Chapter 8 - The Lies Behind the Truth
La vita di Yoru procedeva con il solito ordine, fra compiti, allenamenti e corsi a scuola, anche quella giornata scolastica era cominciata come di consueto ma nell'aria c'era già qualcosa di diverso. Sapeva che la sua amica presto l'vrebbe aggiornata sulle ultime novità, Kat aveva messo alla prova Wright il giorno prima e la bionda era in attesa dei dettagli, trovava strano quell'insolito silenzio da parte della mora, solitamente Kat non perdeva tempo, anche a costo di tenerla sveglia tutta la notte si gettava nei suoi racconti senza freno al telefono.
I corsi di quel giorno erano parecchio impegnativi e la bionda non aveva avuto modo di fermarsi per un po' a chiacchierare con l'amica ma una cosa era riuscita a captarla, qualcosa non quadrava. Kat era seria in volto come non lo era mai stata, sembrava nervosa, i suoi occhi saettavano per i corridoi con sospetto e timore. Prima dell'inizio dell'ultima ora Yoru ricevette un messaggio da parte di Wright: " La festa è confermata, non dire una parola a Kat, ci vediamo alla SPA del Bulgari intorno alle 8 p.m. metti il costume!". La festa per il compleanno della mora era confermata e Wright si era occupato di tutto, Yoru dedusse che non ci fosse nulla che non andasse fra loro, non era lui il motivo dello strano comportamento della ragazza. Yoru notò anche un altro fatto bizzarro alla fine della mattinata, mentre si dirigeva agli spogliatoi della piscina, vide Shane e Kat in disparte nel corridoio, il ragazzo la stava trattenendo per un braccio con un'espressione seria sul volto come non lo era spesso, l'altra, invece, evitava il suo sguardo e con un gesto deciso liberò il braccio fuggendo lungo il corridoio.
Alla fine degli allenamenti la bionda ci stava ancora pensando, doveva essere successo qualcosa fra quei due era pronta a scommetterci. Così quando rientrando a casa Watson la informò della presenza di Kat in camera sua lei non si sorprese per nulla. Una volta entrata nella camera la trovò lì, seduta sul suo letto come una bambina in castigo, con le mani sulle ginocchia e lo sguardo basso.
- Cosa succede Kat? – Yoru pronunciò quelle parole come una sentenza.
- Sono passata a fare una chiacchierata – disse l'altra vaga, cercando di scacciare i brutti pensieri dalla sua mente.
- Su cosa? Quello che è successo ieri? –
Le parole della bionda fecero sgranare gli occhi alla Westwood che drizzò appena la schiena – Ieri? – sembrava intimidita
- La scommessa ... il test a Wright – precisò volutamente dopo la bionda – com'è andato? –
Kat si passò una mano sul viso, stravolta – Bene, non avevo dubbi. Lui è sincero con me ... lui ... non mi tradirebbe mai, sono stata sciocca a mettere in piedi quella pagliacciata, ma dopotutto di cosa mi stupisco? Ultimamente non faccio altro che commettere errori su errori –
Yoru incrociò le braccia sul petto – Beh, allora che ti prende? Si tratta di Shane, no? Vi ho visti oggi in corridoio -
- Sai com'è fatto, non gli è mai risultato semplice accettare una sconfitta - rispose la mora guardando altrove – sono certa che non manterrà la parola e violerà il patto –
- Cosa vi siete giocati? – domandò curiosa la giapponese.
- Visto che ho vinto io dovrà astenersi dal sesso per due settimane –
Yoru sollevò un sopracciglio, anche lei dubitava della parola di Gould ma non era quello il vero nocciolo della questione – E lui cosa ti ha chiesto di fare? –
Kat parve risentita di quella domanda – Ma tanto ho vinto, che importanza ha? –
- Kat ... -
- Un bacio, voleva un mio bacio, ok? - appena pronunciò quelle parole il suo viso si fece rovente – fortuna che ho vinto io, no? –
Era così che alla fine aveva deciso di giocarsela Shane riflettè Yoru, non era sorpresa dalle sue maniere poco oneste, ma quello che non tornava nella visione della bionda era lo strano comportamento dell'amica. Che anche lei alla fine si fosse resa conto dei veri piani di Shane? Ad un tratto il cellulare di Kat prese a squillare e dopo aver visto chi fosse la mora cominciò ad ignorarlo, naturalmente era Shane, Yoru scorse più di una chiamata persa da parte sua.
- Senti sono qui per un favore - mormorò la ragazza leggermente in imbarazzo – ti dispiace se dormo da te stasera? –
Era evidente che fosse successo qualcosa di grosso ed era evidente anche che Kat stava cercando di nasconderlo, Yoru non poteva biasimarla per questo, forse non si sentiva pronta per parlarne, d'altronde questa era la tecnica preferita dall'amica. Lei cercava sempre di ignorare i problemi sperando che si risolvessero da soli, ma quando decideva di rendere Yoru partecipe allora si costringeva guardare in faccia la realtà e smettere di scappare. La bionda constatò che Kat si trovava ancora in piena fase di negazione.
- Escluso – dichiarò in fine Yoru mandando i sogni dell'amica in frantumi.
- Andiamo! Tu sei la mia migliore amica! Ti prego, solo per stanotte! – la supplicò la mora.
- Non so cosa tu stia nascondendo Kat e capisco il tuo riservo, ma questa casa non sarà la culla per crogiolarti nelle tue infantili fantasie su quanto il mondo sia perfetto e tutto vada bene... fidati, basta guardarti in faccia per capire che le cose non sono così rosee – la voce di Yoru era limpida e tagliente come sempre – quindi smettila di fare la bambina piagnucolona ed affronta la realtà –
Naturalmente anche Yoru aveva i suoi segreti e come l'amica voleva restare lì per fuggire, lei voleva che non restasse per permettere a se stessa di fuggire. Non aveva dimentico che la sera successiva ci sarebbe stato il compleanno di Kat e quindi non sarebbe potuta andare al parco, così quella era l'unica sera utile. Yoru pensò a Konnor in quel momento ed al fatto che avrebbe voluto avvisarlo della sua assenza la sera successiva.
- Non hai torto - ammise alla fine Kat, seppure con voce tombale - affronterò i miei problemi, non sono più una bambina.
- Esatto –
La bionda sapeva che quella determinazione sarebbe svanita davanti alla prima difficoltà ma non se ne curò, forse era davvero arrivato il momento che Kat imparasse a fare i conti con le conseguenze delle sue azioni.
Quando la sera giunse ed i coniugi Knowles si furono addormentati Yoru non indugiò oltre, non passò il tempo a fissare la finestra come sempre o a riflettere su quello che stava facendo. Ormai era diventata una cosa naturale, sarebbe andata a trovare Konnor al parco, ormai era diventato un insolito appuntamento fisso che la ragazza non si sentiva di tradire.
Allo stesso modo la pensava il giovane che si presentò sul posto in perfetto orario e si sedette sulla panchina in attesa della bionda che non tardò ad arrivare. Quando si tolse il cappuccio Yoru gli dedicò una leggera occhiata con un sorriso velato.
Si sedette accanto al ragazzo sulla panchina e lui le allungò un pacchetto, era ancora la pasticceria di Annie – Una piccola sorpresa, sono curioso di scoprire se ho indovinato i tuoi gusti ... -
Yoru scosse la testa leggermente ed aprendo il pacchetto vide una fetta di crostata alla ciliegia – complimenti hai indovinato ... mi piace la ciliegia –
Konnor rise e sollevò una mano in segno di vittoria – Visto? Altre poche sere e non avrai più segreti per me ragazza misteriosa – le fece l'occhiolino.
Anche la bionda si lasciò andare ad una risata, diede un morso alla crostata – questi dolci sono davvero buoni ... la tua amica ha molto talento –
- Si, ha sacrificato molto per potersi permettere la pasticceria, ma credo che sia davvero la sua vocazione – mormorò il ragazzo andando per un attimo con la mante alla sua amica.
- Nella mia famiglia si pensa che chi sia in grado di preparare dolci buoni abbia un anima pura e volta al sacrificio, chi riesce a cucinare dei dolci lo fa per gli altri, perché vuole essere di conforto, una sorta di punto di riferimento, una persona altruista ... - spiegò Yoru.
- Sembra sentirti parlare di Annie, lei è proprio così, si è spesa tanto sia per me che per gli altri ragazzi ... e non ci ha ricavato molto ... ma è quello che continua a fare- mormorò Konnor adesso con un pizzico di tristezza, poi scosse lievemente a testa – e tu? Sai fare i dolci? – la domanda era volutamente tendenziosa a quel punto.
- No, sono brava solo a mangiarli – chiarì Yoru con un sorriso - e questo fa di me una persona vorace alla ricerca delle debolezze degli altri - Konnor le diede una lieve spinta e per un momento la pelle della ragazza si accapponò nel punto in cui lui l'aveva toccata – mia nonna .... – continuò – mia nonna Hikari cucina dei dolci buonissimi ... -
- Vive in Giappone? –
- Sì, andiamo a trovarla d'estate qualche settimana, vive nel paese originario di mia madre –
- Deve essere bello, io non sono mai uscito dall'Inghilterra – mormorò Konnor.
- E' un mondo diverso, quasi non sembra neanche il pianeta terra, si guardano le cose con un'altra prospettiva – rispose la ragazza, poi un'altra idea si introdusse nei suoi pensieri – Annie ... non lo sa vero ... -
Non c'era stata nessuna domanda precisa ma Konnor aveva inteso chiaramente quello che la bionda voleva sapere – all'inizio lo sapeva, ovviamente non era d'accordo, poi la situazione si è fatta spinosa ... il suo ragazzo, Harley, aveva cominciato a farsi di eroina, pesantemente ... hanno rotto, vederlo devastarsi così l'ha spinta a detestarci, detestare ogni cosa che fosse legato a quel mondo, così ci ha chiesto di scegliere fra la sua amicizia e la banda –
Yoru sollevò gli occhi al cielo a contemplare la notte – e voi avete mentito –
Ci fu un lungo silenzio, Konnor non disse nulla, non si sentiva giudicato perché non era quello che la ragazza aveva fatto, semplicemente per un paio di secondi non ci fu nulla da aggiungere, era tutta lì la triste verità.
- Cosa sa? – chiese alla fine Yoru.
- Che lavoro part time in un ristorante polacco, che sono uscito da tutta quella merda che ha ridotto il suo ragazzo un tossico senza speranza, che rigo dritto – c'era amarezza in quelle parole.
- Ti fai? – ancora una nuova domanda senza alcun tono in particolare, il rosso spostò lo sguardo sulla ragazza e trovò i suoi occhi scuri che lo fissavano, ma c'era solo interesse.
- No, non ho mai toccato niente del genere ... la droga ed il rispetto delle gang non è esattamente il mio interesse principale –
- Perché ci sei dentro allora? –
- Perché sono quello che tiene tutto in equilibrio, lo faccio per Skull e gli altri, lui è troppo impulsivo, non sa ragionare lucidamente e senza una voce fuori dal coro i gemelli lo seguirebbero senza neanche valutare altre opzioni e si farebbero ammazzare tutti – scosse le spalle – lo faccio perché loro non sanno cavarsela ... perché c'è ancora chi ha bisogno di me lì, perché sono quello che accompagna Harley ai centri di disintossicazione e va a riprenderlo quando esce e poi ce lo riporta quando ha le ricadute ... e ancora .... Ancora ... ci sono dentro per assicurarmi che Annie non veda quello che verrebbe fuori –
Yoru ascoltò il racconto in silenzio, totalmente rapita da quella realtà, da quella persona che non sembrava minimamente ciò che era in realtà, quanta responsabilità c'era dietro ad un ragazzo con i capelli rossi pieno di tatuaggi, che apparentemente sembrava solo uno dei tanti sbandati dei bassifondi inglesi.
- Devi essere anche tu bravo a fare i dolci dopotutto – si lasciò sfuggire.
Konnor accennò un altro sorriso e si spostò appena sulla panchina, si avvicinò a Yoru che lo lasciò fare, sporse una mano verso di lei e le accarezzò lievemente i capelli.
- Chi diavolo ti ha messo sulla mia strada? – diede voce a quel pensiero inaspettatamente.
La bionda reclinò la testa di lato – Strano, vero? Quello che può portare la notte ... -
- Già, a volte mi chiedo se tu esista davvero fuori da questo parco - Konnor si sporse ancora un po'.
- Chi lo sa ... - sorrise Yoru, uno di quei sorrisi misteriosi che il ragazzo fissava rapito, rendeva i suoi occhi ancora più neri e profondi, fu come se scavasse una nicchia nel profondo del suo petto.
- Domani sera voglio portarti in quel posto ... - mormorò il rosso.
Yoru si destò, ricordando a malincuore il suo impegno – domani non potrò venire, è il compleanno della mia amica Kat-
Konnor sorrise – Quella ingenua brava a mettersi nei guai? –
- Già, credo che sia già nei guai a dire il vero - si rese conto Yoru – ma volevo venire qui a dirti di non aspettarmi domani ... -
- E' stato molto gentile da parte tua - il tono del ragazzo era di scherzo ma poi si fermò a riflettere e d'un tratto divenne serio - visto che domani salta allora ci rifaremo dopodomani, voglio farti fare un giro della zona, quindi non inventarti scuse e accetta –
- D'accordo –
Fu con quella promessa che si separarono quella sera, anche se da giorno in cui si erano conosciuti nessuno dei due si era separato davvero dall'altro, perché finivano sempre per pensare alla sera, ai loro incontri ed a come si sentivano. Come stava lentamente cambiando qualcosa nella loro vita, sembrava davvero assurdo che quelle poche ore riuscissero ad alleggerire così i loro animi. Avevano ragioni diverse per essere lì e Konnor ignorava totalmente quelle di Yoru, però quando si ritrovavano, per qualunque ragione si stessero cercando, il loro animo si acquietava ed i fardelli che la vita gli aveva messo addosso sembravano perdere d'importanza.
Kat Westwood aveva imparato a mentire crescendo, aveva capito che non tutto quello che voleva fare era ammissibile in una vita come la sua, così aveva finito per creare l'immagine accettabile di sé stessa per la società, la brava ragazza con un futuro luminoso davanti a sé, circondata da amiche e piena di impegni sociali. Quel pomeriggio non stava andando diversamente dagli altri nonostante la ragazza non si sentisse assolutamente in vena.
C'era la festa di pensionamento del professor Hermen da organizzare ed il suo comitato avrebbe dovuto occuparsene, così cercò di non pensare al resto, ma ignorare quella strana sensazione di oppressione al petto non era per niente semplice.
- Vogliamo qualcosa di chic, niente cadute di stile, ragazze. Il professor Hermen ha insegnato alla Ashbourne per trenta lunghi anni, essendo un personaggio molto influente ci aspettiamo che a questa festa partecipino i suoi amici altrettanto in vista. Nessuno di noi vuole fare cattiva figura - Kat parlava con voce vuota, riassumendo subito dopo i piani per la settimana entrante. Si era gettata a capofitto in quel lavoro per evadere dai suoi problemi, il risultato non era neanche lontanamente accettabile, i suoi problemi non volevano essere evitati, anzi continuavano a seguirla ovunque andasse, quello era il motivo principale per cui avrebbe voluto trascorrere il pomeriggio nella sicurezza di casa sua.
- Che c'è? - Tamara stava fissando un punto oltre le spalle della ragazza, Kat fu costretta a voltarsi per incontrare subito dopo la figura ben nota di Shane Gould. Se ne stava appoggiato alla libreria della biblioteca, il suo viso solitamente pieno di malizia era decisamente cupo in quel momento, Shane non amava essere ignorato e a dirla tutta quella era anche la prima volta in cui gli capitava una cosa del genere. Kat si agitò immediatamente, le stava dando il tormento da due giorni ormai, Shane Gould era come un dannato demonio con il dono dell'onnipresenza, ovunque andasse lui era lì, felice di metterla a disagio con le sue occhiate piene di tacite parole. Gli ricordava la statua del Lucifero custodito nella cattedrale di Saint-Paul di Liegi in Belgio, così imponente e altrettanto disperato, riusciva a farla sentire inadeguata perfino a quella distanza.
- Scusatemi un attimo -
Kat si sollevò dal tavolo della biblioteca con espressione furente, lasciando le sue amiche a sbrigarsela da sole, poi si diresse impettita verso il ragazzo che adesso aveva preso a stuzzicare appena la propria cravatta.
- La regina è pronta a ricevermi ... che onore - aveva commentato quello con un sorrisetto cattivo che irritò Kat all'inverosimile - temevo di essere morto senza essermene accorto, come in quel film con Bruce Willis. Sono forse diventato invisibile? Sarebbe la punizione peggiore per me!
- Dannazione Shane, smettila di dire stronzate e dimmi che diavolo vuoi da me! Perché continui a starmi addosso? - Tagliò corto Kat con un tono rabbioso.
- Me lo stai chiedendo davvero? Io e te dobbiamo parlare di quello che è successo tre sere fa - ribatté il ragazzo puntando gli occhi verdi in quelli scuri di Kat che tentò disperatamente di non abbassare il capo, osservarlo in modo così diretto le riportava alla mente ricordi che stava cercando di rimuovere in ogni modo possibile
- Non c'è niente da dire. Non è successo niente. - continuò quella facendo ridere Shane che si coprì la bocca con la mano
- Niente? Stai veramente negando la verità dei fatti? Anche adesso? Sei incredibile, ma non credere che funzionerà con me -
- Cosa vuoi che ti dica? Perché continui ad ossessionarti su questa storia? Non puoi continuare ad appostarti ovunque mi trovo! Devi smetterla - Kat non voleva perdere le staffe, soprattutto all'interno della biblioteca scolastica, ma aveva idea che Shane Gould non avesse recepito il messaggio, glielo leggeva su quel volto stizzito - senti, torna pure alla tua vita fatta di dissolutezza! Facciamo finta che la scommessa non ci sia mai stata, ok? Adesso vattene a casa e portati a letto chi ti pare, sei libero. Contento adesso? -
- Non è questo il punto, Westwood. Dobbiamo parlare di quel bacio -
Quel bacio. Lo aveva detto ... non era più possibile evitarlo, Shane lo aveva detto ad alta voce ed adesso quel bacio prendeva davvero forma, Kat era sul punto di urlare, si morse le labbra, flashback crudeli di quella sera la travolsero improvvisamente, il profumo di Shane, le sue mani che vagavano lungo la sua schiena, quella bocca carnosa e fresca che lasciava scie infuocate sulla sua pelle ...
- Mi hai baciato, Westwood. Come la mettiamo adesso? Tu puoi anche soffrire di demenza senile precoce, ma non io. Io lo ricordo bene, potrei anche descriverti la scena a parole, potrei perfino metterla in musica o farti un disegno. -
- Sta zitto! -
- Lo farò dopo che mi avrai spiegato perché mi hai baciato - Continuò quello imperterrito, puntando gli occhi sul viso mortificato della mora.
Kat era ammutolita, si sentiva gelare dentro nonostante sentisse caldo fuori, era una sensazione così strana da spiegare, non riusciva a pensare razionalmente, tutto quello che aveva fatto non era razionale in effetti.
- N-non puoi dirlo a Wright -
- Ma mi senti quando parlo? - Sbottò il ragazzo, sospirando forte - perché mi hai baciato? -
- Non è come sembra! - Ribatté la mora
- E come sarebbe? - Chiese a quel punto il ragazzo con una spiccata curiosità sul bel viso altrimenti freddo
- L'ho fatto per dimostrarti che non saresti riuscito a rimanere fedele alla tua promessa. Vedi, hai finito per baciare una persona esattamente dieci minuti dopo la fine della scommessa! Sei un perdente, Gould. -
Shane rimase profondamente perplesso, per un attimo perse perfino le parole, Kat era nel panico più totale, chissà se si illudeva davvero che il ragazzo potesse mandare giù una scusa del genere, lui la trovò così divertente che scoppiò a ridere un attimo dopo.
- E' una biblioteca questa, fate silenzio lì sotto! - li rimproverò un insegnante mentre Kat si sentiva morire dentro
- Che diavolo hai da ridere? Ti ho spiegato le mie ragioni, adesso togliti di mezzo. -
Shane era rilassato, continuava ad osservare la ragazza con il suo solito sguardo malizioso che tanto la metteva in imbarazzo
- Ti è piaciuto? -
Non era quello che la ragazza si aspettava di sentire - Va al diavolo! Lasciami in pace, dannazione. Sparisci! -
Kat si incamminò nuovamente verso il suo tavolo, per un attimo si aspettò che Shane l'avrebbe trattenuta in qualche modo, ma per fortuna non fu così, lo vide andar via scuotendo appena la testa e soltanto quando fu ormai lontano Kat ebbe il coraggio di tornare a respirare nonostante il disagio che provava allo stomaco.
- Tutto bene? - chiese Tamara con tono indagatore - cosa voleva Shane? -
- Soltanto parlare della festa del mio compleanno - mentì frettolosamente la ragazza, cercando di mostrarsi sorridente
- Wow! Che cosa faremo quest'anno? Le ragazze non hanno ancora smesso di parlare di quanto sia stata figa la festa dell'anno scorso! Ci stupirai, Kat? -
La mora non aveva assolutamente idea di quello che avrebbe fatto per il suo diciannovesimo compleanno, per la prima volta non ci aveva pensato, la sua vita aveva preso una brutta piega e non aveva neanche avuto il tempo di preoccuparsi anche di quello.
- E' una sorpresa, dovete soltanto aspettare ancora un paio di giorni! - disse quella salvandosi in extremis. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, nonostante la sua voglia di festeggiare fosse sotto terra. Che festa meritava una come lei? Che cosa aveva fatto di buono per poter festeggiare un anno in più? Di certo non era diventata più saggia o matura nell'ultimo anno ... aveva soltanto incasinato la sua vita passo dopo passo, commettendo degli errori madornali che la stavano conducendo dritta alla follia.
Incontrare Wright all'uscita da scuola fu un altro colpo al cuore, Kat rise nonostante avrebbe voluto piangere. Sentì la mano del ragazzo cercare la sua mentre percorrevano i gradini della Ashbourne e facendosi coraggio la prese.
- Va tutto bene adesso? - il viso di Wright era intriso di preoccupazione
- Certo che sì - il nodo allo stomaco di Kat si contorse nel pronunciare quelle semplici parole, fece finta di niente, si strinse di più al braccio del suo ragazzo, osservando gli occhi scuri e profondi di Wright distendersi appena, aveva voglia di baciarlo e dimenticare ogni cosa. Quel gesto fu inaspettato per entrambi, Kat si lasciò andare tra le braccia del suo ragazzo, baciandolo lentamente e allo stesso tempo con trasporto. Andava tutto bene, si diceva, quello che stava facendo era giusto ed era ciò che voleva. Uno stupido bacio dettato da qualche bicchiere di troppo non avrebbe potuto distruggere la sua relazione, lei non lo avrebbe permesso.
Il bacio si fece infuocato, qualche studente si fermò a guardare, ma nessun occhiata fu più pungente di quella di Shane. Kat sentì il suo cuore mancare un battito mentre si scioglieva da quel bacio e tornava a procedere verso la strada, notando subito che Shane era lì, appoggiato alla sua limousine con un'espressione indecifrabile sul volto.
- Ehi, cugino! Torniamo a casa con te oggi? - Wright stava procedendo verso l'altro seguito da una Kat ormai nel panico più totale
- Perché no? Dannate lezioni, non ci vediamo come si deve da un bel po', scommetto che abbiamo parecchie cose da raccontarci tu ed io ... - Shane aveva parlato con un tono apparentemente normale, ma alla ragazza non sfuggì quella minaccia velata.
- Wright, credo che dovremmo andare con Yoru oggi, le ho già detto che ci avrebbe dato un passaggio - Disse immediatamente la mora, frapponendosi tra i due cugini, la paranoia la faceva sovrana o era davvero il caso di preoccuparsi?
- Ok, ok ... - Wright era visibilmente perplesso, fece spallucce mentre salutava il cugino e veniva trascinato con forza dalla sua ragazza oltre la strada, diretto all'auto della bionda.
Kat pensava di essere finita in un dannato incubo, la sua amica li accolse in macchina senza poter fare a meno di notare il viso cereo della mora, ma non osò chiederle nulla, non con Wright in ascolto. Sapeva che i segreti di Kat coinvolgevano anche lui, poteva sentirlo, si chiese soltanto che cosa avesse combinato adesso per stare così male. Il viaggio fu breve, Wright fu il primo a scendere al centro di Kensington, dove l'ufficio legale del padre lo aspettava
- Questa pratiche mi uccideranno di noia prima o poi, lo giuro - aveva commentato prima di ringraziare Yoru per il passaggio e baciare la sua ragazza. Soltanto quando lo sportello venne chiuso Kat si lasciò finalmente andare.
- Sto impazzendo, Yoru ... non ce la faccio più ... - disse concitatamente, le sue mani tremavano, cercò di trattenere le lacrime ma con scarsi risultati, si ritrovò a piangere sotto gli occhi confusi dell'altra
- Adesso ti va di parlarne? -
Kat scosse il capo convulsamente - No, vorrei non farlo per il resto della mia stupida esistenza, ma è troppo tardi ... sono in trappola Yoru ... ho fatto un casino, la mia vita perfetta sta sfuggendo via dalle mie mani e non sembro essere capace di fermare questo declino -
La bionda poggiò una mano sulla coscia tramante dell'amica, quel contatto era insolito da parte sua, avveniva soltanto in casi estremi e quello lo era decisamente. Kat provò a prendere respiro, sapeva che Yoru l'avrebbe ascoltata fino alla fine, lo faceva sempre, ma l'imbarazzo che provava era fin troppo cocente.
- Cos'è successo con Shane? -
Kat rimase a bocca aperta, soltanto sentire quel nome le provocò una nuova ondata di lacrime e rabbia, Yoru lo aveva capito, ma lei doveva trovare la forza di affrontare tutto quello
- S-sono i miei dannati ormoni, ok? Avevi ragione tu, quella storia sulle donne in ovulazione! -
Yoru sgranò gli occhi - V-voi due ... non dirmi che ... siete andati a letto ... -
- No! - Kat stava urlando, sconvolta - Mio Dio no!!! Non dirlo mai più! E' stato soltanto un bacio ... un bacio dettato da qualche bicchiere di troppo e dai suddetti ormoni ... non so cosa mi sia preso, non riesco a capirlo! -
- E' successo che sei un idiota, Kathleen Westwood! -
- Non chiamarmi idiota! - Kat aveva ripreso a piagnucolare, Yoru si pentì immediatamente di quell'epiteto
- Shane? Shane Gould? Hai idea di cosa hai fatto? Mettersi a pomiciare con il diavolo in persona? Neanche tu puoi essere tanto scema, Kat. Hai sicuramente sbagliato cugino -
- Non prendermi in giro! - Kat era disperata, si nascose il viso tra le mani - i-io mi sono sicuramente confusa con i cugini, è l'unica soluzione possibile.
- Potresti aver contratto venti malattie sessualmente trasmissibili ancora da scoprire ... -
- Vuoi rincarare la dose? - Urlò la mora, adesso rossa in viso e scossa da singhiozzi disperati - ok, sono stata una merda, va bene. Mi sento in colpa adesso, in un modo terribile ed inspiegabile ... baciare Wright ... vedere come mi guarda e sapere ciò che ho fatto con suo cugino, ma cosa posso fare? -
- Non devi dirgli nulla, Kat. -
- Cosa? - la ragazza osservò la bionda ad occhi sgranati - ne sei sicura? -
- Riflettici: Perché dovresti? A quanto vedo hai già abbastanza casini di tuo, mettere Wright al corrente di quanto è successo non farebbe altro che gettare altra benzina sul fuoco. Sii pratica ... cerca di andare avanti con la tua vita adesso. Ammesso che tu voglia rimanere con Wright -
- Certo che lo voglio! Ma Shane ... lui non me lo permetterà - ammise la ragazza - continua a seguirmi, vuole parlarne mentre io vorrei soltanto rimuovere tutto immediatamente! Lo dirà a Wright, ne sono sicura -
Yoru si portò una mano alle tempie, massaggiandole lentamente, Kat stava cercando di rendersi presentabile asciugando le lacrime con dei kleenex, vederla in quelle condizioni la faceva incazzare, di certo la sua amica era stata particolarmente disattenta, ma Shane sapeva come infierire.
- L-lui è come un dannato ragno ed io sono una piccola, sciocca mosca caduta nella sua rete! N-non si limiterà ad uccidermi, no! Mi arrotolerà nella sua tela e mi disseccherà giorno dopo giorno, sarà una lenta agonia la mia -
- Dovrai parlargli, se davvero tiene alla vostra amicizia non lo farà. -
- Credo sia incazzato ... non capisco ... - Kat tirò su con il naso - non potresti parlargli tu? Sei sempre stata tu quella diplomatica tra noi due! -
Yoru la fulminò con lo sguardo - Escluso. Ti ci sei messa tu in questa posizione, adesso dovrai uscirne con le tue gambe ... stai per compiere diciannove anni, Kat ... è arrivato il momento di imparare a badare a te stessa. -
Le parole della ragazza, per quanto fossero dure, suonarono dolcemente nell'aria, tanto da rincuorare per un attimo l'amica
- Non gli dirà niente, Kat ... -
Su quello Kat non avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco, c'era qualcosa nello sguardo di Shane che l'aveva scossa dentro, era come se fosse stata declassata, quello non era uno sguardo che si dedicava ad un'amica, Shane l'aveva puntata come faceva con le sue prede. Al solo pensiero Kat tremò.
Gemma Vaussier bussò appena sulla porta semiaperta prima di entrare nella suite del figlio. Alcuni operai stavano trafficando con il grosso terrario di Jessica, uno di quelli imprecò nel tentativo di incassarlo al muro.
- Finalmente hai deciso di portare con te quel disgustoso animale - disse a mo' di saluto la donna, gettando la sua giacca di pelle sul divano
Shane non mosse neanche il capo, continuò a preparare il suo cocktail, infilando due cubetti di ghiaccio alla fine
- No, Gemma, tu non ti trasferirai qui. -
La donna ruotò gli occhi al cielo - Spiritoso, questo è un tratto che non appartiene di certo a tuo padre. Vuoi ancora tenermi il muso o hai deciso di comportarti da uomo? -
- La prima, ma adesso perché non vieni subito al sodo? - commentò il figlio voltandosi lentamente verso la donna con il drink alle labbra - so cosa sei venuta a fare, ti stai assicurando che il tuo unico figlio disponibile sia ancora il volto centrale della tua collezione autunno-inverno - aggiunse dopo aver bevuto un sorso di liquore.
- Lo sarai? - chiese quella con un sorriso mellifluo sul volto che le fece brillare gli occhi verdi
- Beh, sai quanto mi piace stare al centro dell'attenzione. Lo farò ... - la donna stava per ribattere entusiasta quando Shane la interruppe - ma in cambio voglio qualcosa. -
Gemma sospirò - Hai un conto corrente che prosciughi ogni giorno e che io e tuo padre siamo così gentili da rifornire mensilmente, credi davvero di essere nella posizione di poter chiedere altro? -
Shane sorrise, aspettava una risposta del genere in effetti - I segreti valgono questo ed altro. A nessuno piace tenere la bocca chiusa quando invece avrebbe parecchie cose da dire sui propri genitori. Chissà quanto sarebbe disposta a pagarmi la stampa ... forse dovrei informarmi, probabilmente ne frutterei parecchio -
- Non lo faresti - Gemma stava perdendo la sua sicurezza attimo dopo attimo - non faresti questo alla tua famiglia. -
- Ne sei così sicura? - Shane non batté ciglio, provava quasi un senso di soddisfazione nel vedere sua madre cedere
- Bene, dimmi cosa posso fare per te allora - Il suo tono era stizzito, quelle parole gli costarono care.
- Voglio un gioiello unico nel suo stampo e voglio che sia Simon Borge a crearlo. -
La donna rise forte - Stai vaneggiando, tutto quell'alcol non ti fa bene. Neanch'io posso fare tanto -
- Quindi sei buona soltanto a portartelo a letto quando Robert è fuori per lavoro? - Shane mise su un'espressione fintamente delusa - ops,che maldestro... ho appena spifferato un segreto - disse poi facendo una smorfietta.
- Smettila immediatamente. Non permetterti di parlarmi in questo modo. -
- Invece posso e lo faccio, cara madre - Shane sospirò forte prima di appuntare qualcosa su un taccuino abbandonato sul tavolino basso - niente anelli, troppo impegnativi, facciamo un collier ... che non badi a spese, deve luccicare, deve luccicare così tanto da renderla cieca. -
- Shane ... -
- Gemma - il ragazzo rise e passò il foglio alla donna che fu costretta a prenderlo - non sto scherzando, voglio quel collier e voglio che sia un Borge e deve essere pronto entro due giorni esatti. - concluse candidamente di fronte al viso sempre più scosso della madre.
- Bene - cedette alla fine dopo essersi ricomposta mentre i suoi occhi gelidi scrutavano il viso del figlio - la Westwood avrà il suo collier. -
Shane nascose lo stupore dietro un sorriso freddo, come aveva fatto a capire chi fosse la fortunata? - Bye Gemma -
- Ci vediamo lunedì per lo shoot fotografico. - disse quella in un sussurro prima di riprendere la sua giacca e sparire a passi veloci oltre la porta.
Il rumore dei suoi tacchi in allontanamento era musica per le orecchie del Gould che tornò nella sua stanza lasciandosi cadere sulla poltrona di pelle nera, le sue unghie sfiorarono i braccioli, le fece scorrere appena, poi si alzò di scatto e andò a recuperare la piccola busta di plastica ben nascosta nella libreria. Sistemò una scia perfetta della polverina sulla scrivania prima di tirarla su con una banconota arrotolata. Alla fine precipitò sul letto, l'ultima cosa che sentì fu il lieve sibilo di Jessica che lo stava raggiungendo.
ANGOLO DELLE AUTRICI: Eccoci di nuovo qui! Il contenuto di questo capitolo potrebbe essere riassunto con un detto famoso " Chi semina vento, raccoglie tempesta" eheheh, in effetti qualcuno potrebbe essere nei guai :P Chi tra di voi pensa che la sincerità paghi? E voi cosa fareste trovandovi nei loro panni?
Speriamo che la storia vi stia prendendo, nel frattempo a presto e buona lettura!
Speriamo che la storia vi stia prendendo, nel frattempo a presto e buona lettura!
- BLACKSTEEL -
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