Cant Fight The Moonlight
Quando uscì di casa Usagi si chiese come aveva potuto non capire di stare sognando. Era tutto così strano, variopinto e surreale là fuori. La proiezione della sua casa che la sua mente aveva creato nel mondo onirico, galleggiava nel nulla in una piccola isola fluttuante in mezzo al nulla. Un ponte di ghiaccio e petali di rosa.
Adorava i fiori, esserne circondato, esservi corteggiato.
Luna la fissò spazientita "è davvero il caso di andare Sailor Moon".
Usagi fissò incerto il ponte. Non sapeva dove quella strada l'avrebbe condotto, sarebbe stato al sicuro? «Luna... sei sicura? Io ho paura...» sussurrò esitante.
«Smettila di lamentarti, sei o non sei il capo dei guerrieri?»
Il ragazzo sussultò al rimprovero della gatta e si chiese se si sarebbe dovuto abituare alla cosa.
«Sei il capo dei guerrieri della principessa, non puoi permetterti di comportati in questo modo!» proseguì la gatta nel suo rimprovero.
Alla fine Usagi con passo incerto si decise ad avanzare un passo.
Il ponte proseguiva come una serpentina verso un cielo splendente. Era così strano non vedere la luna illuminare il cielo. Su tutto era calato un alone sfocato.
Usagi lasciò scorrere lo sguardo sotto al ponte, poteva vedere chiaramente ciò che restava di una bellissima marmorea città.
Luna parve percepire la silente domanda del ragazzo. «Quello che vedi è la proiezione del regno di cristallo, prima che l'oscurità calasse su di noi vivevamo sulla Luna dove avevamo l'onore di proteggere la famiglia reale.»
«Luna io però vorrei capire come potrò incontrare i miei compagni, hanno qualcosa in comune con me? Sono ragazzi?.» Usagi era pieno di dubbi. Lui aveva i suoi amici, il pattinaggio e nient'altro. Era questa la sua vita, come poteva pensare di avere una missione più importante di andare alle Olimpiadi e vincere una medaglia?
«Sì piccolo mio, sono dei ragazzi e hanno la tua stessa età, buna parte di loro. Siete spiriti affini, probabilmente sono pattinatori esattamente come te.»
Usagi sbuffò, avrebbe voluto ribattere che non potevano esserci pattinatori come lui, ma preferì evitare.
Quindi si sarebbe potuto trovare faccia con alcuni dei suoi diretti rivali per il podio olimpico.
Pregò con tutto se stesso che tra loro non vi fosse Evan e soprattutto Mamoru.
Era talmente assorto dalle sue supposizioni da non essersi accorto che la gatta aveva ripreso a parlare.
Stava vagliando tutte le ipotesi di pattinatori conosciuti.
La sua mente involontariamente corse a Setsuna Meiou, quello che veniva ritenuto il Re del pattinaggio di figura, il russo e biondo Setsuna. Usagi lo ammirava e temeva al tempo stesso. Non si erano mai scontrati sulla pista, e ambiva e temeva quell'incontro. Dopotutto era l'eroe del suo paese prediletto. Poi c'era quel dannato Mamoru Chiba e infine il suo acerrimo rivale, colui che forse lo odiava più di chiunque sulla faccia della Terra. Nehellenia, diretto rivale per la sua stessa delegazione. Già una volta aveva cercato di rubargli il posto ai Mondiali di pattinaggio.
Avevano tentato di estrometterlo, a parere di sua madre, per via di brutte considerazioni in merito al suo carattere non al suo effettivo indiscusso talento. Nehellenia lo aveva deriso "Non hai alcun talento, si lasciano imbambolare dal tuo aspetto, ma non incanti nessuno".
Era caduto, si era infortunato e aveva pianto come non mai sotto lo sguardo divertito del rivale. Appena ne avevano avuto l'opportunità lo avevano messo da parte per dare spago a quel supponente damerino.
Luna non fece in tempo ad avvertirlo. Un pullman comparve dal nulla da un vortice oscuro sospeso nel cielo. Usagi rimase a fissarlo avanzare verso di sé a bocca spalancata Sarebbe potuto morire in un sogno?
Luna gridò il nome del ragazzo.
Usagi chiuse gli occhi e si sentì afferrare e trascinare via dalla traiettoria del mezzo, che proseguì la sua corsa sfiorandolo a malapena e frenando poco dopo.
La gatta si precipitò in soccorso del ragazzo e lo trovò tremante tra le braccia di un uomo mascherato.
Usagi lo fissò sbattendo lentamente le lunghe ciglia. Indossava un abito nero un alto cilindro del medesimo colore e una mascherina bianca.
«Smettila di piangere, questo è il momento giusto di agire.»
Aveva una voce gentile e stare tra le sue braccia gli lasciava una strana familiare piacevole sensazione.
Usagi si sollevò e guardò l'autobus, le cui porte si stavano aprendo. Ne uscì una creatura dalla testa di leone, il corpo umano ricoperto di una fitta peluria marrone e una lunghissima coda di serpente con tanto di testa sibilante.
Il giovane guerriero balzò indietro, ma subito vide che c'erano persone a bordo di quell'autobus. Conosceva quel veicolo, passava vicino alla sua palestra, lo chiamavano l'autobus maledetto delle sei perché su quella linea capitavano sempre cose strane.
«Sailor Moon devi combattere! Cercherò di condurre qua le proiezioni oniriche dei tuoi compagni ma nel frattempo sarai da sola» esclamò la gatta, scoccando uno sguardo perplesso al nuovo venuto.
Quando Luna scomparve, Usagi sospirò, come accidenti avrebbe fatto? Non sapeva combattere, lui pattinava, sapeva fare solo quello! Eppure una scintilla d'orgoglio brillò in lui ripensando a quanto gli aveva detto quel Mamoru nello spogliatoio!
«Ehi TU! Mostro! Non posso perdonarti di aver rinchiuso persone innocenti in un posto come questo» urlò puntando la mano guantata contro la creatura. «Io sono Sailor Moon e ti punirò in nome della luna.» Il diadema scintillò come attivato dalla sua voce e ai suoi piedi apparvero delle lame di cristallo. Incredibile, dei pattini da ghiaccio! Poteva pattinare come per magia! Adesso sì che si sentiva forte e sicuro di sé!
L'uomo mascherato osservò il giovane guerriero sollevarsi impettito, quella postura, quello sguardo, gli ricordavano tremendamente qualcuno. Gli riportavano alla mente un sogno che faceva sin da bambino. Quegli occhi splendenti ricolmi di lacrime "il cristallo d'argento illusorio... ti prego devi trovare il cristallo d'argento illusorio". Ogni notte qualcuno lo chiamava e pronunciava quelle parole, ogni notte da che aveva memoria. Sussurrava quelle semplici parole e ogni volta che tentava di vedere il suo volto si svegliava. Ma quegli occhi non li avrebbe mai potuti dimenticare.
Usagi faceva del suo meglio, ma non sapeva come avrebbe potuto sconfiggere quel mostro. Luna non gli aveva detto se aveva e quali fossero i suoi poteri speciali. Si distrasse quanto bastò per far sì che il mostro lo sbilanciasse. Il ragazzo cadde, era finita?
Di nuovo, l'uomo mascherato giunse in suo soccorso e in un attimo era di nuovo tra le sue braccia, rosso come un peperone. Si chiese perché gli battesse tanto il cuore.
«Davanti a te c'è il nemico! Coraggio! Affrontalo!». Doveva farcela, non doveva assolutamente deluderlo! La tiara scintillò nuovamente... La tiara, Usagi si portò la mano alla fronte, sapeva cosa doveva fare. Quando se la sfilò di fronte la tira si trasformò in un frisbee.
Poco dopo Luna apparve e gli gridò «Di' Moon Tiara Boomerang.»
Usagi seguì le indicazioni ricevute e, con un sorriso, lanciò l'oggetto che, tra mille scintille, andò a colpire il mostro, che scomparve con un grido ferino.
Usagi osservò trionfante l'uomo mascherato, che gli sorrise di rimando, facendogli un cenno di saluto con il cappello. «Purtroppo non ho trovato il cristallo d'argento illusorio, ma capisco perché sono stato condotto fin qua! Ho visto comunque qualcosa di molto interessante! Il mio nome è Tuxedo Kamen! Sailor Moon, mi ricorderò senz'altro di te!».
Usagi lo osservò svanire nel nulla, che si fosse svegliato?
Luna urlava cercando di attirare l'attenzione del ragazzo che continuava a fissare con aria trasognata il vuoto che l'altro aveva lasciato.
«Bunny! Non ci credo sei tu?»
Quella voce! Solo una persona al mondo lo chiamava in quel modo! Usagi si voltò! Due ragazzi lo stavano fissando e a giudicare dall'abbigliamento erano i fantomatici guerrieri che la gatta stava cercando! Li conosceva fin troppo bene! Si incontravano spesso alle gare internazionali di pattinaggio! Erano Ami Mizuno, Rei Hino e Makoto Kino. Due di loro si allenavano in Canada mentre Rei era francese e si allenava in patria. Era decisamente un sogno strano, a Usagi piaceva così tanto l'idea di poter spostarsi nel mondo con il pensiero, senza l'inconveniente del Jet Leg.
«Loro sono i tuoi compagni, puoi chiamarle Sailor Mercury, Sailor Mars e Sailor Jupiter» disse la gatta. «Mi sembra di capire che vi conoscete già.»
Rei lo guardò con i suoi grandi occhi blu «non pensavo proprio di scoprire che il nostro coniglietto piagnucolone potesse essere un guerriero!» E rise dell'espressione interdetta del ragazzo.
Una piccola dovuta parentesi su questa incredibile creatura che è JOHNNY WEIR! E sul suo stuoendo cigno riproposto quest'estate dopo... ben DODICI ANNI!
Mia fonte di luce e ispirazione in questo mondo di tenebra! Da che esiste a oggi fonte di gioia e per tantissime persone! Per me non esiste nient'altro!
Per me sarai sempre la mia principessa! Modello e finte infinita di ispirzione! Ti prego in barba a tutti non smettere mai di essere te stesso!
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