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Chapter 43 - Wicked Game

- Quella stronza non ha idea contro chi ha iniziato questa guerra – ripetè Kat con tono determinato.

Yoru sorrise lievemente mentre sfogliava il libro di chimica – Non avevi detto che avresti lasciato perdere tutto? Hai voglia di tornare a essere la prima della classe? –

- Tu non capisci! Questa è una sfida bella e buona. Dovrei farmi mettere i piedi in testa dalla prima arrivata? Ah, dovevi vederla. Era così sicura di sé mentre mi tagliava fuori dal comitato. -

La bionda scosse la testa – di certo Tamara e le altre non vedevano l'ora di trovare un nuovo mentore e Claire mi sembra quella giusta ... insomma è te prima del tracollo –

Kat assottigliò gli occhi irritata – non farei la spiritosa se fossi in te signorina! Io almeno ho ben chiaro quali sono i miei nemici, tu invece? Stai tenendo d'occhio lo straniero? –

- Tu sei paranoica, te l'ho detto, Akihiko non ha alcun interesse nel rimpiazzare nessuno, è qui per entrare a Oxford – spiegò nuovamente la ragazza.

- Come te del resto. I tuoi piani non sono cambiati, giusto? Oxford, Neurochirurgia. Coincidenze? Io non credo! – Esclamò la mora.

Yoru sbuffò – infatti vuole fare Pediatria, lascia perdere le deduzioni complottiste non sono il tuo genere – rise – pensa a non farti oscurare dalla nuova te –

Un sorriso trionfante sbocciò sulle labbra carnose di Kat – Sarò anche un po' giù di tono al momento, ma sono ben lontana dal mollare la presa così facilmente! Vedrai ... –

- E all'altra questione ci hai più pensato ... – non era proprio una domanda quella che aveva posto la bionda, non era un facile argomento di discussione.

- Non c'è molto da affrontare – disse quella cupa – prenderemo strade diverse, prima o poi capirà che è la scelta giusta devo guardare al futuro. Lui fa parte di un pericoloso passato ora –

- Se è quello che vuoi davvero ... -

- Deve essere così –

Le due ragazze lasciarono la biblioteca per recarsi a mensa, come sempre non passavano inosservate mentre si incamminavano lungo il corridoio, Yoru si irrigidì per un momento. Shane stava arrivando dalla direzione opposta, il suo sguardo era meno luminoso del solito come se qualcosa nella sua intera figura fosse cambiata, non emanava più quella luce brillante. La ragazza non seppe cosa fare in un primo momento, sapeva che lui le aveva notate ma nessuno dei tre si fermò. Shane proseguì reclinando la testa in un cenno leggero rivolto alla bionda mentre non provò neanche a voltarsi in direzione di Kat, la mora fece altrettanto, superò il ragazzo senza mostrare il minimo cedimento, come se non si fosse neanche accorta che era lì. Questa volta, pensò Yoru, la sua amica aveva espresso chiaramente le sue intenzioni.


Konnor fissava l'imponente struttura della Ashborune High School leggermente a disagio, forse quella sorpresa non era poi una grande idea si disse mentre le solite occhiate confuse degli studenti gli ricadevano addosso. Non sapeva dove Yoru potesse essere e chiedere indicazioni a qualche ragazza sconvolta dalla sua presenza non gli sembrava una buona mossa.

- Hai la faccia di uno a cui serve aiuto – disse a un tratto una voce alle sue spalle.

Quando il rosso si voltò vide un ragazzo magro e longilineo, con i capelli castani arruffati e un sorriso amichevole.

- Si, temo di non sapere dove andare ... - ammise Konnor - Sto cercando Yoru Knowles, la conosci? –

Il sorriso del ragazzo si allargò – Oh, devi essere il suo ragazzo, certo che la conosco, dovrebbe essere diretta alla piscina per gli allenamenti, ti accompagno –

Il rosso tirò un sospiro di sollievo – mi hai salvato la vita, sono Konnor –

- Luke, sono il compagno di laboratorio di Yoru – spiegò il ragazzo – e uno sfortunato pretendente! Devo ammettere che da quando ti conosce è totalmente diversa, io l'ho notato e ammetto che non avrei avuto questo genere di potere –

Konnor rimase stupito da quelle parole – vuoi uscivate insieme? –

Luke scosse la testa – niente del genere, non ha mai accettato di prendere neanche un thè, ma io avevo sempre la folle speranza di riuscire a cambiare quella luce cupa nei suoi occhi. Ho come avuto l'impressione che avesse bisogno di qualcuno che la comprendesse, che le stesse vicino ma evidentemente non ero quello giusto –

Il rosso capì immediatamente a cosa Luke si riferisse, quello strano magnetismo che lo aveva attirato irrimediabilmente verso Yoru – ho provato a fare del mio meglio nonostante lei sia molto complicata. –

Il ragazzo sorrise – lo è davvero ma penso che sia una per cui vale la pena lottare, quindi tieni la testa alta Konnor, questo mondo è pieno di avvoltoi pronti a scambiarti per un cadavere se gli volti le spalle –

I due erano arrivati davanti allo spogliatoio, Luke aveva bussato e avevano atteso pochi minuti prima che una ragazza aprisse la porta, guardò entrambi con sguardo irritato.

- Che volete? –

- Yoru è già arrivata? – chiese il moro.

Quella sollevò un sopracciglio – no, la bambola assassina oggi è in ritardo, ma voi non potete stare qui,lui non è neanche uno studente – specificò guardando Konnor.

- Come non detto – sbuffò Luke – gentilissima –

- Konnor ... -

La voce profonda di Yoru fece voltare i due ragazzi, era a qualche metro dietro di loro francamente sorpresa dalla presenza del ragazzo.

- Hey, volevo farti una sorpresa – disse il rosso – quindi sorpresa! –

La bionda accennò un sorriso – lo sono parecchio, non hai un bel ricordo di questa scuola –

- L'ho trovato pietrificato all'ingresso – riferì Luke divertito – ma ora vi lascio, alla prossima-

- Grazie per l'aiuto –

Quando i due rimasero da soli fu Yoru a parlare per prima – mi dispiace ma non posso uscire prima oggi ... ho gli allenamenti –

- Già me ne ero dimenticato, ma volevo vederti, ultimamente capita di rado - mormorò – come sta il tuo ospite? – c'era una punta di nervosismo nel suo tono.

- Bene ma i miei partiranno nel pomeriggio quindi stasera potremo vederci ... se ti va –propose la ragazza.

- Certo che mi va – disse posandole un bacio sulla fronte – potresti anche restare ... -

Lei sorrise – farò il possibile –

Poi i due dovettero separarsi e Konnor si diresse all'esterno, lasciò lo sguardo vagare lungo il cortile e la sua attenzione venne catturata da una figura in piedi intenta a osservare l'ingresso. Il rosso gli dedicò una lunga occhiata, si trattava di un ragazzo asiatico, con capelli lisci e neri, il suo sguardo era profondo, non potè fare a meno di paragonarlo a quello di Yoru. Le gambe di Konnor si mossero da sole e il suo corpo si diresse verso il giovane, parlò solo quando gli fu abbastanza vicino.

- Sta facendo gli allenamenti di nuoto, non la troverai – disse in un sussurro.

L'altro si voltò come se si fosse accorto della sua presenza solo in quel momento – sono arrivato tardi –

- Puoi scommetterci – il tono del rosso fu più pungente di quanto desiderasse.

Akihiko guardò intensamente il ragazzo davanti a lui e Konnor rimase impietrito, sembrava come se potesse vedergli attraverso, come se fosse trascurabile e non un essere umano in carne e ossa. Il giapponese spostò gli occhi immediatamente senza aggiungere altro o cadere in quella provocazione, come se nessuno avesse parlato. Girò le spalle e andò via semplicemente come se si fosse ricordato di un affare urgente da sbrigare.

Il rosso non seppe cosa pensare ma provò una profonda sensazione di disagio nonostante i due si fossero scambiati poche parole, fu persino peggiore della cena a casa Knowles. Forse era arrivato il momento di abituarsi a quella sensazione.


Casa Knowles era ammantata dal silenzio e dall'oscurità quando Yoru era uscita dalla sua camera con indosso i suoi vestiti scuri. I suoi eranopartiti prima di cena e si era accertata che Akihiko fosse andato in camera prima di cominciare a prepararsi, era da molto tempo che non passava una serata con Konnor e cominciava a mancarle quella routine.

Quando uscì dalla sua stanza si mosse con cautela dirigendosi al piano inferiore e accedere alla cucina, la porta sul retro le avrebbe permesso di lasciare la casa senza essere notata ma dovette fermarsi una volta varcata la soglia. Akihiko era lì, seduto al bancone del tavolo, la tazza fumante di tè accanto alla mano e i suoi occhi puntati verso Yoru. La bionda non seppe cosa fare in un primo momento, restò a fissarlo per alcuni minuti prima di decidere di muoversi e passare oltre, senza aggiungere spiegazioni, verso la porta secondaria.

- Posso chiederti dove sei diretta? E' pericoloso per una ragazza girare di notte – Disse il ragazzo flebilmente.

Yoru si bloccò nuovamente – Non devi preoccuparti per me –

- Posso accompagnarti se vuoi – continuò sorseggiando dalla tazza.

- Non è necessario –

- Perdona la mia sfacciataggine ma incontrerai quel ragazzo ... l'ho visto alla tua scuola – il tono del moro non tradiva nessuna emozione particolare.

- Sì, Konnor e io stiamo insieme ... - spiegò lei osservando attentamente la reazione dell'altro, ma la sua espressione non mutò.

- Devo dire che mi sorprende in un certo senso ... ma forse sei davvero diversa dai miei ricordi di infazia ... - ammise Akihiko sollevandosi dalla sedia – torno a dormire, stai attenta quando ti muovi nell'oscurità, è nel momento in cui ci sentiamo più a nostro agio che siamo vulnerabili. –

Lei non replicò, osservò l'ospite lasciare la stanza e poi riprese il suo cammino che la condusse fuori dall'abitazione e poi nelle strade di Kensington. Yoru camminava velocemente e si allontanava sempre di più dal suo quartiere diretta a Chalsea. Lungo tutto il tragitto le parole di Akihiko le rimasero in testa, forse persino lui poteva percepire quel pericolo imminente che stava arrivando, le strade che solitamente percorreva stavano diventando pericolose. La persona con cui si sentiva più al sicuro era la sua principale fonte di percolo e quella consapevolezza non riusciva a togliersela dalla testa, di una cosa era certa, non avrebbe abbandonato Konnor, certe volte temeva la conseguenza di quel giuramento.

Quando la porta dell'appartamento del rosso si aprì il ragazzo si ritrovò Yoru davanti, la ragazza era sorridente anche se qualcosa turbava la luce nei suoi occhi. Konnor sapeva che probabilmente non era l'unico a preoccuparsi di quello che stava succedendo, sapeva che la bionda aveva una chiara idea di quanto fossero pericolosi i tempi in cui vivevano.

Nessuno dei due però volle toccare l'argomento, lasciarono i dubbi e le domande alle loro spalle mentre i loro corpi si stringevano e le loro labbra cominciavano a danzare, cercandosi desiderose. Yoru lasciò che il corpo di Konnor la avvolgesse, il calore si diffuse infuocando la sua pelle mentre tratteneva i gemiti provocati dalla sensazione del rosso dentro di lei.

- Mi mancava passare una serata normale – mormorò lui baciandole la schiena.

Yoru si era abbandonata sul letto coperta unicamente dal lenzuolo mentre Konnor si stava avvicinando di più per coprirla.

- Dovrò andare fra non molto ... - Gli ricordò lei con tono triste.

- Il tuo ospite si sente già solo? – Buttò lì il rosso con un tono fin troppo irritato perché lei non se ne rendesse conto.

- Vi siete visti? – chiese Yoru – non me lo avevi detto –

- Beh a scuola per pochi minuti – rispose Konnor spostando lo sguardo lungo la camera – quel tipo non mi piace –

- Cominci anche tu come Kat? Non c'è alcun motivo per avercela con lui, nessuno sta tramando, sono qui se non sbaglio giusto? –

- Ti ha vista? – Domandò il rosso preoccupato.

- Sì, ma non credo lo dirà a mia madre, Akihiko è molto riservato. Era stupito, si ricordava di me come qualcuno che non sono più da quando ti conosco – mormorò la ragazza accarezzando la guancia di Konnor.

- Spero che questo cambiamento non finirà per metterti sulla sua strada ... - non avrebbe voluto dirlo, il ragazzo si pentì immediatamente del modo in cui suonava quella frase.

Nello sguardo di Yoru comparve immediatamente un espressione incredula quasi ferita – pensi questo? Che io potrei lasciarti senza un motivo per stare con lui? Pensi che per me vale così poco quello che c'è fra noi? –

- Io ... no ... non intendevo questo, mi dispiace non so perché l'ho detto – tentò di giustificarsi.

- Lo sai invece, è questo il problema. C'è qualcosa che ti sta tormentando e hai deciso di non parlarmene e lasciare che ti divori, non ha a che fare con la banda questa volta, non mettere in mezzo i tuoi amici –

Come sempre Konnor non riuscì a negare, Yoru aveva ragione, c'erano dei pensieri che non facevano altro che tormentarlo, decine di insicurezze che continuavano ad avvelenargli il cervello ma dirle a voce alta sarebbe stato anche peggio.

- Mi passerà, lascia perdere, non è nulla di grave – disse alla fine.

La bionda scosse la testa – come ti pare ma non dare a lui la colpa se hai deciso di tenermi a distanza-

- Non lo faccio –

- Si invece, non te ne accorgi neanche ma mi guardi sempre con quegli occhi, come se stessi soffrendo perennemente, da quando stare con me ti fa sentire triste? – incalzò la ragazza – lo sai che quello che ha detto mia madre non conta niente. –

- Non è solo quello ... - disse cercando di chiudere ma quelle parole accesero la curiosità della bionda.

- Allora di cosa si tratta? –

Konnor tacque per un lungo momento e poi alla fine ripeè quelle parole che gli risuonavano perennemente nelle orecchie – alle brave ragazze piacciono i cattivi ragazzi ma alla fine è con il principe che vanno –

- Sei un idiota –

- Spero di si ... altrimenti tremo al pensiero del giorno in cui aprirai gli occhi e capirai che forse tutti hanno ragione e io sono solo un ragazzo senza prospettive con la fedina penale sporca. Quello che ho fatto e quello che ancora dovrò fare non si possono cancellare – mormorò il rosso, aveva smesso di guardarla.

- Non ti ho mai chiesto di farlo -

- Arriverà il giorno in cui lo farai Yoru – disse Konnor con voce triste – perché sei troppo intelligente per non chiederti dove diavolo stai andando e la tua intelligenza non ti permetterà di ignorare i segnali di una nave cola a picco. –

Lei non disse una parola, si sollevò dal letto e cominciò a rivestirsi, Konnor la osservò in silenzio senza provare a fermarla.

Quando fu pronta ad andare lo guardò nuovamente – quando pensi di poter sopportare la mia vista fammelo sapere –

Non era andata mimimamente come il ragazzo desiderava ma non disse nulla, lasciò che Yoru andasse via con il viso contrito per la rabbia. Konnor spostò lo sguardo verso il tetto quando sentì la porta dell'appartamento sbattere, d'un tratto respirava a fatica come se le gelide mani dell'esistenza lo stessero strangolando. Il suo unico motivo di pace era appena andando via senza che lui provasse a fermarla, era convinta di essere la causa della sua sofferenza mentre in realtà era l'unico bagliore di speranza in un esistenza difficile da vivere.

Quella notte non ci furono telefonate o messaggi di chiarimento, nessuno dei due provò tendere una mano verso l'altro, un distante silenzio avvolse quella oscurità in cui i due giovani si erano sempre sentiti a casa.


Le cose erano cambiate drasticamente per Kathleen Westwood, lo pensava mentre camminava per i corridoi di quella che una volta avrebbe definito il suo palcoscenico personale, ma la Ashbourne era diventato un posto scomodo da frequentare, anche se le acque si erano calmate la sua situazione sociale rimaneva piuttosto statica, aveva chiuso con quelle che un tempo avrebbe definito le sue amiche, rimanendo ai margini di quella vita che aveva sempre cercato di portare avanti come meglio poteva.

Soltanto pochi mesi fa aveva camminato accanto al suo ragazzo perfetto, invidiata da tutti, elargendo grossi sorrisi affascinanti a destra e a manca, ma quel giorno era tristemente sola, seduta in cortile, in attesa che le lezioni riprendessero. Yoru era agli allenamenti di nuoto, quel libro che stava leggendo era diventato soltanto un peso sulle sue ginocchia, non poteva fare a meno di osservare Claire vivere la vita che una volta le apparteneva. Così bella, sempre inappuntabile, perfino i ragazzi della scuola le riservavano gli stessi sguardi di ammirazione che fino a poco tempo prima erano diretti a lei.

Poi Shane era apparso davanti a lei, il suo cuore aveva mancato un battito mentre nascondeva i suoi occhi dietro un paio di occhiali da sole ultimo modello, per un attimo aveva pensato che si sarebbe diretto alla sua panchina per chiederle ancora una volta una possibilità, ma non era successo. Non aveva neanche sollevato lo sguardo, l'aveva oltrepassata come se fosse stata invisibile e di rimando aveva proseguito verso il gruppo di ragazze che lei aveva iniziato a detestare.

Fu doloroso, conosceva Shane come le sue tasche, sapeva che cosa stava succedendo proprio lì davanti ai suo occhi.

- Ho sempre saputo che le rosse, un giorno, avrebbero conquistato il mondo - Shane parlava con voce bassa e ammaliante, fu impossibile per Claire ignorarlo. La ragazza si era voltata verso di lui, il suo solito cipiglio arrogante aveva lasciato il posto ad un'espressione lievemente lusingata.

Shane Gould uguale pericolo, si era detta mentalmente la rossa

- Cosa posso fare per te, Gould? -

Quello aveva riso e si era appoggiato appena al tavolo con il suo fare affascinante - Ad esempio potresti accettare di uscire con me stasera ... ecco cosa avrei in mente. -

L'altra aveva abbassato il capo, non capitava spesso che Claire Whitemoore fosse in difficoltà davanti ad un uomo

- Si da il caso che io non voglia far parte della tua lunga lista di conquiste, Gould. A questo ci hai mai pensato? -

- Si da il caso che ad una come te riserverei un trattamento speciale, te l'hanno mai detto che ho un debole per le rosse? -

- Sì? Pensavo ce l'avessi per tutto ciò che respira ed è munito di una terza abbondante - Aveva ribattuto la rossa, facendo ridere tutti al tavolo.

Kat era rimasta impietrita, stava cercando con tutte le sue forze di distogliere la sua attenzione da quel gruppo, ma era più forte di lei, non riusciva a farlo davvero.

- Oh, andiamo ... non essere così dura, io sono un uomo dai gusti sopraffini, ma se la metti così andrò subito al dunque. Credo che tu sia perfetta per il photoshoot che Gemma sta preparando ... così bella e algida, inutile dire che ho pensato subito a te ... -

- Photoshoot hai detto? - Claire aveva riso - adesso sì che cominciamo a ragionare, Gould. Accetto soltanto se non dovrò avere a che fare con te -

- Fai la difficile? E' anche meglio di quanto pensassi - Shane le si era seduto accanto - mia madre ti vuole con sé ed io farò qualsiasi cosa per convincerti, tesoro. -

Claire aveva portato gli occhi al cielo nonostante sembrasse ancora molto lusingata - Non mi pare di averti dato il permesso di sedere qui con noi -

- Un Gould non ha bisogno di nessun permesso, noi ci prendiamo quello che vogliamo nel momento stesso in cui lo desideriamo, non te l'hanno mai detto? -

Kat si mise in piedi con apparente calma, aveva un nodo alla gola ed una strana sensazione allo stomaco, cercò di fare piano e non farsi notare, ma fu inevitabile che gli sguardi del gruppetto cadessero su di lei. Era ormai lontana, ma poteva sentire le loro occhiate perforarla, stavano parlando di lei adesso.

- Come la mettiamo con la Westwood? Non è il volto ufficiale della FM? - Aveva chiesto Claire - quello sì che è un ruolo a cui punterei ... -

- Beh, ha firmato un contratto un paio di mesi fa, non c'è niente che possa fare al riguardo, ma credimi se ti avessi conosciuta prima le cose non sarebbero andate proprio così - Commentò Shane, ridendo appena - sarà soltanto questione di qualche mese, mia madre se ne libererà non appena potrà. Non serve a niente un cavallo zoppo, no? -

La rossa e le altre ragazze l'avevano trovata divertente, si ritrovarono a ridere

- E va bene, Gould ... mi hai convinta. -

La rossa sentì un brivido percorrerle la schiena mentre fissava i suoi occhi in quelli verde scuro del ragazzo, non doveva temere Shane, era lei a condurre il gioco e sarebbe stato così anche in futuro.

- Ne parleremo stasera a cena, ti aggiornerò sui dettagli. Passo a prenderti alle venti -


Kat si era preparata con estrema lentezza quel pomeriggio, era stanca e nervosa e certi pensieri fastidiosi non volevano lasciarla, ma aveva preso un impegno con Douglas e uscire le avrebbe fatto bene. Aveva fumato parecchio e bevuto qualche bicchierino di troppo prima di partire, ma era servito a farla stare meglio, in qualche modo si sentiva come anestetizzata contro il mondo e quello che le stava facendo.

Douglas era rimasto affascinato dalla sua bellezza, le aveva aperto la portiera dell'auto e l'aveva fatta sedere senza smettere di fissarla un attimo. Era perfetta con i capelli scuri sciolti sulle spalle ed un trucco leggero, eccetto per il rossetto.

- Giornataccia? -

- Da cosa lo hai intuito? -

- Dal tuo broncio? E anche dal fatto che non hai notato quanto io sia meraviglioso stasera -

Kat aveva riso seppure a malincuore - Ti capita spesso di autocelebrarti così tanto? -

Douglas aveva messo in moto - Mi piacciono le cose belle, è forse una colpa? -

La mora aveva scosso la testa - Siete tutti uguali ... -

- Cosa vuoi dire? -

Aveva pensato a Shane ovviamente, al suo tono perennemente provocatorio, a quella concezione che aveva di se stesso

- Non paragonarmi a lui, Kat ... non sono niente del genere. -

La ragazza era stata tradita dal suo stesso sguardo furioso - N-non intendevo quello -

- Non mentire, so cosa pensi di me, ecco perché sei così attenta quando usciamo insieme -

- Attenta? -

Douglas aveva annuito con vigore - Fredda? Sulla difensiva? Ho un sacco di altri sinonimi che potrei usare -

- Sai perché sono così fredda e sulla difensiva? Probabilmente perché non capisco cosa sta succedendo qui - Ammise Kat con un tono piccato - mi chiedi di uscire, mi dai mille attenzioni, ma perché lo fai? -

- Perché mi piace stare con te, è semplice -

Kat scosse la testa - Sei impegnato -

- Non mi importa - Disse quello facendo spallucce

- Ma importa a me! - Ribatté la ragazza - so cosa stai cercando di fare e ti avverto: non sarò il tuo giochino londinese, forse i tabloid ti hanno incasinato la mente, ti hanno fatto credere che avresti potuto trovare ciò che cercavi e che sarebbe stato facile, ma io non sono quel tipo di ragazza.

Douglas aveva perso le parole

- Vedi? Ti ho letto nella mente, forse dovresti riportarmi a casa -

- Ti stai facendo un'idea sbagliata ... -

- Ah, davvero? - Kat aveva riso, ma non era affatto divertita - e allora dimmi cosa sta succedendo qui ... -

- Ti sto portando a cena a casa mia -

- E speri che poi io venga a letto con te, no? -

- Non credo di averci mai provato con te - Le fece notare il ragazzo - e credimi, sono il tipo di persona che riesce ad essere molto diretto -

Non ancora, aveva pensato la ragazza, fissando le strade illuminate che sembravano scivolare via.

- Sto cercando di capire ... -

- Capire che cosa? -

Douglas aveva scosso la testa, ci aveva pensato qualche momento prima di rispondere

- A quello che voglio dalla vita -

- E? -

- E non lo so, sto mettendo in questione parecchie cose -

Anche la tua relazione? Kat si morse le labbra, per quella sera aveva parlato anche troppo, pensò, non era nel suo interesse fare una scenata del genere, voleva soltanto ridere e mangiare bene, bere qualche bicchierino di troppo ed essere felice per un paio di ore. Non disse nulla nonostante i suoi pensieri fossero fitti di preoccupazioni e paure.

La villa dei Whitemoore era immensa e lussuosa con un bel giardino curatissimo esterno, Douglas parcheggiò la sua auto accanto ad una Ferrari rossa fiammante. Kat sapeva a chi apparteneva quell'auto, non era necessario che vedesse uno Shane in smoking scuro attendere pazientemente accanto alla portiera.

- Lui ... -

- Non ne avevo idea- Si scusò Douglas, aggrottando appena le sopracciglia - credevo che Claire fosse già uscita -

- A quanto pare no - Sussurrò Kat, aveva il cuore in gola mentre attendeva che Douglas le aprisse la portiera e la facesse scendere. Si intimò di stare calma, era perfetta e andava tutto bene.

- Gould, mi sorprende vederti qui - Lo salutò Douglas, il suo braccio stringeva la vita di Kat, si fermarono a pochi metri dal ragazzo che adesso aveva sollevato lo sguardo dal suo cellulare e aveva aperto le labbra in un caldo sorriso

- Suppongo che avrei dovuto dirti che sto uscendo con la tua dolce sorellina - Aveva commentato l'altro, poi aveva fissato brevemente Kat - Buonasera Kathleen -

La ragazza aveva cercato di controllarsi, aveva ormai stabilito un piano di azione e continuare ad apparire offesa non era più un'opzione, avrebbe soltanto dato nell'occhio e fatto pensare a tutti che lei era ancora coinvolta in quella storia, cosa del tutto falsa

- Ciao Shane - Aveva detto semplicemente

- Avete dei progetti lavorativi di cui discutere, mi pare - Douglas si era avvicinato all'altro con fare apperentemente amichevole - un progetto con tua madre? -

- Oh, sì ... stiamo uscendo per motivi lavorativi, almeno è quello che le piace pensare, sai come sono fatte le donne - Aveva commentato Shane, sorridendo appena

- E' mia sorella -

- Oh, lo so bene! Non è necessario avvisarmi sui pericoli che corro con lei - Lo aveva interrotto l'altro, ancora con quel sorriso misterioso sulle labbra - se c'è una donna capace di tenermi testa è Claire, non preoccuparti per noi -

Kat si voltò verso l'ingresso, la ragazza in questione aveva finalmente deciso di palesarsi. Claire era bellissima come sempre, forse anche di più, aveva un vestito nero con una scollatura sobria tappezzata da piccoli swarovski e delle inconfondibili Dior tacco dodici ai piedi. I lunghi capelli rossi erano stati lasciati sciolti sulle spalle, ricadevano come seta sulla pelliccia nera che indossava, creando un effetto magnifico con la sua pelle naturalmente diafana. Kat non poté fare a meno di sentirsi inferiore, era stata oscurata dalla stella più brillante del cielo, la sua luce non avrebbe mai potuto competere con quella di Claire, Shane la fissò con occhi lievemente sgranati, era chiaramente colpito dalla sua entrata in scena. Kat non avrebbe dovuto vedere, ma ancora una volta non era riuscita a trattenersi

- Ora capisco molte cose che prima mi erano oscure ... - Aveva sussurrato Shane andandole incontro per scortarla - sei meravigliosa -

Claire aveva sorriso appena - Dimmi qualcosa che non so già -

- E mi sembra quasi di parlare con me stesso soprattutto - Aveva ribattuto il ragazzo facendola ridere.

Douglas era irritato da quel siparietto imbarazzante, si schiarì la voce con un lieve "emh, emh" - Bene, divertitevi ma non troppo. -

- Non essere noioso, Doug. Faremo i bravi - Disse la ragazza e soltanto in quel momento parve notare la presenza di Kat - oh, anche tu sei in compagnia ... ciao Kathleen -

- Claire - Rispose la ragazza abbozzando un sorriso che si costrinse a fare, si sentiva ribollire di rabbia e non ne capiva neanche il motivo esatto. Stavano giocando con lei, pensava, il modo in cui la fissavano ... come se non fosse niente.

- Buona serata ragazzi - Shane li aveva salutati con un breve cenno del capo prima di accompagnare Claire all'auto

- Anche a voi -

Douglas scortò Kat all'interno della villa, l'atmosfera si fece subito meno tesa nonostante il ragazzo fosse molto silenzioso adesso

- Tutto bene? - Chiese Kat per porre fine a quel silenzio

- Non capisco davvero. Claire riceve ogni giorno nuove proposte di lavoro, perché proprio Gould e quella famiglia terribile? - Poi si bloccò subito - scusami, non dovrei parlare così, in fin dei conti è il tuo ex -

- Non lo definirei un ex, è solo un grosso ed ingombrante errore di percorso - Disse Kat, sorridendo

- Beh, siete stati molto maturi oggi - Poi l'aveva scortata verso la bellissima sala da pranzo, elegantemente apparecchiata per la cena - non parliamo più di Gould, godiamoci la serata al meglio. -

Kat aveva bevuto parecchio, la sua tristezza lasciò il posto all'allegria, Douglas era divertente, continuava a prenderla in giro e a viziarla come meglio poteva, non c'era imbarazzo, per la prima volta dopo molto tempo Kat si sentiva apprezzata ed appagata.

- Ma hai veramente cucinato tu? -

Douglas aveva riso, ovviamente era stato colto in fallo - Vuoi che sia sincero? Io non riuscirei a preparare neanche una frittata -

- Sei uno stronzo! - Kat stava ridendo forte - tutti quei complimenti che ti ho fatto ... -

- Erano diretti allo chef, tranquilla ... glieli riferirò -

- Sei una persona orribile, Douglas Whitemoore -

- Ma sono felice di averti fatta ridere stasera - Commentò il ragazzo, assumendo un tono più serio. Erano seduti vicini, Kat era protesa appena sul tavolo, reggeva ciò che rimaneva del suo quarto bicchiere di champagne, i suoi occhi non poterono fare a meno di cadere sul volto austero e pensieroso di Douglas. La stava fissando in silenzio, con uno sguardo particolare, combattuto.

- Perché mi fissi così? - Kat non era imbarazzata, l'alcol l'aveva resa molto spigliata, ma era curiosa

Douglas si morse appena le labbra, i suoi occhi erano fissi sulla bocca di Kat adesso - Perché adesso ho proprio voglia di baciarti, ma se lo facessi rovinerei tutto -

Quelle parole rimasero sospese lì per qualche istante, Kat si ritrovò immobile ad osservare quel volto bello e allo stesso tempo dubbioso, poi si avvicinò ulteriormente a lui

- E se lo facessi io, invece? -

Per un attimo rimasero così vicini che anche un piccolo movimento involontario avrebbe potuto farli sfiorare, era uno di quei momenti perfetti che dovrebbero durare una vita, l'incertezza ed il desiderio prima di un bacio. Fu Kat a fare il primo passo, sentiva il cuore battere veloce nel suo petto, le labbra calde di Douglas sfiorare le sue, quell'accenno di barba pungente che si scontrava contro la morbidezza del suo viso. Si lasciò andare, stringendo tra le dita il suo volto mentre Douglas approfondiva quel bacio, cercando la lingua di Kat con la sua. Quel contatto scatenò una serie di brividi nella ragazza, Douglas stava gemendo appena, si scontrava con le labbra carnose e perfette di Kat, con quel calore eccitante, poi l'attirò a sé, stringendo il suo volto, accarezzando il collo morbido e sottile e poi c'era quel profumo, era quello della sua pelle.

Quando Kat si ritrasse era ansimante, Douglas aveva il volto basso, quasi appoggiato al suo collo e stava riprendendo il respiro

- I-io ... - Kat non sapeva cosa dire, era confusa

- Non dare la colpa allo champagne -

- Non era mia intenzione - Ammise la ragazza, abbassando lo sguardo, Douglas era tornato al suo posto, era ancora visibilmente eccitato, le sue labbra erano sporche del suo rossetto waterproof

- Tu sei impegnato e io non voglio essere una di quelle ragazze ... ho già commesso troppi errori di recente - Kat aveva parlato con estrema difficoltà, poi si era sollevata

- Se le cose fossero diverse? - Douglas aveva parlato in fretta

- Non lo sono ... -

- Non ancora, ma -

- Non voglio promesse - Kat scosse la testa - lascia perdere. Credo che dovrei andare via adesso -

- Ti accompagno -

- No ... prenderò un taxi -

Douglas scosse la testa - Kat, no ... -

- Non voglio rimanere in macchina con te, ok? - Ammise lei - non so cosa potrebbe succedere e non voglio lasciare niente al caso. -

Il ragazzo rimase un attimo in silenzio, si sentiva terribilmente sopraffatto da troppi pensieri e troppe sensazioni in quel momento - Va bene, ti farò accompagnare dal mio autista. -

Kat annuì brevemente, l'allegria era passata, lasciando il posto ad uno strano senso di vuoto che sempre più spesso la divorava. Aveva commesso un errore, lo sapeva bene, lo aveva fatto in modo consapevole ... che cosa le stava succedendo in quegli ultimi mesi?

- Kat, non voglio che ti fai problemi, è colpa mia ... ci ho messo io in questa situazione -

La ragazza non credeva a quelle parole, era esausta, continuava a pensare a cosa stessero facendo Shane e Claire in quel momento, aveva tirato fuori la sua Ferrari, non lo aveva mai fatto con lei, non aveva mai cercato di far colpo ... forse perché non ne aveva mai avuto bisogno, non con lei.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Buon week end a tutti!

La situazione si complica sempre di più. Che n'è stata dell'armonia a cui Konnor e Yoru ci hanno abituati? Non solo l'arrivo di Akihiko ha complicato le cose, ma anche la presenza dei due Withmoore sta cominciando a diventare sempre più consistente per i nostri protagonisti.
E voi cosa ne pensate?
Alla prossima!

- BLACKSTEEL -  

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