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Misun

Il giorno in cui Yunho fu dimesso, avevo deciso che avrei passato l'intera notte a casa sua, con lui e per la prima volta dopo settimane avrei avuto l'opportunità di dormire di nuovo con lui, stretta al suo corpo e beandomi del suo calore corporeo.

Volevo che quella notte fosse speciale per entrambi, per questo avevo deciso che gli avrei confessato i miei sentimenti e mi sarei completamente messa a nudo, come mai prima d'ora avevo fatto in vita mia.

L'averlo quasi perso mi aveva fatto capire quanto importante fosse il renderlo consapevole dei miei veri sentimenti, non volevo aver alcun rimpianto e per fare in modo che ciò accadesse dovevo essere sincera con lui ma, in primis, con me stessa.

L'avrei fatto, gliel'avrei detto, speravo soltanto che quando il momento sarebbe arrivato non avrei perso tutto il coraggio che mi stava animando proprio in questo momento.

Ora mi trovavo nella sua stanza, in attesa del suo arrivo. Da quel che sapevo a breve avrebbe fatto la sua comparsa insieme alla sua famiglia, Wooyoung mi avrebbe avvertito quando sarebbero giunti al portone della loro abitazione: ovviamente Yunho non sapeva che io fossi lí in quello stesso istante.

Poi, proprio quando mi sedetti sul letto, sentii il mio cellulare squillare e capii sin da subito che si trattasse dell'allarme da parte del fratello minore tra i due.

Mi alzai quindi dal materasso e poggiai il telefono sul comodino, prima di sistemarmi la gonna e di controllarmi velocemente allo specchio della stanza, poi misi su un sorriso e mi misi letteralmente davanti la porta della stanza, in attesa che si aprisse.

Non dovetti aspettare a lungo che ciò accadde, rivelando il ragazzo di cui ero innamorata e che da diverse ore stavo aspettando, il quale non appena si accorse della mia presenza si bloccò non sapendo esattamente cosa dire o fare.

«Ma che...»ma non lo lasciai finire che con una spinta mi precipitai contro di lui, stringendolo in un abbraccio spacca ossa che ci tolse il fiato. Averlo di nuovo con me, senza i fili attaccati alla sua pelle o il camice dell'ospedale era cosí strano che ora che ce l'avevo di nuovo davanti agli occhi mi sentivo sull'orlo del piangere a causa dell'emozione. Le mie braccia si agganciarono attorno al suo collo e lui, che rispose subito alla stretta, mi prese per la vita, facendo in modo che i nostri corpi aderissero in ogni punto e rendendomi capace di udire il suo battito cardiaco.

Mi sembrava strano averlo di nuovo in quel modo, unito a me sia fisicamente che sentimentalmente, mi faceva sentire cose che mai con nessun altro avevo sentito e mai avrei provato in vita mia. Era tutto cosí bello e strano allo stesso tempo e non sarei mai stata pronta a lasciarlo andare, non di nuovo.

Dopo attimi che parvero brevi infiniti ci separammo ma soltanto per far attaccare le nostre bocche, mi misi in punta di piedi per facilitargli l'accesso alle mie labbra e lui mi strinse ancora di più se possibile, facendo quasi in modo che i miei piedi non toccassero per terra. Subito le mie mani salirono verso l'alto e andarono a sfiorargli ormai il piccolissimo ma esistente mullet sul retro della nuca, mentre continuavamo a far sfiorare più e più volte le nostre labbra. In quei baci c'era di tutto: amore, affetto, arrabbiature, tristezze, malinconie ma più di tutto c'era la mancanza che avevamo provato l'uno nei confronti dell'altra in quei giorni in cui i nostri incontri erano stati limitati dal fastidiosissimo orario di visita dell'ospedale e dal fatto che la maggior parte delle volte solo la famiglia potesse entrare a trovarlo.

Certo, come se noi che eravamo vissuti insieme da quando ero nata non eravamo già di nostro una famiglia.

Quel breve baciarsi e tastarci per la prima volta dopo tanto però non durò molto che dopo alcuni secondi di continui assaggi non si vergognó ad infilarmi letteralmente la lingua in bocca, e io ricambiai il gesto con piacere facendolo subito dopo con lui. Sorrisi quando lo sentii mugolare dalla sorpresa ma poi mi ripresi, prendendo a suggergli il labbro inferiore coi denti, tirandolo poi verso di me e facendogli inclinare la testa di qualche centimetro verso il basso, cosicchè anche i miei poveri piedi avessero una sorta di "tregua".

Iniziò a toccarmi i fianchi, a stringermeli tra le lunghe dita, e io mi lasciai andare in dei leggeri sospiri quando lo sentii scendere con le labbra verso il basso per lasciarmi degli umidi baci e dei piccoli morsetti sulla pelle candida. Con il piede si occupò di chiudere la porta con un tonfo e poi, una volta tornato in posizione eretta, si spinse verso l'avanti e, anche se ad occhi chiusi, riuscí perfettamente ad adagiarmi sul suo stesso letto, prima di seguire i miei movimenti e mettersi sopra di me, non preoccupandosi di schiacciarmi col suo peso: in quel momento volevo soltanto avere anche il più minimo contatto col suo corpo e avrei pagato oro per averlo per il resto della mia vita.

«Quando...sei...arrivata?»mi chiese tra un bacio e l'altro, mentre io lo tenevo stretto contro di me, non volendo perdere nemmeno il minimo contatto fisico, gli avvolsi le spalle con le braccia e ripresi ad accarezzargli la punta dei capelli chiari.

«Un'oretta fa, credo...»gli risposi soltanto, quando lo sentii scendere di nuovo sul mio collo, non limitandosi nell'afferrare il colletto della maglia che stavo indossando e tirandomelo giu, per avere maggiore accesso alla mia pelle.

«Doveva essere una sorpresa?»mi chiese quando si separò da me per un attimo per scendere ancora più giu e iniziare a lasciarmi altri baci sulla pancia, scoprendo un pezzetto di carne man mano che mi alzava il tessuto della maglietta.

«Già, non ti è piaciuta?»gli domandai poi io, improvvisamente allarmata al solo pensiero, lui alzò gli occhi su di me e poi si separò con un ultimo schiocco di baci sopra l'ombelico, il quale mi fece venire i brividi su tutto il corpo.

«No, no, solo che...»ma non terminò la frase, semplicemente si spostò da sopra il mio corpo e mi si mise di lato, poggiandomi poi una mano sulla pancia nuda e prendendo a carezzarmela con la punta delle dita.

«Che cosa?»dissi, sentendo l'ansia crescermi nel petto, cercai il contatto visivo ma lui continuava a guardare dove teneva la mano, cosa che mi faceva leggermente innervosire.

«Che il dottore si è accertato che non facessi, ecco, sforzo o movimenti bruschi per almeno due settimane e...»e anche questa volta lasciò l'affermazione in sospeso, io corrucciai le sopracciglia non sapendo di cosa stesse parlando.

«E?»lo spronai e soltanto in quel momento si decise ad alzare lo sguardo, facendo incastrare i suoi occhi coi miei, prima di sbuffare leggermente.

«E non riesco a controllarmi con te intorno, non dopo tutto il tempo che è passato dall'ultima volta che ci siamo toccati.»a quelle parole mi venne in mente immediatamente il giorno in cui Mingi ci aveva scoperto e sorrisi, pensando a quanto tenero fosse Yunho in quel momento.

«Tutto qui?»chiesi allora e lui annuì con una scrollata di spalle, allora io mi misi a sedere e, consapevole di avere i suoi occhi a dosso, mi tolsi in fretta la maglia e poi iniziai a sganciarmi il reggiseno.

«Che stai facendo?»mi domandò allarmato ma anche con un tono di voce più basso, io sorrisi e mi girai, poggiandogli le mani sulle spalle e spingendolo sul suo materasso.

«Tu sdraiati e poi stai fermo.»ordinai e lui deglutì, facendo come io avevo richiesto, poi mi sistemai in mezzo alle sue gambe, abbassandomi e prendendo il lembo della sua maglietta coi denti, tirandola su mentre con le mani prendevo ad armeggiare con i suoi pantaloni.

🔞

Glieli abbassai e poi mi occupai della maglia, sfilandogli anche quella e lasciandolo soltanto in boxer, anche se subito dopo essermi inginocchiata sul letto mi curai di togliere, lasciandolo completamente nudo sotto ai miei occhi. E cavolo, quando era bello in quel momento...

Gli afferrai il membro semi-eretto con una mano e presi a massaggiarlo, udendo il primo sospiro sommesso uscire dalle sue labbra, cosa che mi fece inevitabilmente sorridere. Chiuse gli occhi e poggiò completamente la testa sul cuscino, mentre avvertivo la sua erezione farsi completa, allora lasciai cadere un po' di saliva sulla punta, per poi guardare quel muscolo reagire involontariamente al calore del liquido.

«Rilassati, ragazzino, rilassati.»gli dissi, prendendolo per un attimo in giro con quel vecchio nomignolo, poi abbassai la testa e lo presi tra le labbra, non perdendo nemmeno un attimo a stuzzicarlo, come era mio solito fare. Mi era mancato fin troppo, perciò non volevo perdermi nemmeno un istante, per quello ci sarebbe stato tempo poi.

Passai la lingua attorno al membro mentre facevo su e giu con la testa, sentii la sua mano infilarsi tra i miei capelli mentre si faceva scappare qualche gemito svergognato dalla bocca, lo guardai dal basso e mi sentii tremare alla sola vista del suo petto ampio e nudo che si alzava ed abbassava a causa del respiro aumentato.

«M-Misun...»lo sentii chiamare il mio nome e, nella mia bocca, avvertii che fosse al limite, perciò me lo sfilai dalle labbra e l'attimo dopo mi spostai su di lui, prendendomi i seni tra le mani e stringendolo tra di essi, facendo gli stessi movimenti per qualche altro secondo prima che si liberasse in un orgasmo proprio sul mio petto e sul mio collo. Sentii il suo liquido caldo sulla pelle e, prima che si appiccicasse completamente, passai sopra di esso le mie dita, portandomele poi alle labbra per pulirle.

«Cazzo, se mi sei mancata.»mormorò con ancora gli occhi chiusi dall'orgasmo e passandosi le mani tra i capelli ora appiccicatosi alla fronte. Sorrisi e feci per alzarmi, ma sentii la sua mano stringersi attorno al mio polso, bloccandomi.

«Togliti le mutandine e mettiti sopra di me, ora.»mi ordinò e forse fu quel suo tono di voce che mi fece inevitabilmente tremare dalla testa ai piedi, deglutii e ci pensai un attimo prima di ubbidire e fare come mi era stato richiesto. Dopo essermi spogliata lo guardai, i suoi occhi puntati sulle mie curve mentre si inumidiva le labbra con la lingua, sorrisi e poi gattonai sulle sue gambe, prima di sedermi sul suo bacino, facendo entrare in diretto contatto le nostre intimità. Sospirai, quando dopo così tanto tempo mi sentii così vicina anche fisicamente al ragazzo che amavo, e lui mi mise le mani sui fianchi, stringendomeli possessivamente come era suo solito fare.

«Prendi un preservativo, sbrigati.»mi disse poi, non riuscendo a staccare gli occhi dal punto in cui eravamo uniti fisicamente e continuando ad accarezzarmi, ora passandomi la mano anche sul sedere e stringendomi la carne di tanto in tanto.

«Yunho non dovresti sforzarti...»cercai di oppormi e lui alzò gli occhi al cielo prima di girare la testa verso il suo comodino e aprirlo, infilarci la mano dentro e tirare fuori una bustina che fortunatamente teneva sempre a nostra portata.

«Non mi sforzerò se sarai tu a stare sopra.»mi rispose ghignando leggermente e io non potei fare a meno di arrossire, nonostante tutto quello che avevamo fatto mi faceva ancora un po' strano parlare di quelle cose così esplicitamente. Non ribattei e lui lo prese come un via libera, allora mi spostai leggermente da sopra di lui quando, dopo aver aperto la carta argentata, fece per srotolarsi il pezzo di plastica colorato sul suo membro, di nuovo eretto.

«Come fai ad essere di nuovo eccitato?»gli chiesi, fissandolo intensamente, lui ridacchiò prima di afferrarmi di nuovo per la vita e facendomi mettere nella posizione giusta, in modo tale che sarebbe stato facile penetrarmi senza il minimo sforzo da parte sua.

«Sei tu che mi fai un certo effetto.»mi prese in giro anche se sapevo che di scherzoso non c'era nulla e che era davvero così. Lo guardai poi negli occhi quando, presa da un'improvvisa voglia, mi abbassai di scatto sopra di lui, avvolgendolo tra le mie strette pareti e gemendo senza nemmeno rendermene conto. Anche lui fece lo stesso, puntando ora gli occhi sul mio viso e poi sulla nostra connessione, abbassando le dita a sfiorare quel punto particolarmente sensibile.

«Merda.»mormorò quando feci il primo movimento, cercai di trattenere anche quel gemito ma poi, più prendevo ritmo più era difficile per entrambi tenere le bocche chiuse, infatti per questo mi abbassai sul suo petto e unii le nostre labbra. Non ci baciammo, semplicemente lasciammo sfiorare le nostre lingue e che i nostri denti mordessero la bocca dell'altro, mentre io con i fianchi facevo dei movimenti circolari sul suo corpo.

Ogni affondo e ogni sfregamento mi mandava in tilt in cervello, direttamente in paradiso e sapevo che nessuno dei due sarebbe durato molto, perciò decisi di tirare fuori quel che avevo da dirgli prima che fosse troppo tardi.

«Ti amo...»gli dissi per la prima volta, fu soltanto un sussurro sulle sue labbra e per un attimo ebbi anche il timore che non mi avesse sentito, ma quando avvertii i suoi denti spuntare a causa di un sorriso fui certa del contrario. Mi prese con forza i fianchi e iniziò a dettare lui i movimenti, i quali ben presto divennero più veloci e duri, nonchè più eccitanti.

«Anche io...cazzo.»riuscì a rispondere ma io, intenta nel non lasciarmi andare in qualche suono troppo acuto attirai la sua completa attenzione, mentre continuavo a saltellare sulla sua lunghezza, facendola uscire fuori e dentro ad una velocità sempre più alta.

Quando sentii le mie gambe cedere rallentai anche se non volente e proprio per questo motivo lui non si fermò dal tirarmi uno schiaffo sulla natica, anzi lo fece più volte, facendomi riprendere il ritmo che avevo quasi perso qualche attimo prima.

«Brava, continua!»mi disse e io in quel momento buttai la testa all'indietro, sentendomi al limite della stanchezza ma anche dell'eccitazione.

«Yunho, sto...»ma non riuscii a finire che un suo movimento di bacino arrivò a spingere proprio in un punto magico al mio interno, facendomi venire sul momento e, stringendomi attorno a lui, sentii immediatamente dopo il preservativo riempirsi al mio interno, segno che anche lui avesse raggiunto il suo orgasmo quasi contemporaneamente a me.

🔞

Mi lasciai andare sul suo petto, cercando di riprendere il respiro e beandomi del bellissimo suono del suo cuore contro il mio, poi alzai la testa verso di lui il quale ora teneva gli occhi chiusi e la bocca semi aperta, segno che a breve sarebbe crollato nel sonno.

«Yunho?»lo richiamai, allora lui aprì un occhio solo e probabilmente in un altro momento sarei soltanto scoppiata a ridere ma in quell'attimo lo trovai soltanto tenero.

«Mh?»mi rispose senza nemmeno aprire la bocca e cingendomi la schiena con le braccia, accarezzandomi i fianchi con la punta delle dita come gli piaceva tanto fare.

«Ti amo.»dissi di nuovo e lo sentii sorridere mentre mi stringeva maggiormente al suo corpo, se possibile.

«Anche io.»

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, non ci credo che siamo arrivati alla fine anche di questa storia😭😭😭

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