10. Raro
Mi ci vollero quindici minuti di straziante agonia per sistemargli solo la metà delle ossa della gamba. Se avessi continuato non avrebbe retto tutto quel dolore, era un miracolo che fosse ancora sveglio, così feci in modo che il resto delle ossa si sistemassero lentamente, poco alla volta, senza farlo urlare dal dolore tutta la notte.
Quando smisi di utilizzare i miei poteri su di lui, respirava a fatica, non riusciva a dire una sola parola. Mi sedetti accanto a lui e gli scostai i capelli attaccati alla fronte imbrattata di sudore. La mia parte buona cominciò a farsi sentire.
"Ora bisogna solo aspettare, entro domani tornerà come nuova ...".
Mi guardò in malo modo, come a voler riversare tutto il dolore provato su di me attraverso gli occhi, ma ovviamente non aveva le forze per alzare un dito.
"Forse avrebbe dovuto prendere più antidolorifici ... ma non credo facciano bene troppi alla volta".
Mi lanciò un'occhiata maliziosa, a quanto pare aveva ancora la forza per quello, chissà che voleva dirmi.
"Per questi -" – gli sfiorai un livido che aveva sullo zigomo – "Basterà una dormita" – per poi sorridergli.
Vederlo in quello stato mi aveva ammorbidito, fin troppo.
Improvvisamente si sentirono dei passi in corridoio dirigersi verso di noi, entrarono in camera Noodle e 2D, insieme a Russel che era uscito parzialmente fuori dall'acqua per arrivare ad affacciarsi alla finestra.
"Cosa diamine è successo qui?!" – esclamò Russel guardando me e poi Murdoc infermo sul letto, la sua voce fece tremare le pareti.
2D e Noodle corsero verso di lui salendo sulla metà vuota del materasso.
"Mudz! Mudz! Che ti è successo?!" – chiese il ragazzo con le lacrime che contornavano i suoi occhi neri come la notte.
Noodle non disse nulla, il suo sguardo era fisso sulla gamba di Murdoc, ancora color porpora.
"Fatua non avrai mica ..." – mormorò Russel guardandomi minaccioso.
"Oooh no, non penserà mica che sia colpa mia?!" – fu il primo pensiero che mi attraversò la mente, che mi fece fare un'espressione impaurita.
Russel prese la mia reazione come un si e intordusse una mano nella piccola abitazione, pronto ad afferrarmi e sicuramente stritolarmi: guardandolo negli occhi non lo riconobbi, non sembrava lo stesso "gigante buono" che avevo conosciuto prima.
"Russ! Non è colpa sua! Sei forse impazzito?!".
Ci voltammo tutti verso Murdoc che aveva appena aperto bocca, la testa leggermente chinata verso l'alto tornò a riposarsi sul cuscino.
"Murdoc!" – Noodle afferrò la sua mano e la strinse forte.
"Calma Noodle, sono ancora vivo ahah" – sorrideva ai presenti come se nulla fosse, il suo respiro era ancora irregolare – "Sono solo inciampato" – ammise.
"E ti sei procurato quello?" – Russel indicò la gamba con l'indice, lungo almeno due metri.
"Diciamo che ho fatto una bella caduta" – gli altri tre non sapevano nulla del suo nascondiglio e Murdoc stava cercando di tenere la cosa segreta – "Poi è arrivata Fatua e mi ha portato qui. Mi ha sistemato la gamba con i suoi superpoteri angeliaci ed entro domani starò bene".
"Angeliaci?".
Non sembrava affatto quella terribile persona che la sua anima rispecchiava. Parlava ai suoi amici con gentilezza, calma, come se fossero la sua famiglia. Forse quella sua anima aveva qualche piccola chiazza di bianco e non me ne ero accorta. O forse gli antidolorifici gli avevano dato al cervello.
Russel mi guardò ancora una volta, era chiaro che non credesse alle parole appena uscite dalla bocca di Murdoc ma poi in qualche modo si convinse. Mi feci da parte e mi allontanai verso la parte libera della finestra, in pratica accanto alla porta, lasciandoli parlare tra di loro.
Guardarli tutti e quattro insieme mi trasmetteva una sorta di ... malinconia.
Sembravano volersi davvero bene, si scambiavano sorrisi e battute per alleviare la tensione, come se si conoscessero da una vita.
"Forse non è poi così cattivo come ho pensato fin ora ... e mi ha chiamato per la prima volta con il nome che lui stesso mi ha affibbiato ...".
Scostai lo sguardo verso la finestra per guardare la luna ormai alta nel cielo. Mentre mi perdevo nel pallore della luna, qualcuno tirò leggermente la manica della mai felpa, era Noodle.
"Fatua ... scusa se Russ ha reagito così prima ... " – mi disse a bassa voce mentre guardava i tre maschi scambiarsi chiacchiere giocose, Murdoc sembrava essersi momentaneamente ripreso dal dolore, le pillole dovevano star facendo effetto sul serio.
"È che ... vogliamo tutti bene a Murdoc".
Eppure avevo bisogno di verificare i miei dubbi – "Dimmi, Noodle ..." – cominciai – "Murdoc è ... insomma, non è proprio una bravissima persona, vero? Non prenderla a male, ma in quanto creatura per metà Angelo e metà Demone riesco chiaramente a vedere la sua anima e ... non è poi così immacolata".
Lei si limitò a sorridermi, un sorriso che trasmetteva tranquillità e pacatezza – "Murdoc non è sempre cattivo, a volte sa essere davvero dolce, ma non lo da a vedere con nessuno, non vuole sembrare ... al di sotto delle aspettative, capito?"
"Quasi, si ..." – dissi continuando a guardare il trio maschile. Forse ero più concentrata su Murdoc che sugli altri.
"Ha fatto cose cattive, certo ... moltissime. Ma con il tempo è un po' cambiato, non è poi così male come prima. Ogni tanto fa ancora qualche errore ... ma poi nel suo piccolo cerca di rimediare ... molto piccolo".
"Capisco ... grazie per avermene parlato, Noodle".
Mi sorrise nuovamente, questa volta più allegra di prima – "Di nulla Fatua!" – e tornò saltellando dal resto della band.
Passarono svariati minuti, nei quali io, insieme a 2D, Russel e Noodle spiegammo a Murdoc il mio piano sullo sciogliere il contratto, dove nessumo avrebbe avuto qualcosa da perderci. Dopo quello gli altri tre membri della band decisero di ritirarsi, dato l'orario, in modo da poter far riposare Murdoc che più di tutti aveva bisogno di dormire. Russel si ritirò per primo, mentre si immergeva in acqua mi guardò con lo sguardo pentito di chi chiede scusa con il silenzio. In risposta gli sorrisi dolcemente.
Ero sul punto di seguirli per lasciar riposare l'uomo, infermo sul letto alle mie spalle, quando mi chiamò con la sua voce stanca – "Ehi, dolcezza, dove credi di andare?".
Mi voltai confusa – "Ehm ... via? Dovrebbe riposare ora che—" – mi interruppe – "Posso riposare anche con te qui in camera a farmi compagnia ... sul letto ~".
Era tornato il solito sbruffone, fantastico.
"Devo proprio?" – domandai con tono annoiato.
"Certamente, sei ancora in carica come demone protettore del grandioso Murdoc Faust Niccals, quale sono, no?".
"Come siamo ultra-egocentrici" - roteai gli occhi e controvoglia mi avvicinai al letto.
Mi guardò per qualche istante, per poi battere la mano sul materasso e invitarmi a stendermi accanto a lui. Sbuffai e mi tolsi le scarpe, mi distesi poi accanto a lui stando attenta a non avvicinarmi troppo.
Murdoc mise entrambe le sue mani giunte sul proprio addome e guardò il soffitto.
Passarono svariati minuti immersi nel silenzio totale fino a quando lui non aprì bocca e disse, a voce bassissima e dal tono scocciato – "G-Grazie ...".
Lo guardai sbalordita. Lui che mi ringraziava. Non ci credevo.
"Dire "grazie" è una delle tante cose che non faccio quasi mai ... ritieniti fortunata ... mi hai salvato la vita là sotto, dopotutto" – continuò guardando il soffitto strizzando piano gli occhi, probabilmente sul punto di addormentarsi – "Ma ho una domanda" - passò qualche altro istante e si voltò verso di me – "Mi avresti aiutato comunque anche se non fossi stato il tuo padrone?".
Per la prima volta aveva un'espressione seria, nessun ammiccamento o smorfia maliziosa, voleva una risposta sincera.
"Certamente".
"Perché?" – mi domandò ancora.
Giusto. Perché avrei mai dovuto? Eppure sono certa che lo avrei aiutato lo stesso.
"Perché sono fatta così, credo".
"Sei messa male allora, bimba~ mhmh ~" – soffocò la sua risatina per trattenere un minuscolo gemito di dolore.
"Fa ancora male?" – domandai cercando di nascondere la mia preoccupazione.
"Quanto basta per tenermi sveglio, bambolina, tranquilla ~ ti ci vuole poco per preoccuparti, eh? ~".
"La smetta di fare il buffone e provi a dormire, che è la cosa di cui ha più bisogno in questo momento" – gli dissi severa.
"Non credo di riuscire a chiudere occhio, bimba" – ma i suoi occhi dicevano il contrario, aveva sonno ma era lui che si sforzava di stare sveglio.
"Non vuole addormentarsi??" – domandai in modo diretto e lui mi guardò con un sorrisetto rassegnato.
"Sei una che coglie sempre nel segno, vero? ... Beh si, hai ragione, non voglio—" – fece un lungo sbadiglio e continuò la sua frase – "Non voglio addormentarmi".
"E perché? Ha qualcosa da temere?".
"E di cosa dovrei aver paura? Del buio? Ahah!".
"Le ho detto di non fare il buffone".
"Okay okay, in realtà volevo star sveglio a scambiare quattro chiacchiere con questo bel bocconcino ~ contenta?" – confessò con il suo sguardo ammaliatore che mi squadrò per intero.
"Si, e ora dorma, per favore" – anche se quelle furono le mie parole, non riuscii a fare a meno di sorridere alla sua stupida battutina.
"Allora un po' ti piaccio ~" – ridacchiò alla mia reazione ma subito gli risposi – "Non si faccia strane idee solo perché rido alle sue stupide frecciatine".
"Ma non erano stupide frecciatine" – mi disse con un sorriso apparentemente dolce stampato sulle labbra, giusto un po' screpolate.
Mi tornò in mente quello che mi disse quella mattina, poco prima di uscire dal suo studio.
"A te non piacciono i buoni,
a te piacciono i tipi cattivi~".
Poi pensai a come si era comportato quel giorno, il primo giorno che lo conobbi. Non sapevo se giudicarlo buono o cattivo. Non potevo.
"Ehi" – schioccò le dita davanti ai miei occhi – "Stavo scherzando!".
"Oh ecco, mi sembrava strano in effetti"- riflettei.
"In realtà ti ho fatto restare anche per un'altra ragione, oltre al dirti quella rara parola del mio vocabolario ... una cosa che agli altri non potrei chiedere".
"Ovvero?" – domandai genuinamente curiosa.
"Nulla di eclatante, semplicemente volevo la compagnia di qualcuno nel mio stesso letto. E chi se non la mia serva dagli strabilianti poteri distruttivi per vegliare sul mio sonno?".
"Si sente vulnerabile? Per questo mi sta chiedendo di restare?".
"Mi sta chiedendo di ... proteggerla" – ammisi, senza sapere se sentirmi impressionata o meno.
"Esattamente bambola, basta con i repeat eh?".
Lo guardai confusa ma divertita – "Lei mi ha evocata per proteggerla, vegliare su di lei è un mio dovere fino a che il contratto è ancora in atto. Anche se avessi varcato la soglia della sua camera sarei rimasta lì fuori in piedi tutta la notte decisa a non far entrare nemmeno una mosca ... non vedo perché dovrei fare la guardia proprio da qui, nel suo letto".
"Tu parli troppo, lo sai?" – mi guardò con un sopracciglio alzato non appena terminai di parlare.
"E lei è poco sincero anche con se stesso, lo sa?" – gli rinfacciai senza riuscire a fare a meno di sorridere.
Lui reagì crucciando lo sguardo e sbuffando, si sistemò il cuscino dietro la testa e chiuse gli occhi. Pochi minuti e iniziò a russare sonoramente.
"Fortuna che non ho bisogno di dormire io ..." – sussurrai a me stessa sciogliendomi i capelli dai due codini che avrebbero sicuramente lasciato la loro forma sulla mia chioma l'indomani. Scossi leggermente i miei capelli color della neve e diedi le spalle a Murdoc per poter rivolgere lo sguardo alla luna che ancora splendeva attraverso la finestra.
Domani sarebbe stato il giorno in cui avrei intrapreso la strada per tornare ad essere libera, ma condannata per sempre.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro