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Yunho
A circa metà marzo finalmente Seonghwa ed Hongjoong riuscirono a trovare una casa dove andare a vivere ed iniziarono a trasferirsi. L'affitto non era troppo e l'appartamento era anche abbastanza grande, inoltre era a soltanto un paio di isolati da casa mia, perciò saremmo potuti rimanere vicini per qualsiasi evenienza.
I due avevano anche chiesto a Yeosang se per caso volesse andare a vivere con loro due ma lui aveva detto di no e che preferiva non rimanere di intralcio ai due piccioncini.
«Beh, sarai lo stesso di intralcio a qualcuno, tipo a Yunho e a Misun...»scherzò su il più grande tra noi quel giorno, beccandosi un bicchiere di plastica in testa, facendo volare alcune gocce d'acqua di qua e di là per il salotto.
«Ma sei pazzo? Cosí ci sporchi le mura di casa!»esclamò il fidanzato, lanciandomi indietro un bicchiere di plastica questa volta vuoto, il quale cadde per terra ad un paio di metri da me.
«Cosí impari a sparare stronzate.»gli risposi per poi alzarmi in piedi ed andare a prendere il bicchiere, prima di gettarlo nel secchio dell'immondizia.
«Che mira.»commentai ritornando poi sul divano del nuovo appartamento della coppia, sdraiandomi su di esso e piegando le braccia dietro la testa in cenno di riposo.
«Stai zitto, non ero cecchino per un motivo.»ribattè Hongjoong provocando una risata in tutti noi, poi Yeosang si alzò e venne a sedersi sulla poltrona vicino il divano.
»Yunho, tu sei certo che io non ti dia fastidio? Magari davvero hai bisogno di un po' di spazio per schiarirti le idee su Misun...»mi disse e io alzai gli occhi al cielo a quelle parole prima di mettermi a sedere.
«Non mi serve alcuno spazio per chiarire l'idee su nessuno, so già cosa voglio.»lo rassicurai guardandolo e poi alzandomi di nuovo in piedi e andando in cucina dove Seonghwa stava sistemando le cose in frigorifero.
«E cos'è che vuoi? Illuminaci, perchè noi ancora non l'abbiamo capito.»mi prese in giro lui, ma quando lo guardai in viso capii che in realtà non stesse scherzando e che fosse più che serio.
«Niente, voglio stare da solo. Anzi, mi rimangio quello che ho detto prima: l'unica cosa su cui voglio riflettere è sul ritornare o meno al campo.»dissi sicuro di me e provocai soltanto dei grugniti di disapprovazione da parte degli altri tre.
«Sei cosí noioso.»borbottò Yeosang prima di appoggiare la fronte sul tavolo come segno di stanchezza nei miei confronti, sapevo perfettamente cosa pensavano ma io ero contrario a loro.
«So bene che non dovrei tornare in quel posto e che non ho bisogno di farlo, ma ci devo pensare e devo essere convinto al cento per cento di non volerci andare più. Finchè non sarò io a sbatterci la testa allora non potrò farne nulla a riguardo.»affermai deciso e tutti e tre rimasero in silenzio soltanto a guardarmi a causa del mio tono autoritario. Li guardai per qualche attimo prima di uscire da quella stanza e andarmene in balcone, senza nemmeno saperne il motivo.
Appoggiai i gomiti sulla ringhiera e sporsi la testa più fuori, per poi guardare verso il basso. L'aria fresca di metà marzo mi colpí in pieno e con essa anche i rumori della città attorno a noi, dale persone che chiacchieravano sul marciapiede di fronte ai diversi tipi di motori delle auto che facevano avanti ed indietro per le diverse strade.
Tutto quello che avevo detto era vero. Ero andato all'esercito senza un apparente motivo, avrei potuto aspettare che tutti i miei amici avessero l'età giusta per iscriverci tutti insieme, eppure non l'avevo fatto e me ne ero andato prima del previsto. Più volte ne avevamo parlato con gli altri quattro, e quella era sempre stata l'idea, anche se alla fine io avevo distrutto tutto come mio solito.
In realtà fingevo di non sapere il perchè di quel gesto quando in realtà lo conoscevo benissimo: avevo voluto allontanarmi dalla mia vita passata e, soprattutto, da Misun. Non potevo resistete l'averla vicina a me ogni volta e non poter fare nulla. Avrei cosí tanto voluto provare a baciarla ma proprio non ci riuscivo ed era più forte di me. Certo, tra noi due c'erano quattro anni di differenza, ma a me andava bene cosí, basta che c'era lei al mio fianco.
Mi ero promesso che i miei sentimenti nei suoi confronti si sarebbero spenti nel momento stesso in cui avrei preparato la valigia e sarei partito, ma non era stato cosí e anzi per i primi tempi era stato difficile per me non poterle parlare. Certo, potevo scriverle una lettera ma me lo ero letteralmente vietato e quando poi avevo stretto amicizia con Hongjoong, Seonghwa e Yeosang, tutti e tre mi avevano aiutato nell'evitare di scriverle o anche di pensarla. Certo, era piuttosto difficile, anzi quasi impossibile, ma almeno mi avevano aiutato a far diminuire quello che provavo per lei.
Certo non mi aspettavo che una volta che l'avrei rivista quelli sarebbero tornati di nuovo come un camion in corsa su un autostrada. Non andava bene, non andava affatto bene, e proprio per questo avevo deciso di allontanarmi da lei, per evitare qualsiasi contatto o malinteso.
Non potevo sentirmi in quel modo perchè innanzitutto era la mia migliore amica ed era ovvio che lei non ricambiasse per me, altrimenti non sarebbe rimasta mia amica e semplicemente anche lei come me si sarebbe allontanata oppure me lo avrebbe detto e basta. Anche se non ha molto senso, a ripensarci bene... Ma in più essendo lei mia migliore amica non volevo che la nostra amicizia in quel modo si rovinasse e ciò non avrei proprio potuto permetterlo.
Infine, come se non bastasse, suo fratello era uno dei miei migliori amici e di certo non avrei potuto fare una cosa del genere a Mingi che era stato il mio primo amico. La tentazione c'era si, ed anche tanta e da molto tempo, ma volevo resistere e fino a quel momento c'ero riuscito anche bene.
Mentre continuavo a guardarmi attorno sentii il cellulare in tasca vibrarmi, perciò lo accesi e aprii la chat da chi stavano arrivando alcuni messaggi.
«Oh no...»riuscii a malapena a dire perchè l'attimo dopo le urla dei miei amici mi arrivarono dritte nell'orecchio da dentro la stanza.
«JEONG YUNHO.»venni richiamato immediatamente e l'attimo dopo i tre entrarono nel balcone, afferrandomi poi i polsi e iniziando a tirarmi dentro casa. Avevo già capito cosa sarebbe successo a breve e purtroppo non potevo evitarlo ormai. Nonostante provai ad oppormi non riuscii comunque a scappare dalla loro presa visto che eravamo praticamente uno contro tre.
«Non inventare scuse, noi andremo a questa festa del cazzo.»affermò Seonghwa dando un pugno sul piccolo tavolo di legno facendomo anche tremare, beccandosi però uno scappellotto dietro la nuca da parte del fidanzato che scosse la testa in disapprovazione e lo rimproverò per quel gesto improvviso.
«E ci spaccheremo di brutto!»aggiunse Yeosang alzando le braccia verso il cielo e facendo un urletto, al che io alzai gli occhi al cielo: sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato dopotutto.
Durante l'addestramento avevano continuato a ripetere più e più volte che, una volta usciti di lí, saremmo andati ad una festa in discoteca a fare quello che volevamo, semplicemente a comportarci da ragazzi della nostra età, senza preoccupazioni e senza pensarci troppo. Io ero sempre stato esitante, come al solito fare qualcosa del genere mi sembrava insensato ed eccessivo, per questo ora sapevo che mi avrebbero tormentato per il resto della mia vita se non ci fossi andato.
«Non ci spaccheremo ma ci divertiremo, questo è certo!»Hongjoong corresse il più piccolo il quale semplicemente girò gli occhi e lo guardò con un'espressione del tipo "fai come vuoi, io faccio come dico io".
«Dio santo, perchè dobbiamo andarci! L'ha detto anche Seonghwa, ci staranno solo dei ragazzini e...»ma ovviamente non riuscii a terminare la frase che dovetti esse interrotto.
«E per ragazzini intendiamo anche Misun, perciò avrai l'opportunità di parlarci e magari chiarire questa strana situazione che c'è tra voi.»provò a dire Hongjoong gesticolando animatamente e facendo alzare gli occhi al cielo a me questa golta.
«Infatti, forse tu e lei non ve ne accorgete ma c'è questo alto livello di tensione sessuale quando vi sono vicino, anche Wooyoung e San l'hanno notato.»aggiunse Seonghwa facendo su e giù con le sopracciglia in maniera quasi spaventosa.
«Non c'è nessuna tensione...sessuale, tra noi. Ha diciotto anni, non fate i pervertiti.»risposi dando un pugno sulla spalla al più grande, il quale mugolò.
«C'è eccome, e poi non significa nulla che ha diciotto anni. Non penso che tu alla sua età eri cosí innocente come tu pensi.»ribattè Yeosang mentre io iniziavo a riprendere le mie cose per uscire da quella casa.
«Non lo ero, ma sicuramente non ero perverso come voi tre.»conclusi prima di aprire la porta e chiudermela alle spalle, ignorando le loro urla per farmi ritornare dentro e continuare a parlare.
Cosa succederà a questa festa?
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