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Misun

Quando giunse la fine di aprile si scatenò completamente il panico. Mancava poco meno di due mesi alla fine del mio ultimo anno di liceo perciò ero in crisi totale per gli ultimi esami. Avevo alcune materie con cui non me la cavavo alla grande, però matematica era quella che sopportavo di meno.

A quanto mi era stato detto Hongjoong e Yeosang erano dei geni in matematica, per questo quel pomeriggio subito dopo scuola sarei andata nella nuova casa dei due hyung e mi avrebbero dato un po' di ripetizioni, così avrei imparato qualcosa almeno. Non avevo il tempo di cercare qualche professoressa per le ripetizioni perciò quella era l'unica soluzione al momento.

L'ultima lezione di quel giorno era quella di storia, ci eravamo appena lasciati alle spalle la seconda guerra mondiale e la Shoah e ora stavamo studiando la guerra fredda, questo perchè ci trovavamo un po' indietro col programma a causa di diverse assenze dell'insegnante, per questo avevamo saltato qualche eventi storico.

«Bene allora visto che maggio è praticamente alle porte voglio che voi mi facciate una relazione sull'argomento che vi è interessato di più durante quest'anno; ovviamente verrà valutata con voto.»annunciò la professoressa accorgendosi del termine delle lezioni. Sospirai, pensando al tempo che avrei probabilmente sprecato per fare al meglio questo compito per poi essere valutata in maniera discreta: nonostante mi impegnassi tanto alla fine non venivo mai valutata come avrei voluto, probabilmente era questo il motivo per cui mi passava la voglia di studiare certe volte.

«Ora potete andare, ci vediamo domani.»disse poi appena prima che la campanella suonasse, mi alzai in fretta e misi a posto le mie cose facendo il più velocemente possibile. Dalla serata della festa cercavo di evitare di stare in classe il più possibile dopo quello che era successo con quel mio compagno di classe. Lo stavo evitando e fino a quel momento ci ero riuscita alla grande, ogni qualvolta mi veniva vicino io andavo nella direzione opposta; d'altro canto anche lui sembrava essersi allontanato da me, non mi rivolgeva più la parola ed io ne ero più che grata. 

Mi misi lo zaino in spalla e uscii immediatamente dall'aula, attraversando il corridoio e poi ritrovandomi nell'atrio. Quando fui fuori sospirai, realizzando che in quel momento non avrei dovuto aspettare nessuno che mi venisse a prendere con l'auto ma che avrei dovuto andare a piedi a casa di Hongjoong e Seonghwa. Presi il telefono per avvisarli del mio arrivo e per controllare quale vie dovessi prendere per casa loro.

Riposi il telefono in tasca e continuai a camminare seguendo le indicazioni che mi aveva dato Hongjoong il giorno primo e in più o meno venti minuti mi ritrovai davanti l'edificio, suonai il citofono e senza nemmeno chiedermi "chi è?" mi venne aperto il cancelletto e poi il portone. Entrai e presi l'ascensore, poi vidi una porta semichiusa e capii si trattasse di quella dei due ragazzi. Varcai la soglia e venni subito accolta da un odore di pasta al sugo che si trovava sul tavolo al centro del salotto.

La casa non era grandissima, era ottima per una coppia, aveva soltanto la sala e la cucina e poi un brevissimo corridoio da cui erano visibili una camera da letto e un bagno.

«Sei arrivata!»esclamò Hongjoong mentre finiva di apparecchiare la tavola, io sorrisi e gli andai incontro per salutarlo. Dietro di lui Seonghwa si voltò e posò due piatti sul tavolo per poi sorridermi.

«Accomodati, Yeosang è al bagno, ora arriva anche lui.»mi informò il moro e io annuii semplicemente mettendomi seduta su una sedia libera, poi l'attimo dopo, proprio come aveva detto Seonghwa, Yeosang uscì dal bagno e venne verso di noi, mettendosi poi seduto accanto a me.

«Hey Misun!»mi salutò circondandomi le spalle con un braccio e attirandomi a lui per poi staccarsi e iniziare a mangiare.

«Come è andata a scuola?»mi chiese poi Seonghwa e io per un attimo mi sentii come se fossi sua figlia e lui fosse mio padre che mi stava chiedendo della mia giornata.

«Tutto bene, solo che la mia professoressa di storia ci ha chiesto una relazione che mi distruggerà.»risposi alzando gli occhi al cielo e lui ridacchiò, per poi puntare la sua attenzione sul piatto.

«Perchè non ti fai aiutare da qualche compagno di classe?»propose allora Hongjoong e in quel modo apparve proprio come una madre che cerca di aiutare il figlio nel prendere un bel voto a scuola, cosa che mi fece sorridere.

«È che non vado molto d'accordo con i ragazzi della mia classe, ecco...»ribattei leggermente in imbarazzo, chissà cosa pensavano visto che avevo chiaramente detto di non avere alcun amico in classe mia.

«E il ragazzo della festa? Pensavo foste amici.»aggiunse Yeosang e io in quel momento mi irrigidii completamente dalla testa ai piedi e senza nemmeno rendermene conto feci cadere la forchetta nel piatto senza nemmeno sbattere ciglio. Puntai gli occhi sulle mie cosce e mi presi le dita delle mani come a volerci giocare quando in realtà usavo ciò come valvola di sfogo dall'improvviso stress che mi si era creato dentro.

Probabilmente i tre si accorsero che qualcosa non andasse dopo che venne pronunciata quell'affermazione o che comunque qualcosa era successo, e rimasero in silenzio per qualche attimo.

«È tutto okay? Ho detto qualcosa che non avrei dovuto...»provò a dirmi Yeosang poggiandomi la mano sulla spalla ma io mi mossi come scottata da quel contatto e per questo motivo lui ritirò il braccio indietro. Mi sentii tremendamente in colpa per quello che avevo appena fatto per questo alzai gli occhi sul tavolo e solo in quel momento sentii una goccia scendermi dalla palpebra e attraversare la guancia.

«Che succede, Misun?»chiese poi Seonghwa improvvisamente allarmato, allungando una mano sul tavolo per provare ad afferrare la mia ma subito anche in quel caso la portai sulle mie gambe, non volendo avere alcun contatto con nessuno.

«Quel ragazzo...ti ha fatto qualcosa?»fu poi la volta di Hongjoong a parlare e io, senza nemmeno accorgermene, annuii a quelle parole e soltanto in quel momento calò il silenzio.

«Mingi...qualcuno lo sa?»domandò ancora il blu e io alzai finalmente lo sguardo su di loro, asciugandomi la lacrima solitaria dal viso e poi sospirando: non potevo più tenere per me quel piccolo "segreto".

«La sera della festa ho bevuto troppo e quel ragazzo ha cercato di...approfittarsi di me, per fortuna Yunho ci ha visti e mi ha portata a casa, ha dormito con me per accertarsi che stessi bene.»spiegai velocemente, volevo così tanto entrare nei dettagli e raccontargli del bacio che c'era stato tra me e lui durante la notte ma non sapevo se poterne parlare con loro o meno. no

«Yunho non...non ce ne aveva parlato.»ammise poi Seonghwa guardando prima il suo ragazzo e poi l'altro i quali scossero entrambi la testa come negazione.

«Mi dispiace per averlo nominato, prima, se lo avessi saputo...»tentò poi di dire Yeosang, io voltai la testa e gli misi una mano sulla spalla per poi sorridergli per fargli capire che non aveva fatto nulla di sbagliato.

«Non fa niente, davvero, stai tranquillo, non potevi saperlo.»cercai di tranquillizzarlo e lui annuì per poi rivolgermi un timido e piccolissimo sorriso.

«E Yunho che ha fatto poi? L'ha picchiato spero.»disse Hongjoong meritandosi una gomitata nelle costole da parte del moro al suo fianco il quale gli rivolse un'occhiataccia alla quale il più basso gli rispose con un "che c'è?".

«Beh, si. Però poi si è accorto delle mie condizioni e mi ha portata a casa, sapete. È rimasto con me tutta la notte, anche quando ho avuto un incubo e poi...»ma in quel momento spalancai gli occhi: inconsciamente sapevo bene che volevo parlarne con qualcuno, perciò mi mandai a quel paese e decisi che lo avrei detto.

«Che incubo?»mi chiese curioso il più grande e io sospirai; non volevo parlare di mio padre, non mi piaceva affatto raccontare come era stata la mia infanzia e la mia pre-adolescenza, perciò tagliai quella parte.

«Ho sognato quel ragazzo e ho avuto un leggero attacco di panico, ecco...»ammisi e a quel punto Yeosang fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbracciò. Io ovviamente ricambiai ma sapevo perfettamente che volessero sapere il resto della nottata.

«E, beh si ecco, Yunho per calmarmi mi ha baciata.»affermai come nulla fosse e gesticolando con le mani ancora posizionate dietro la schiena di Yeosang, la quale si irrigidì completamente come se fosse una gazzella che è stata appena adocchiata da un leone.

«Lui che cosa?!»esclamò il più piccolo tra i tre staccandosi dalla stretta e posandomi le mani sulle spalle per guardarmi meglio negli occhi. Annuii soltanto e strinsi le labbra in una linea sottile, poi Hongjoong parlò di nuovo.

«Perciò, ecco si, tu ora...lo sai, giusto?»mi chiese e io annuii di nuovo, per poi spiegargli molto in breve quello che era successo soltanto il mattino dopo, i tre rimasero ad ascoltarmi attentamente fino alla fine e poi calò il silenzio.

«Yunho è proprio un idiota, non coglie proprio nessun segnale.»borbottò Seonghwa tra se e se e io sorrisi sentendo quelle parole e non potendo non pensare a quanta ragione avesse in quel caso.

Ormai era inutile negare che anche io ero innamorata di lui come lui lo era di me, perciò tutto quello che mi aveva detto per me non aveva senso, ma non avrei mai potuto ignorare le sue parole, giusto?

Tutti lo sanno ma nessuno fa niente...per ora

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