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Yunho

Eravamo in quel locale da almeno un paio di ore, mi appoggiai al bancone dove si trovavano anche Hongjoong, Seonghwa e Jongho e mi sporsi verso di esso per chiedere alla barista un cocktail.

«Hai qualche preferenza?»mi chiese lei con un sorrisetto, ma io nemmeno ci feci troppo caso mentre tiravo una banconota dal mio portafoglio per tenermela sotto mano.

«No, basta che non è troppo pesante.»le dissi per poi riportare la mia attenzione sui miei amici che ora stavano tranquillamente parlando del più e del meno al di sopra della musica.

Mi voltai verso la pista e vi trovai Yeosang e Wooyoung intenti a ballare mentre Mingi e San stavano chiacchierando con delle ragazze mentre tenevano dei bicchieri in mano. Scossi la testa e poi tornai a guardare la barista quando mi resi conto che il mio drink era pronto.

«Offre la casa.»mi informò lei quando notò che le stavo porgendo i miei soldi, rimasi sorpreso a quelle parole e ancora di più lo fui quando mi fece un occhiolino, poi si voltò su se stessa e raccolse qualcosa da per terra prima di spostarsi da qualche altra parte e servire qualcun'altro.

«Ci sta provando.»affermò Seonghwa ad un certo punto e io girai la testa verso di lui che come Jongho teneva un bicchiere in mano con una cannuccia al suo interno, teneva un braccio attorno alla vita di Hongjoong mentre era seduto su uno sgabello.

«Chi, la barista?»chiesi allora indicando un punto immaginario dietro di me, poi mi portai il vetro alla bocca e presi un sorso del liquido freddo al suo interno. Per quanto mi sembrasse strano era dolce e frizzante al contatto con le mie papille gustative, perciò era proprio qualcosa che rientrava nei miei gusti preferiti.

«Non è ovvio?»rispose il più piccolo al posto suo, alzando un sopracciglio e bevendo anche lui un po' della sua bevanda, al che io ridacchiai e mandai giù il mio cocktail che, contro ogni mia aspettativa, mi bruciò lungo la gola.

«Mah, non dite cazzate.»dissi appoggiando la schiena contro il bancone e mettendo i gomiti su di esso, mandando il resto lungo la gola, lasciando soltanto qualche goccia all'interno del bicchiere.

«Sei tu che hai i prosciutti sugli occhi, smettila di sbavare dietro a Misun e divertiti un po', per la miseria!»sbottò ad un certo punto Hongjoong indicando con la testa proprio la barista. Io sgranai gli occhi e poi mi portai una mano in faccia, preparandomi già mentalmente a quello che sarebbe successo a breve.

«Ti piace Misun?!»domandò immediatamente Jongho e ovviamente io sentii quasi il bisogno di tirare una testata contro qualche parte e magari svenire giusto per squagliarmela da quella situazione più che imbarazzante. Chiusi gli occhi e strinsi le labbra in una linea sottile prima di voltarmi verso il più basso soltanto per lanciargli un'occhiataccia. Lui mi mormorò uno "scusa" con le labbra prima di allontanarsi e tirarsi Seonghwa, lasciando me e Jongho da soli.

«Oddio, quindi é così?! Oh mio Dio, non ci speravo più, lo sapevo che prima o poi uno di voi avrebbe ceduto!»iniziò a dire e per un attimo mi sentii una di quelle ragazze dei film che spettegolano con le proprie migliori amiche riguardo le loro cotte.

«Non devi dirlo a nessuno, soprattutto a Mingi.»gli intimai guardandolo negli occhi e nella speranza che così non sarebbe davvero uscito niente, ma lui fece un labbruccio.

«Nemmeno a Wooyoung? Ho vinto la scommessa contro di lui!»si lamentò allora muovendo le spalle proprio come fanno i bambini piccoli quando vogliono ottenere qualcosa che gli viene vietato. Io lo guardai storto, davvero quei due avevano scommesso su me e Misun?

«Assolutamente no, lo andrebbe a dire a tutti e in meno di un'ora lo saprebbe l'intera discoteca! E poi...tu e Wooyoung avete scommesso?»dissi per poi tirargli un leggero schiaffetto dietro la nuca.

«Certo, io dicevo che a te piace lei, mentre lui diceva che a lei piaci tu. San invece ha sempre detto che entrambi vi piacete ma che nessuno dei due vuole fare il primo passo per non rovinare l'amicizia o per non rendere le cose strane con Mingi.»mi spiegò e io mi ritrovai a bocca aperta quando finì di parlare. Non riuscivo a credere che quei tre avessero fatto una cosa del genere proprio dietro alle nostre spalle, non che mi desse fastidio ma era...strano. Il fatto che fue di loro credevano che io piacessi a Misun mi metteva lo stomaco in subbuglio e non so, provavo una strana sensazione.

«Senti, io vado a prendere un po' d'aria.»annunciai prima di iniziare a camminare verso l'uscita, cercando di andare contro il minor numero di gente possibile. Non mi piacevano molto i posti così affollati, non ero mai stato il tipo da frequentare discoteche, perciò non ero proprio abituato a tutto quel caos.

Una volta arrivato davanti alla porta i bodyguard mi lasciarono passare e in poco fui fuori, beandomi della fresca aria notturna. Chiusi gli occhi e ispirai, cercando di isolarmi completamente dai suoni che provenivano dall'interno dell'edificio e fare mente locale. Venni però, purtroppo o per fortuna, attirato da una voce in lontananza, una voce che conoscevo.

Aprii allora gli occhi e mi guardai attorno, facendo qualche passo verso il suono per capire che cosa stesse succedendo, fino a quando non mi ritrovai davanti a quella scena.

Misun era attaccata con la schiena ad una parete nascosta dalla luce dei lampioni e davanti a lei c'era quel suo compagno di classe. Lui si era abbassato leggermente e aveva la bocca incollata sul suo collo, mentre una mano le teneva il polso attaccato al muro dietro di lei come a volerla tenere ferma. Non mi ci volle molto a capire che l'altra mano era sotto la sua gonna, visto come la ragazza stava cercando di muoversi per spostarsi.

«Che cazzo stai facendo?!»urlai iniziando ad avanzare verso i due. Il ragazzo girò la testa verso di me e nel momento in cui si accorse della mia presenza lasciò andare la mia amica la quale barcollò via da lui e fece dei passi indietro, appoggiandosi sul muretto; perfetto, era anche ubriaca.

«Ci stavamo solo baciando, stai calmo.»rispose lui e a quel punto strinsi i pugni e lanciai un'occhiata a Misun la quale ora si era passata una mano sotto gli occhi: stava piangendo. Per questo andai contro di lui e gli misi una mano sul collo, spingendolo verso la parete come aveva fatto poco prima con la mia amica. Strinsi la presa ma in quel momento fu come se tutto attorno a me si fosse spento, come se ci fossimo soltanto io e quel ragazzo.

«Stalle lontano.»intimai a denti stretti, fissandolo negli occhi e alzandolo da terra. Non mi interessava minimamente se gli stessi facendo del male, ora l'unico mio interesse era che Misun stesse bene e che fosse lontana da questo tizio. Però, dentro di me, sentivo che dovevo fare qualcosa, qualcosa per fargli pentire di averla toccata.

Per questo gli tirai un pugno in pieno viso, e poi un altro, e un altro ancora, fino a quando sentii una stretta attorno al mio gomito che cercava di tirarmi via da quel posto.

«Smettila, Yunho, BASTA!»soltanto in quel momento la voce di Misun entrò nelle mie orecchie e mi fece riprendere. Mi fermai immediatamente e lo lasciai cadere sul pavimento, per poi allontanarmi dal suo corpo. Si era stretto su se stesso e si nascondeva il viso con una mano mentre con l'altra tastava la sua gola dove forse avevo stretto un po' troppo forte.

«Andiamocene via.»mi disse lei, prendendomi di nuovo per il braccio e continuando a tirarmi anche se senza forze vista la sua condizione, rimasi per qualche altro secondo immobile a fissarlo con gli occhi infuocati e poi eseguii quello che mi era stato appena richiesto, voltandomi e lasciandomi portare ovunque quella ragazza volesse, facendo attenzione a non farla inciampare. Andammo di nuovo dentro il locale e ci mettemmo in un posto più appartato e nascosto, cercando di trovare della pace in tutta quella serata.

«Ti ha fatto male?»le chiesi allora, poggiandole le mani sulle spalle e abbassandomi di poco per cercare di guardarla in viso e notare qualche segno di dolore o qualsiasi cosa.

«No, solo...voglio tornare a casa.»mi rispose con tono evidentemente ubriaco prima di singhiozzare, io annuii e poi alzai la testa per guardare la gente in mezzo e cercare qualcuno dei miei amici. Riuscii a scorgere soltanto i capelli blu di Hongjoong che riflettevano grazie ad alcune luci.

«Resta qui, torno subito.»le dissi e lei annuí, abbassando poi lo sguardo sul pavimento mentre io mi giravo e mi indirizzavo dove avevo visto il
ragazzo. Mi feci largo tra la folla, scollandomi le mani delle persone di dosso quando mi toccavano e cercando di mantenere la calma e non urlare a nessuno.

«Hongjoong devi darmi le chiavi.»esordii una volta arrivato davanti a lui senza spiegare niente. Il nominato si fermò dal ballare e anche il suo ragazzo dietro di lui si immobilizzò, lanciandomi soltanto un'occhiataccia.

«Sei impazzito? E noi come torniamo a casa?»mi disse e io scossi soltanto la testa avvicinandomi di nuovo verso di lui e torreggiando sul suo aspetto minuto.

«Dammi le chiavi, è urgente.»ordinai ancora una volta e per un attimo rimanemmo a fissarci, poi lui sbuffò e si infilò una mano in tasca per poi porgermi le chiavi dell'auto. Non dissi nulla, semplicemente le afferrai e gli diedi le spalle prima di tirare fuori il telefono ed indirizzarmi verso il punto in cui avevo lasciato Misun.

Riposi poi il cellulare nei pantaloni e quando lo feci fui vicino a lei, la quale ora mi stava guardando in viso e notai perfettamente il suo trucco colato lungo le guance. Repressi l'istinto di posarle le mani sul viso e toglierglielo e semplicemente le presi una mano, prima di dirle:

«Andiamo a casa.»

La serata non è ancora finita gente

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