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Illuminated

L'Alfa Romeo Mito di Spierre non era molto distante, ma a causa dei passi incerti della ragazza, i due avevano impiegato un'eternità a raggiungerla. Aperta la portiera Prim si era catapultata sul sedile, dimenticandosi anche di mettere la cintura, compito lasciato al prudente guidatore: - Non vorrei tu saltassi fuori dal parabrezza - aveva scherzato lui, ricevendo solo un mugugno come risposta.
Per l'intero tragitto, circa 15 minuti di strada, Prim non aveva fatto altro che guardare fuori dal finestrino con un'aria un po' persa. Le ruote scorrevano veloci sull'asfalto umido, mentre una canzone di Billie Eilish suonava piano dalla radio, disturbando i pensieri del ragazzo: chissà come se la stava passando Newt? Indi si era calmata? Perchè ogni santa volta Prim doveva bere così tanto e farlo preoccupare?
Ogni tanto buttava qualche occhiata verso la figura al suo fianco, aveva paura si addormentasse e finisse male. Le voleva davvero tanto bene, ma ogni volta lo faceva disperare con il suo comportamento un po' irresponsabile. Sapeva fosse un'anima buona, sapeva cosa aveva passato nella sua breve vita, in parte la capiva e preferiva non giudicarla, quindi si accontentava di sostenerla nei momenti in cui aveva più bisogno.
Con un suono sordo la macchina si era fermata davanti al vialetto di casa Morgan e Spierre aveva rotto il silenzio: - Hey Pri, siamo arrivati.
Era stata tutta questione di un attimo e Prim si era ritrovata addosso a Spierre, alla ricerca disperata delle sue labbra, tutto il peso spostato dal sedile del passeggero su quello del ragazzo che le sedeva accanto, gli occhi serrati e le labbra morbide. Il ragazzo era stato colto di sorpresa, tanto che inizialmente non aveva ricambiato il contatto, ma era presto rinsavito. Sapeva perfettamente che Prim era ubriaca e che probabilmente il giorno successivo non si sarebbe ricordata di quello che stava facendo, ma Spierre non riusciva a fare a meno di accettare quell'intrusione del suo spazio vitale. La ragazza gli era cavalcioni, il bacino sul suo, mentre le labbra avevano cominciato a danzare a ritmo di "Illuminated" degli Hurts, che usciva attutita dalla radio.
Prim si faceva sempre più vorace, con la lingua aveva preso ad accarezzare il labbro inferiore di Spierre, che aveva percepito quel gesto come una richiesta di accesso. Anche le lingue avevano iniziato a danzare all'unisono, qualche morso scherzoso per pepare la situazione. Spierre aveva perso definitivamente il controllo quando la ragazza aveva cominciato a muovere lentamente il bacino, tanto che i suoi baci avevano cominciato a spostarsi sul collo di lei. Ormai Prim sospirava leggermente sotto la bocca sapiente di Spierre, sembrava che il ragazzo conoscesse già a memoria il suo corpo: la bocca, la mascella, il collo, la clavicola, la strada perfetta, quella che stava davvero eccitando Prim. Il ragazzo la sentiva sotto le sue mani, come si stringeva sempre di più a lui, come gli tirava leggermente i capelli e come i sospiri si erano fatti leggermente più forti, stava colpendo tutti i punti perfetti. Le mani di Prim si erano spostate veloci, avevano sceso tutto il corpo del ragazzo fino a raggiungere l'orlo della maglietta, quindi gliela aveva sfilata, facendo poi lo stesso con la sua. Spierre aveva continuato a baciarla per tutto il tempo, finché lei non aveva tentato di sfilargli la cintura. In quel preciso istante era balenato qualcosa nella testa del ragazzo: c'era qualcosa di maledettamente sbagliato in tutto quello che stava succedendo.
Prima di tutto, Prim non era completamente sana e mai lui avrebbe approfittato di lei, sebbene quella situazione gli piacesse molto più di quanto si sarebbe aspettato. Secondariamente, se anche lei non fosse stata così tanto ubriaca quanto pensava lui, di certo non avrebbe voluto che la loro prima volta fosse in una squallida macchina del 2008 che ormai odorava solo di arbre magic scaduto.
- Prim, fermati, non credo che sia la cosa giusta...- le aveva detto spostandole la mano e accarezzandole il viso dolcemente - Quando starai meglio ci sarà il momento...
Prim non aveva detto nulla, aveva solo recuperato la maglietta finita sul sedile del passeggero, se l'era rimessa, si era alzata da Spierre, lo aveva baciato ed era uscita dalla macchina barcollante. Spierre prontamente era uscito e l'aveva presa al volo quando aveva rischiato di cadere sugli scalini, accompagnandola davanti alla porta. Quanto era bella sotto la luce della lanterna appesa al porticato, gli occhi verdi leggermente umidi, le guance arrossate dall'alcool.
Forse però ancora un bacio non era nulla di grave.
Spierre si era avvicinato ancora, le aveva circondato con un braccio i fianchi per evitare che cadesse e con l'altra mano aveva ricominciato ad accarezzarle il viso, avvicinandolo poi lentamente per posare le sue labbra su quelle della ragazza. Stavolta il bacio si era rivelato più calmo e dolce, sempre con un ottimo ritmo ma senza una battaglia per la predominanza delle lingue. Se la stavano prendendo entrambi con calma, si erano lasciati cullare dal suono dei grilli tutti intorno, per poi staccarsi lentamente. Prim era scomparsa velocemente oltre la porta di casa sua, Spierre si era defilato in macchina.
L'ora sul cellulare segnava le 4.20, erano rimasti circa tre quarti d'ora a baciarsi. Una notifica di suo fratello nel gruppo gli diceva che ormai erano tornati a casa tutti perché avrebbero tenuto Newt nella cella della questura per tutta la notte nell'attesa che la mattina si potesse fare chiarezza su quello che era successo.
Senza stare troppo a pensarci Spierre aveva scritto un messaggio privato ad Indi per sapere come stesse e lei pochi minuti dopo gli aveva risposto di stare tranquillo, che in quel momento bisognava solo trovare un modo per tirare fuori dai guai Newt. Era ormai ovvio per il ragazzo che Indi stesse mentendo e che quello era solo uno dei suoi soliti modi per evitare di attirare l'attenzione su di lei.
Spierre alla fine aveva ripreso a guidare fino a casa sua, la testa troppo piena di pensieri: Newt, Indi, ma soprattutto Prim.
Neanche il buio della sua camera, il bagliore lattigginoso della luna attraverso le persiane della finestra riuscivano a dargli una risposta alle mille domande che quella ragazza gli aveva fatto spuntare in testa. L'unica speranza era che almeno la notte gli portasse consiglio e gli dicesse cosa fare l'indomani.

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