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Chapter 3 - Cover girls

Nella foto: Hotel Bulgari

Lo shopping terapeutico funzionava sempre per Kat Westwood, pensava la ragazza con un sorriso enorme impresso sul volto e svariati pacchetti tra le braccia. Aveva un appuntamento con Yoru al Polo, uno dei locali più chic della zona, quello era il loro ritrovo abituale, té nero per la bionda, tisana alle erbe per la mora, con una buona dose di dolcetti provenienti dalla petit patisserie di cui le due andavano matte.

Yoru era già arrivata, puntuale come sempre a livelli quasi preoccupanti, se ne stava seduta al loro solito tavolo davanti alle vetrine, quello era il posto preferito di Kat dove poteva vedere la vita scorrere intorno a lei e fantasticare su ognuna di quelle persone che vedeva passare ogni attimo.

- Mio Dio, hai svaligiato di nuovo Louis Vuitton? - Yoru portò gli occhi al cielo, non capiva perché si stupisse tanto, ormai conosceva Kat da una vita

- E non solo! Valentino, Gucci, Yves Saint Laurent e infine ho preso dei nuovi occhiali Fendi! - la ragazza sventolò orgogliosamente le buste in faccia all'amica, prima di occupare il suo solito posto con aria soddisfatta - e non mi sono dimenticata di te! Tieni! - disse poi passando uno dei pacchetti all'amica

- Che cos'è? - chiese quella, incerta

- Tranquilla, soltanto una crema protettiva per i capelli! Non vorrai rovinarteli a forza di nuotare in tutto quel cloro, a volte le cuffiette protettive non sono abbastanza - commentò la mora, lievemente orripilata da quella possibilità - e poi era un piccolo regalo, ho saputo che anche quest'anno ti sei aggiudicata il posto da capitano in squadra, dovremmo festeggiare! -

- Festeggiare? E perché mai? Era così ovvio - Yoru smorzò subito l'entusiasmo della prima

- Non proprio per tutte, ho sentito Erica Parker lamentarsi delle scelte del vostro allenatore, quella stronzetta avida di fama. Nessuno le ha mai detto che dovrebbe iniziare a preoccuparsi di problemi più seri? Come la sua faccia ad esempio! Ma si è mai vista allo specchio? -

Le due ragazze risero insieme - Beh, non mi importa di quello che pensano. Il cronometro parla chiaro e loro non hanno chance contro di me ... semplice e lineare. Piuttosto, cambiamo discorso, domani ci sarà quella sfilata del cazzo a cui non volevo neanche partecipare ... non ho ancora visto i vestiti, dove diavolo è finito Shane? Non sarebbe dovuto passare? -

Kat fece spallucce - Non me lo nominare, lo detesto al momento. So che Wright è andato a trovarlo ieri dopo scuola, ormai si è trasferito al Bulgari per quanto ne sappia, Robert ne parlava con il padre di Wright, non so altro né mi importa ... -

Yoru apparve stupita, in realtà riflettendoci un po' lo trovò sensato - Beh, cosa vuoi che cambi per Shane? Era comunque sempre da solo in quella villa enorme, no? -

- E' quello che succede anche a noi, Yoru. Mia madre è partita oggi per la Scozia e mio padre non tornerà prima di lunedì mattina, ma non ne faccio mica un dramma! Non vado a vivere in un hotel di lusso per attirare l'attenzione di tutti, né inizio a drogarmi o a bere -

- Non è la stessa cosa - commentò la bionda, bevendo un sorso del suo tè - Gemma è una donna glaciale, per niente materna mentre Robert è troppo preso dal suo lavoro per occuparsi dei suoi figli, guarda Chad, lui è l'emblema perfetto ... nonostante anche i nostri genitori siano spesso fuori per lavoro ci hanno sempre mostrato tutto il loro affetto e hanno cercato di non farci pesare la loro assenza con attenzioni continue ... dovresti essere più matura e capire i suoi problemi, anche se non condividi il suo atteggiamento in merito -

Kat si zittì subito, capitava spesso che la sua amica la facesse ragionare, era come se Yoru fosse capace di illuminare quei punti oscuri che la mora decideva di non vedere per la propria comodità. Era troppo duro per la Westwood ammettere quanto si sentisse ancora in colpa per non aver capito il grido d'aiuto di Shane quella dannata notte di quasi tre mesi fa ormai.

- Mi stai dicendo che sono superficiale? -

- Tra le altre cose, sì ... sei anche questo - rispose la bionda con un sorrisetto saccente sulle labbra prima di controllare l'orologio e balzare in piedi subito dopo - accidenti, si è fatto tardi. Devo passare in libreria a ritirare alcuni libri, ci sentiamo più tardi, va bene? Ah, e grazie per il regalo! -

Kat annuì distrattamente, i suoi occhi erano puntati sull'amica che correva via di tutta fretta, Yoru era un mistero per lei nonostante la conoscesse da una vita ormai. La ragazzina solitaria, dai tratti particolari e una mente molto più matura di qualsiasi altra bambina della sua età ... Yoru era sempre stata la parte razionale tra le due, riusciva ad analizzare ogni situazione con massima precisione, il suo cervello non si lasciava mai sopraffare da alcuna emozione. Spesso Kat si era ritrovata a piangere e fare i capricci, si era arrabbiata, si era lasciata travolgere dalla gioia, questo non era mai successo a Yoru ... la sua espressione cambiava di rado ed era uno dei fenomeni a cui Kat ambiva di più. A volte credeva che la sua amica non fosse neanche del tutto umana ... aveva delle stranezze che la mora non sapeva spiegare.

Come quella di sgusciare fuori di casa in piena notte, le aveva ricordato una vocina dentro di lei. Kat glielo aveva visto fare parecchie volte nel corso di quella estate, appariva come una piccola figura ammantata nella notte, ma era senza dubbio la sua amica. La vedeva guardare su e giù per la strada prima di sparire per quelle vie, veloce e silenziosa come il buio ...

Kat si era chiesta parecchie volte dove andasse durante quei vagabondaggi notturni, si preoccupava dentro di sé, se si fosse allontanata troppo le cose si sarebbero potuto mettere male per una ragazza di cinquanta kilogrammi al più, oltretutto di buona famiglia come Yoru. Ma non aveva mai osato parlare, qualcosa l'aveva sempre frenata dal chiederle che cosa stesse succedendo, dove andasse quasi ogni notte, che cosa ci fosse dietro quelle sparizione ... in qualche modo sperava che sarebbe stata lei a raccontarglielo di sua spontanea volontà presto o tardi. Però di quel passo non sarebbe mai successo probabilmente.

- Fermati, Laurence - ordinò Shane Gould al suo autista prima di sistemare appena il colletto della sua camicia - aspettami qui. -

- Come vuole, signorino Gould. -

Shane smontò dall'auto, camminò a passo deciso verso l'attico dei Westwood, un palazzo elegante ed immenso, uno dei tanti luoghi di incontro durante la loro infanzia. La voce nota di Alicia risuonò per l'abitacolo

- Sono Shane, Kat è in casa? -

- Signorino Gould! La signorina Kathleen non è ancora rientrata. Avevate un appuntamento? -

- Sì, potrei aspettarla di sopra? - mentì il ragazzo

- Certo, salga pure. La riceverò in salotto.

Shane chiamò l'ascensore e l'attese con calma. Il suo riflesso allo specchio gli ricordò quanto quelle notti brave non si ripercuotessero affatto sul suo aspetto, sembrava in perfetta salute nonostante avesse trascorso troppe notti in giro per locali e bevuto anche oltre i suoi soliti standard già elevati di per sé. Il salotto dei Westwood si estendeva immenso davanti a lui, si accomodò sul divano di velluto grigio, posando i fiori ed il regalo accanto a lui.

Orchidee blu, i preferiti di Kat.

Ricordava quando da bambini correvano lungo i prati della villa dei suoi nonni materni, Yoru finiva sempre per isolarsi, Wright provava a stare dietro alla vulcanica Kat che si lasciava sempre coinvolgere dai giochi cattivi e pericolosi di Shane.

- Kat, va piano! Il terreno è troppo scivoloso! Rallenta! - le ricordava Wright, correndo a perdifiato dietro il cugino e la sua amichetta

- Non mi importa! Shane ha detto che non riesco ad essere più veloce di lui, si sbaglia! - ricordava i suoi lamenti, Kat era testarda e determinata a livelli estremi, non accettava mai nessuna sconfitta.

Shane rideva, divertito - Sei soltanto una femmina, Kathleen. Hai le gambe corte. Tornatene a giocare con le bambole, che ne dici?-

- Non voglio giocare con le bambole e tu sei cattivo! Perché sei così cattivo, Shane? -

Il viso di Kat era serio, aveva le braccia conserte ed il broncio sulle labbra. Wright corse al suo fianco, preoccupato, era sempre lui a consolare i pianti dell'amica quando Shane si comportava male.

- Andiamo a casa, lascialo perdere. -

- No! Devi chiedermi scusa! - si era intestardita lei

- Ok, ti chiedo scusa. Va bene adesso? - Shane aveva riso, divertito. Perché ottenere delle scuse era così importante per le donne? Che cosa ottenevano da quelle semplici e futili parole?

- No, non va bene così! -

- E cosa dovrei fare? - il bambino rifletté, cosa faceva suo padre quando voleva farsi perdonare da Gemma? Le faceva dei regali costosi, a volte dei fiori. Per sua fortuna il campo nel quale giocavano era pieno di piccole margheritine bianche cresciute spontaneamente. Così Shane iniziò a raccoglierne una manciata sotto gli occhi confusi degli altri due bambini

- Che fai? - chiese Kat, interessata e un po' stizzita.

Il bambino si sollevò e gli porse il mazzetto di fiori - Ti chiedo delle scuse appropriate. Ho anche dei fiori adesso. -

Kat aveva storto il naso e con uno schiaffo aveva fatto volare via le margherite che erano cadute di nuovo tra l'erba - Questi non vanno bene, sono rozzi e pallidi ... a me non piacciono e non ti perdonerò. Non sarai invitato a giocare in piscina dai miei nonni domani. -

Il bambino aveva sospirato - E che cosa vorresti allora? -

Kat ci pensò un po' su - Dei fiori belli e rari, che abbiano un bel colore e un buon profumo! -

L'amore di Kat per quei fiori era cresciuto con lei da quel momento in avanti. Shane aveva dovuto cercare un fiore che avesse tutte quelle caratteristiche e portarlo davvero alla piccola Kat, soltanto in quel modo era riuscito ad ottenere l'invito in piscina e aveva potuto raggiungere i suoi amici.

Era strano pensare a quei momenti, Shane si sentiva davvero un'altra persona adesso, cos'era rimasto di quel bambino che correva lungo i prati senza curarsi di nessuno? Di quell'innocenza, di quella spensieratezza ... crescendo si perdeva tutto ed in cambio si ottenevano per lo più dispiaceri.

Kat rientrò a casa con un bel sorriso sulle labbra, non vedeva l'ora di spacchettare tutti i suoi acquisti e riprovarli prima di riporli nella sua cabina armadio insieme al resto della collezione.

- Alicia? Sali da bagno e vasca! Subito! - urlò la ragazza adesso sulla soglia del salotto

- Sempre a gridare ordini a destra e a manca, mi eri mancata, tesoro -

Kat rimase immobile, come se un'ondata di ghiaccio l'avesse congelata ed impressa in un grosso blocco, Shane se ne stava seduto sul suo divano, con il solito sorrisetto sfottente sulle labbra e gli occhi luminosi di malizia. Perfettamente a suo agio, con le braccia allungate sulla spalliera morbida e le gambe accavallate in una posa elegante e controllata.

- Che diavolo ci fai tu qui? Perché Alicia ti ha fatto entrare? - sbottò la ragazza una volta ripresasi dallo shock - Alicia! Dove sei??? Scendi immediatamente! -

- E dai, non prendertela con lei. E' soltanto una donna, sai che effetto fanno i Gould alle donne ... -

- Sì, un effetto lassativo. Adesso vattene! - Kat chiamò subito l'ascensore e guardò Shane con uno sguardo inequivocabile, soltanto in quel modo notò il mazzo di orchidee tra le sue mani - te le puoi risparmiare. Non funziona più così, non sono una bambina di nove anni, Shane. -

- Davvero? Quindi sei maturata, dovresti smetterla di comportarti così e dovresti anche scusarmi. Hai raggiunto la soglia dei tuoi diciannove anni ormai, ti sto chiedendo scusa, sei tenuta ad accettare. -

Kat sbuffò mentre il ragazzo si avvicinava a lei, rivelando un pacco abilmente nascosto dietro la schiena

- Se i fiori non hanno sortito l'effetto sperato spero che questo lo faccia ... - disse in un sussurro malizioso, mostrando alla ragazza il contenuto del pacco.

Kat rimase a bocca aperta e per poco non perse la vista di fronte a quello sfavillio eccezionale.

- Le nuove Louboutin decolté tacco dodici edizione limitata ... - sussurrò meravigliata e sconvolta allo stesso tempo. Erano perfette, nere con meravigliosi strass luccicanti ed il camoscio che ricopriva il tacco, allungò appena la mano mentre il ragazzo le tirava indietro e rideva di fronte al viso adesso furioso di Kat

- Dammele, me le hai regalate! Ormai sono mie! Sono entrate in casa mia! -

- Piano, piano ... certo che saranno tue, tesoro. Ma non prima di aver ottenuto il tuo perdono, direi che adesso me lo sono guadagnato. -

Shane sapeva che tasti premere con le donne, un regalo del genere gli avrebbe permesso di farsi perdonare praticamente qualsiasi cosa, Kat andava pazza per quelle scarpe, aveva visto la lista dei desideri sul suo profilo FM, adorava quella scarpe più di quanto adorasse qualsiasi vita umana probabilmente.

- Ti perdono. Ho anche dimenticato il motivo per cui ti sto perdonando, ok? Ma come hai fatto a trovarle? Per quella collezione c'è una lista d'attesa lunga un anno! Non li avrei ricevuti prima di gennaio ... -

- Mi sono lavorato notte e giorno la manager di Christian, beh ... non di giorno, diciamo che me la sono lavorata soprattutto di notte -

- Taci, Shane! Non mi interessa! - la mora gli tappò le labbra con un dito, stava sorridendo adesso, mentre con le mani accarezzava il tessuto perfetto delle scarpe prima di portarsele al viso ed annusarle - ahhh, adoro l'odore della vernice fresca ... Oh, Shane! Posso chiederti un ultimo favore? -

- Ti sembra il caso? - chiese quello, sollevando un sopracciglio per l'esasperazione.

- Certo che sì, mi hai detto che per te non conto niente quindi posso chiederti tutti i favori che voglio e li otterrò - Shane sbuffò di fronte a quelle parole, ma allo stesso tempo sapeva che non se la sarebbe cavata soltanto con le Louboutin

- Cosa c'è? -

- Ho bisogno di tre pass per la sfilata di tua madre di domani sera. Ho promesso a Tamara e alle altre che sarebbero potute venire.

- Perché no? Se ti è necessario a mantenere il controllo su quella massa di Paris Hilton, chi sono io per distruggere i tuoi sogni? - Shane fece spallucce mentre Kat saltava per la gioia, incapace di contenersi

- Bene, con questo è tutto, adesso puoi andare. -

- No, voglio vedertele addosso prima di andar via - chiese il ragazzo sedendosi sul bracciolo del divano, in attesa. Quella richiesta non stupì Kat, Shane amava le cose belle e quelle scarpe erano favolose. Forse era uno dei pochi uomini, tralasciando gli stilisti, a comprendere quanto fossero meravigliose quelle scarpe, dopotutto Gemma era un'artista e per quanto Shane tentasse di negare la sua parentela con la donna era fin troppo ovvio quanto quei due fossero terribilmente simili. Così Kat sfilò le sue Chanel per indossare quelle nuove, le maneggiò con cura ed estrema lentezza, si emozionò quando notò che le calzavano perfettamente.

- E' tutta questione di avere buon occhio, con una stilista per madre si impara in fretta - Shane dedusse i pensieri di Kat che sorrise appena

- Ma scommetto che la maggior parte dell'esperienza te l'abbia conferita la miriade di ragazze con cui sei uscito -

- Anche questo ha sicuramente influito - le concesse il ragazzo facendole l'occhiolino.

Le scarpe erano perfette, Kat ci camminò appena sopra improvvisando una sorta di sfilata, rise forte, fece una lieve piroetta su se stessa prima di sollevare la gamba e mettersi in posa. Shane tirò fuori il suo cellulare, i suoi occhi non smettevano di fissare la ragazza con una strana luce.

- Questa va direttamente sul Fashion Mirror -

- Sono venute bene le scarpe? -

- Perfettamente. Ti stanno d'incanto, Kat ... ci ho preso proprio -

Lei sorrise e si mise nuovamente in posa per un'ultima foto.

La vita era fatta di onori e oneri, Yoru lo sapeva perfettamente, era stata cresciuta in una famiglia aperta ma esigente, non le era mancato mai nulla ma lei doveva sempre mettere il massimo impegno in quello che faceva. Doveva ripagare gli altri di quello che le offrivano ed essere rispettabile e rispettosa, questi erano i principi di casa Knowles, oppure " fare buon viso a cattivo gioco" come li aveva soprannominati la ragazza.

Era per non venire meno a quei principi che Yoru stava preparando la sacca e si era persino acconciata i capelli, tutta colpa della stupida sfilata. Era certa che Kat non stesse nella pelle, che per l'occasione si era preparata alla perfezione, ma alla bionda non piaceva affatto la prospettiva di essere squadrata da capo a piedi e toccata da mille sconosciuti intenti a mettere a punto il make up perfetto.

- La sua espressione mi sembra preoccupata Miss, va tutto bene? – chiese Watson incrociando Yoru lungo il corridoio.

- Certo ... solo uno stupido evento a cui non vorrei andare – replicò la ragazza entrando in salotto per recuperare il suo cellulare.

- Sei bellissima Yoru – commentò la madre – sarai raggiante lì sopra, non temere –

Sarò la solita ragazza strana lì sopra, avrebbe voluto dire ma si limitò a sorridere, buon viso a cattivo gioco, si ripetè – certo mamma ... allora vado, Kat sarà già in trepidante attesa. –

Sapeva già cosa aspettarsi una volta varcato il sontuoso ingresso di casa Westwood, ma quando attraversò la soglia Yoru rimase un attimo accigliata. La sua amica era a metà della scala che portava alla sua camera, aveva un sorriso raggiante ed insieme ad un completo di Valentino indossava un paio di scarpe nere lucide dal tacco vertiginoso.

- Non volevo rovinarti la sorpresa! – esclamò la mora sfoggiando le calzature – guarda cosa indosso! –

- Attenta a non cadere e romperti l'osso del collo Kat, sei maldestra quando ti pavoneggi – rispose Yoru con un mezzo sorriso.

L'altra rimase un attimo spaesata ma poi mise su un espressione risentita – sei sempre la solita Yoru! Mai una volta che tu mi dia soddisfazione! –

- Ci pensa già il mondo ed il teatrino a cui siamo sottoposte a darti soddisfazioni – mormorò la bionda – non è anche il mio compito ... dove le hai prese quelle? Ricordo che hai detto che sono introvabili ... -

Kat sorrise leggermente soddisfatta – sono un regalo di Shane! –

Yoru intrecciò le braccia davanti a sé – deve essersi fatto perdonare ... - sul viso dell'amica apparve un sorrisetto ebete che non lasciava spazio ad ipotesi – beh se la tua autorità può essere calpestata da un paio di scarpe di vernice direi che non vale molto, come il tuo amor proprio ... -

- Oddio! Un paio di scarpe di vernice hai detto?- la ragazza era sconvolta - Christian Louboutin ti prego di tapparti le orecchie ovunque tu stia dettando le tue meravigliose tendenze, oh divino. Non ascoltare le parole orribili uscite dalla bocca di questa mistificatrice della moda! – iniziò Kat osservando un punto indefinito nel soffitto. Ecco che c'eravamo di nuovo, la mora parlava spesso con le sue icone della moda, come se potessero sentirla ...

La bionda scosse la testa, non era tenuta a comprendere ogni sfaccettatura di Kat ma alle volte avrebbe voluto essere in grado di pensare come lei, senza troppi problemi. La vita osservata con gli occhi della sua amica le sembrava più facile, alle volte quando la sua mente era troppo carica, quando sembrava sul punto del crollo le sarebbe piaciuto avere un personale salvagente.

- Terra chiama Yoru! – esclamò Kat facendo tornare la ragazza al presente – mi stai ascoltando? –

- Cosa? –

- Sei sempre con la testa tra le nuvole! Ho detto voglio proprio vedere il Bulgari! Ho sentito cose grandiose sul restauro e poi alcune delle sale ricevimento verranno aperte stasera per la prima volta! I giornalisti ed i fotografi assalteranno ogni angolo! –

Yoru continuò a guardare Kat e ad annuire alle sue parole, fingendosi interessata ed accondiscendente, tentando di sopprimere quelle ondate di nausea e di sudore freddo, presto sarebbe finito tutto.

Nonostante mancasse ancora qualche ora all'inizio dell'evento, l'ingresso del magnifico palazzo che ospitava uno tra i più lussuosi Hotel di tutta Londra, era già gremito di fotografi. Le modelle entravano ed uscivano dal retro evitando la calca e fu da lì che vennero fatte entrare anche le due ragazze. Ogni angolo delle sale e dei corridoio era illuminato da fari ed adornato di fiori ricercati e dal profumo intenso. L'arredamento era perfetto in ogni particolare, curato e posizionato con precisione millimetrica, nonostante la calca sembrava che nulla potesse intaccare la perfezione impressa in quella struttura.

Una ragazza munita di cartellina si avvicinò immediatamente a Yoru e Kat appena le vide entrare nella zona riservata.

- Finalmente eccovi qui! – esclamò spuntando i loro nomi dalla lista – se volete seguirmi vi mostrerò lo spogliatoio e la sala trucco, i nostri addetti sono già all'opera, qui è un delirio! –

Quando le ragazze entrarono nella grande sala adibita a spogliatoio vennero investite da un fitto vociare ed una energia quasi elettrica che balzava da persona a persona. Modelle che correvano a destra e a sinistra, truccatori che con rapidità e precisione rendevano visi delle opere d'arte, sarti che rifinivano e aggiustavano gli abiti al millimetro sul corpo delle ragazze.

Kat si lanciò immediatamente nella mischia, trovando il suo reparto e quello di Yoru non lontano – questi vestiti sono pazzeschi! – esclamò – chissà a chi toccherà il vestito nero di chiusura, so che Gemma lo ha nominato l'abito simbolo della sfilata! –

Yoru era frastornata e guardò con timore e sofferenza la fila di abiti, uno saltò agli occhi – questo forse? –

Kat sgranò gli occhi – mio dio ... è lui! Che cavolo! Volevo indossarlo io! Gemma non mi da mai abiti di spicco! –

- Che state facendo ancora così? – protestò ad un tratto un uomo di mezza età con un metro attorno al collo e lo sguardo di uno che non dormiva da giorni – muoversi! La moda non aspetta nessuno! –

Fu così che cominciò la folle corsa, il sorriso di Kat era sempre più ampio, i suoi occhi rapiti da quella miriade di persone che stava lavorando all'evento, che stavano lavorando per rendere lei l'invidia di qualunque ragazza sulla faccia della terra. Yoru si doveva trattenere, sforzarsi di stare seduta e non fuggire da tutta quella gente che la toccava e che le dava un aspetto che non era per nulla simile al suo.

Quando le luci si abbassarono sul solone dei ricevimenti del Bulgari, ogni elemento era al proprio posto, ogni tecnico, ogni modella, persino le molecole nell'aria erano esattamente dove dovevano essere. Poi la musica ritmica e precisa, l'alternanza degli occhi di bue colorati, l'applauso del pubblico e la sfilata era cominciata.

Anche Yoru era entrata in scena, perfettamente integrata con quel contesto anche se non la toccava neache da vicino. Sentiva la tensione e l'aspettativa su qualunque volto incrociasse il suo sguardo, vedeva i fotografi accecarla con i flash, gli spettatori mormorare, aveva i brividi alla schiena.

Kat invece sembrava perfettamente a suo agio, sorridente e con passo sicuro divorava ogni millimetro di quella passerella, catturava ogni sguardo con grande maestria e con un carisma che non aveva bisogno di parole.

Eppure Gemma aveva lasciato a Yoru il vestito per la chiusura della passerella e quando la ragazza lo indossò sapeva che non poteva solo limitarsi a sfilare, a camminare davanti a quegli sconosciuti. I tecnici e gli stilisti continuavano ad urlarle direttive e raccomandazioni ma ei aveva smesso di ascoltare, era questa la strada. Doveva mettere tutto a tacere e ritagliarsi il suo spazio vitale o sarebbe morta soffocata da quegli sguardi.

Così una volta entrata in passerella chiuse gli occhi, solo per una frazione di secondo il tempo di svuotare la mente e proiettare il suo mondo lì, adesso era quella gente che stava soffocando, tossiva e si contorceva sotto gli occhi di Yoru. La ragazza avanzava, sempre con più sicurezza, con quel tocco di eleganza faceva ondeggiare l'abito come se volasse sulla passerella. Mentre tutti gli spettatori esalavano l'ultimo respiro, Yoru si sentiva libera e forte, con quel sorriso misterioso fra una smorfia ed un ghigno girò per l'ultima volta sulla passerella prima di sparire dietro le quinte.

Le luci si spensero di nuovo ed un boato di applausi si sollevò dalla sala, fu allora che un'altra luce illuminò il palco e Gemma Vaussier fece il suo prorompente ingresso davanti ai fotografi ed il pubblico. Era impeccabile e di una bellezza mozzafiato, i capelli biondi e morbidi erano raccolti in una bella coda alta fermata da una spilla tempestata di zaffiri, i suoi occhi verdi scrutavano davanti a sé con la loro solita freddezza. La sua fama nel mondo della moda era indiscussa, come il successo delle sue sfilate e quella sera non fece eccezione.

- Ringrazio ognuno di voi per essere venuto qui questa sera a rendere omaggio alla mia nuova collezione ... vi aspettiamo nei nostri atelier – disse in fine con la sua voce musicale, poi tornò dietro le quinte con passo sicuro ed aggraziato.

Yoru capì che la sfilata era conclusa quando vide la bella Gemma dirigersi verso di loro con espressione soddisfatta.

- Non mi sono affatto sbagliata su di te – disse rivolta alla ragazza – hai davvero brillato con il mio abito ... ci frutterà parecchio! –

Kat era lì, con il cuore in gola, ma come sempre la stilista non aveva mai tanti complimenti da elargirle – spero sia andato tutto bene – tentò di dirle la ragazza -i vestiti sono meravigliosi, ha proprio colpito in pieno!

Gemma passò i suoi occhi verdi sulla bruna e dopo un lungo silenzio parlò – lo scopriremo dalle vendite, suppongo – poi si voltò verso Yoru – quel vestito puoi tenerlo ... te lo sei guadagnato! –

Dopo che la donna andò via Kat ebbe la forza di agitare una piccola protesta, incrociando le braccia sul petto – che diavolo ha che non va? Anch'io mi sarei meritata un vestito ... –

Quando le due ragazze uscirono dai camerini vennero travolte dalla folla di giornalisti e fotografi, fortunatamente le due avevano già altri impegni e Kat fu felice di sgattaiolare via dalla calca. Proprio all'ingresso Shane e Wright le stavano aspettando.

- Siete state strepitose – disse il secondo con un enorme sorriso, poggiando a Kat un bacio leggero sulle labbra – eri meravigliosa –

- Quelle tre oche che mi hai fatto invitare ti venereranno a vita – rise Shane - persino su Yoru non hanno avuto da ridire, attenta Kill Bill potresti diventare Miss popolarità in men che non si dica ... -

La bionda alzò il dito medio e questo fece ridere il ragazzo – bando alle ciance! Ho preparato un dopo sfilata da urlo! Vi mostrerò le meraviglie del Bulgari! –

- Domani devo alzarmi presto - lo ammonì Yoru – cerca di non incastrarmi in qualche tua serata di pessimo gusto Shane ... mi sono sforzata fin troppo stasera ... -

- Mi è sembrato infatti di vedere della leggiadria e della grazia non tue – buttò lì il ragazzo scherzando.

- Anche tu ogni tanto dai segno di avere dei sentimenti umani Shane, ma io sono abbastanza educata da non fartelo notare – ribatté la bionda di rimando.

Quello rise e poi la condusse insieme agli altri ai piani superiori – non hai idea quanto lo apprezzi! –

Era tarda sera quando Yoru rientrò a casa, le luci erano spente ed i suoi stavano sicuramente dormendo, si sentiva stanza e stressata così si gettò sul letto ringraziando che il giorno seguente fosse domenica e che non avrebbe dovuto affrontare la scuola. Gettò un ultima occhiata fuori dalla finestra e si ricordò di quel luogo che aveva cominciato a visitare, era decisa a passare ancora del tempo laggiù la notte seguente, in qualche modo quella prospettiva le dava pace. Così poté finalmente lasciarsi quella serata alle spalle, chiudere gli occhi ed immergersi in un sonno profondo.

ANGOLO DELLE AUTRICI: Eccoci con il terzo capitolo della nostra storia e un primo focus sul mondo in cui si muovono le nostre protagoniste ... così diverse, ma in qualche modo legate l'una all'altra. Ben presto ci addentreremo ulteriormente nelle loro vite all'apparenza perfetta, conoscendo dei nuovi personaggi. Curiose? Speriamo che la storia vi piaccia e che decidiate di farvi sentire per qualsiasi appunto :P
Grazie ancora e a presto!

- BLACKSTEEL - 

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