbe preso in giro a vita...No, non lo avrebbe fatto, forse gli avrebbe detto le stesse che gli aveva detto lui, da buon fratello maggiore.
E sicuramente gli avrebbe fatto i complimenti. O no? No, per nulla. Lo avrebbe spinto, come faceva sempre ogni volta che non aveva il coraggio di fare qualcosa.
Ma poi coraggio di cosa? Doveva solo parlare con una sua amica di quello che era successo tra di loro quella notte.
"Solo". Pareva tanto facile a dirsi, un po' meno a farsi.
- Aaah - aveva tirato su le braccia verso il soffitto della camera, i capelli umidi che bagnavano il cuscino - Timido timido, ma poi quando faccio le cose, le faccio grosse - si era coperto gli occhi.
Cosa sentiva esattamente?
Imbarazzo? Assolutamente sì, soprattutto a ripensarci.
Senso di colpa? No, quello no, erano in due in quella storia ed entrambi avevano fatto le cose per loro scelta.
Rimorso? Tanto non sarebbe servito a nulla.
La luce del cellulare in quel momento era accecante, tanto da fare male agli occhi con il verde e il bianco.

Becca🌹
Ultimo accesso oggi alle 04.52

23 giugno 2020


Quindi posso portarti il computer domani?
Sì, certo
Sai dov'è casa mia?

Grazie Dan, ti devo un favore

Tranquilla, è una cosa da poco,
non serve che ti disturbi

Va beh, ti offrirò un drink se proprio
non vuoi nulla

Se proprio insisti ahahahah

All'alcool non dice mai nessuno di no


Pochi spiccioli messaggi, stupidi e senza grande senso. Ma come erano arrivati a quello da...beh, questo! Va beh, poco importa: doveva fare qualcosa.

|Scrivi un messaggio

Se solo Whatsapp avesse avuto la capacità di dire anche cosa scrivere...
Dan, ragiona! Come inizio? Gentile? Diretto? Imbarazzato?
Ma esattamente cosa devo dirle? Sei poi la offendo? Se lei non ne vuole parlare e le va bene così?
No no, non credo avrebbe detto una cosa del genere, sembrava quasi una frecciatina.
O sono io paranoico? Ah, poco ma sicuro.

Ciao Becky, scusa se ti scrivo a quest'ora, ma

La notifica di una chiamata aveva colto di sorpresa Daniel, ma mai quanto il nome che aveva illuminato ancora di più lo schermo.
Becca 🌹
- Pronto!
- Hey Dani! Disturbo? - stranamente aveva una voce più gentile del solito - Ti ho tirato giù dal letto?
- No, tranquilla, ho appena finito di farmi una doccia - solite chiacchiere di circostanza.
- Ah, bene - titubava. Becca non tituba mai - Ti spiace se ci vediamo un attimo? Avrei bisogno di parlare un pochino...
E anche stavolta Dan era stato battuto sul tempo da qualcuno.
- Sì, certo - tentava di stare sul vago, ma dentro il ragazzo sentiva una parte di peso scendere - Alla centrale?
- No, preferirei di no...Magari un posto più tranquillo e dove possiamo stare soli.
Ecco la conferma: dovevano parlare della nottata.
- Mmmm, forse se andiamo a Lorg Parad, dal lato dove si vedono partire i treni, nessuno potrà disturbarci.
- Perfetto allora!
- Tra quanto?
- Non lo so, appena puoi. Ma tranquillo, fai pure con calma, non c'è fretta.
- Mezz'ora?
- Dai, tra mezz'ora a Lorg Parad. A dopo, Dani.
- A dopo - aveva riattaccato.
Dopo una lunga notte, poteva solo esserci una lunga mattinata.

La temperatura era cambiata di molto, il sole aveva sostituito completamente la luna di quella notte insonne e pareva voler fare bene il suo lavoro di riscaldare le molte persone che si vedevano in giro quel venerdì.
Lorg Parad però, come sempre, sembrava un piccolo pezzo uscito da un'altra dimensione: da lì la luce del sole risultava ancora del colore dell'alba e anche la temperatura, mediata dai diversi alberi intorno, sembrava spostare quel luogo molto più a nord del mondo.
- E' stato carino da parte tua proporre questo posto - aveva parlato Becca riconoscendo i passi di Dan che la raggiungeva.
- Immaginavo che tua madre ti avrebbe fatto storie se tu avessi preso la macchina.
- Perspicace, ragazzo - gli aveva sorriso, per poi girarsi verso il basso, su un treno che stava partendo - Grazie, comunque.
- Figurati - aveva alzato le spalle finto indifferente e si era seduto a fianco a lei.
Ed ecco che calava il silenzio, di quelli un po' pesanti, imbarazzanti e fastidiosi, ma anche di quelli che durano pochi secondi.
- E' bello quel graffito là in basso, sembra uno di quelli di Leo - Becca aveva buttato l'occhio verso il muro mezzo spoglio dove troneggiava "La grande onda di Kanagawa".
- Non escludo che possa essere suo: spesso lui e Spierre venivano qui.
- Ah, a proposito, è ancora da Prim?
- Quando sono uscito, sì. Non so se sia tornato nel mentre.
- Prim sta meglio? Le ho scritto, ma non risponde
- Sarà occupata in altro - Dan aveva fatto un sorrisetto sardonico.
- In effetti...
Di nuovo il silenzio, ma diverso: entrambi sapevano di dover parlare assolutamente, erano lì per quello, d'altronde, ma nessuno dei due sapeva come entrarci.
- Dani...- era un blocco quello che si sentiva sul fondo della "i" del nome del ragazzo.
- Sì, hai ragione: tutto quel discorso a mio fratello e io ora sto facendo il suo stesso errore - aveva riso nervoso.
- Credi che sia stato un errore? - l'aveva colto completamente di sorpresa.
- Cosa!? - si era girato di scatto trovandosi Becca con un'espressione tra il corrucciato e il triste.
- Quando...beh, avevi bevuto qualcosa...
- No Becky, assolutamente no: ero completamente in me e no, non è stato un errore per nulla - aveva sospirato - Solo...
- Solo cosa?
- Per te lo è stato? - si era girato con il viso gentile, un'ombra di preoccupazione.
- No, non lo penso.
- Allora cosa vuol dire?
- Cosa intendi dire?
- E' l'inizio di qualcosa, un caso della vita o solo due persone che si sono sentite sole e hanno voluto farsi compagnia senza doppi fini?
- Io...non so...- aveva abbassato lo sguardo, si sentiva per la prima volta davanti a qualcuno seriamente in imbarazzo.
La prima? Nah, troppo presto per dire una cosa del genere.
La seconda? Suonava male, come se dicesse "c'era l'occasione, ne ho solo approfittato"
La terza? Poteva, poteva anche essere, ma anche lui pensava non ci fossero doppi fini in quel momento?
- E' strano Dani...Dici che ci deve essere per forza un senso? Capisco Prim e Spierre, loro sono l'emblema di due amici che non possono esserlo e non potranno mai. Ma noi? Noi cosa siamo? Certo, amici, ovvio. E poi? E' strano davvero: con te mi sono sentita subito a mio agio. Nonostante siamo così diversi, mi sono sentita...boh, è strano, non so come, ma strana - aveva preso una pausa un po' troppo lunga, in lontananza la voce metallica dall'altoparlante annunciava una partenza dal binario 4 - Corro troppo?
- No - era stato secco - No, non corri troppo e no, non ci deve essere per forza un senso o un motivo. E' successo, fine - aveva lasciato cadere le ultime parole come se qualcuno le dovesse riprendere e continuare, come aveva deciso di fare - E non sono pentito.
- Nemmeno io - era stata diretta - Mi è...piaciuto...in realtà.
- Becky, non ti ho mai sentito così incerta - aveva riso piano Dan - Non c'è nulla di cui ti devi imbarazzare.
- Ho solo timore di dire qualcosa che tu possa fraintendere...- l'aveva guardato seriamente preoccupata -...e offenderti - aveva spostato lo sguardo verso le rotaie - Bella situazione di merda in cui ci siamo infilati - aveva riso.
- Certo che tu mi stai proprio tirando fuori tutto il coraggio che ho in corpo - aveva sbuffato leggero ridendo.
- Come?
Delicatamente Dan aveva preso le spalle della ragazza e l'aveva costretta a guardarlo: - Parliamoci chiaramente, senza limiti e senza preoccuparci di offenderci o ferirci, risolviamo tutto questo, perché non voglio che tra noi due non scorra buon sangue solo perché ci siamo limitati con le parole o con le domande. Quindi toglimi una curiosità: perché mi hai baciato?
- Non lo so in realtà Dani, per un istante mi si è disconnesso il cervello e l'ho fatto senza pensarci - aveva sorriso un po' impacciata. Sembrava che i ruoli si fossero invertiti in quel momento - Ho sentito una sorta di attrazione e ho seguito l'onda - aveva preso un respiro - Scusa.
- Non serve che mi chiedi scusa, non sei la sola a cui sia piaciuto - le aveva fatto alzare di scatto la testa e brillare gli occhi - Hai ragione, è strano tutto questo, ma uno strano bello, di quelli che vorresti rifare - si era bloccato rendendosi conto di quello che aveva detto. Non aveva il coraggio di guardarla in faccia dopo una frase del genere - Io non intendevo...
- Rifarlo - Becca aveva assaggiato la parola, se l'era passata per la bocca per sentirne meglio il sapore e capirne i retrogusti - Rifarlo - ancora un piccolo morso.
- No, ma Becky non...
- Perché no - l'aveva guardato - Non ci sarebbe nulla di male - aveva sorriso, ma si era subito spenta - Se tu vuoi, ovviamente.
- Io vorrei...c'è, voglio. Però sarebbe una cosa difficile: è ovvio che sono attratto da te fisicamente e anche mentalmente, ma...
- Dani - l'aveva fatto girare per poi baciarlo velocemente - Lo so, anche io sono attratta da te, ma non in quel modo - si era allontanata - Però possiamo provarci lo stesso: nessun legame, nessun obbligo, nessun vincolo, solo completa sincerità. Se uno dei due vuole smettere, lo dice all'altro e fine, come se non fosse successo nulla.
- Lo sai che non è così facile? - l'aveva presa per un fianco e l'aveva tirata a sé.
- E allora quale sarebbe il divertimento se no? Te l'ho detto Dani, se non vuoi possiamo benissimo non farlo, non mi offendo mica.
- Non ho detto questo, ma se uno dei due...ci rimanesse sotto?
- Se succederà, si vedrà cosa fare - un brivido le era corso per la schiena.
- Hai freddo?
- Un pochino, ma tranquillo.
Senza pensarci, Daniel si era tolto il bomber e lo aveva messo sulle spalle di Becca: - Meglio?
- Sì, grazie - se l'era stretto di più sulle spalle e aveva poggiato la testa sulla spalla di Dan, lasciando calare il silenzio.
Ormai a quell'ora nella stazione si era raccolto un numero cospicuo di persone che con il loro vociare alto copriva lo sferragliare di un treno che attraversava il ponte proprio dietro i due ragazzi, sul fiume e fuori Bret-y-Avon. In lontananza si univa al coro il suono che solo il traffico del venerdì mattina riusciva a fare, esasperato e irritante; motociclisti che senza contegno sfrecciavano per la coda trapanando i timpani dei poveri pedoni che per sfortuna passavano di lì e automobilisti che suonavano i clacson impazienti della serata che sarebbe arrivata sempre troppo tardi.
Il sole era leggermente scomparso dietro le pesanti nuvole che sembravano prospettare un pessimo acquazzone estivo e l'ennesima fuga dei giovani in vacanza, riversi nei parchetti tutti intorno.
- Va bene, facciamolo - Dan aveva spezzato quella tranquillità apparente con la sua voce bassa, ma limpida.
- Cosa?
- Proviamo a...qualsiasi cosa sia - aveva riso leggero - Però proviamoci. I problemi li risolveremo se ci saranno.
- Sei sicuro?
- Sì Becky, sono sicurissimo. Non vedo nessuno motivo per evitarlo - aveva alzato la testa che aveva poggiato su quella della ragazza, guardandola con quei grandi occhi grigi - Anche perché credo che sia una cosa abbastanza inevitabile: due calamite si attraggono sempre - le aveva fatto alzare la testa.
- Credo tu abbia ragione - si era spostata di nuovo verso di lui e gli aveva sorriso seducente, ma scherzosa, prima di baciarlo per l'ennesima volta.

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