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40. La fine di tutto

"Ch... Chyy... Chay.... CHAYYLIEL!!".

Qualcuno stava gridando il mio nome, qualcuno stava gridando il mio nome dritto sulla mia faccia. Riconobbi quel timbro vocale tra gli altri tre che disperati chiamavano il mio nome. Non ebbi la forza, ma le mie labbra mimarono il nome "Murdoc", pallide come il resto di me. La luce del faro e di Plastic Beach non erano mai sembrate così forti. Mossi il mio sguardo ciondolante. Ero distesa a terra, nel mio petto un enorme buco proprio all'altezza del cuore. Nella confusione capii di aver vinto, ma a caro prezzo, o altrimenti loro non sarebbero stati lì. I miei piedi toccavano qualcosa di freddo, e guardando mi accorsi che erano per metà sommersi dall'acqua, anche se quel freddo sembrava più dovuto alla mia incombente morte, che al gelo dell'acqua notturna. Attorno a me i volti amareggiati, lacrimanti, dei miei amici. Noodle era aggrappata a Murdoc. Piangeva tanto. Anche 2D piangeva, stretto al pollice della mano di Russel che riposava sulla spiaggia accanto a me. Doveva avermi ripescato lui. Murdoc era fradicio d'acqua. Mi venne da pensare che si fosse buttato in mare pur di salvarmi, ma se mi avesse salvato lui, questo non lo sapevo.

"Chayyliel... Chayyyliel...".

Chiamava costantemente il mio nome. Non credo di averlo mai visto così triste come lo era allora. A stento riusciva a dire altro.

"A-Adesso ci prenderemo noi cura di te, eh? Sta b-buona qui, al resto ci-ci penseremo n-noi, hm?".

Stava cercando di convincersi che non sarei morta. Ma metà del mio cuore era letteralmente forato, non avrei vissuto più di cinque minuti. Il sigillo demoniaco era andato, visto che il colpo mortale lo aveva preso in pieno. Nonostante la mia natura angelica però, non potevo sopravvivere senza un cuore. Non avevo la forza di parlare, l'unica cosa che potevo fare era contorcere la bocca in una smorfia di dolore, che mi veniva fuori come un sorriso stanco. I miei occhi lasciavano cadere lacrime calde lungo le mie tempie, le mie guance, e Murdoc le cancellava talvolta col pollice, talvolta con l'indice. Stavo spirando lentamente sotto i loro occhi, proprio quello che non avrei mai voluto che accadesse. Addirittura vidi cyborg Noodle abbassarsi la visiera del cappello, quasi a voler nascondere di più il suo sguardo da me. Stavo per chiudere gli occhi, non ce la facevo più a tenerli aperti. La mia mano era in quella del bassista, che per paura non osava stringerla troppo e tremava come una foglia. Me ne stavo andando, ma qualcosa, qualcuno, mi tirò indietro. Una piccola luce, minuscola, quasi fosse un puntino, si illuminò nel centro della luna, nella sua parte buia. La piccola luce, quella che poteva sembrare una stella lontana sovrapposta all'oscurità della sorella luna, si intensificò e sembrò cadere dal cielo, in picchiata verso di noi. Il mio sguardo fisso sull'orizzonte fece per attirare l'attenzione degli altri, che guardarono nella stessa direzione. Nel momento in cui lo fecero, Gabriele era già davanti a loro. Le sue ali si ramificavano in ogni direzione e con i loro riflessi dorati illuminava tutta la zona circostante, eppure ebbi la forza di tenere gli occhi aperti. Mi stava trattenendo.

"Sempre attaccata alla vita, vedo" - disse. Murdoc si asciugò entrambi gli occhi con una strofinata di avambraccio e balzò in piedi. Nonostante la voce tremolante, Murdoc riuscì a prendere abbastanza fiato per parlare. Vedevo le sue gambe tremare come fuscelli al vento - "Tu! Tu sei un angelo, no? Devi esserlo, hai le ali cazzo! Salvala!".

"E attaccata alle più disparate forme di vita" - sbuffò il serafino. Era vestito di bianco, un pantalone stretto sui fianchi contornato da una corda dorata che mettevano in serio dubbio il suo genere. I serafini erano tutti androgini, era risaputo. Quando qualche giorno prima lo dissi a Murdoc, lui non poté fare a meno di giocarci sopra, sparando battute tipiche di lui. Ricordo che mi facevano ridere. I capelli color grano fluttuavano attorno al suo viso, mossi e vaporosi, al tatto sottili e raffinati come la più pregiata delle sete. I suoi occhi azzurri squadrarono ognuno dei presenti. 2D si separò dal dito di Russel e si alzò, anche lui tremando come se davanti avesse una minaccia - "L-La prego... la salvi". La sua voce era instabile, e nascosto com'era dietro Murdoc sembrava farsi ogni secondo più piccolo. Anche Noodle si alzò, da che era in ginocchio accanto a me. Si mise tra i due musicisti e il serafino - "La scongiuriamo, faccia qualcosa! Qualsiasi cosa!". Russel ritirò la mano e Gabriele si voltò a guardare il gigante, quasi si aspettasse una supplica anche da lui. Cosa che non tardò ad arrivare. "Non può andarsene così..." - mi rivolse lo sguardo spento, e Gabriele si sentì in dovere di guardarmi, stramazzata al suolo, coperta di sangue e acqua di mare. "Ci ha salvato più di una volta... e non parlo dal punto di vista di scontri con entità superiori. Ci ha tenuti insieme come famiglia... per favore, la aiuti". Quegli occhi azzurri come l'infinità celeste mi squadrarono in ogni fibra che restava di me.

Le lacrime non smettevano di scendere, nessuno di noi riusciva a tenersele dentro. Gabriele finalmente mi si avvicinò, ancora sospeso in aria e con i piedi scalzi che puntavano verso il basso. Due paia delle sue ali si ritirarono, facilitando il suo spostamento e permettendogli di chinarsi su di me senza comunque sfiorare la plastica rosa sotto di noi.

"Non puoi tornare Chayyliel. Né sopra, né sotto. Sai cosa significa, vero?" - mi disse sorridendo con la sua solita aria bonacciona e saccente. Certo che lo sapevo. Significava che sarei rimasta sulla terra. Ma come ho già detto prima, avrebbe avuto un prezzo. Non ti danno mai nulla senza pretendere qualcosa in cambio. Annuii, pur non vedendo però la vera soluzione. Non avevo più le mie ali.

"Ne abbiamo sempre un paio, nel mondo di sopra" - mi disse, tirando fuori dallo scollo a V della sua tunica un'inverosimile lunga piuma bianca. Ne riconoscevo l'energia. Era una delle mie - "Ma anche se non ne avessi avuta una, sarebbe apparsa in qualche modo a noi misterioso. Il Nostro Signore ti vuole ancora in vita, stranamente. Ma chi sono io per contestare il volere divino?" - concluse ridacchiando, compiaciuto. La band si avvicinò incuriosita e giusto un po' sollevata, vedendo la reazione delnl serafino. Gabriele si voltò verso gli altri, e solo allora si presentò - "Io sono Gabriele, dell'ordine dei Serafini. Posso salvare Chayyliel, ma dovrete essere tutti d'accordo a fare questo passo. Tutti insieme. Altrimenti non mi resterà che lasciarvi".

"Ci sto! Qualunque cosa sia, si farà! Chiaro?!" - Murdoc ovviamente rispose per primo, a tu per tu con una delle più alte cariche del Paradiso.

"Ahh già, tu. Il satanista" - Gabriele si alzò di qualche centimetro mettendosi le bracci doetro la schiena, in modo da poterlo guardare meglio dall'alto... o per incutergli timore e stabilire l'autorità, non saprei - "Sempre così irruenti voi, così visceralmente attaccati al male. Poi quando vi si ritorce contro piangete come fanciulli. Se di gioia o di disperazione, ancora non l'ho capito" - il suo tono provocatorio e altezzoso dava sui nervi al bassista, lo vedevo. E sorridevo.

"N-Non litigate! Pensate alle cose importanti ora!" - interruppe Noodle, indicandomi con lo sguardo, i pungi stretti sui fianchi. Gabriele sorrise, ed annuì. Alzò la piuma lunga più di una quindicina di centimetri e disse - "Questa apparteneva a Chayyliel. Noi angeli abbiamo un metodo di Obliviazione. Per voi mortali, un modo per cancellarvi la memoria. Non potrete vivere con i ricordi di quanto è successo. Entrambi i nostri mondi vanno salvaguardati e questa è l'unica soluzione. Una volta dimenticato chi era Chayyliel, mi occuperò di lei e vi assicuro che vivrà".

Tipico.

"Ma questa è una fottuta ingiustizia, bella e buona! Non potremo ricordarci di lei se ci cancellerai la memoria, fesso di un pollo a sei ali!" - ribatté prontamente il bassista.

"Prendere o lasciare, uomo verde" - rispose immediatamente l'arcangelo senza battere ciglio.

A quel punto tutti gli occhi si puntarono su di me. Murdoc si inginocchiò nuovamente al mio fianco, e mi prese la mano. Gabriele si mise una mano sul fianco, e guardò in silenzio.

"Chay... sei davvero sicura di... di voler acconsentire a tutto questo?" - mi chiese, con un sorriso che sperava tanto in un "no come risposta. Gabriele mi stava tenendo in vita per questa contrattazione, i miei occhi restavano aperti e sentivo che le mie parole sarebbero state pronunciate dalla mia bocca ormai stanca.

"Sì... sono sicura" - sussurrai - "Sta tranquillo... fidati di me. Ti fidi... vero?".

Il suo labbro inferiore tremò, così come il resto di lui. La mia mano percepì quella scossa, ma il mio corpo non reagì ad essa- Avrei voluto dargli un ultimo bacio, ma non avevo le forze per muovere la testa. Dannato angelo. Murdoc annuì, prima insicuro, poi con energia, stringendo gli occhi per non piangere ancora. Si alzò e si rivolse a Gabriele - "Okay. Facciamolo".

"Molto bene" - Gabriele mi si avvicinò e mi prese la mano, aiutandomi a stringere la piuma tra le dita - "Tutti quanti, toccate la piuma". L'arcangelo si fece da parte, permettendo anche a Russel di arrivare a sfiorare la piuma con il suo dito indice. 2D e Noodle mi si avvicinarono e insieme al bassista, tornarono chini su di me, le loro dita posati sulla piuma nella mia mano. I miei occhi erano incollati in quelli di Murdoc, e i suoi erano bloccati nei miei. Sentivamo entrambi che sarebbe stato l'ultimo momento che avremmo passato insieme, così, a guardarci negli occhi. Lui tagliò le distanze e mi diede l'ultimo bacio. Le sue labbra sapevano di sale, sia di mare che di lacrime. Le note di fumo e rum c'erano sempre, e apprezzai più quelle che l'amarezza tangibile in quell'ultimo gesto d'amore.

"Pronunciate il suo nome, e dimenticherete tutto. Avrete un leggero capogiro, ma nulla di grave. Mi occuperò io di tutto" - aggiunse ancora Gabriele. Murdoc si separò dalle mie labbra.

"Dimmi che ti rincontrerò ancora... dimmi che tornerai da me..." - mi disse, le sue lacrime tornarono ancora una volta a bagnargli il viso. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro... ma ero sicura che lo avrei cercato ovunque, fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto. Avrei seguito ogni sua minima traccia, ogni pista che mi avrebbe portato da lui. Finché avrei avuto il suo ricordo, lo avrei cercato fino alla fine dei tempi. E se non mi avesse poi riconosciuta, beh, avrei fatto di tutto purché si ricordasse di me. Annuii, mormorando poco dopo le mie ultime parole - "Sta pur certo che finché saprò chi sei, tornerò sempre da te...". Le sue lacrime non si fermarono. Nessuna di quelle gocce amare smise di scendere quella notte. Lui mormorò qualcosa che solo io capii, perché avevo visto le sue labbra mimare un "ti amo" silenzioso e sofferto. Io sorrisi e feci lo stesso. Era qualcosa che solo noi due dovevamo sentire, che solo noi due avevamo bisogno di udire. La band si scambiò uno sguardo complice e in perfetta sincronia chiamarono per l'ultima volta il mio nome.

"Chayyliel!!".

{C.d.A}
Gabriele è spiccicato a - appunto - Gabriele in Constantine :D

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