34. L'annullamento del contratto - prima parte
Arrivammo a Plastic Beach nel tardo pomeriggio, quando il sole stava ormai tramontando. Raccontammo tutta la vicenda a 2D e Noodle, che alla vista di una me ferita in pieno volto non riuscirono a non preoccuparsi e a fare domande. Ci accordammo subito dopo sullo scioglimento del contratto: l'avremmo fatto quella sera stessa. Cenammo tutti insieme nel silenzio più totale, perché ognuno aveva i propri dubbi su quello che sarebbe accaduto. Avevamo la formula, certo, ma ancora dovevamo capire cosa fare di preciso con uno specchio, dell'inchiostro, una spada d'oro e una capra obbediente quanto un cane. La cosa che più preoccupava però, era il finale dell'enigma.
L'Esecutore era la vera minaccia. Un demone di grado S e quindi superiore a me, in quanto di grado A. Ma questo se si considerava la catalogazione infernale; dalla mia parte avevo i poteri da angelo. Non poter volare sarebbe stato un problema, insieme all'isola che non se la sarebbe sicuramente vista bene in uno scontro tra due creature sovrannaturali e opposte. Ma oramai eravamo arrivati a quel punto e nulla ci avrebbe fatto tornare indietro. Finita la cena, in silenzio, salimmo tutti e quattro in camera di Murdoc con tutto il necessario, capra compresa. Russel vegliava su di noi dalla finestra, guardingo, nel caso qualcosa fosse andato storto. Noodle e Stu si sedettero sul letto con l'ansia ben visibile sulla loro pelle.
"Avete già un'idea su come fare?" - mormorò la ragazzina guardando lo specchio.
Murdoc, che si era procurato da non so dove una cinta con tanto di fodero per la spada (fino a quel momento si era arrangiato con una corda attorcigliata alla vita in una maniera quasi inguardabile), analizzò ancora l'enigma.
Se pietà per il tuo padrone proverai,
un portale sarà ciò che cercherai.
Il quadro di riflessi non è mai ciò che appare,
con la pece del mare l'entrata potrai rivelare.
Di una guida a questo punto necessiterai,
e con il tuo padrone questo viaggio affronterai.
Un occhio caprino ambrato sarà il tuo vessillo,
seguilo nel buio fino al suo strillo.
Troverai allora il legame che tanto vi unisce,
che con il colpo secco di un filo dorato, il padrone carpisce.
Sarai quindi libero, o demone, da questo umano,
dalla congiura che da millenni questi bramano.
Ma non credere di poter fuggire,
perché per mano dei tuoi simili,
a questo punto,
dovrai morire.
"Neanche l'ombra... cominciamo con lo specchio e l'inchiostro... qualcuno ha intuizioni? Supposizioni? Anche tu testa blu, contribuisci" - il bassista lanciò un'occhiata al cantante, il quale aveva lo sguardo perso sulla capra. Si fissavano in una gara di sguardi e nessuno dei due sembrava star perdendo. Ma tralasciando quella scena, feci del mio meglio per pensare a come quella sorta di rituale avrebbe dovuto svolgersi. Partirono varie ipotesi dagli altri, una più disparata dell'altra: chi diceva che avremmo dovuto bere l'inchiostro, chi diceva che la capra doveva farcisi un bagno e lanciarsi come un ariete nello specchio, o che dovevamo sfidare l'animale con la spada ad un duello... ma la risposta divenne presto ovvia.
"Ragazzi, credo di aver capito come fare" - annunciai improvvisamente, attirando gli sguardi di tutti su di me. Presi la bottiglia d'inchiostro abbandonata dalla giapponesina ai piedi del letto e mi avvicinai allo specchio, che squadrai con attenzione. Il quadro di riflessi era indubbiamente lo specchio e con la pece del mare ne avrei rivelato l'entrata, quindi...
"Murdoc, vieni qui" - mi voltai per chiamarlo e vidi che aveva lo sguardo totalmente perso sul mio riflesso. Scossa la testa e mi raggiunse. Mi vergognavo un po' a fargli quella richiesta, ma dovevo, visto che nella stanza non c'era nulla di utile al mio scopo. Sospirai e dissi - "Ho bisogno che tu mi prenda in braccio".
"C-Cosa?" - la mia richiesta, ovviamente, lo fece sorridere compiaciuto, ed incredulo ovviamente - "Ahahah!".
"Dico sul serio, prendimi in braccio, ora. Non riesco a raggiungere la parte alta dello specchio!".
Essere un metro e cinquanta, anche se angelo, non era una bella cosa. Ma comunque...
"Okay okay! Ahah!" - mi prese in braccio con una forza che ancora non mi spiegavo da dove venisse e arrivò addirittura a farmi sedere sulla sua spalla. Così facendo, arrivai all'apice dello specchio appeso alla parete. Aprii la bottiglia d'inchiostro e lo feci colare lentamente sullo specchio a partire proprio dal bordo in alto, coprendo ogni centimetro. Il liquido nero aderiva alla superficie, si estendeva in modo innaturale verso gli angoli più stretti e ne ricopriva ogni centimetro. In meno di pochi secondi, lo specchio era diventato totalmente nero e non vi era alcun riflesso.
"Woaaoh..." - fu la prima ed ultima osservazione fatta da 2D su ciò che era appena accaduto. Persino io rimasi in silenzio alla vista dello specchio diventato ormai una tela nera, un piccolo portale per l'oblio. Secondo l'enigma, ora doveva essere...
Tesi una mano verso la superficie nera come la pece e, proprio come sospettavo, ci passò attraverso. Era diventata l'entrata che stavamo cercando.
"Stupefacente..." - mormorò Russel, incuriosito come gli altri. Scommetto che avrebbe voluto essere delle nostre dimensioni solo per poter provare a mettere la mano in quello specchio. L'indovinello continuava dicendo che sarei dovuta passare di lì col mio padrone, e cioè Murdoc, accompagnati inoltre dall'occhio caprino ambrato... e di fatto fu la capra a fare il passo successivo. Il caprone avanzò verso me e Murdoc, il quale mi rimise coi piedi per terra e si separò da me per liberare la strada all'animale. Belò con un tono grave e profondo, prima di entrare nello specchio nero. La sua figura si fece indistinguibile in quell'agglomerato di oscurità... ma i suoi occhi ambrati brillavano come due piccoli soli in un'universo buio e gelido. Belò ancora.
"Abbiamo la nostra guida... giusto?" - Murdoc, che prima guardava la scena impietrito, si rivolse a me con un piccolo sorriso, di chi aveva intuito tutta la faccenda.
Annuii sorridendo - "Giusto" - per poi porgere il braccio verso lo specchio invitandolo ad entrare - "Prego, padrone".
"Tra poco non più eheh... prima le signore~" - ignorò il mio gesto e mi mise una mano sulla spalla, quasi spingendomi ad entrare per prima. O aveva paura, o voleva fare il galantuomo nel più critico dei momenti. In ogni caso, mi voltai verso gli altri tre, sbigottiti, e li avvertii - "Cercheremo di metterci meno tempo possibile. State attenti! A dopo!".
Ignorai l'invito di Murdoc e lo presi sottobraccio trascinandolo con me nello specchio.
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