4. Legami
"Fatua ..." - sussurrai tra me e me. È così che sono ai suoi occhi? Vuota? Falsa?.
Scossi la testa per dimenticare i precedenti pensieri e concentrarmi su ciò che dovevo fare. Cioè niente. Sospirai e entrai di nuovo in quell'ascensore angusto e puzzolente. Notai, tra le targhette più in basso, una con il nome "2D's Room".
Era la camera di quel 2D che mi aveva presentato il padrone ... Murdoc. Schiacciai il pulsante e attesi che l'ascensore facesse il suo tragitto. La porta si aprì e mi trovai a pochi passi da 2D, rannicchiato a terra che urlava in lacrime contro una piccola finestra tondeggiante dall'altra parte della stanza.
"Cosa succede?" - gli chiesi mentre mi avvicinavo con calma e indifferenza.
"L-L-Là!!" - indicò la finestrella - "Q-q-q-uel grosso pesce!! Vuole mangiarmi!!" - e detto questo si coprì il volto con le mani e riprese a singhiozzare e tremare.
Mi avvicinai incuriosita alla finestra che dava sul letto. Fuori non c'era nulla, solo acqua, alghe provenienti dal basso lunghe chissà quanto e qualche piccolo pesciolino. Davvero piccoli. Mi voltai per dirgli che non c'era nulla lì fuori ma lui guardò alle mie spalle più terrorizzato di prima.
"Ahaaaaa!!".
Mi rigirai e vidi un grandissimo occhio che guardava dritto dentro la stanza. Era l'occhio di ... di una balena.
"Cosa vuoi?".
Non rispose.
"Ti ho chiesto cosa. vuoi?"- vidi il riflesso dei miei occhi rossi brillare sul vetro.
"Mi è stato chiesto di spaventare quell'acciughina lì dietro!!!" - rispose intimorito anche se aveva un gran vocione, probabilmente i miei occhi lo avevano spaventato.
"Chi ti ha chiesto di farlo?".
"I-Il signor Niccals!!".
Il mio padrone. Non potevo dire a quella balena di smettere di spaventarlo, probabilmente il padrone si sarebbe solo infuriato con me ... ma perché voleva spaventarlo poi? Mi voltai per guardare meglio quella "acciughina". La sua anima era trasparente, non ha mai fatto del male a nessuno, innocente.
"Ora che ci penso, non ho ancora controllato l'anima del mio padrone ..." - pensai.
Guardai di nuovo quell'occhio e notai che ai lati della finestra vi erano delle tendine. Sorrisi spontaneamente a quel grosso occhio che sembrava confuso e senza dir nulla, chiusi le tendine.
"Ecco fatto!" - esclamai allegramente mentre scendevo dal letto. Mi avvicinai a 2D e gli allungai la mia mano - "Non c'è più, è andata via".
Alzò gli occhi impauriti che si scontrarono con il mio sorriso rassicurante. Allungò la mano e afferrò la mia, senza staccarmi gli occhi di dosso.
"G-Grazie ..." - e detto questo si avviò verso il letto, dove si stese rilasciando un lungo sospiro.
Incredibile come quanto fosse stato facile. Mi avvicinai, con le mani nella tasca sulla pancia della felpa.
"Perché Murdoc ti spaventa in questo modo?".
"Eh? È Murdoc, fa quello che gli pare senza contare gli altri" - disse riluttante.
"Spiegati meglio" - gli chiesi curiosa.
"È per minacciarmi di non lasciare l'isola" - rispose.
"Perché vuole che resti?".
"Per registrare un nuovo album ..." - sospirò, mentre il suo sguardo si stava perdendo sul soffitto.
"Registrare un album? Di che sta parlando?" - ero sul punto di porgli la terza domanda di fila, ma mi precedette, e mi chiese stupito - "Lo chiami già per nome?".
"Si, mi ha chiesto lui di farlo".
Girò la testa verso di me con una faccia sorpresa - "Davvero?".
"Già".
Ora non sembrava spaventato da me, probabilmente temeva di più quel grosso pesce che un demone - "Mi ha anche dato un nome" - continuai.
Il suo sguardo sembrava ancora più sorpreso.
"Come ti ha chiamata?" – chiese curioso.
"Fatua".
"Fatua?? Che nome strano... n-non che non mi piaccia! Cioè non è male, anche se ha un significato particol-".
"Non importa" - lo fermai con un sorrisetto sulle labbra - "Tanto quando morirà tornerò a non avercelo più un nome".
2D si ammutolì, con gli occhi tristi. Guardai di nuovo la sua anima trasparente come l'aria. Lui teneva al mio padrone, temeva che lo abbandonasse. In un certo senso lo capivo, a nessuno piace essere abbandonato ...
"Ecco perché non si ribella nonostante lo spaventi ..." – riflettei.
"Ma fintanto che questo Boogieman non salta fuori, non posso fare nulla".
Il suo volto sembrò rallegrarsene. Menomale, non ce la facevo più a guardare quel suo musetto sdentato intristito.
"Io vado" - annunciai.
"E dove?" - chiese curioso alzandosi dal letto.
"A fare un giro".
"Ti accompagno!" - scattò verso di me chiamando l'ascensore.
"Eh? Non ne ho bisogno, non mi perdo mica sai" - ancora mi chiedevo perché insistesse in quel modo.
"Voglio presentarti agli altri" - sorrise.
"Altri?".
"Noodle e Russel".
Chi diavolo erano adesso questi due?? La porta dell'ascensore si aprì.
"E va bene" - risposi.
Entrammo nell'ascensore che si diresse al primo piano.
Una volta usciti ci ritrovammo davanti un piccolo uomo il quale compito sembrava dover accogliere gli ospiti, o almeno così mi disse 2D a bassa voce mentre ci allontanavamo. Una volta usciti, mi ritrovai davanti un piccolo molo e una quantità immensa d'acqua. Lungo la costa c'era anche un faro, credo.
"Welcome to the world of Plastic Beach~" - canticchiò 2D allungando la mano verso il vasto panorama. Io lo guardai interrogativa.
"È una canzone, una delle nostre canzoni".
"Nostre?" – chiesi.
"Si, la- oh giusto, tu non lo sai".
"Non so cosa?" - era incredibile la quantità di domande che avevo fatto fino a quel momento.
"Io, Murdoc, Noodle e Russel siamo una band, i Gorillaz!" – esclamò sorridente, come se stesse annunciando chissà quale grande notizia. Nel suo sorridere, mi accorsi che gli mancavano ben due incisivi sul davanti e di conseguenza quella sua espressione felice aveva un piccolo spazio vuoto.
"Gorillaz ..." – ripetei, quasi come per memorizzarlo.
"Esatto, io canto e suono la tastiera, Noodle è una maga con la chitarra, Russel suona la batteria e Murdoc invece il basso, siamo parecchio famosi, anche se ultimamente ci siamo presi una pausa ... una luuuunga pausa ...".
"Wow" - cercavo di mantenere la mia eccitazione, il mio padrone suonava in una band, una band famosa, che migliaia e migliaia di umani probabilmente conoscevano. Prendere la sua anima stava diventando sempre più impossibile per me.
"Allora? Dove sono questi tuoi amici?" - chiesi cercando di scrollarmi quei pensieri dalla testa.
"Oh si certo, vieni" - mi fece gesto di seguirlo lungo le scale.
Camminammo lungo la "torre", passando sotto la finestra dalla quale mi ero fiondata prima e arrivammo davanti a una casetta, letteralmente. Di fronte c'era quello che sembrava ... un negozio di musica. Ero davvero confusa in quel momento. Questo posto era sempre, sempre più strano. 2D bussò alla porta e da dentro sentirono dei passetti veloci che ci raggiungevano. Ad aprirci la porta c'era una ragazza dai capelli viola scuro, occhi a mandorla e un dolce sorriso a trentadue denti.
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