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22. Scuse

Il mattino arrivò con calma, il sole spuntò dall'orizzonte con lentezza illuminando l'intera isola con la sua aurora. Murdoc era ancora avvinghiato a me, dormiente e sereno. Poco tempo dopo lo sentii muoversi e successivamente mugolare qualche lamento, di quelli mattinieri, infastidito dal sole - "Mmnhnm...".

Per tutta la notte aveva stretto a sé la mia mano. Avevo provato un paio di volte a sfilarla via ma lui sembrava insistere, stringendo la presa per non lasciarsela sfuggire.

"Buongiorno" - gli annunciai con un piccolo sorriso non appena voltò mezzo viso verso di me, al quale lui rispose con un musetto infastidito dallo sguardo assottigliato.

Lasciò andare la mia mano e mi misi seduta per sistemarmi i vestiti, tutti stropicciati per la nottata passata a fare da "cuscino" al bassista al mio fianco. Si sistemò seduto anche lui, con gli occhi infastiditi dalla luce del sole che si faceva poca alla volta sempre più alto. Questo suo comportamento era quasi carino, sembrava un bambino svogliato, riluttante ad alzarsi dal letto.

Non appena i suoi occhi si adattarono alla luce, assunse un'espressione seria e decisa. Si alzò e scese dalla mezza barca, facendomi cenno di seguirlo. "Andiamo" - la voce era roca e impastata dal sonno, ma io non obiettai e mi alzai per raggiungerlo, mentre scendeva le scale del faro.

Sembrava diverso... che fosse di pessimo umore ogni volta che si svegliava al mattino? O forse era così serio per il discorso del giorno prima? Lo seguii in silenzio fin davanti alla casetta, dove si fermò all'improvviso. Percepivo la sua paura di entrare e parlare con gli altri.

Avanzai qualche passo accanto a lui, e lo guardai in volto per assicurarmi della sua situazione - "Vuoi che vada a chiamarli?".

"No..." - scosse la testa e con passi insicuri, ma sguardo deciso, accorciò le distanze con la porta della casetta e vi bussò. Dalla finestra vidi di sfuggita due occhi neri guizzare e subito dopo una voce femminile ci invitò ad entrare - "Avanti!...".

Murdoc aprì la porta, occhi tristi ma ancora decisi. 2D era seduto sul letto con in mano uno strano aggeggio, Noodle invece era al tavolo, intenta a scrivere qualcosa. Lo sguardo di entrambi era lo stesso dei giorni scorsi, spento e deluso.

Il bassista fece qualche altro passo in avanti e lasciò a me il compito di chiudere la porta. Pochi secondi e dalla finestra spuntarono anche i due grandi occhioni bianchi di Russel, intrisi degli stessi sentimenti degli altri due... misti però a... curiosità.

Murdoc si mise una mano sul fianco, l'altra andò a tuffarsi nei suoi capelli che scosse come un pagliaio. I suoi occhi erano persi nel vuoto che lo separava dagli altri. Non sapeva come cominciare, sicuramente. Gli toccai un braccio con l'indice, mentre gli altri tre assistevano alla scena impassibili... ma la curiosità del gigante li stava contagiando.

"Forza" - gli sussurrai con un'occhiata complici, per incoraggiarlo.

Lui guardò prima me e poi gli altri, con il fiato sospeso. Tornò a respirare ed iniziò dicendo - "P-Perdonatemi".

A Noodle cadde di mano la matita e rotolò sul tavolo, a 2D suonò in modo strano il marchingegno che stringeva tra le sue grandi mani dalle dita affusolate e Russel si limitò a spalancare lievemente la bocca.

"Ho detto delle cazzate l-l'altro giorno... v-voi..." - e squadrò tutta la band - "Voi siete tutto quello che ho... s-siete la famiglia che non ho mai avuto. Non avrei dovuto reagire in quel modo e--" - sembrò perdersi nelle sue parole, e sbuffò tagliando corto il discorso - "Mi dispiace".

Da come la sua voce tremava, era facile intuire che non era abituato a scusarsi. Ma stava andando bene. Analizzai le reazioni degli altri, e sui loro volti stava lentamente comparendo un sorriso. Noodle aveva gli occhi lucidi.

"La vostra vita vale quanto la mia... se non di più. Senza di voi... non sarei qui" - continuò lui - "Non devo proteggere solo me stesso... ma anche la mia famiglia".

Noodle scattò in piedi e corse ad abbracciarlo, lasciando tutti i presenti, più di tutti Murdoc stesso, sorpresi al massimo.

"Sei perdonato, Mudz!" - le lacrime sgorgarono dai suoi occhi a mandorla, ed un sorriso completo sbocciò sul volto degli altri due. Missione compiuta, dunque.

2D lasciò da parte quel coso dallo schermo luminoso, lo chiuse come se fosse una conchiglia e si alzò per raggiungere i due. Esitò appena si avvicinò a loro, con lo sguardo timoroso puntato su Murdoc. Lui lo guardò per pochi istanti e voltò lo sguardo dall'altra parte, un po' imbronciato. 2D si unì all'abbraccio con un sorriso, facendo sospirare felicemente l'omaccione fuori dalla casetta. Si era tutto sistemato... e la cosa mi rendeva entusiasta. Ero riuscita a convincerlo a scusarsi.

Guardando attentamente, quel piccolo puntino bianco immerso nella sua anima nera come la notte fu avvicinato da altri tre piccoli puntini luminosi spuntati fuori dal nulla... la luce era tornata.

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