~Goodbye~
Oneshot di 1089 parole. Sto migliorando. Auguri, Chia. Spero ti piaccia! Vedete il video sopra? È una canzone. Che va ascoltata mentre leggete la fic. Chia se ti piace ti unisci a me e Naru per il fan club dei 30 seconds to mars.
Buona lettura
Una porta -la mia porta- cigola nel buio,per poi venire chiusa silenziosamente dalla mia schiena appoggiata ad essa.
Perché è successo questo? Perché è successo a te?
Chiunque altro direbbe che era prevedibile, data la gravità della tua malattia, ma io lo so che tu stavi guarendo. Stavi guarendo per me.
Una lacrima scivola sulla mia guancia per poi andarsi and infrangere sulla mia spalla, mentre i ricordi vengono a galla.
-Alexey, stai avendo un altro attacco?- chiedo preoccupato, vedendo il mio ragazzo accasciarsi a terra in un angolino e prendersi la testa tra le mani, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
-Falle smettere, Andrei.- dice tra i singhiozzi. -Fai smettere queste voci
. Mi dicono di fare cose orribili.- la sua voce è spezzata e le lacrime percorrono senza tregua le sue guance, mentre lui si tappa le orecchie con forza, tentando di allontanare le voci che parlano nella sua testa. Ma io so che nulla può farlo.
Mi avvicino a lui e lo stringo forte, tentando di calmarlo almeno in parte.
Passo le mani tra i suoi capelli biondo cenere, mentre lui si aggrappa a me come se fossi la sua roccia, graffiandomi le braccia.
Essendo io ipocondriaco temo che qualsiasi cosa possa farmi ammalare o morire. Ma stavolta, per una volta, non penso al fatto che quei graffi possano infettarsi e farmi morire. Penso solo a lui. Che lui stia bene.
Il ricordo mi fa solo piangere più forte.
Sono sempre stato con lui durante i suoi attacchi.
Ero l'unica persona che potesse
frenarlo dall'ascoltare le voci e così far del male a sé stesso o agli altri.
Lui aveva bisogno di me ed io lo sapevo.
Ma forse lui immaginava che allo stesso modo io avevo bisogno di lui.
I ricordi si fanno prepotentemente strada nella mia testa, anche se è l'ultima cosa che desidero. È solo e semplicemente terribile.
Vederlo in un'immagine e sapendo che è l'unico modo per farlo mi distrugge.
Alexey è seduto sul letto e mi guarda.
-Grazie mille per ieri sera. Non so cosa farei senza di te.-
Gli sorrido e mi siedo accanto a lui, per poi dargli un bacio sulla fronte.
-Lo sai che io ci sono sempre per te. Ti amo.-
Lui accenna un ghigno, l'unico tipo di sorriso che è in grado di fare.
-Sei pieno di graffi sulle braccia. La gente penserà che abbiamo scopato.-
Alzo gli occhi al cielo.
-Probabilmente mi verrà un'infezione e morirò.-
Lui ride.
-Dobbiamo approfittare del poco tempo che abbiamo insieme, allora. E rimediare.-
-Rimediare a cosa?-
-La gente non può pensare che siamo andati a letto insieme senza che sia successo. Se devono pensarlo almeno facciamolo accadere.-
Questo ricordo mi fa quasi ridere. Quel ragazzo aveva una sfacciataggine e un carattere fuori dal comune.
Ma per questo lo amavo.
Per questo e per la sua incredibile bellezza.
Non c'è modo per fermare le mie lacrime, alimentate dai flashback che mi passano nella mente come in un film, nitidi e veloci.
E sapere che un giorno la loro nitidezza svanirà fa solo aumentare la
consapevolezza che nulla è eterno.
-Andrei?- la sua voce interrompe il silenzio notturno ed è poco più di un sussurro.
-Dimmi, Alexey, che succede? Hai fatto un brutto sogno?- gli chiedo preoccupato.
Lui scuote flebilmente il capo.
-Solo... mi chiedevo... cosa succederebbe se tu non ci fossi a placarmi e io ferissi qualcuno? Sono un mostro. Non meriti di stare con me.-
Lo guardo negli occhi scorgendovi la tristezza:
-Motivo in più per non lasciarti mai, no?-
E invece l'avevo lasciato. Ero dovuto andare due giorni dalla mia famiglia per occuparmi di alcune faccende.
E quando sono tornato eri morto.
Non potrò mai perdonarmi con la
consapevolezza di averlo lasciato.
-Devi proprio andare?- Alexey è sveglio e non ha il suo solito tono sfacciato.
La cosa è preoccupante.
-È solo per un paio di giorni. E devo farlo, lo sai.-
Lui annuisce.
-Mi mancherai. Ho così tanta paura di quello che potrei fare senza di te....-
-Ehi- lo rassicuro. -È solo per una notte. Se va bene neanche avrai i tuoi attacchi.- gli dico sorridendo.
Lui mi guarda incerto ma poi ghigna.
-Va bene. Mi fido di te, Andrei.-
Lui si fidava! Lui si fidava delle mie parole! Pensava che non sarebbe successo niente!
E io sono riuscito solo a tradire la sua fiducia.
E ora lui è morto. E io sono semplicemente morto dentro.
Perché lui era la parte di me che permetteva al mio cuore di battere.
Era l'unica persona a non credermi pazzo e che mi consolava quando credevo di avere chissà quale fottutissima malattia.
E adesso non c'è più.
E già sento i batteri divorare il mio corpo.
-Pronto? Alexey, tutto bene?- rispondo al telefono preoccupato.
-Ti sbagliavi!- urla lui con voce strozzata. -Sono tornate, le voci sono qui.-
-Calmati, Alexey, andrà tutto bene. Tu puoi combatterle!-
-Non ci riesco, Andrei, non ci riesco! Io senza di te non posso, non ne sono in grado!-
-No, Alexey ce la farai. Non puoi arrenderti!-
-Devo ascoltarle.... è l'unico modo per farle smettere....- la sua voce è flebile
ora, rassegnata.
-No, no, no, Alexey, combattile. Non diventare come loro.-
-Tranquillo, Andrei. Non ferirò nessun altro.-
-Cosa intendi? Stai fermo, torno a casa.-
-Ti amo. Ricordatelo.- poco più che un sussurro.
E quando sono tornato era già morto.
Dio solo sa quante ore ho stretto il suo cadavere, incurante delle gravissime malattie che potevo contrarre.
Perché non mi importava della morte, non mi importa tutt'ora.
Vorrei vedere la morte in faccia e sputarle addosso la mia rabbia per avermi portato via Andrei.
Lui era l'unica cosa buona che mi fosse rimasta.
Era la cosa più importante che avessi ed anche l'unica.
Senza di lui la mia vita tornerà ad essere un turbine vuoto di infelicità.
E vorrei solo avere il coraggio per prendere quella fottuta lametta e tagliarmi le vene, per finirla qui.
Ma io non ne ho il coraggio.
Sono troppo spaventato da quello che possa esserci dopo.
Mi dispiace, Alexey.
Vorrei poterti vedere ancora una volta.
Vorrei che fossi ancora qui.
Andrei è sul suo letto. Si è addormentato sfinito e stremato dal pianto, con gli occhi gonfi e rossi.
Il suo sonno è pesante e senza sogni.
Erano tre giorni che non dormiva.
Silenziosamente, una presenza si posiziona senza rumore accanto a lui. Senza nemmeno dare forma al
materasso.
Una mano inconsistente sfiora la guancia di Andrei, ma lui non può accorgersene.
È un tocco leggero, quasi un saluto.
Quasi un addio.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro