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Chapter 7 - Consequences

Quando la notte era scesa su Kensington Yoru si era spostata alla finestra ed aveva osservato attentamente il paesaggio, sapeva che in quella direzione proprio davanti a lei c'era Chelsea e quando si sollevò il cappuccio per dirigersi in città sapeva anche che lo stava facendo spontaneamente e consapevole del fatto che lo avrebbe trovato lì.

Quando la figura scura ed esile di Yoru si inoltrò nel parco deserto si mosse rapida verso quello che ormai era diventato il luogo di incontro silentemente stabilito. Il lampione e la panchina erano proprio davanti a lei, per un attimo non vide altro, il ragazzo non era seduto al solito posto e questo la spinse a voltare la testa dubbiosa alla sua ricerca. Forse non era venuto concluse in un primo momento, magari ritenendo che la ragazza non si sarebbe presentata vista la sua assenza la sera precedente.

- Sono qui – la voce felpata e bassa di Konnor raggiunse le orecchie della ragazza in un soffio leggero come il vento fresco di quel luogo, per un attimo si chiese se per caso lui non facesse parte di quel parco, se non fosse altro che il frutto della sua mente.

Yoru tirò giù il cappuccio e rivelò il suo viso al ragazzo che adesso veniva più avanti e si mostrava chiaramente alla luce del lampione. I suoi occhi indugiarono prepotentemente sulla figura della bionda che si ritrovò come di consueto a spostare lo sguardo.

- Ero un po' preoccupato, non ti sei presentata ieri – le disse appoggiandosi al lampione.

- Ho avuto un impegno, non sono riuscita a liberarmi ... spero tu non sia rimasto qui troppo tempo – mormorò la ragzza con un velo di tristezza.

- Sei piuttosto puntuale, dopo un quarto d'ora ho capito che non saresti venuta, temevo di aver fatto qualcosa di sbagliato –

- Niente affatto, tu ... quello che fai va bene –sussurrò la bionda.

-Spero che la tua amica stia meglio – disse quello– mi sei sembrata preoccupata–

- Sta bene al momento – chiarì Yoru – spero che Skull si sia ripreso ... - c'era del divertimento adesso nella sua voce.

Quella lieve ilarità si spostò anche su Konnor che adesso aveva le labbra tese nel suo solito sorriso rilassato – beh il suo naso sta bene se non altro ... ha ancora un bel livido violaceo intorno agli occhi, ma questo attira le ragazze ... o almeno quelle che piacciono a lui – fece una breve pausa in cui si avvinò ancora alla bionda – naturalmente non ti offenderai se ha ritoccato un po' la storia su come se lo è procurato –

Yoru sorrise, forse il primo sorriso spontaneo in presenza di un estraneo che emetteva da anni – naturalmente ... essere picchiato da una ragazza non fa molto figo –

- Già soprattutto se si sapesse nel nostro giro – rise ancora.

- Che giro? – chiese Yoru con una punta di curiosità posando nuovamente lo sguardo sul ragazzo.

Gli occhi verdi di Konnor incrociarono subito i suoi, sembravano aver preso ancora più corpo ed essere sempre più profondi – guarda, guarda .... Io non so nulla di te ma tu fai domande adesso, come dovrei regolarmi? – la bionda si ritrovò in imbarazzo, come se fosse stata colta in fallo – potremmo fare un po' ciascuno, che ne dici? –

- Escluso –

- Dai ... sono certo che sarei io ad avere più cose da perdere, cosa ci può essere di così temibile dietro ad una ragazza così carina? – ribattè lui reclinando la testa.

- Sarei carina adesso? –

- Non ho mai affermato il contrario – sorrise lui – beh, so che ti chiami Yoru ... e dalle poche conoscenze di giapponese che possiedo so che significa notte –

- Conosci il giapponese? – era perplessa.

- Solo qualche parola sentita per strada ... e la mia pronuncia è imbarazzante quindi te la risparmio, ma in compenso ho un quesito per te – senza accorgersene i due erano molto più vicini adesso, seduti sulla solita panchina in penombra – il tuo nome ha a che fare con il fatto che tu sia qui? Insomma esci spesso di notte perché significa qualcosa per te? –

Yoru sgranò gli occhi, chi diavolo era quel tipo? La sua stessa coscienza era in allarme davanti a quella figura, non la conosceva e lei non conosceva lui, eppure ogni sillaba era così puntuale, così precisa. Era la prima volta che un essere umano riusciva a sorprenderla tanto, sembrava più vicino al suo universo che chiunque avesse mai conosciuto.

- E' possibile – rispose alla fine scuotendosi da quello stato di torpore e stordimento.

La risata felpata di Konnor irruppe nuovamente dalle sue labbra carnose – mi sembri parecchio vaga in proposito, ho davvero pensato parecchio a quei pochi indizi che mi hai dato, potresti almeno essere chiara su qualche punto –

- Perché? – quella domanda uscì di getto dalla bocca di Yoru – perché hai perso tanto tempo? Cosa vuoi da me? Perché vieni qui? Non capisco –

- Ti trovo interessante – rispose semplicemente il rosso – te l'ho detto, hai catturato il mio interesse quindi voglio capire il più possibile di te ... ti ho già detto che sei parecchio diversa dalle persone che ho conosciuto –

Yoru spostò gli occhi al cielo, osservando le stelle che affioravano a fatica dall'oscurità della notte e lottavano per restare visibili nonostante le luci della città.

- Tu che genere di persone conosci? Intendo nel tuo ambiente – la domanda della ragazza era volutamente tendenziosa.

Konnor scosse la testa – Non riesci proprio a passarci sopra eh? Beh se ci tieni posso anche dirtelo, come se non avessi capito ... -

- Stai in una gang? – non era proprio una domanda quella di Yoru.

- Già ... sono miei amici, abbiamo messo su la banda quando siamo arrivati qui, parecchio tempo fa ormai - la mente del ragazzo era andata indietro a recuperare ricordi che aveva relegato quasi ad un'altra vita –sono bravi ragazzi ... insomma, persino Skull, non è poi così male –

- Che razza di nome è Skull ? – chiese Yori francamente perplessa.

Konnor rise – E' un soprannome, il suo vero nome è Chandler ... - ci fu un attimo di silenzio e poi i due scoppiarono a ridere – non dirgli mai che te l'ho detto! –

Yoru aveva le lacrime agli occhi – Mio Dio, che idiota! Ha il nome che si merita – spostò lo sguardo sul ragazzo – non lo sanno vero ... loro, che sei qui con me? –

- Non adesso - mormorò – non ancora -

- Non dire a nessuno di me, dico davvero, preferisco così –

- Non è mia intenzione – la rassicurò il ragazzo – sentiti libera di dirmi quello che vuoi, resterà fra di noi ... ed a questo proposito vorrei tanto sapere che genere di amicizie sono le tue, magari sono collegate con il fatto che combatti così bene –

Yoru ricordò per un momento la prima volta che Shane aveva provato a toccarle il sedere e lei lo aveva prontamente catapultato a terra con una sola mossa.

- Può darsi – disse con un leggero sorriso – comunque non ho molte amicizie, solo una mia amica parecchio incasinata, il suo ragazzo tenero ma decisamente ingenuo ed un tipo pervertito e parecchio irritante ... -

- Sembra un gruppo variopinto – rise Konnor.

- Lo è, francamente fatico a credere che siamo davvero amici, ma sono le uniche persone con cui riesco a passare tranquillamente il tempo, quindi credo che in definitiva siano loro i miei unici amici ... trovo la maggior parte della gente irritante e banale ... preferisco passare il tempo da sola –

- Trovi fastidioso anche me? – c'era un filo di tendenziosità nella voce di Konnor, stava sondando il terreno ma era una tecnica troppo raffinata per Yoru che non colse il velo di interesse.

- Non ti conosco abbastanza ... ma sei diverso dagli altri, non so se ho un opinione precisa su di te, certe volte mi sorprendi però – rispose la ragazza schiettamente.

- Non è male come inizio –

- Non lo è per niente -

I due continuarono a parlare ed il tempo trascorse più velocemente di quanto entrambi si aspettassero e quando Yoru controllò il cellulare si rese conto che era schifosamente tardi, con una punta di amarezza si dice a sollevarsi.

- Devo andare –

- Devi tornare a qualche strano castello? – chiese Konnor strappando un sorriso anche a lei.

- Devo tornare a casa e sì, ho una casa come tutti – la bionda si sollevò incappucciandosi nuovamente.

Il ragazzo ne fu segretamente rattristato, gli piacevano quei capelli biondi, sembravano rendere quel viso chiaro e magro ancora più brillante mentre davano profondità ai suoi occhi neri.

- Posso accompagnarti? Magari fino alla metro? –

Yoru ci riflettè appena, era rischioso, avrebbe potuto capire da quale zona di Londra proveniva – no ... preferirei di no –

- Bene, almeno facciamo la strada insieme per uscire dal parco –

A quello la ragazza non ebbe nulla da obiettare così si misero a camminare l'uno accanto all'altra lungo la strada sterrata nel silenzio della notte, fino all'ingresso dove si apprestarono a intraprendere strade diverse.

- Ho la moto – disse nuovamente Konnor – sicura che non ti serve un passaggio?-

Yoru osservò il mezzo parcheggiato solitario nelle strisce, anche quello luccicava alla luce dei lampioni – sì, va bene così ... -

- Allora troveremo un'altra occasione, ti farò fare un giro una di queste sere – esclamò facendole l'occhiolino – non credo che tu abbia visto l'altro lato del parco, c'è una zona bellissima dalla quale si vede il Tamigi, ti ci porterò –

Lei non rispose né lui attese che lo facesse, era un saluto quello ed anche una nuova promessa che si sarebbero rivisti presto, Konnor montò sul mezzo, si infilò il casco e andò via nella notte verso casa, Yoru rimase a guardarlo finchè non scomparve dietro un angolo dell'incrocio non lontano. Alla fine anche lei cominciò a percorrere la strada che l'avrebbe riportata a casa, notò che il suo incedere era sempre più lento rispetto a quando arrivava, così si sforzò di accelerare il passo.

Il mattino successivo fu il cellulare a svegliare Konnor, non aveva dormito granchè pensando e ripensando a quella ragazza e alle discussioni avute la sera prima. Riconobbe che doveva essersi bevuto il cervello e dopo essersi stiracchiato appena prese la telefonata, era Annie.

- Konnor? Non dirmi che stai ancora dormendo! – protestò la ragazza.

- Certo che no – mentì.

- Quando hai il turno al ristorante oggi? Hai tempo di passare in pasticceria a darmi una mano con delle consegne? –

- Certo Annie, ci penso io ... diciamo che fra mezz'ora sono lì – al ragazzo sfuggì un altro sbadiglio.

- E con che faccia dici che non stavi dormendo? – rise l'amica – fai con comodo pigrone, tanto non verrai pagato per il disturbo, non posso permettermelo –

- Mi pagherai in ciambelle, non ho fatto colazione – ribattè il rosso.

- D'accordo, muovi il culo –

La mattina, dopo aver fatto stretching ed indossato la divisa scolastica, Yoru diede un occhiata al suo cellulare, trovò un messaggio da parte di Wright: " Ehi, dato che ultimamente con Kat va un po' così, ho pensato che per farmi perdonare potrei organizzare qualcosa di memorabile per il suo compleanno. Ne parlerò a Shane, quindi vedi di essere dei nostri! Sono certo che un party le tirerà su il morale". La bionda scosse appena la testa, non era certa che quella fosse la migliore idea di Wright, parlare con Shane poi ... come poteva essere così ingenuo?

Alla fine prese lo zaino ed il borsone per il nuoto, pronta ad affrontare un'altra lunga giornata e segretamente lieta che poi sarebbe arrivata la notte.

Quando Kat tornò a casa dimenticò tutti i suoi problemi per qualche tempo, suo padre era rientrato quella stessa mattina e avrebbe trascorso qualche giorno a casa prima di ripartire per gli States, Kat non poteva che esserne felicissima, da sempre cercava di sfruttare al massimo il poco tempo disponibile che aveva il padre, riempiendo i loro pomeriggi di passeggiate per la città. L'uomo la stava aspettando nell'ampio salotto, aveva capelli scuri e mossi, un viso aperto e gioviale, qualcosa nel sorriso della ragazza aveva sempre ricordato quello del padre a cui non somigliava molto per il resto.

James Westwood sorrise nel vedere Kat corrergli incontro come la bambina che in fondo era ancora, la strinse a sé, scompigliandole i capelli - Sono così contento di vederti, Pannocchietta -

La ragazza si lasciò andare nell'abbraccio del padre - Anch'io, papà! Sei riuscito a prendere un paio di giorni? Domani sera daranno la Carmen al Royal Court. Potremmo prendere due biglietti - propose quella, entusiasta. La passione per il teatro era comune a casa Westwood, peccato che fossero davvero poche le occasioni in cui l'intera famiglia poteva godersi una serata fuori considerati i vari impegni di lavoro dei suoi genitori.

- Mi piacerebbe tanto, tesoro. Adesso sei pronta per uscire?-

Kat aveva trascorso il pomeriggio in giro per Kensington accompagnata dal padre, avevano la loro routine, un giro lungo la riva del Tamigi, poi shopping veloce di dolci e quant'altro da mangiare a casa con un buon té, anche quel giorno non c'era stato alcun cambiamento nella loro routine.

- Peccato che la mamma non sia con noi ... - aveva commentato la ragazza, addentando un pezzo di Red Velvet, la preferita di Eliza - tornerà sabato, ma tu sarai già in America, vero? -

James annuì - Già, mi dispiace saltare il tuo compleanno, tesoro ... ma ho una lunga serie di interventi quel giorno a cui non posso sottrarmi. -

Kat era comprensiva, lo era sempre stata, inoltre non credeva che avrebbe fatto qualcosa di speciale per il suo diciannovesimo compleanno considerando le terribili premesse con Wright - Non preoccuparti, recupereremo.

Lo sperava davvero, faticava a ricordare l'ultima volta in cui i suoi genitori erano stati insieme per più di due giorni consecutivi, i loro impegni non facevano altro che rendere la loro vita matrimoniale quasi un miraggio.

- Magari il prossimo anno potremmo venire anche noi in America ... - Iniziò la ragazza seppure tentennante, l'idea di trasferirsi non la entusiasmava affatto e tutti ne erano consapevoli. Quello era uno dei motivi per cui Eliza e James avevano finito per vivere lontani, un trasferimento radicale non avrebbe fatto bene a Kat.

- Tesoro, devi prima pensare al tuo futuro, a quello che vorrai fare, ovviamente sarei felice se decidessi di stabilirti in California, ci sono degli ottimi college e sarebbe molto più semplice vederci, ma è una tua scelta. -

La ragazza sentì lo stomaco stringersi, anche quella buonissima torta stava perdendo ogni attrattiva, decisero di cambiare argomento, non volevano rovinare quei pochi momenti che potevano trascorrere insieme.

Shane Gould allentò appena la cravatta rossa di seta pregiata districandola tra le dita magre e lunghe prima di accomodarsi in uno dei divanetti più riparati della sala. Aveva cercato di non dare troppo nell'occhio, indossando degli occhiali scuri ed un completo meno vistoso del solito, una semplice camicia grigia ed un pantalone nero, adesso se ne stava seduto a leggere una noiosissima pagina di finanza, chiedendosi quanto ci avrebbe messo Kat ad arrivare o se alla fine avesse deciso di lasciar perdere. Non pensava niente di tutto questo in realtà, sapeva di averla scossa talmente tanto da spingerla ad andare fino in fondo con la loro scommessa, in effetti non si sbagliava e sorrise quando la vide entrare con fare circospetto. Kat aveva un foulard scuro che le copriva i capelli e degli occhiali neri dalla montatura grossa, il ragazzo alzò una mano per farsi notare, senza riuscire a nascondere quel sorriso pieno di cattive intenzioni che riaffiorava dal suo volto.

- Smettila di fare le fusa, Gould. Siamo qui per affari, togliti dalla faccia quel ghigno malefico - disse quella a mo' di saluto prima di accomodarsi accanto a lui con la sua solita postura dritta.

- Altrimenti cosa vorresti fare? Togliermelo a suon di pochette in faccia? - la prese in giro il ragazzo, osservando con attenzione quel viso pieno di disappunto - ti avevo detto di non mettere niente che ti facesse spiccare tra la folla -

- Infatti non ho messo niente di speciale - disse quella ruotando gli occhi al cielo - piuttosto il tuo profumo irritante si sente da venti metri, sono sicura che anche Wright lo noterà - aggiunse quella.

Kat non aveva mai ammesso davanti al ragazzo quanto in realtà gli piacesse quella fragranza insolita, unica nel suo genere dal momento che era stata creata personalmente per il Gould da uno dei migliori profumieri d'Europa. Non era mai riuscita a capire quali fragranze ci fossero, quel profumo era complicato, pieno di implicazioni, proprio come lui.

Shane rise di gusto - Wright è dolce ed ingenuo come un bambino di sei anni, non si renderebbe conto di un inganno neanche se ci andasse a sbattere contro, quindi non temere per noi, mia cara, non verremo colti in fallo. Non oggi almeno. Questo foulard è così scenico, ammettilo, non vedevi l'ora di indossarlo alla prima occasione di cospirazioni e inganni.

- Beh, potresti avere ragione in questo caso - Commentò, sorridendo appena, il primo sorriso genuino del pomeriggio, ma che ben presto venne infranto dal tintinnio della porta del locale che rivelò subito la figura del suo ragazzo. Il cuore di Kat mancò un battito, nel vederlo lì ogni sua intenzione iniziò a farsi meno sicura. Che cosa stava facendo? Era sempre stata terribilmente gelosa di Wright, non poteva davvero essere sul punto di ideare un dannato piano che l'avrebbe fatta soffrire da matti. Era impazzita.

- Non farti prendere dai sensi di colpa, pensa piuttosto a cosa sarai disposta a perdere quando Wright uscirà dal locale con la mia donna. -

Le parole di Shane la irritarono ulteriormente, era stata l'idea più infelice di tutta la sua vita quella di attirare il suo ragazzo lì con la certezza che anche lei lo avrebbe raggiunto a minuti, per poi dargli buca e lasciarlo nelle mani di una strafiga pazzesca assoldata da quel depravato di suo cugino.

- C-cazzo, sono una stupida -

- E' arrivato il momento di scrivergli, non appena lo avrai fatto chiamerò Elenoire. Qualche ripensamento per caso? -

Kat era confusa, si detestava per quello che stava facendo ma poi c'era ancora quella vocina piena di sospetto e dubbi che non riusciva a zittire ormai da mesi. Doveva andare fino in fondo, era l'unico modo per mettersi il cuore in pace una volta per tutte. Così tirò fuori il cellulare e scrisse a Wright che non avrebbe più potuto raggiungerlo, Tamara aveva avuto una brutta lite con il suo ragazzo ed adesso aveva bisogno di lei.

Shane lesse il messaggio sopra la spalla della ragazza, rise appena mentre vi appoggiava il mento e studiava con attenzione il viso concentrato e allo stesso tempo titubante della ragazza - Bene, sta per arrivare -

Wright lesse immediatamente il messaggio, lo videro prendere il cellulare ed accigliarsi subito dopo. Si portò una mano al volto, chiedendosi se quella di Kat fosse soltanto un'altra scusa per evitarlo e farlo sentire in colpa per l'altra sera, dopotutto non erano ancora riusciti a vedersi come si deve. Stava per sollevarsi dalla sedia e lasciare il locale quando si sentì appena toccare la spalla e si voltò.

Kat rimase sconvolta, sotto le occhiate sempre più intense di Shane che la stava studiando - Sei un bastardo ... - sussurrò lei, osservando la famosa Elenoire di cui il ragazzo aveva parlato. Era così bella da farle male, alta, un fisico minuto ma perfetto sotto ogni punto di vista, lunghi capelli ondulati e biondi e poi quegli occhi azzurri come il cielo terso in primavera. Indossava un vestito a fiori che la accentuava il seno prosperoso e le gambe perfette e tornite ... Kat deglutì forte mentre il suo cuore continuava a galopparle in petto.

- Te l'ho detto, so come avere il meglio del meglio. Allora? Hai paura adesso, Westwood? -

Kat non avrebbe mai ammesso niente del genere nonostante dentro di sé stesse tremando - Paura di questa tipa? Il confronto non esiste neanche, Gould. -

- Bene, vediamo di definire il prezzo che pagherai quando il tuo ragazzo uscirà da questo locale con lei. -

- Non accadrà - disse Kat con il cuore in gola, osservava Wright parlare con la bionda, il suo viso era confuso di fronte ai sorrisi radiosi della bellissima ragazza - sarai tu a perdere amaramente la scommessa ed io ti costringerò a non fare sesso per due lunghe settimane -

Shane la fissò ad occhi sgranati - Che cosa? Stai delirando, il mio record più alto non sfiora le ventiquattro ore. Ed è stato quando sono caduto da cavallo e ho sbattuto la testa, ricordo ancora le cure amorevoli di quelle deliziose infermiere. -

- Non mi interessa, questo è il mio pegno per te, prendere o lasciare, Gould. -

Quello rise - Bene, facciamo come vuoi ma a patto che tu mi dia qualcosa che valga davvero qualcosa. -

- Arriva subito al sodo, Shane - Kat non lo stava ascoltando neanche, i suoi occhi erano puntati sul suo ragazzo che continuava a parlare con quella dannata top model

- Voglio un bacio. -

La ragazza era sicura di non aver sentito bene, si voltò verso l'altro con uno sguardo confuso sul volto - Che cosa? -

- Hai sentito bene, Kat. Voglio un bacio - disse quello sorridendo con fare spigliato - non credo sia chiedere troppo, in realtà mi sto anche accontentando considerando quanto hai chiesto tu a me. -

Kat rimase a bocca aperta, sentì qualcosa di doloroso muoversi nel suo stomaco, un groviglio che cresceva - Te lo puoi scordare! Che ti salta in mente? Sto con Wright! -

- Se sei così sicura della fedeltà del tuo ragazzo non avrai problemi ad accettare la mia proposta. Tanto in base ai tuoi calcoli non si avvererebbe mai la possibilità che io lo vinca davvero questo bacio. O forse in realtà non sei sicura quanto vorresti farmi pensare? -

- Sta zitto! - lo riprese Kat rabbiosamente, lo odiava quando si comportava in quel modo, era sempre una sfida con lui - sono sicura di me e sono sicura di me e lui insieme, questa tipa da copertina non cambierà le cose, è un dato di fatto.-

- Allora accetta. Adesso o mai più, Kat. -

- Accetto -

I due si guardarono negli occhi, uno sguardo lungo e pieno di rabbia nella prima, di soddisfazione nel ragazzo che tornò al suo drink, sornione.

Wright non riusciva a capire cosa stesse accadendo, quella bellissima ragazza lo aveva pregato di farle compagnia mentre prendeva qualcosa da bere prima di raggiungere la sua amica

- Ci saremmo dovute beccare qui, ma il suo taxi è rimasto imbottigliato nel traffico, ci metterà un bel po' e bere da sola è proprio triste - aveva detto portandosi una mano a ravvivare i capelli

Wright aveva cercato di non guardarla troppo, era bella, decisamente una delle ragazze più belle che avesse visto in diciannove anni della sua vita, sapeva che non era saggio rimanere lì, qualcuno avrebbe potuto vederli ed avere problemi con Kat era l'ultimo dei suoi desideri, considerata la situazione attuale non proprio idilliaca.

- In realtà dovrei andare, ho un appuntamento molto importante - aveva provato a dire mentre la ragazza lo spingeva a prendere posto accanto a lei, toccandolo al braccio

- E dai! Soltanto un drink, davvero! Offro io. - aveva perfino un bel sorriso, aveva notato Wright, nella più totale confusione. Perché stava succedendo proprio a lui ? Sapeva riconoscere una ragazza quando cercava di pavoneggiarsi per attirare l'attenzione, dopotutto frequentava Kat da troppi anni per non avere chiaro quell'aspetto delle donne.

- Mi chiamo Eleonoire! Non credo di averti mai visto da queste parti, in realtà frequento più la zona universitaria, sto studiando arte.-

Era anche più grande, Wright era nel pallone più totale - Piacere, sono Wright ... - disse semplicemente stringendo la mano morbida e calda della ragazza.

Si ritrovò nel bel mezzo di una conversazione che non ricordava neanche di aver iniziato, non si sentiva per niente in pace con se stesso, continuava a ripetersi che non c'era niente di male nel parlare con una ragazza, erano in un locale pubblico dopotutto, sotto gli occhi di tutti.

- Sei interessante, Wright Irwin - commentò quella dopo un buon quarto d'ora di conversazione, sorrise maliziosa, le sue labbra rosse avevano lasciato il segno sul bicchiere di Martini che aveva ordinato, Wright cercò di non imbambolarsi troppo su quell'aspetto della vicenda - mi ha fatto piacere conoscerti, perché non mi dai il tuo numero?

Eccoci arrivati, il ragazzo temeva quel momento e aveva sperato fino alla fine che la bionda non sarebbe stata così audace da chiederglielo, invece era successo.

Kat era ad un passo dal sollevarsi e togliere la mano della stronza dalla spalla del suo ragazzo, stava iniziando a spazientirsi e fu Shane a frenarla dall'ordinare un terzo drink

- Pensavo ne avessi avuto abbastanza dopo sabato, non è che stai cercando un pretesto per finire di nuovo nel mio letto? -

Kat lo aveva fulminato con lo sguardo - Ti piacerebbe, Shane. Invece devi accontentarti delle tue donnacce di strada -

- Quanto meno loro sanno come destreggiarsi, Westwood. Non so se si potrebbe dire la stessa cosa di te -

- Vai al diavolo. -

Shane aveva riso, quella risata carezzevole che sembrava arrampicarsi lungo le braccia nude della ragazza, facendola tremare appena - Se vuoi ti porto con me -

Kat stava per ribattere qualcosa quando Wright si alzò improvvisamente dal tavolo, stava scuotendo la testa e salutando la ragazza che adesso lo fissava con un'espressione di lieve disappunto sul viso, provò ancora a fermarlo, ma Wright camminò velocemente fino l'uscita, sciogliendo subito il nodo al petto che si era formato in Kat che rise subito

- Abbiamo un vincitore -

Shane sbuffò, poi bevve l'ultimo sorso del suo gin tonic - Non si può essere più finocchio di così, dannazione ... va contro ogni logica -

- Stai scambiando l'omosessualità con la fedeltà, Gould. So quanto questi concetti potrebbero risultare confusi per uno come te - Kat era su di giri, diede un buffetto all'altro ridendogli praticamente in faccia. Era al settimo cielo e non vedeva l'ora di gongolare

- Bene, direi che qualcuno dovrà abbracciare la via dell'astensione per un po' di tempo adesso e vedi di non barare, chiederò ad uno dei ragazzi della sicurezza di starti addosso come un mastino -

- E tu vedi di non gongolare troppo, vorrà dire che tornerò ai vecchi metodi, gli stessi che il tuo ragazzo conosce molto bene -

- Taci, idiota - Kat si sollevò da lì - portami a casa invece, ho già perso troppo tempo dietro le tue stronzate puerili -

- Anche il caro Wright lo ha fatto, mi pare che sia rimasto quasi trenta minuti a parlare con Eleonoire,scommetto che non ti dirà nulla su questo insolito incontro ... neanche lui è così stupido da farlo, ci deve essere una punta di malizia in mio cugino. -

- Può anche non parlarmene, ho potuto appurare con i miei occhi la sua fedeltà. -

I due salirono sull'auto di Shane, quest'ultimo sospirò profondamente.

- Earl Terrace, casa Westwood, Laurence. - disse il ragazzo all'autista che partì immediatamente

- Cosa c'è? Ti sento mogio, sembrerebbe che qualcuno qui non abbia ottenuto ciò che voleva! Vuoi dirmi cosa si prova a perdere? - Kat era fin troppo euforica, si parò in attesa di fronte al viso cupo dell'altro

- Era solo una scommessa ordinaria, una goccia nell'immenso mare dei Gould. Ma capisco che per una suora come te deve essere stata una bella botta di vita -

Kat lo colpì al braccio, di rimando ottenne soltanto una risata - Sei proprio un bastardo, quante arie ti dai -

- Andiamo, so bene che non avresti pagato il pegno anche se avessi perso -

La ragazza scosse il capo - E' diverso. Io sapevo che non avrei perso -

- Ma mettiamo che fosse successo, sappiamo entrambi che non avresti mantenuto il patto. Ti conosco, probabilmente avresti pianto pur di impietosirmi e spingermi a lasciarti perdere. E non negare. -

Kat era in difficoltà, Shane continuava a provocarla - Figuriamoci se mi avresti baciato, ho praticamente scommesso tanto per, dimmi che gusto c'è? -

- Perché continui a tormentarmi e non accetti semplicemente la sconfitta? - sbottò la ragazza - non importa cosa sarebbe successo perché la realtà dei fatti è diversa -

- Ti stai parando il culo, Westwood? - Shane la guardò dritta negli occhi - perché non tiri fuori le palle ogni tanto?

Kat fu felice di essere ormai arrivata a casa - Addio Shane, non è stato un piacere vederti. -

Non se ne sarebbe liberata così facilmente, entrò nel suo attico seguita a pochi passi di distanza dal ragazzo - Stai scappando? E' quello che fai sempre, mi chiedo cosa intendi ottenere con questo comportamento, te la stai godendo la vita, Kat? -

- Sì e sto anche godendo della mia vittoria, ma tu che problemi hai invece? - la ragazza fu costretta a fronteggiarlo a quel punto, la sua mano premeva spasmodicamente contro il pulsante dell'ascensore - perché ti brucia tanto? Pensavi davvero che Wright avrebbe ceduto così facilmente? -

- Non è questo - Shane era fin troppo vicino adesso, Kat provò a sottrarsi da quello sguardo, ma le braccia del ragazzo si strinsero intorno ai suoi polsi - dimmi, che cosa vuoi ottenere? Provi piacere nel rigare sempre dritto in ogni aspetto della tua esistenza? Non hai anche tu voglia di perdere la testa una volta tanto? Perché non assapori tutto quello che la vita ti presenta?-

Quelle parole, l'intensità dello sguardo di Shane, quel profumo assolutamente unico e persistente, la stretta di quelle mani forti contro i suoi polsi ... tutto questo stava lentamente avvelenando Kat, non seppe nell'esattezza quando iniziò a perdersi, ma successe. La cravatta di Shane era ruvida nella sua mano, uno strappo deciso, tanto bastò per attirare Shane Gould contro le labbra della ragazza, la violenza di Kat venne attenuata dalla sorpresa che in un primo momento colse il ragazzo, ma Shane ci mise poco a recuperare, la sua lingua cercò quella di Kat in un bacio sfrenato, assaporando la sua bocca carnosa, il lieve sentore di alcol e menta, la danza continuava dando vita a dei baci frenetici ed umidi. Le mani di Shane vagavano lungo il corpo della ragazza, attirandola con forza a sé, fino a quando il seno prosperoso di Kat non cozzò contro il petto muscoloso del ragazzo, questo fu troppo, le mani di Shane si mossero lungo la sua schiena, premendo, spingendola sempre di più contro di lui, gemette, mentre Kat mordeva appena le sue labbra costringendolo a tirarsi indietro per qualche istante prima di riprendere subito quella danza di lingue terribilmente sensuale. Kat aveva perso la testa, avrebbe voluto strappargli di dosso ogni singolo brandello di quella camicia, l'ascensore si stava aprendo dietro le sue spalle, fu sentire l'erezione fin troppo evidente di Shane contro il suo stomaco a farla risvegliare da quella follia.

La realtà la sommerse come una cascata di acqua gelata dritta in viso, boccheggiò sottraendosi subito dopo alle attenzioni di Shane, spingendolo via. Ci fu un attimo in cui entrambi cercarono di riprendere il fiato, gli occhi di Shane solitamente chiari erano cupi dal desiderio, brillavano come tizzoni ardenti mentre la ragazza si ripuliva le labbra dalla saliva dell'altro. Era mortificata, si sentiva tremare da cima a piedi sotto lo sguardo tra il confuso e il voglioso di Shane, Kat retrocedette di qualche passo e con un gesto veloce spinse il pulsante dell'ascensore facendo chiudere le porte davanti a lei.

L'ultima cosa che vide fu un sorriso appena accennato apparire sul volto di Shane. Si portò una mano al cuore, era sconvolta, non riusciva a capire perché lo avesse fatto ... perché avesse iniziato a giocare con il fuoco, provocando il più pericoloso dei mostri.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Buongiorno a tutti voi! Eccoci finalmente nel bel pieno dell'azione! La situazione si complica a dismisura in questo capitolo e vi assicuriamo che da qui in poi sarà una spirale discendente :P
Speriamo che stiate gradendo la storia, ci farebbe piacere saperlo! Avete dei personaggi preferiti o odiati? Qualche appunto da farci? Noi siamo qui!
Grazie di tutto e al prossimo capitolo!

- BLACKSTEEL - 

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