Chapter 40 - Ups and Downs
Nell'immagine: Midori Knowles
Kat si era svegliata di ottimo umore quel giorno, cosa piuttosto rara considerando le ultime settimane infernali che aveva vissuto.
- Immagino che una parte di questo tuo umore insolitamente buono sia dovuta all'uscita di ieri - La stuzzicò Yoru, una volta salita sulla limo dell'altra. Kat sembrava tornata la Kat di sempre ad un'occhiata superficiale, in realtà non era proprio così, c'era sempre una vena di tristezza nel suo sguardo che probabilmente non sarebbe andata più via, ma la bionda decise di mettere da parte le sue preoccupazioni per quel giorno.
- Beh, non posso negare che sia stato divertente uscire con Douglas, è molto maturo ... mi ha presentato i suoi amici inglesi e mi ha portata in uno dei pochi locali chic in cui non avevamo ancora mai messo piede, Dio solo sa per quale oscuro motivo! E' una figata, prima o poi devo portare anche te - Kat sorrise appena, i ricordi della serata prima erano ancora vivi in lei, si erano divertiti, avevano scherzato molto, non proprio come semplici amici, ma comunque erano riusciti a mantenere un certo distacco.
- Ho visto le foto, le hanno viste tutti in realtà. - Le fece notare Yoru, non voleva fare quel nome, ma entrambe capirono a chi si stesse riferendo con quel "tutti" così generico
- Lui deve capire che abbiamo chiuso, indipendentemente da Douglas - Disse subito la mora, osservandosi adesso le unghie smaltate - devo ammetterlo, oggi sono serena per la prima volta dopo molto tempo, Yoru. Finalmente i giornali si sono stufati di distruggermi, le mie foto non fanno più clamore e sinceramente è meglio così.
Yoru pensava che Douglas fosse proprio una gran bella trovata per l'amica. Le sembrava che sia lui che Kat si stessero usando a vicenda per ottenere ciò che volevano, ovviamente la sua amica voleva tornare nelle grazie dei media, appoggiandosi ad una figura così apprezzata come Withmoore avrebbe potuto farcela senza problemi ed in effetti questo era proprio ciò che stava succedendo. Ma cosa voleva Douglas da Kat? Quello era tutto da vedere.
L'arrivo a scuola fu meno traumatico del solito, Kat aveva ricevuto un lungo messaggio di scuse da parte delle sue ex amiche, lo aveva fatto leggere anche a Yoru e insieme ne avevano riso parecchio.
- Eppure se vuoi riprendere in mano le redini del comitato dovrai trovare un accorto, lo sai - Le fece notare Yoru, ferma davanti al suo armadietto - ti conosco, so quello che vuoi, ci hai messo così tanto impegno in tutti questi anni.
Kat lo sapeva bene quello, ma come poteva tornare a collaborare con quelle vipere? Erano state le prime a balzarle addosso dopo il caos provocato dallo scandalo, non riusciva a perdonarle per il modo in cui l'avevano trattata. Non aveva ancora risposto al messaggio, quello era un problema a cui avrebbe pensato più avanti
- Il punto è che io gli servo, perché credi che vogliano tornare a parlarmi? Adesso sono nuovamente accettabile, anzi sono ancora più appetibile che mai! Esco con uno più grande e non uno qualsiasi! E' Douglas Withmoore, il Douglas Withmoore che frequenta i Red Carpet, i festini hollywoodiani, quello pieno di amici famosi ... -
- Kat, loro hanno sempre puntato a questo. Ti hanno sempre invidiata per la tua posizione e lo sai anche tu. In realtà anche tu hai bisogno di loro per quanto non ti piaccia ammetterlo, non puoi gestire un comitato da sola, non sarebbe neanche un comitato - Yoru stava per salutare l'amica e dirigersi verso l'aula di Fisica quando improvvisamente il silenzio più assoluto cadde nel corridoio della Ashbourne, le bastò incontrare lo sguardo rapito dei suoi compagni per capire che stava succedendo qualcosa di speciale.
- Accidenti, è arrivata - Kat sussurrò appena, anche i suoi occhi erano puntati sul fondo del corridoio, dove Claire Whitemoore faceva il suo ingresso, perfetta e bellissima, con una falcata da supermodel, lo sguardo freddo e distaccato che sembrava non vedere nessuno in particolare e i bei capelli rossi fiammanti che le ricadevano dietro le spalle. Aveva decisamente attirato l'attenzione dell'intera scuola, uomini e donne la fissavano con occhi rapiti
- Siamo stati trasportati sulla passerella di Victoria Secret senza che me sia accorto? - Commentò qualcuno oltre le loro spalle
- Mio Dio, chi diavolo è questa ragazza? -
- La tipa per cui ho già perso la testa. -
Poi la magia si interruppe ed il brusio degli studenti iniziò a crescere nuovamente, nonostante gli occhi di molti rimanessero puntati sulla new entry della Ashbourne.
- Dovrei andarci a parlare ... è il suo primo giorno qui, Douglas mi aveva accennato che sarebbe arrivata oggi - Considerò Kat, seppure con qualche rimostranza, ma stava parlando da sola perché Yoru era già fuggita in aula, ovviamente non era rimasta preda dell'incantesimo della Whitemoore. Kat sospirò e si fece coraggio, quella tipa metteva in soggezione perfino lei, inoltre aveva la netta sensazione che la sorella di Douglas non provasse poi molta simpatia nei suoi confronti.
- Ehi Claire, ben arrivata alla Ashbourne - Kat le si accostò con un sorriso gentile sulle labbra
- Ti ringrazio, Kathleen - Rispose quella, melliflua.
- Se vuoi più tardi posso farti fare un giro della scuola, non è grandissima, ma ha comunque parecchie cose. -
- Oh, no. Grazie. - Claire rispose con un tono secco ed un sorriso finto piazzato sul bel volto algido - farò da me. Ciao, ciao -
L'aveva mollata lì, Kat cercò di nascondere l'enorme senso di umiliazione che stava provando in quel momento. Ma che diavolo di problema aveva quella? Non poteva avercela ancora con lei per quegli stupidi litigi tra bambini risalenti a dieci anni prima, non era possibile ... forse credeva semplicemente di esserle superiore. In effetti doveva essere così, non c'era stata una sola volta che qualche giornalista avesse riportato delle notizie spiacevoli sulla giovane dei Withmoore, anzi tutt'altro ... non si faceva altro che lodarla per la sua bellezza, intelligenza, capacità. Kat si sentì di nuovo giù di morale, ancora di più quando notò qualcosa di molto strano e preoccupante. Tamara, Angie e Viktoria erano guidate unicamente dalla voglia di notorietà, questo lo sapeva bene, non avrebbe neanche dovuto stupirsi di trovarle sedute intorno a lei, durante la lezione di Economia. Claire stava parlando di qualcosa che Kat non riusciva a sentire, subito le sue ex amiche risero forte, apparentemente divertite da ciò che aveva appena detto la nuova arrivata.
- E' assurdo - Biascicò Kat, mordendosi poi le labbra. Si sentiva defraudata di qualcosa, era come se nonostante tutto il suo impegno lei non fosse più desiderata ormai. Aveva perso il suo posto privilegiato, perfino alle sue orecchie suonava stupido, ma era quello che stava accadendo e nonostante continuasse a ripetersi che lei non aveva bisogno di nessuno immediatamente capiva che quella non era nient'altro che una scusa dietro la quale si nascondeva. Kat aveva sempre avuto bisogno di qualcuno per brillare. Quando la lezione finì le vide uscire insieme, circondavano la ragazza come avevano fatto con lei fino a poche settimane prima, Kat conosceva bene quegli atteggiamenti, così come le leggi che regolamentavano il comportamento delle sue ex amiche. Si erano appena sottomesse alla nuova regina, prestandole la loro fedeltà.
- Che ti prende? Perché non ridi più? - Yoru era stata parecchio combattuta tra il farsi gli affari suoi, cosa che solitamente prediligeva, e l'indagare sugli strani comportamenti dell'amica. Alla fine aveva prevalso il suo buon cuore. Kat era seduta al suo solito posto, stava giocherellando con una mela che non intendeva addentare e i suoi occhi erano puntati da qualche parte oltre le spalle di Yoru - mi vuoi dire che ti prende? -
- Quella stronza - Kat non riuscì a frenare la lingua - si è presa il mio vecchio gruppo! Guarda, guarda come pendono dalle sue labbra, quelle idiote! - Continuò con un moto di rabbia
- Oh, Kat - Yoru aveva portato gli occhi al cielo, erano alle solite - ma che ti importa, erano soltanto una seccatura, lo hai detto anche tu. Non erano tue amiche -
- Lo so bene, certo! Ma erano mie! Avevano riconosciuto me come regina! -
- La fedeltà non è il loro forte, cosa vuoi che ti dica - Commentò la bionda, tornando al suo pranzo. Il silenzio era calato nuovamente sul tavolo, Yoru doveva ammettere che stava iniziando a sentire una certa mancanza del tempo in cui il loro gruppetto era un po' più folto, quando Shane e Wright erano soltanto Shane e Wright e niente di vagamente tragico si abbatteva sulla loro amicizia.
- Ma poi non ha proprio niente di speciale, quella lì. Ok, sarà bella, sarà intelligente, sarà perfino il volto emergente più gettonato dell'anno, ma che ha di tanto speciale? -
Yoru sospirò profondamente - Come vuoi che ti risponda? -
- Lascia stare -
- Stai soltanto esagerando come sempre. -
- Non lo so ... - Kat aveva trovato la forza di guardare altrove, forse preoccuparsi della sua posizione sociale l'aiutava a non pensare ad altro, tipo al motivo per cui Shane non si era fatto vedere quel giorno. Aveva camminato per quei corridoi con il cuore in gola, pronta ad ogni passo all'eventualità di incontrarlo, ma lui non c'era. Ecco tutto. Quella notte lo aveva sognato, capitava fin troppo spesso purtroppo, a volte erano sogni senza senso, ma lui era sempre lì, il protagonista incontrastato delle sue notti.
Shane era andato a farsi una corsa con il suo amico più fidato, nonché compagno di bevute, scommesse e quant'altro di ignobile. Alexander Fawley era spiazzato da quel cambiamento che era avvenuto nell'amico
- Che c'è? Non puoi farti neanche una misera birra? - Gli aveva chiesto con un tono smorto dopo aver finito gli allenamenti del pomeriggio
- Amico, sono in rehab. Sai che cazzo significa? -
- Purtroppo lo so bene, ma spero sempre che tu possa tornare sulla retta via - Rispose quello, fissandolo con i suoi occhi scuri e incredibilmente maliziosi
- Sei proprio un cattivo ragazzo tu -
- Il vecchio Shane Gould che conoscevo era venti volte più cattivo di me! -
L'altro aveva riso, seppure quella risata non era riuscita ad arrivare agli occhi - Beh, la vita ci riserva sempre qualcosa di inaspettato, caro Xander ... e solitamente inaspettato è sinonimo di schifoso. -
- Touché! - L'amico aveva preso una bottiglietta d'acqua e ne aveva bevuto un sorso con un'espressione disgustata - chiaramente non sono abituato a bere dell'acqua a quest'ora del pomeriggio, ma visto che le cose stanno così ... niente bar. -
- Su di te posso sempre contare, mon amie -
Alexander aveva portato gli occhi al cielo, poi insieme all'altro avevano raggiunto la panchina più vicina e l'avevano occupata, erano rimasti in silenzio per un po', persi nell'osservare l'andirivieni dei fantini, dai più esperti, a quelli alle prime armi.
- Vorrei che domare una donna fosse semplice come domare un cavallo ... - Sussurrò Shane attirando subito l'attenzione dell'amico
- Domare un cavallo non è affatto semplice! - Gli fece notare l'altro, divertito
- E' sempre più semplice che domare lei -
- Lei Kat? -
Shane annuì, quella dannata amarezza non voleva andar via, si sentiva così vuoto e stanco, aveva un peso allo stomaco che lo attanagliava.
- Ho visto che frequenta quello spocchioso di Whitemoore e i suoi amici adesso -
- Oh, Whitemoore - Quella parola sembrò più oscena del peggiore degli insulti esistenti al mondo sulla bocca di Shane - mi sta facendo ribollire il sangue, lui ... l'essere più detestabile dell'universo-
- C'è dell'ironia nel mondo, il tuo rivale in amore è il ragazzino che più detestavi da bambino, assurdo ... non trovi? -
Shane trovava che fosse moltissime cose, oltre che assurdo - Credo che non sia casuale, questa sua scelta di provarci con lei ... -
- Potresti avere ragione, ma ahimé c'è una differenza sostanziale tra te e lui. Lui è un figlio di puttana depravato bravissimo nel nascondere la sua vera natura, mentre tu ... beh, tu non hai fatto altro che metterla in mostra nel modo più sensazionale che conoscevi -
Il ragazzo rise, ma non era divertito - Lui è irreprensibile agli occhi della gente, capisco cosa vuoi dire, è irreprensibile anche agli occhi suoi -
Alexander guardò l'amico dritto negli occhi, non c'era più il solito luccichio pieno di cattive intenzioni, soltanto vuoto, una terribile landa desolata - Che vuoi fare, Shane? -
Quello ci pensò un attimo - Non lo so, ma so quello che non ho intenzione di continuare a fare: Starmene qui a piangermi addosso come un miserabile. Sono Shane Gould, dannazione. Le mie gesta sono entrate nella storia, tutto ciò che tocco finisce sui giornali! Non posso perdere il mio tempo su questa panchina a sparlare di quella mezzasega e a piangere per una ragazzina.
- Amico, parole sante! Parole sante! - Concordò subito l'altro, alzandosi in piedi - Andiamo! So io dove portarti! E' il fottuto party del mese. Non puoi bere e non puoi farti, ma puoi sempre portarti a letto qualche bella ragazza, eh? -
Shane rise - Questo posso farlo - Poi passò un braccio intorno alle spalle dell'altro e ridendo forte si diressero verso la limousine in attesa.
Il Blagclub offriva la migliore serata del mese, Shane si sentiva a casa tra gli interni vagamente orientali, i divani di pelle bianca e la tipica luce soffusa della stanza. Alexander si era premurato di farli mettere in lista, ovviamente conoscevano tutti lì dentro, dai proprietari, ai buttafuori, ai vocalist e dj della serata, per finire alla clientela. Quella sera la scelta di belle ragazze era ancora più vasta del solito
- Sono modelle, nel pomeriggio avevano una sfilata, Paul è riuscito a rimorchiarle dietro le quinte, niente male eh? - Il suo amico aveva fatto un cenno divertito verso le bellissime ragazze sedute dall'altra parte della sala e già assalite da parecchi avventori, anche Alexander sarebbe stato uno di quelli ben presto. Il suo amico era un animale notturno, meno complesso di Shane, meno caotico nelle sue azioni, ma pur sempre spaventosamente pericoloso. Insieme ne avevano passate così tante, erano due compagni d'armi, anche se le loro battaglie si combattevano all'interno di quei club o nelle loro suite o sui sedili posteriori delle loro limo.
- Quale ti piace? -
Shane cercò di concentrarsi mentre passava in rassegna quei volti, erano belle, ma c'era qualcosa che non andava, quando mai aveva avuto bisogno di concentrarsi per provarci con qualche tipa in discoteca?
- Ok, ti lascio la rossa lì in fondo, sono le tue preferite. - Fu Alexander a scegliere per lui, anche quello era piuttosto preoccupante, Shane era sempre così deciso ... soprattutto riguardo le donne. Eppure mostrò il suo solito fascino e la sua sicurezza di sempre nel dirigersi a passi fermi verso il gruppetto di donne, seguito subito dopo dal suo amico. Nessuno avrebbe pensato che Shane fosse fuori dai giochi, la sua leggenda non poteva tramontare lì, lui non era un semplice ragazzino viziato e tossico che prima o poi la stampa avrebbe dimenticato. No. Lui era Shane Gould e quel dannato mondo era il suo catalogo personale, lui poteva permettersi tutto. Sempre.
Quando Douglas entrò nel club dovette nascondere un grosso sbadiglio di noia, i suoi amici inglesi continuavano a parlare di Dio solo sapeva cosa, probabilmente di soldi, auto e donne, forse in ordine diverso, ma quelli erano i cardini base delle loro conversazioni. Quella sera si era trattenuto dall'invitare Kat ad uscire, darle troppe certezze non lo avrebbe aiutato ad ottenere ciò che desiderava, era così che funzionava con le donne, soprattutto con quelle come lei. Ma doveva ammettere che la compagnia dei suoi amici non era neanche lontanamente entusiasmante quanto quella della Westwood, stava per incamminarsi verso il privé che i ragazzi avevano prenotato quando tutta la sua attenzione venne attirata da un gruppetto molto chiassoso in fondo alla sala.
- Gould è ritornato in pista, non ci era mancato per niente ... guardatelo, si porta via sempre le migliori - Il suo amico aveva riassunto in poche frasi l'opinione che l'intero gruppo aveva di Shane Gould. Douglas fissò l'altro con attenzione, se ne stava seduto con alcuni dei suoi amici, in compagnia di quelle che evidentemente erano modelle o qualcosa del genere. Non sembrava molto preso dalla conversazione, Douglas lo giudicò un po' giù di tono, dov'era finita la spocchia tipica di Shane? Forse era stata scaricata insieme alla sua dignità.
- Dovrei andare a salutarlo, quel gran figlio di puttana - Disse Douglas pregustando appena il glorioso momento in cui il suo piano avrebbe raggiunto solidità.
- Ti aspettiamo al privé, fa il bravo bambino, Doug -
- Io? Sempre! - Confermò l'altro, poi scambiò un'occhiata carica di intesa con l'amico.
Shane si era irrigidito accanto ad Alexander che aveva immediatamente notato quella stranezza, nonostante fosse impegnato nella sua missione di conquista di una bella ragazza orientale
- Porca puttana, non sapevo che sarebbe venuto, te lo assicuro - Si affrettò a dire quello, incontrando lo sguardo apparentemente amichevole di Douglas che si dirigeva verso di loro - Shane ... -
- Sta tranquillo, non farò stronzate, non posso neanche ubriacarmi, non ho scuse per spaccargli quella fottuta faccia di merda -
Alexander cercò di sorridere, anche Shane stava recitando benissimo, si alzarono entrambi e andarono incontro al ragazzo con il quale avevano trascorso qualche anno della loro infanzia. I Withmoore erano una famiglia molto potente, in passato erano anche stati in affari con il signor Gould, ma poi i progetti condivisi erano andati in fumo e le relazioni si erano guastate. In realtà né Chad, né Shane avevano mai potuto sopportare Douglas. Il sentimento era reciproco.
- Ehi, ma quanta bella gente stasera! E' parecchio tempo che non ci si vede - Alexander diede una pacca apparentemente amichevole al nuovo arrivato che sorrise
- Fawley, ti ritrovo sempre qui, circondato da ottimi drink e bellissime ragazze, direi che i tuoi gusti non sono cambiati -
- Forse sì, ma si sono fatti ancora più sopraffini! - Aggiunse l'altro, sollevando un sopracciglio in un'espressione carica di malizia. Alexander era un fantastico bugiardo, sarebbe riuscito ad intavolare una conversazione leggera e divertente perfino con il fantasma redivivo di Adolf Hitler se soltanto avesse dovuto farlo. Shane lo apprezzava per questa sua capacità che a lui, invece, mancava.
- E Gould ... beh, Gould lo trovo sempre in ottima forma - Lo sguardo di Douglas era passato all'altro adesso, le labbra tirate in un sorriso mellifluo
- Avevi qualche dubbio? - Rispose proprio quello con un tono piuttosto freddo.
- Modesto come ricordavo, neanche questo è cambiato -
- No, non credo sia cambiato molto. E tu che ci fai qui? Sei sempre stato un detrattore della città, non la reputavi troppo provinciale e priva di sbocchi? Credevo che Londra ti annoiasse - Gli fece notare Shane sotto le occhiate adesso meno tranquille di Alexander che voleva assolutamente evitare possibili sfuriate.
- Non hai tutti i torti - Douglas rise appena - l'ho detto parecchie volte ma adesso devo ammettere che Londra ha il suo fascino. Soprattutto le ragazze inglesi! Non le ricordavo così focose, mi intrattengono parecchio, se non fossi qui per questioni lavorative ci rimarrei comunque probabilmente! Sto cominciando a farmi degli amici! -
I due si stavano scrutando, c'era della soddisfazione nel viso magro e lievemente affilato di Douglas mentre fissava gli occhi carichi di oscurità dell'altro, ovviamente Shane aveva colto il messaggio. Si riferiva a Kat, stava cercando di provocarlo, ecco tutto.
- Concordo con te, mio vecchio amico. Le ragazze inglesi sono adorabili, ma anche molto capricciose - Commentò Shane con un tono basso che stentava a trattenere tutta la sua rabbia
- Non è una novità, tutte le donne sono capricciose! -
- Qualcuna lo è più di qualche altra, credimi - Shane sorrise appena nonostante non ci fosse neanche un po' di ilarità in lui - sono così ... volubili. Non puoi mai sapere cosa pensano davvero. -
- Mentre è dannatamente facile capire cosa pensiamo noi - Alexander tentò di smorzare l'attenzione con una battuta che gli altri ragazzi accolsero con un sorriso freddo - beh, le ragazze ci aspettano, Shane. Glielo facciamo fare questo giro in limo o no? -
Salvato in calcio d'angolo. Shane avrebbe voluto continuare quella conversazione, era sicuro che tra quel bastardo e Kat non fosse successo nulla
- Ti voleva soltanto fare perdere le staffe - Disse il suo amico qualche minuto dopo, quando si furono finalmente liberati della presenza dell'altro che era tornato dagli altri ragazzi - devi mantenere la calma, non ho mai visto nessuna ragazza dimenticarti così in fretta -
- Perché non è umanamente possibile dimenticarmi - Gli fece eco Shane, mentre sistemava i gemelli sui suoi polsini
- Fa la preziosa, capiscila. Sta provando a darsi un contegno, ma vedrai che se insisti riuscirai a sistemare le cose -
Shane annuì, credeva alle parole dell'amico, sapeva che non potevano sbagliarsi. Kat lo desiderava almeno quanto lui continuava a desiderare lei ... non avrebbe permesso a quel pezzo di merda di instillare in lui il seme del sospetto.
A casa Knowles si respirava una leggera aria di tensione, quella sera Konnor era stato invitato a cena per essere presentato più adeguatamente ad una Midori abbastanza scettica e irritata. Yoru era visibilmente preoccupata, sapeva bene che la madre aveva un carattere forte e soprattutto ligio al decoro, le cose fra lei e il rosso erano cominciato con il piede sbagliato.
Quando il campanello suonò fu la ragazza a dirigersi all'ingresso, aprì la porta e lasciò entrare Konnor che aveva un espressione tesa sul viso.
- Ho qualche possibilità di sopravvivere a questa cena? – Chiese il ragazzo.
- Era necessaria, continuava a farmi domande e non mi avrebbe lasciato uscire se non prima si fosse accertata che sei il bravo ragazzo che continuo a ripeterle. –
- Ma non lo sono! – disse lui con una leggera risata.
- Vedi di esserlo per le prossime due ore – commentò lei scuotendo la testa.
I due si diressero in sala da pranzo dove i genitori di Yoru li stavano aspettando, Arthur aveva la sua solita espressione pacata e accolse il giovane con un leggero sorriso mentre la moglie non era altrettanto entusiasta. Fissò Konnor con espressione severa anche se il ragazzo provò ad accennare un sorriso mentre le porgeva dei fiori che aveva portato.
- Di cosa ti occupi Konnor? – chiese il padre della bionda mentre infilava una forchettata di arrosto in bocca, la cena era cominciata da un pezzo ma nessuno sembrava intenzionato a uscire da quel silenzio imbarazzante.
- Io ... sono un cuoco – mormorò il rosso – lavoro in un ristorante a Chelsea –
- E ti piace? Hai buone capacità? – continuò l'uomo.
- Mi piace molto – ammise il giovane – vorrei passare a qualcosa di più sofisticato prima o poi, questa situazione è temporanea – il suo sguardo si fermò a fissare Yoru.
- Beh sei giovane, è una bella cosa che tu voglia alzare il tiro! – commentò – bisogna sempre migliorarsi –
- Non poi così giovane – si intromise la donna – quanti anni hai esattamente? – il tono era pungente.
Konnor sapeva esattamente dove andava a parare quel discorso – ventisei –
- Beh non mi sembrano pochi, non riesco proprio a capire come vi siate conosciuti –
Fu Yoru a intervenire a quel punto – te l'ho detto mamma, ci siamo incontrati per caso, sono andata a fare jogging in un parco diverso, non credo sia un crimine –
Midori assottigliò gli occhi – mi sembra sia meglio che io sia chiara –
- A me sembra che questa doveva essere una cena – la interruppe la ragazza – invece non hai fatto altro che inizare a giudicare tutto. Sei solo prevenuta –
- Penso che Konnor mi perdonerà se cerco di essere obiettiva – contunuò la donna – non mi riferisco alla sola differenza di età – Midori passò attentamente lo sguardo sulla figura di Konnor, prima sui tatuaggi e poi osservò attentamente il suo sguardo – mia figlia merita di meglio –
Quella frase gettò tutti nel più completo silenzio, pietrificati sotto lo sguardo della signora Knowles che non faceva trasparire altro che freddezza. Ad un tratto un ronzio fece scuotere i corpi dei presenti da quello strano stato di immobilità, il cellulare del rosso aveva iniziato a vibrare. Konnor portò una mano alla tasca e con grande fatica si sollevò dalla sedia.
- Perdonatemi – mormorò uscendo dalla stanza.
- Si può sapere perché hai detto una cosa del genere? – chiese Yoru alla madre con tono rabbioso – tu non lo conosci, non sai niente di lui, chi ti autorizza a dire cose come quella? Sono io che dovrei decidere chi meritare! –
La donna non si scompose – sei tu a non sapere nulla Yoru ... sei giovane e ingenua. So più cose di quanto tu creda e so bene cosa nascondono gli uomini con lo sguardo come quello di Konnor – la ragazza tacque – anche se lui ha le migliori intenzioni per il bene di entrambi, questa storia dovrebbe chiudersi prima che qualcuno possa farsi del male –
La bionda non disse nulla, si sollevò dal tavolo ancora arrabbiata e si diresse in corridoio dove Konnor aveva un espressione contrita mentre chiudeva la telefonata.
- Tutto bene? – mormorò lei.
- No – ringhiò il rosso – niente va lontanamente bene, tua madre ha ragione ... che diavolo ci faccio qui? –
- Non farti spedire in paranoia Konnor, anche se mia madre non approva questo non vuol dire nulla – lo rassicurò la ragazza – tu sei importante per me e di certo non devo dare conto a loro su chi frequento –
Lo sguardo del ragazzo era basso – lei ha visto qualcosa in me, qualcosa di pericoloso, ha ragione a non essere d'accordo –
Lo stomaco della ragazza si strinse – possiamo superarlo Konnor ... dopo questa faccenda sarai fuori, libero, e nessuno rischierà più nulla, dobbiamo solo resistere, impedire alla paura di farci tirare i remi in barca. Arrenderci e andare ognuno per la sua strada è facile, le scorciatoie sono sempre seduttive, ma vale la pena lottare per restare insieme, non è vero? Dimmi che la pensi anche tu così –
Il rosso sorrise, una parte di sé era felice e consolata dalla tenacia delle parole di Yoru e da quello sguardo pronto a distruggere tutto, alle volte la ragazza sembrava avere forza sufficiente per salvare entrambi.
- Devo andare adesso, mi hanno chiamato – mormorò il rosso sporgendo il viso per baciarla – ci sentiamo domani. –
- Fammi sapere come andrà l'incontro – sussurrò lei a un millimetro dalle sue labbra – ricordati di badare alla tua sopravvivenza –
I due si baciarono per un breve e intenso momento prima di separarsi, il rosso uscì dall'abitazione avvolgendosi nel giubotto scuro mentre la ragazza chiuse la porta con un enorme peso dentro di sé. Avrebbe preferito che le cose fossero più semplici ma niente di vermamente importante lo era, di certo lei non sarebbe scappate, si disse, anche se le cose si fossero messe male avrebbe sempre sostenuto Konnor, sentiva che era quella la strada giusta, anche se la madre non sembrava d'accordo.
Quando Yoru attraversò il corridoio, per dirigersi al piano di sopra e chiudersi in camera, una voce fermò i suoi movimenti, il padre l'aveva chiamata e lei si fermò in salotto. Lo trovò lì con la sua solita aria impeccabile e calma a sorseggiare del Whiskey, per un momento la ragazza si guardò intorno con sospetto, facendo vagare lo sguardo lungo la stanza.
- Tua madre è andata in camera – disse l'uomo con un mezzo sorriso per tranquillizzare la figlia.
Yoru si unì a quell'espressione e varcò l'ingresso più serenamente andando a sedersi accanto al padre.
- Capisco bene le tue motivazioni – cominciò Arthur – sei sempre stata una ragazza seria e responsabile, se ti batti così per lui sono certo che sia una persona degna di tale sforzo. Ma qui non si tratta solo del tuo punto di vista ... -
La bionda si innervosì – La mamma non gli ha lasciato neanche il beneficio del dubbio ... - mormorò irritata – lo ha etichettato e disprezzato. Francamente non credevo che si lasciasse così tanto abbagliare dal suo aspetto, non la credevo una donna tanto superficiale –
L'uomo sorrise tristemente mentre accarezzava la nuca di sua figlia – ci sono cose nel passato di ognuno di noi che cambiano il nostro modo di vedere il mondo, la visione di Konnor ha riportato nella mente di tua madre dei ricordi molto dolorosi –
Yoru parve sorpresa da quell'affermazione – che genere di ricordi?-
- Nessuno in famiglia ne parla mai ma tua madre aveva un fratello – spiegò l'uomo – un bravo ragazzo che è finito su una strada pericolosa, non aveva mai avuto cattive intenzioni, solo brutte compagnie. Si era reso conto della strada pericolosa che aveva intrapreso e fece di tutto per tirarsene fuori ma certe situazioni ti si attaccano addosso come un infezione ... ti contaminano ... ti portano alla caduta. Quel ragazzo è morto nel fiore dei suoi anni, in un agguato fra bande con cui non aveva più a che fare ma loro non erano della sua stessa opinine –
- Konnor ... non ... fa parte di organizzazione del genere – disse Yoru a mezza voce – non è di certo uno Yakuza –
- Ne sono certo, ho notato lo sguardo amorevole che ti riserva, so che in lui c'è la volontà di una vita migliore, so che anche tua madre lo ha notato, ma quegli occhi devono avergli ricordato tremendamente quelli del fratello. Anche la sua fidanzata è morta in quello scontro a fuoco, era la sua migliore amica, Midori ne è stata devastata per anni. Dalle tempo Yoru –
La bionda tacque e annuì, non immaginava un evento simile nella vita di sua madre, capì che doveva essere più indulgente nei suoi confronti e per la prima volta si rese anche conto che la morte non era poi un destino così lontano fra le probabilità future.
Quando Konnor entrò al DOM si diresse verso il retro dove sapeva di trovare il resto della banda, non erano soli anche gli altri erano arrivati, i loro unici alleati in questa guerra difficile da vincere. Jacek e i suoi uomini erano già seduti e rivolsero lo sguardo verso Konnor quando lo videro entrare.
- Ci siamo tutti adesso – disse Skull – possiamo iniziare, sapete che genere di offerta vogliamo proporvi ... -
- Un'offerta molto allettante – commentò Jacek fissando tutti con i suoi occhi azzurri e gelidi – non mi aspettavo che un tipo come te abdicasse con tanta facilità, hai creato un bel casino per farti rispettare, per avere un tuo territorio ... -
Il moro sorrise amaramente, i suoi occhi erano stanchi – che tu ci creda o no questa è l'offerta: aiutateci a distruggere i cinesi e noi vi lasciamo tutto, contatti, territorio, la nostra parte e la loro, dopo questa guerra la banda di Chelsea si sciogierà – speigò – questa vita mi ha tolto più di quanto credevo potesse darmi ... nessuno di noi ha più interesse di morire qui –
Jacek sorrise leggermente – come sapete non ho abbastanza uomini qui, non ancora ... stiamo organizzando un grosso carico di armi diretto a Londra, devo parlare con il distaccamento in Polonia. Se anche loro saranno disposti ad accordarsi avremo altri venti uomini che si imbarcheranno insieme alle armi –
- Ci serve un attacco massiccio, dobbiamo ucciderli tutti, compreso O-Rei, altrimenti torneranno e non avremo scampo, la prima volta sarà l'unica volta che potremo colpire – precisò Konnor – non procederemo senza avere armi e uomini sufficienti –
Jacek annuì – chi si occuperà di far fuori il capo? –
- Ci pensieranno i gemelli –
- Bene allora siamo d'accordo – disse il polacco – avrete nostre notizie quando ci saremo messi in contatto con la Polonia, se sono d'accordo organizzeremo come e quando colpire – poi si sollevò e fissò i presenti un ultima volta – non c'è spazio per il fallimento, una mossa falsa e siamo tutti morti –
Nessuno disse nulla, si limitammo a guardare gli alleati uscire dalla stanza senza aggiungere altro, lo sguardo di Konnor si posò su Harley per un lungo momento, sperando che la sua presenza non aumentasse il rischio di fallimento.
- Dimmi che non ci tradirai – mormorò ad un tratto il rosso facendo voltare tutti prima verso di lui e poi verso l'altro ragazzo.
Il moro sorrise leggermente – ancora in cerca di rassicurazioni? Ci sono dentro quanto voi –
- Voglio sentirlo dalla tua bocca, voglio guardarti negli occhi, dillo Harley – continuò l'altro.
Quello sorrise leggermente, gli angoli della sua bocca si stirarono come se un filo li tirasse ai lati – non abbiate timore, tutto è come deve essere –
Poi si sollevò e uscì dalla stanza, Konnor non riuscì a trattersi e lo seguì tentando ancora di parlargli.
- Dimmi come sta – mormorò – non la vedo da giorni ormai, non riesco a passare neanche dalla pasticceria ... dimmi ... qualcosa –
Harley sorrise scuotendo la testa – ti fai molti scurpoli per uno che non c'entra poi nulla, ci penso io a lei ... le ho dato i soldi per ristrutturare il locale, se la caverà –
Konnor sgranò gli occhi – e tu da dove li hai presi? –
- Questo non è importante, ormai è una storia morta e sepolta ... - disse sbrigativo – l'importante è la sua felicità, sempre e per sempre –
- Ma deve contemplare te – lo corresse il rosso – non può essere felice con nessun altro, dico bene?-
- Questo è vero – Harley si voltò a fronteggiare l'amico – ma dimmi un po', quale uomo vorrebbe che la donna che ama sia felice con qualcun altro? Chi sarebbe semplicemente in grado di stare a guardare? Se non combatti per lei non sei altruista, sei vigliacco. Non prendiamoci in giro, la storia che il vero amore è lasciare andare ... è proprio una grande stronzata –
Konnor non riuscì a ribattere, rimase a fissare il moro andare via lungo il marciapiede, stava cominciando a nevicare.
ANGOLO AUTRICI: Buongiornoooo, riecco i nostri eroi alle prese con le loro vite complicate XD C'è chi si prepara addirittura ad una guerra. Speriamo che la storia vi stia piacendo e che continuiate a seguirla. Vi facciamo un grande augurio di Buon Anno e ci rivediamo nel 2018 con le nostre ragazze! Non fate niente che Shane non farebbe ;)
un bacio
BLACKSTEEL
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