Chapter 23 - Lonely Hearts
Quella mattina Yoru si era alzata e preparata come sempre, aveva preso il borsone e si era diretta a scuola come di consueto, o quasi. Per la prima volta dopo tanto tempo la ragazza era sola, sia lungo il tragitto che nei corridoi inospitali della scuola. Ricordava bene il bruciante litigio con Kat e dopo quelle parole piene di rabbia non si erano più rivolte la parola. La limousine della mora non era passata a prenderla né lei si era fermata a casa sua.
Mentre la bionda camminava e si spostava da una lezione all'altra non parlava con nessuno, non le sarebbero toccate le chiacchiere di Kat quel giorno e nemmeno il suo viso pieno ed allegro, le cose stavano cambiando. Forse era questo il suo destino, si disse Yoru, forse era così che doveva andare, sola come un cane aveva detto la sua amica, era proprio quello il punto. La ragazza concluse che quella doveva essere la sola alternativa possibile, non era mai stata brava con i rapporti sociali, era sempre stata fredda e brutale con gli altri ed il suo carattere aveva portato persino Kat a prendere le distanze. Era meglio così, concluse Yoru.
- Ti senti bene? – la voce di Luke arrivò lontana all'orecchio di Yoru quasi come fosse un rumore di fondo.
- Sto bene ... - rispose quella senza guardarlo, continuando a tracciare segni precisi sul quaderno con la sua matita ben appuntita.
- Ho notato che hai mangiato da sola a pranzo, non hai parlato neanche con Kat, avete litigato? – insistette il ragazzo.
- Niente che possa interessarti Webster .. – fu la risposta secca della bionda.
- Di nuovo per cognome eh? – accennò ad un breve sorriso – spero che chiarirete presto –
La bionda non disse nulla, continuava ostinatamente ad ignorare il ragazzo, rinchiudendosi nella sua bolla di assoluto distacco che la contraddistingueva, la sua matita correva veloce sul foglio. Stava disegnando degli arti rigidi e sottili, come se fossero quelli di una mummia o forse di un cadavere in decomposizione.
Aveva incontrato Kat solo due volte quella mattina, nel corridoio, dove si erano guardate per qualche instante prima che la bionda procedesse spedita verso la sua classe. La mora aveva accennato a qualcosa, le sue labbra si era lievemente aperte come se fosse sul punti di dire il suo nome ma lei non voleva ascoltare, era stanca di perdere tempo. Dopo aveva visto Kat a mensa, si era seduta al loro solito tavolo che ormai era sempre più pieno di persone irritanti come Tamara e le altre oche del gruppo che Kat frequentava ormai da anni. Yoru ricordava bene com'era prima, quando avevano cominciato alle superiori, solo loro quattro, insieme. Ma poi la sua amica aveva cominciato la scalata sociale, interessandosi a stupidi comitati ed attirando l'attenzione di quelle ragazzine fastidiose che la seguivano ovunque. Forse era questo il punto, dovette ammettere Yoru, era questa la cosa che rimproverava davvero a Kat, aveva minato la stabilità del loro gruppo per l'apparenza, per sembrare migliore e irraggiungibile. La bionda pensò che forse era gelosa della sua amica, perché nonostante tutto le sue macchie potevano essere coperte con un sorriso e del fondotinta, mentre quelle che tormentavano la mente della ragazza erano profonde e visibili, la diversità di Yoru non poteva essere nascosta. Forse aveva commesso un errore di valutazione dedusse alla fine, era meglio che le loro strade si separassero.
- Allora è proprio vero, ci stai mollando? – la voce bassa e musicale di Shane raggiunse l'orecchio di Yoru riportando la sua mente al presente, nella scuola.
- Non fare finta che ti dispiaccia Shane, non è la mia attenzione che cerchi - rispose secca la bionda.
Il sorriso del ragazzo si allargò e posò una mano all'altezza del cuore – come sei brutale Kill Bill, stai ferendo i miei sentimenti! Sai che miro al cuore di tutte le fanciulle allo stesso modo –
Yoru non perse altro tempo e ricominciò a camminare diretta verso gli spogliatoio della piscina, ma Shane continuò a seguirla ostinatamente.
- Vattene Shane, dico davvero non ho più voglia di perdere tempo con nessuno di voi – il tono della ragazza era fermo e deciso.
- Volti le spalle ai tuoi amici allora? –
- E' stata lei a voltare le spalle per prima ,lo sai bene, quando ha scelto di voler essere qualcuno che non è, quando ha deciso di sposare la sua causa al di sopra di ogni altro rapporto – sentenziò e fissò bene Shane negli occhi – forse eri perfetto per Kat, saresti stato il ragazzo ideale ... ma non per questa Kat ... per lei sei solo un altro fardello difficile da spiegare alla società –
Yoru si augurò che le sue parole ferissero il ragazzo, in modo da farlo andare via e lasciarla in pace, ma non accadde, come di consueto Shane reagì in modo del tutto singolare, aprendo le sue labbra in un sorriso candido ed avvicinando le mani alle spalle di Yoru.
Le strinse saldamente e poi parlò – mi auguro che tu sia dei nostri alla festa in maschera del Bulgari –
- Temo di sì, mia madre vorrà che vada ... - a quel proposito un pensiero si inserì fra gli altri – ho chiesto a Konnor se volesse accompagnarmi, pensi sia un problema se viene anche lui? –
Gli occhi di Shane luccicarono appena – Certo che no! Metterò il suo nome in lista –
- Avrà bisogno di un completo ... -
- Digli di passare al Bulgari quando vuole, ho in mente qualcosa che farà al caso suo, se posso consigliarti un abito per l'evento, metti quello di mia madre. Certe occasioni non vanno sprecate ... - mise una certa intonazione in quell'ultima frase prima di lasciare le spalle della ragazza – sono certo che Konnor perderà la testa - poi si allontanò - ci si vede, bella bionda –
Il corpo di Yoru fluiva velocemente nell'acqua cristallina della piscina, sentiva le urla di incitamento e percepiva la presenza delle altre ragazze che nuotavano accanto a lei. Quando toccò la mattonella fredda del bordo piscina e riemerse dall'acqua notò la figura del coach che le sorrise fermando il tempo.
- Davvero straordinario Knowles, un punteggio eccellente –
L'allenamento andò avanti ancora per qualche ora, si esercitarono per la staffetta a squadre ed i vari stili di nuoto, Yoru concorreva per lo stile libero quell'anno, le qualificazioni sarebbero cominciate a Novembre.
- Possiamo scambiare due parole prima che tu vada? – le disse l'uomo mentre la bionda si recava nello spogliatoio.
- Certamente –
- Allora cambiati e vieni nel mio ufficio –
Quando Yoru si recò nello spogliatoio sapeva già di avere gli occhi delle sue compagne addosso, era sempre così in fondo, andò a fare la doccia e mentre l'acqua scorreva sentiva le altre parlare.
- Ha sempre quell'aria superiore ... -
- Figurati che con una così si può fare gioco di squadra –
- Tanto il coach stravede per lei, è come un dannato robot –
Quando Yoru lasciò lo spogliatoio non era ferita o arrabbiata, ormai aveva fatto l'abitudine anche a quello, forse prima aveva Kat che la faceva sentire normale, avrebbe imparato a rinunciare anche a quei momenti.
Bussò lievemente alla porta dell'allenatore e subito dopo le fu detto di farsi avanti, l'ufficio era stretto, con una piccola scrivania, diversi moduli ed un armadietto per gli attrezzi sportivi. Il coach era seduto intento a visionare dei documenti e quando vide la ragazza accennò un sorriso.
- Non ti tratterrò molto – le disse.
- Qualcosa non va con gli allenamenti? I miei punteggi sono in calo? –
- Niente affatto, sei davvero una fuoriclasse Knowles. Quello che mi preoccupa è cosa succede fuori dall'acqua, mi sono arrivate certe voci sai, da parte delle altre – rispose l'uomo pacatamente.
- Che genere di voci? –
- So che le ragazze non ti vedono di buon occhio e fanno spesso battute sul tuo conto, non c'è molta armonia fra di voi, il rapporto nello spogliatoio è importante quanto quello in acqua. Per un capitano è fondamentale fungere da legame per la squadra –
- Mi dispiace coach – rispose quella con un tono neutro.
- Non ti sto rimproverando Yoru – la chiamava raramente per nome, ma quando lo faceva significava che stava parlando con la ragazza di diciannove anni e non con il capitano della squadra – mi chiedo se tu stia bene, il ruolo di capitano è di per sé un compito che mette sotto pressione, volevo sapere se quello che le altre ti dicono ti ferisce –
- Vuole togliermi il ruolo di capitano? – domandò lei, ancora senza mettere alcuna emozione nel suo tono.
- Solo se ti fa stare meglio, sei un'atleta fenomenale, so che questa non sarà la tua carriera ma metti una grande passione in acqua ed un forte spirito. Quel ruolo è tuo di diritto, ma se preferissi allontanare da te quella pressione lo capirei ... -
L'aria si era fatta tesa, ci fu un lungo silenzio fra i due prima che la ragazza prendesse la parola.
- Continuerò ad essere il capitano, finchè qualcuno non batterà i miei tempi e sarà migliore di me ... se a loro non sta bene che si impegnino a superarmi –
L'uomo accennò un sorriso a quel punto, lieto che l'animo della giovane fosse ancora forte e battagliero – molto bene, allora abbiamo finito, buona giornata –
- Buona giornata a lei –
Quando venne la sera Yoru aveva terminato i suoi compiti, fissò per un momento il cellulare ed oltre alcuni messaggi di Konnor non c'erano altri avvisi da parte di Kat. Prese il telefono e controllò cosa il rosso le avesse scritto:
" Stasera sono libero, ci vediamo? Comincio ad avere davvero nostalgia di quel tuo viso imbronciato"
La ragazza sorrise, forse per la prima volta quel giorno e rispose al messaggio frettolosamente:
" Si anche io vorrei vederti, facciamo al parco? Dopo mezzanotte"
Non passò molto tempo prima che le arrivasse risposta: " al parco ormai fa troppo freddo, vieni a casa mia?"
" Si"
L'aria era davvero gelida soprattutto a quell'ora della notte fra i vicoli di Chelsea, Yoru si strinse nel cappotto e continuò a procedere con passo deciso verso il quartiere di Konnor, il palazzo le si stagliò davanti con imponenza. C'era il solito silenzio ad attenderla, si incamminò lungo le scale con pazienza fino all'ultimo piano dove la spessa porta dell'appartamento la stava aspettando, bussò con decisione e la serratura scattò dopo poco.
Konnor comparve davanti a lei con un sorriso caldo e gioviale, i suoi capelli rossi erano leggermente scarmigliati, indossava una delle sue canottiere grigie con delle imponenti striature verde acido. Quando la ragazza entrò in casa fu avvolta immediatamente da un piacevole calore, tanto che si tolse il cappotto abbandonandolo svogliatamente su una sedia.
Non ebbe tempo di fare molto perché le sue labbra furono immediatamente catturate da quelle del rosso che la strinse forte trascinandola in un bacio che le mozzò il fiato. Il corpo di Yoru fremeva mentre si aggrappava ancora avidamente alle spalle del ragazzo, rimasero così per un momento, a baciarsi e sfiorarsi. Poi Konnor si spostò appena ancora con il sorriso sulle labbra, passò il pollice su quelle umide della bionda.
- Ciao ... - mormorò con voce lieve.
- Ciao a te ... - fu la risposta di lei che rimase per un attimo incantata a fissare gli occhi verdi del ragazzo.
- Va tutto bene ? – le chiese mentre la guidava verso il divano, dove si distesero entrambi e lui potè stringerla meglio.
- Si tutto bene ... sono un po' stanca, gli allenamenti sono duri – riferì con voce smorta.
- Solo quello? Hai una strana espressione, sembra che qualcosa non vada come sempre – insistette il ragazzo.
- Forse, deve essere il fatto che ho litigato con Kat – accennò brevemente.
Konnor le sfiorò il braccio con la punta delle dita – non succede spesso, vero? –
- Non è mai successo a dire il vero,non così ... - disse la ragazza in risposta, ma sembrò comunicarlo più al cosmo che a lui.
- Sono certo che risolverete le cose –
- Non ne sono sicura, certe volte preferirei che le nostre strade si separassero e basta, non sono tagliata per tutto questo - protestò la ragazza.
- Forse ma ne hai bisogno, come tutti noi - il tono di Konnor adesso era più distante – se solo fosse semplice lasciarsi tutti alle spalle e basta.
La ragazza voltò la testa, lo sguardo del rosso era contrito e pensieroso adesso, toccò a Yoru scuoterlo appena poggiandogli un bacio sul collo.
- A te invece cosa succede? Si tratta delle cose che avevi da sbrigare? – il tono della bionda era vagamente consapevole.
Gli occhi di Konnor si assottigliarono – un po' quello ... un po' il resto, credo di essermi stancato di questa situazione –
Anche Yoru era seria adesso – ti riferisci a quello che fai? In che consiste esattamente? –
Le dita del ragazzo si strinsero appena in quelle di lei, non voleva rispondere a quella domanda, una parte di sè ne era disgustato.
- E' complicato. -
- Da spiegare o da comprendere? – domandò prontamente lei – credi che non capirei? –
- No, è solo che mi piacerebbe tenerlo fuori da noi due ... - sibilò – Skull ed il gruppo mi condiziona da quando sono qui, occuparmi costantemente di loro finisce per prendere tutto il mio tempo ma quando sono con te riesco a trovare pace, a ritagliare il mio spazio –
Yoru sorrise, le capitava la stessa cosa prima, quando doveva stare dietro a Kat, sempre pronta a risolvere i problemi della sua amica, senza mai avere la possibilità di esternare desideri proprio. Con Konnor era diverso, sin dalla prima volta che aveva guardato verso di lei l'aveva vista, l'aveva messa a fuoco per la prima volta come non le era mai capitato.
- Se vorrai parlarne io sono qui, ma se non vuoi allora non farlo, sarò con te comunque ... - disse poi in un sussurro – ma ho un'altra domanda, se puoi parlarmi di questo –
- Dimmi ... -
- Hai detto che vi siete trasferiti tutti dopo il liceo, com'era il posto dove sei cresciuto? I tuoi vivono ancora lì? –
Sul volto di Konnor apparve un sorriso a quel pensiero – è un paesino di campagna, lontano anni luce dai ritmi di Londra , sembra quasi in un altro stato. I miei hanno una fattoria, mio padre è nato e cresciuto lì, la porta avanti con orgoglio, vende i suoi prodotti a dei commercianti del posto ... - poi si rabbuiò appena - hanno attraversato dei periodi complicati sai, per via della crisi economica e dei debiti che si sono accumulati per far fronte a delle spese per la fattoria ma ora finalmente le cose vanno bene per loro –
Yoru riflettè per un momento, guardando l'espressione risoluta negli occhi del rosso – loro non lo sanno, vero? Che cosa fai ... -
- No –
- Ma tu lo hai fatto per loro, giusto? – a quelle parole il ragazzo si voltò, stupito – intendo entrare nella gang , hai pagato i loro debiti con quei soldi ... -
Sorrise appena, aveva l'aria sconfitta – già, ho da poco finito di pagare l'ultima rata del prestito, mi sono fatto aiutare dall'avvocato di famiglia, gli ho chiesto di creare il mutuo a mio nome, le carte che hanno firmato sono quelle per un fondo risparmio. I soldi che hanno pagato in questi anni in realtà li hanno messi da parte, mio padre non avrebbe mai accettato che fossi io a prendermi carico delle spese –
- Tu con il tuo stipendio da aiuto cuoco ... -
- Già ma loro hanno fatto molto per me ed amano quel posto più della loro stessa vita ed anche io, era quello che mi è sembrato giusto fare ... - disse infine.
Fu Yoru a quel punto ad appoggiare le labbra su quelle di Konnor, un altro bacio bollente che trascinò il ragazzo completamente sul corpo di lei e la sua mente non vagava più nebulosa lungo tristi ricordi ma era ben piantata al presente. Le mani di Konnor scesero a fasciare il corpo minuto della bionda che si abbandonò completamente a quel contatto, ormai ne era segretamente dipendente.
- Dimmi che resti ... - disse lui in un sussurro – non voglio che tu vada via ... -
- Si,stanotte resto qui ma domani mattina andrò via presto – mormorò lei.
Così salirono nella camera da letto di Konnor, erano ormai quasi le due, così cominciarono a spogliarsi per mettersi sotto le coperte, il ragazzo fu lieto di poter dare a Yoru una delle sue magliette, la trovava davvero sexy con i suoi vestiti addosso.
- Vorrei poterti vedere più spesso ad un orario decente – brontolò lui contrariato stringendola fra le lenzuola – questo periodo è una merda –
- E' anche colpa mia, fra i corsi e gli allenamenti ho quasi tutti i pomeriggi impegnati ... -
- Ma queste gare per cui ti alleni, sono pubbliche giusto? – chiese ad un tratto con un tono che Yoru non seppe identificare.
- Si .. –
- Posso venire a fare il tifo per te allora?- un'altra domanda che però sembrava nascondere già una decisione.
- Se ti va puoi venire – mormorò lei lievemente imbarazzata – ho detto a Shane della festa anche ... dice che ti farà trovare un bel completo . –
Il corpo di Konnor si era spostato ormai a ricoprire quello della bionda che si era lasciata avvolgere volentieri da quella stretta.
- Sarà un vero piacere farvi da cavaliere signorina Knowles .... –
- Sono felice che sarai lì con me ... - sibilò lei, a lui quanto a se stessa – ho bisogno di qualcuno dalla mia parte –
Dopo quelle parole la conversazione morì, entrambi chiusero gli occhi e lasciarono che il mondo all'esterno scorresse senza di loro. Si abbandonarono ad un sonno profondo e calmo, senza più pensare ai proprio demoni, felici che la persona al loro fianco fosse lì.
In diciannove anni di vita Kat Westwood non si era mai sentita così sola. Il rapporto con suo padre era irrecuperabile, nonostante James avesse provato in ogni modo a sistemare le cose lei continuava imperterrita nel suo silenzio, sua madre era in giro per l'Europa a promuovere il nuovo libro, Wright era in America ed il fuso orario le impediva di sentirlo quanto avrebbe voluto. Yoru era distante e fredda, sembrava tornata nella sua vecchia bolla fatta di solitudine e distacco dal mondo, camminava tra i corridoi impettita e senza degnare nessuno di un'occhiata e Kat, d'altro canto, aveva deciso di riservarle lo stesso trattamento. Quelle parole le avevano fatto male, i giudizi della sua migliore amica l'avevano ferita nel profondo, provocandole una strana sensazione di orgoglio che le impediva di lasciar perdere la questione.
Tutte le persone che le stavano a cuore l'avevano lasciata, chi per un motivo, chi per un altro ... spesso Kat si chiedeva se in fin dei conti non fosse lei il problema, se non fosse abbastanza per tutti loro. E poi c'era lui, la presenza diabolica di Shane Gould continuava ad aleggiarle intorno come un vecchio fantasma troppo agile da poter eludere. Non si era più avvicinato apertamente a lei, non dopo quello che era successo alla festa, Kat non sapeva se esserne sollevata o preoccupata, il suo comportamento era strano, la Westwood pensava che sarebbe stato impossibile evitarlo dopo quanto era accaduto, lo conosceva fin troppo bene per illudersi di poterla fare franca. Invece Shane aveva mantenuto un certo distacco, nonostante i suoi occhi sembrassero seguirla lungo i corridoi della Ashbourne, poteva percepire la profondità del suo sguardo e spesso i loro sguardi si erano incontrati durante le lezioni.
- Che cosa succede? Yoru è diventata fin troppo stramba anche per te?- Tamara rise appena, portandosi le sue dita lunghe ed ingioiellate sulle labbra per nasconde la soddisfazione sul suo viso.
Kat sapeva che la loro lite non era passata inosservata, dopotutto lei e Yoru erano sempre sembrate una di quelle coppie troppo improbabili per durare.
- Abbiamo avuto qualche divergenza di pensiero - aveva semplicemente commentato Kat, non voleva parlarne con quelle pettegole di Tamara ed Angie, ma non poteva neanche continuare ad evitare la questione.
- Beh, a me fa pena. Guardatela, se ne sta sempre da sola. Indiscutibilmente facevi della ottima beneficenza con lei - si inserì Angie con un tono sarcastico - chi si avvicinerebbe a Kill Bill? Solo Gould a quanto pare. -
Shane era andato al suo tavolo proprio in quel momento, gli occhi di Kat si posarono sul ragazzo che adesso aveva preso posto accanto a Yoru.
- Tanto è tempo perso, una che non si lascia sedurre da Shane Gould deve essere come minimo frigida - continuò Tamara ruotando gli occhi al cielo.
- Oppure deve essere Kat - ribatté l'altra, adesso tornando con gli occhi sulla mora - Come hai fatto per tutto questo tempo? Dimmi, non ci ha mai provato con te? Non credo che uno come Shane Gould si fermi davanti alle formalità -
Kat cominciava a sentirsi a disagio, quella discussione stava prendendo una piega spiacevole - Shane è solo un amico, siamo cresciuti insieme e poi io sto con Wright che è anche suo cugino, se ben ricordi - rispose con sicurezza, celando alla perfezione quella sensazione di puro gelo che le stava invadendo il corpo.
- E lasciatelo dire, voi due formate proprio una coppia perfetta. Wright è davvero il principe azzurro delle favole - commentò Tamara sospirando appena - quanto ti invidio ... -
Angie ghignò appena - Beh, c'è chi al principe azzurro preferisce una notte di pura follia con Shane. Dicono che ci sappia fare ... peccato che nessuno sembra poter ottenere la sua fedeltà. E' una sgualdrina come sua madre, avete visto i video che ha postato su FM? Quello con le due gemelle russe, intendo ... è rimasto online soltanto per qualche ora prima di venir rimosso per contenuti decisamente espliciti. Chi vorrebbe avere a che fare con uno che posta i suoi video intimi online?
Tamara annuì solennemente - Inoltre continua a farsi, i ragazzi lo hanno visto in bagno mentre tirava, ormai lo fa anche durante le lezioni. E' completamente andato, di questo passo finirà come suo fratello. -
- Ed è anche mio amico, forse lo hai dimenticato - proruppe improvvisamente Kat, non riuscendosi più a controllare quella rabbia che le stava montando dentro e cresceva a dismisura dopo ogni dannata parola. Angie sgranò gli occhi.
- Beh, non volevo essere offensiva, ma sappiamo tutti com'è fatto ... - provò a giustificarsi quella
- O quanto è fatto! - Aggiunse Tamara, facendo ridere le altre che non riuscirono a trattenersi.
Forse state soltanto rodendo perché non vi ha mai degnate di uno sguardo, questo era quello che Kat avrebbe voluto dire alle sue amiche, ma era ancora abbastanza in sé per dare vita ad una nuova scenata. Alla fine annuì appena e con una scusa lasciò quel tavolo che somigliava sempre di più ad una prigione.
Perché Shane stava con Yoru e non con lei? Credeva che Kat non avesse bisogno di qualcuno? Forse stava semplicemente prendendo le difese della bionda, forse anche lui la odiava in fin dei conti. Quei pensieri la stavano divorando mentre lasciava l'edificio e scopriva che l'autunno era veramente arrivato con le sue continue pioggie. Kat si strinse un po' di più nella sua giacca della divisa scolastica, alla fine costeggiò appena l'edificio, pur rimanendo al riparo. Tirò fuori il suo pacco di sigarette dalla borsa firmata, era da parecchio tempo che non fumava ma adesso ne sentiva il bisogno. Accese la sigaretta sottile mentre i suoi occhi fissavano quel cielo plumbeo di ottobre ed i tuoni iniziavano a rombare scuotendo per un attimo il silenzio del cortile deserto.
Poi sentì quel rumore di passi che avrebbe riconosciuto tra mille, mocassini pregiati che battevano sul marmo e che preannunciavano l'arrivo di Shane. Il ragazzo stava scendendo i gradini della Ashbourne a pochi metri da lei, non sembrava averla notata ed in condizioni normali Kat sarebbe stata grata per quella sua piccola disattenzione, ma non quel giorno.
- Gould? - aveva agito prima che ogni pensiero sensato avesse potuto farla ravvedere, il ragazzo si era voltato automaticamente verso di lei, mostrando una lieve sorpresa nel trovarla lì, tutta sola.
Kat stava fumando, i suoi stivali alti fino alla coscia battevano appena a terra in una posa che lasciava intendere un certo nervosismo. Shane tornò indietro con un sorriso appena percettibile sulle labbra, trovando riparo accanto a lei.
- La principessa è tutta sola e ha anche perso i suoi modi - iniziò, lanciando un'occhiata alla sigaretta che veniva gettata a terra.
- La principessa è stanca di tutto. - commentò lei, adesso fuggendo dallo sguardo indagatore del ragazzo - E tu sei scomparso ... - come tutti gli altri, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece.
- Ah, sì? - Shane rise appena e a sua volta si accese una sigaretta con gesti lenti e studiati - Forse anch'io sono stanco di rincorrere chi non fa neanche un passo verso la mia direzione -
I loro occhi si incontrarono, Kat si sentì inchiodata dal peso di quello sguardo, gli occhi di Shane erano pozzi magnetici che con il brutto tempo diventavano più scuri, assumendo quasi lo stesso tono di quel cielo tempestoso.
- O forse, invece, la tua vanità desiderava che fossi io a cercarti per prima. Sai bene che sono rimasta sola ... -
- Lo so e potrei anche goderne un po' - confermò lui, accennando un altro sorriso che stavolta irritò parecchio la ragazza.
- Gioire delle disgrazie altrui non fa di te un buon amico - ribatté lei con un tono disgustato
- Ma io non sono né buono né tuo amico, questo continui a dimenticarlo a quanto pare - Shane gustò quell'espressione cupa che adesso assumeva il volto di Kat - e poi tu continui ad avere le tue amiche snob, il tuo ragazzo socialmente accettabile, la presidenza dei tuoi amatissimi comitati, la tua vita è perfetta. Non c'è posto per uno come me nel tuo mondo ... -
- Forse hai ragione - concordò la ragazza, cercando di non mostrare l'effetto che quelle parole avevano prodotto in lei - se non puoi essere quello che voglio allora dovremmo smetterla.
- E' quello che vuoi, no? Io sono una continua fonte di stress e preoccupazioni per te, io intacco il tuo mondo perfettamente organizzato e so quanto detesti il caos. Almeno quanto lo detesta la parte preponderante in te ... -
- Tutta la totalità di me detesta il caos - specificò la ragazza, socchiudendo appena gli occhi scuri in un'espressione feroce - mi chiedo come abbiamo fatto ad essere amici fino a questo momento. -
- Oh beh, perché c'è una piccolissima parte di te che invece adora tutto questo conflitto. L'ho vista venire fuori a piccole dosi ma costantemente, tutte le volte in cui preferivi prenderti un rischio con me invece di seguire il buonsenso ... e di recente credo che questa piccola parte si stia facendo sempre un po' più presente -
- Ti sbagli. - disse lei, colpita in pieno - ti sbagli sempre e in tutto quello che dici. Sei così pieno di te da non riuscire a capire gli altri neanche impegnandoti. -
Shane rise di gusto - Io ti capisco eccome e non ho neanche bisogno di impegnarmi, riesco a percepire ciò che desideri, indipendentemente dalla fatica che ci metti nel soffocare i tuoi pensieri più oscuri. E sai perché? - silenzio, Kat non osava parlare, così Shane procedette - Perché io e quella piccola parte di te non siamo poi così diversi. Noi vogliamo le stesse cose, proviamo le stesse sensazioni, perdiamo la testa per gli stessi motivi ... - quelle parole si erano tramutate in un sussurro basso, senza sapere come fosse successo Shane era molto vicino a lei adesso.
- Ed io, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, potrei aver perso la testa per te, Westwood. -
Il cuore di Kat perse un battito mentre le labbra del ragazzo sfioravano le sue, non poteva lasciarglielo fare, improvvisamente si sentì priva di difese, in balia di troppe sensazioni diverse, quasi allo scoperto nell'enorme spiazzale dell'Ashbourne. La ragazza lo spinse via con tutta la forza che aveva in corpo prima che quel bacio si facesse più audace, Shane rise, snervato.
- Io me la sto filando da qui, tu che vuoi fare, Westwood? - le chiese qualche attimo dopo, allontanandosi appena da lei. La Limo del ragazzo era parcheggiata a pochi metri dall'edificio, come sempre era lì ad attenderlo per quando il giovane Gould avrebbe avuto voglia di concludere la sua giornata scolastica. Kat non aveva mai lasciato le lezioni senza un valido motivo. Il suo cuore batteva all'impazzata mentre osservava il volto in attesa di Shane, la mano lievemente protesa verso di lei, come in un invito silenzioso e allo stesso tempo letale.
Era caduta in basso e danzare con il diavolo non era mai stato così pericoloso. Quella brava ragazza che conosceva aveva smarrito la retta via, perché mai prima di allora Kat Westwood avrebbe afferrato la mano di Shane Gould e sarebbe corsa via da scuola, sotto quel temporale devastante, a trovare rifugio nel calore della sua auto dove i finestrini oscurati le avrebbero permesso di far emergere il peggio di lei.
Perché quello era il peggio nonostante la facesse sentire terribilmente bene. Era sbagliato, lasciare che Shane la toccasse era sbagliato, lasciare che le sue labbra divorassero le sue era sbagliato, rispondere a quel bacio con un desiderio ancora più incontrollato era sbagliato. Finire distesa lungo il sedile della sua limousine era sconveniente, il nome di Wright le tornava in mente in una cantilena senza fine mentre scivolava giù e stringeva le gambe intorno alla vita di Shane, lasciando le mani del ragazzo libere di toccarla ovunque. Fuoco. Il suo tocco lasciava una scia di fuoco lungo il suo corpo, le sue dita si aggrappavano alla sua carne, i gemiti di Shane contro il suo orecchio le provocavano dei brividi che si espandevano lungo tutta la sua pelle, ogni terminazione nervosa andava a fuoco.
Wright. Wright. Wright. Quel nome perdeva senso, tutto scemava a confronto con quello che aveva lì, in quel momento, perché la sua mente era alla deriva, ottenebrata da quelle sensazioni. La mano di Shane scendeva lentamente lungo il suo stomaco, tirando fuori la camicia della divisa, si inoltrava ogni centimetro sempre un po' più in basso, adesso a toccare l'elastico dei suoi slip mentre Kat artigliava la sua schiena, spingendo la testa del ragazzo contro il suo viso in un bacio ancora più feroce, stringeva i suoi capelli, sospirava senza più riuscire a trattenersi. La dita di Shane erano decisamente dove non sarebbero dovute essere, per un attimo Kat cercò di chiudere le gambe, ma il corpo del ragazzo le impediva di muoversi.
- Non ti farà male ... - gemette il ragazzo contro le labbra di Kat prima di tornare a baciarla con più forza. Il suo sangue circolava ad una velocità inimmaginabile, il cavallo dei pantaloni era troppo stretto e gli faceva male, Kat non lo avrebbe aiutato a liberarsene, lei stava ancora lottando tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, così fu Shane ad allentare i bottoni del suo pantalone con la mano ancora libera. L'altra stava esplorando il corpo della ragazza, la pelle morbida e liscia del suo ventre che avrebbe voluto baciare e lo fece dopo averle scostato la camicia. Kat stava gemendo sentiva le labbra del ragazzo lasciare una scia di baci umidi lungo il suo corpo, ogni minimo tocco la mandava a fuoco, dondandole un piacere inimmaginabile.
Wright. Wright. Ancora quel nome ... ma con Wright non succedeva niente del genere. Da quando in qua i baci di Wright le avevano provocato quelle sensazioni? E la mano di Shane continuava a scendere e le impediva di pensare razionalmente. Il mondo aveva perso senso, tutto aveva perso senso, perché niente poteva eguagliare la sensazione di quelle dita che si spingevano dentro di lei, trovandola bagnata. Era la prima volta per Kat, non aveva mai permesso a Wright di arrivare a quel punto ed adesso il piacere l'avvolgeva con ferocia mentre Shane iniziava a muovere le sue dita con esperienza, spingendo più a fondo fino a quando i gemiti di Kat non si facevano ancora più forti e disperati, soffocati dalle labbra di Shane, da quei baci lascivi e sensuali. Kat era allo stremo, inarcò la schiena dal piacere che quelle dita e quelle labbra le stavano dando, il sangue pompava contro le sue orecchie in un rombo incessante mentre i finestrini erano ormai appannati, artigliò le spalle di Shane, ci si aggrappò mentre il suo primo orgasmo stava arrivando, lo sentiva crescere dentro, un piacere che non aveva mai pensato di provare e che adesso esplodeva, lasciandola per un attimo tramortita, ad urlare contro le labbra di Shane che soltanto in quel momento smise di toccarla con foga, tirando fuori le dita e portandosele alle labbra. Kat chiuse gli occhi, il suo respiro era mozzato, la vista le si era appannata e l'intero mondo sembrava girare intorno a lei. Anche Shane era tramortito, il suo viso sudato aveva bisogno d'aria, fu quello il momento in cui abbassò il finestrino e, solo a quel punto, si rese conto che la macchina era ferma da tempo.
Kat provò a sedersi, le sue mani tremavano così come ogni altro muscolo del suo corpo, provò a ricomporsi.
- Puoi venire al Bulgari con me -
La voce del ragazzo era bassa, ancora roca dal desiderio. Stava impazzendo, vedere Kat in quelle condizioni l'aveva fatto impazzire, così tanto che la sua erezione aveva urgentemente bisogno di aiuto.
- N-no ... - Kat tremava mentre riusciva finalmente a rivestirsi del tutto - n-non posso ... prima devo risolvere q-questo ... -
- Glielo dirai? Lo lascerai? - c'era attesa nella voce di Shane, i suoi occhi erano fermi nel viso accaldato e sconvolto di Kat mentre apriva lo sportello dell'auto.
Annuì seccamente e prima ancora di rendersene conto lo aveva baciato ancora una volta, poi lasciò l'auto in fretta e corse subito dentro.
Le lacrime cominciarono a scendere, calde ed inarrestabili mentre incontrava il suo rifesso nello specchio dell'ascensore che l'avrebbe portata su. La matita nera le aveva sporcato il viso, le sue labbra erano gonfie ed il rossetto sbavato , i suoi capelli erano bagnati e scomposti ed i suoi vestiti spiegazzati ed allacciati alla meno peggio.
Che cosa aveva fatto? Che cosa era diventata?
Kat faticava a riconoscersi.
Shane aveva dovuto terminare il lavoro da solo sotto il getto bollente della doccia, stimolato da quelle immagini che non avrebbe dimenticato così facilmente, si morse le labbra e trattenne i gemiti che procedevano quell'orgasmo devastante. Poi chiuse gli occhi, appoggiando la fronte contro il marmo fresco per riprendere un po' di fiato e soltanto dopo qualche minuto riuscì a passare il suo bagnoschiumo ai fiori orientali lungo il suo corpo tonico ed i suoi muscoli tesi.
Shane sospirò e non riuscì a nascondere un lieve sorriso di soddisfazione mentre pensava alla piega che aveva preso quella mattina. Kat Westwood aveva ceduto, l'isolamento l'aveva fiaccata e spinta da lui proprio come il ragazzo aveva immaginato ... la stretta di Shane si era fatta ferrea intorno a lei, tanto da fargli assaporare un pezzo di paradiso che aveva così tanto desiderato. Ma non era abbastanza, adesso Shane voleva di più e non si sarebbe fermato davanti niente e nessuno.
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