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Chapter 22 - Rotten

Nella foto: Laurell


Kat osservava la sua immagine riflessa nell'enorme specchio della sua stanza, per quella serata aveva deciso di indossare uno Chanel bianco, lungo fino ai piedi, con uno scollo elegante sul davanti, il vestito le fasciava le forme abbondanti alla perfezione, lo aveva arricchito con con collier di diamanti dorati che davano un ulteriore tocco chic al suo abito. I capelli erano lisci, lievemente tirati su in una crocchia morbida, Kat si trovò elegante abbastanza. I party scolastici erano sempre stati uno dei suoi modi preferiti per mettersi in mostra davanti agli altri, amava essere ammirata, in qualche modo si sentiva bene soltanto quando tutte le luci del mondo sembravano posarsi su di lei, facendola brillare come una stella. Quella sera era diverso però, Kat si sentiva terribilmente instabile mentre faceva la sua entrata al Bridge, il locale al centro di Kensington scelto per tenere il ballo di autunno dell'Ashbourne. Non c'era niente che non andasse, la sala era stata addobbata divinamente, tutto sembrava al posto giusto, dalla scelta della musica, a quella dei soft drink preparati per la serata. Come sempre Kathleen Westwood aveva fatto un lavoro certosino ed adesso gli elogi di tutti le piombavano addosso, ma stavolta non sembravano sortire la stessa soddisfazione che producevano solitamente.

Yoru era accanto a lei, bella e letale in un abito scuro, l'unico punto di luce proveniva dai suoi capelli biondi, lasciati sciolti lungo le spalle.

- Non sembra che la regina dell'Ashbourne sia soddisfatta stasera. Tamara e le altre hanno fatto qualche variazione sul tema che non hai gradito? - la ragazza si rivolse all'altra, incuriosita dal volto tutt'altro che allegro della mora.

-No, è tutto esattamente come doveva essere, ma allo stesso tempo non me ne potrebbe importare meno - rispose piano la ragazza elargendo grandi sorrisi a chiunque le passasse vicino e la salutasse.

- Suppongo tu non abbia detto niente a Wright ... - Yoru non aveva avuto tempo né modo per parlare con la sua amica, le sue giornate si erano infittite di impegni mentre Kat veniva assorbita dalla sua vita scolastica piena di incombenze.

- Non ce ne sarà più bisogno - il tono di Kat era basso, pieno di così tanto mistero da lasciar per un attimo scossa la bionda. Osservava la sua amica comportarsi come sempre, al di fuori sarebbe anche potuta sembrare credibile, ma non per lei che la conosceva così bene. Sapeva quale doveva essere la fonte di ogni suo problema: tutto la riconduceva a quel demonio dagli occhi verdi e dal fare provocatorio che proprio in quel momento faceva il suo ingresso in sala, seguito dalla sua fiamma occasionale, una bionda provocante e di certo più grande. Kat si irrigidì immediatamente nonostante i suoi occhi fossero ancora puntati sulla calca di gente intorno a lei, dopotutto non era possibile non notare Shane Gould, tutti notavano sempre Shane Gould.

- Dannazione, quanto è figa! Come diavolo riesce a trovarne una nuova ogni giorno? - i commenti dei ragazzi erano perfettamente udibili.

- Beh, è Shane Gould, no? Lui sta alle ragazze fighe come Bill Gates sta all'informatica. Pensavo non fosse possibile portare qualcuna da fuori e credimi, se avessi avuto una compagna così me la sarei ricordata a vita -

- Le regole non valgono per lui. Non so se ammirarlo o detestarlo ... -

Yoru trattenne una risata, Shane era impopolare tra i suoi coetanei uomini almeno quanto lei lo era con le sue compagne di squadra. Quello era l'unico tratto comune che possedevano, oltre all'amicizia decennale che li legava a Kat. Si chiese se fosse ancora rimasto un briciolo di tutto quello, ma osservando i gesti freddi e composti della sua amica capì che non doveva essere così.

Shane si avvicinò a lei, tirandole appena una ciocca bionda per attirare l'attenzione della ragazza

- Kill Bill ad un evento mondano e sociale, sogno o son desto? - le chiese ridendo appena e trascinandosi dietro la sua accompagnatrice.

- Non per mio volere, è obbligatorio per la squadra di nuoto partecipare. Dovrebbero assegnarci un premio stasera. Piuttosto, sai che non è nel regolamento scolastico portare agli eventi accompagnatori esterni alla Ashbourne - Yoru lo sapeva bene, quello era stato l'unico motivo per cui non era con Konnor quella sera.

Shane fece spallucce - E chi avrei dovuto portare? Le matricole a disposizione hanno avute tutte un assaggio del buon, vecchio Shane qui presente e ciò che rimane ... a quanto pare posso averlo quando voglio. -

Kat stava parlando fitto fitto con Angie e Tamara, ma le sue orecchie non erano mai state così concentrate su più conversazioni come quella sera. Non si perse quella frecciatina diretta palesemente a lei, il suo viso si colorò di rosso per un attimo, ma continuò a dare le spalle al ragazzo. I ricordi della sera precedente la tormentavano ogni istante della sua giornata, la sua vergogna nell'essersi recata al Bulgari era profonda e persistente, come il retrogusto di un boccone disgustoso che non voleva andare via.

Neanche Yoru perse quella battuta, sperò che le cose fossero andate diversamente da come stava iniziando ad immaginare, continuava a ripetersi che Kat non aveva ceduto, eppure era successo qualcosa di grosso e spaventoso, si voltò verso Kat che però sembrava presa da tutt'altra conversazione, era chiaro che stava cercando di evitarli entrambi.

Poi Shane si rivolse verso la mora, le sfilò accanto lentamente, accompagnato dalla sua nuova ragazza occasionale - Westwood ... - la salutò con un cenno del capo ed un sorriso malizioso sul volto.

Kat non rispose, sentiva una rabbia nuova montarle dentro, voleva che Wright fosse lì con lei, avrebbe voluto aggrapparsi a lui e nascondere il viso contro il suo petto, soltanto in quel modo la confusione sarebbe svanita. Non era osservando Shane sfilare per la sala con quella modella che sarebbe riemersa dai suoi problemi, anzi quella vista non faceva altro che irritarla in modo inspiegabile. Doveva essere felice per non essere stata presa di mira anche quella sera, lui era impegnato e lei poteva far finta che tutto andasse alla perfezione come sempre. Ma i suoi pensieri cozzavano tra loro, tutto ciò che rimaneva era una nuova ondata di rabbia ingiustificata, mista a quella vergogna che continuava ad asfissiarla. Incontrare lo sguardo di Yoru fu imbarazzante, ma seguì comunque l'amica verso il fondo della sala, la zona meno trafficata al momento.

Kat si mise a braccia conserte ed attese che la bionda parlasse

- Sei andata al Bulgari ieri sera? - non c'era accusa nel suo tono, ma questo non salvò Kat dalla vergogna che continuava ad assalirla ad ondate.

- Te lo ha detto lui? -

- Mi ha raccontato di quello che aveva intenzione di fare, sì - Nel tono di Yoru c'era una punta di rabbia, era chiaro che avrebbe preferito che fosse Kat ad aggiornarla su quanto stava succedendo - quindi ci sei stata o no? -

La mora annuì brevemente, soltanto quel gesto le costò caro.

- Voi due ... -

- No! No ... non è successo niente. - si affrettò a dire Kat - se avessi pensato che Shane avrebbe davvero approfittato della situazione non sarei andata. -

- Stronzate. Non potevi sapere quello che sarebbe successo, stiamo parlando di Shane dopotutto! Perché continui a prenderti in giro? E soprattutto perché mi stai evitando? -

- Yoru ... io -

- Cosa? Sai che ti dico? Che mi sta bene se hai i tuoi segreti, mi sta bene perfino se mi dici delle balle, ma il modo in cui ti prendi gioco di te stessa non riesco ad accettarlo. - la voce di Yoru era dura così come l'espressione sul suo volto, Kat retrocedette appena - la verità è che sei andata lì per nascondere i tuoi segreti a Wright ed eri pronta a tutto pur di mantenere saldo il controllo sul tuo finto mondo perfetto. Ti piace così tanto tutto questo? Fino a dove sei disposta ad arrivare per preservare questa immagine distorta di te stessa che hai dato in pasto alla gente? -

Yoru non voleva una risposta, soltanto una reazione concreta, quelle parole avrebbero dovuto svegliare Kat, spingerla a reagire ed imporsi in quel dannato vortice che la stava divorando.

- Perché mi sta dicendo queste cose? Perché mi tratti così? Credi che sia quello di cui ho bisogno adesso? - la mora era sconvolta - tieni per te i tuoi giudizi, Yoru. Sono stanca. -

- Stanca di sbagliare? Beh, forse dovresti iniziare a farne una giusta allora! Dannazione, hai lasciato che Shane ti tenesse in pugno e poi vieni da me a chiedermi dei consigli che non ascolti neanche, che cosa stai combinando, Kat? -

Kat rise, ma c'era amarezza in quel gesto - Se questo è quello che pensi di me, se sono un fottuto disastro che cammina e ti esaspera allora perché continui ad essermi amica? Ah, dimenticavo ... l'alternativa sarebbe rimanere sola come un cane. -

- Vai al diavolo, Kat. Anzi, mi correggo, ci sei già fottutamente dentro! Ma forse Shane Gould è quello che meriti. Forse, dopotutto, le persone che si somigliano finiscono davvero insieme alla fine. -

Kat fu pervasa dal gelo mentre Yoru svaniva velocemente via dalla sua vista. I suoi occhi rimasero fissi nel punto in cui la ragazza era stata fino a quel momento, sentiva gli sguardi della gente posarsi su di lei, soltanto dopo qualche minuto riuscì a riprendersi. Quella stanza immensa improvvisamente le sembrava troppo piccola, non c'era abbastanza aria, le mani che la toccavano la disturbavano, qualcuno le disse qualcosa, altri sorrisi, Tamara la stava chiamando, ma Kat non sentiva più niente. La musica sembrava essere svanita come il resto della gente, soltanto Shane spiccava tra quella folla indistinta di volti tutti uguali, Shane che la guardava andare via a passi veloci oltre il fitto tendaggio che portava oltre la sala.

L'aria fresca della notte si abbatté sul volto bollente di Kat, facendola tornare a respirare quasi normalmente. Il terrazzo si snodava lungo l'edificio come la coda di un serpente mentre la ragazza continuava a percorrerlo come se da questo dipendesse la sua vita, poi la folla iniziò a diradarsi, fino a quando non rimase totalmente sola e soltanto in quel momento si lasciò cadere a terra, incurante del vestito bianco che portava.

Il suo finto mondo perfetto, come Yoru lo aveva definito, si stava sgretolando attimo dopo attimo sotto i suoi piedi, trascinandola con sé, fin dentro la bocca degli inferi. Kat non riusciva a lasciare la presa su quei sogni di perfezione, continuava ad aggrapparsi con tutte le sue forza anche a costo di finire frantumata dalla realtà dei fatti. Le luci, i suoi fantastici vestiti firmati, l'ammirazione che la gente provava per la persona che Kat fingeva di essere, l'amorevole ragazzo che l'avrebbe amata e trattata come una regina per tutta la sua vita ... come poteva voltare le spalle a tutto quello? Ma quel mondo non era reale ... quel mondo che aveva creato esisteva soltanto perché lei si stava impegnando duramente per tenerlo in vita.

Ma perché?

"Essere osannata ed invidiata da tutti è la tua droga. Vedi? Anche tu hai una dipendenza dopotutto."

Le parole di Shane le tornarono in mente, non ricordava neanche a quando risalissero, ma l'avevano colpita, per la prima volta nella vita Kat si era sentita veramente vulnerabile, come se qualcuno l'avesse vista davvero, oltrepassando la maschera perfetta che aveva eretto nel corso degli anni.

Una lacrima solitaria le solcò il volto mentre ripensava a Yoru, a quello che le aveva urlato contro ... non aveva mai litigato con Yoru, non in quel modo ... quello era stato un litigio decisamente serio ed era troppo tardi per tornare indietro. Che cosa stava facendo? Perché la sua vita le si stava lentamente rivoltando contro?

Un'ombra oscurò il suo corpo, Kat sollevò il suo viso per incontrare quello rilassato di Shane. Si fissarono per un lungo attimo, Kat non riuscì a soffocare un moto di disperazione nel vederlo lì.

- Cos'è successo, principessa? - non stava gongolando, Kat si stupì nel non percepire nessuna ironia nella sua voce.

- Vattene! Non tu! Non voglio parlarti. -

- Che peccato ... - sospirò Shane - sembrerebbe che io sia l'unica persona che ti rimane, fossi in te non farei tanto la selettiva ... -

Kat si ritrovò a gemere, tratteneva le lacrime e a stento riuscì a parlare con un filo di voce - Perché non te ne vai? Perché devi peggiorare tutto? -

- Cos'è successo? - Chiese di nuovo il ragazzo, chiaramente sordo al resto.

- Ho litigato con Yoru, va bene? Ho litigato anche con lei! - ammise mentre Shane si era abbassato appena, poi le si era seduto accanto rivolgendo il suo viso verso quello della mora che continuava a guardare dritta davanti a lei, nell'oscurità del giardino.

- Dovreste smetterla di tirarvi i capelli per me, ragazze. Posso perfettamente soddisfarvi entrambe, non è necessario che facciate a botte per questo. Stabiliremo dei turni, tutti saremo felici. -

Kat rise appena nonostante non ci fosse gioia in quel gesto, si portò le mani a coprire il volto, quanto era debole? Stava permettendo a Shane di vederla in quelle condizioni, ancora una volta e dopo tutto quello che era successo di recente. Dov'era finito il suo orgoglio?

- Non voglio farmi consolare da te - Ammise, tirando su con il naso - è l'ultima cosa che voglio, non dovremmo più neanche parlarci noi due -

L'altro rise, trovandola divertente - Io e te senza parlarci? Non riesco a ricordare anche un solo secondo in cui siamo riusciti a tenerci il broncio -

Kat scosse la testa, poi tentennò appena prima di parlare di nuovo - Sono una persona spregevole, Shane? -

La domanda rimase in sospeso per un po', gli occhi scuri di Kat erano puntati in quelli chiari del ragazzo adesso. Perché lo stava chiedendo proprio a lui? Perché stava affidando i suoi pensieri più oscuri e remoti nelle mani crudeli di Shane Gould? Forse era vero, pensò Kat, forse tutto ciò che le era rimasto era lui adesso.

- Te lo ha detto lei? -

- Non era necessario che lo facesse ... -

Shane fece spallucce mentre lasciava scivolare il suo braccio intorno alle spalle nude della ragazza - Lo sei. Ma lo siamo tutti ... chi per un motivo, chi per un altro. Qualcuno più di qualche altro ... -

- Yoru ha ragione, sono un'ipocrita. Continuo a circondarmi di tutte queste cose superflue ... e ci metto così tanta fatica per ottenere riconoscimenti che forse neanche merito ... tutto questo per apparire perfetta ed irraggiungibile ... -

- Kat ... - la voce di Shane si fece bassa, i suoi occhi intrappolarono quelli della ragazza con la stessa forza attrattiva di due magneti - ma tu sei perfetta ed irraggiungibile. -

Kat abbassò il capo, le dita di Shane sfioravano delicatamente la sua spalla adesso, facendola rabbrividire appena.

- E non mi riferisco a tutti che modi studiati che sfoggi in società, io ti ho sempre vista per ciò che sei, perfetta ed irragiungibile. -

Quella vicinanza, quel modo che aveva di osservarla, quelle parole che continuavano a riecheggiare intorno a loro ... si era smarrita in quello sguardo, nel profumo leggero che portava addosso, in quelle labbra sottili e perfette, sempre più vicine. Il suo stomaco si torse appena mentre portava le mani intorno al viso di Shane e la distanza tra i due spariva velocemente. Soltanto toccarlo produsse una scossa di pura elettricità che viaggiava in fretta lungo le sue vene, le labbra di Shane erano calde, divoranti, Kat si lasciò andare a quella sensazione soverchiante, i suoi pensieri cessarono di tormentarla, tutto quello che contava era il suo corpo che andava in fiamme, stretto contro il petto di Shane. I baci continuarono con foga, lievi pause prima di aggredirsi con ancora più desiderio, le braccia di lui le intrecciavano la vita mentre le mani di Kat stringevano il collo della sua camicia, scivolando di tanto in tanto lungo il volto perfetto del Gould, accarezzava i suoi capelli mossi e si lasciava andare sotto le sue carezze leggere che le facevano accapponare la pelle ovunque la toccasse. Shane gemette forte quando sentì la lieve pressione del corpo di Kat scendere sul suo, l'attiro a sé lasciando che la ragazza gli si stendesse addosso per poterla accarezzare con più facilità, cercò le sue mani stringendo le dita intorno a quelle di Kat mentre le loro lingue non smettevano di provocarsi a vicenda, cercandosi. Stavano per soffocare, qualche attimo dopo furono costretti ad interrompere quel bacio, scossi da un richiamo che risuonò per tutto il locale.

- KATHLEEN WESTWOOD! -

La ragazza si sollevò con il cuore in gola, portandosi una mano sulle labbra gonfie e umide per via dei baci, le sue dita erano sporche di rossetto sbavato, fu Shane a porgerle velocemente il fazzoletto di seta che portava all'occhiello.

- D-devo andare ... - Kat si mise in piedi, evitando di osservare il viso di Shane che si voltò dall'altra parte. Iniziò a camminare velocemente verso l'interno della sala, ripulendosi in fretta dalle macchie di rossetto. L'avevano chiamata, le altre organizzatrici erano già sul palco quando la mora tornò tra la folla di gente, tutto ciò che le rimase da fare fu sorridere e seguire la via illuminata che l'avrebbe portata al centro dell'attenzione ancora una volta. Tutto quello adesso le dava il voltastomaco.

Quando il ragazzo sollevò lo sguardo sul palazzo davanti a sé non riuscì a trattenere un sorriso, le sue labbra si piegarono sinistramente e gettò a terra il mozzicone di sigaretta. Le sue intensioni non erano chiare neanche a sé stesso, non sapeva perché lo stava facendo, ma aveva solo bisogno di andare dritto per la sua strada. Harley bussò un paio di volte alla porta prima che Skull arrivasse ad aprigli, i due si guardarono per un lungo momento, senza dire niente, fu il castano a parlare.

- Allora, non mi inviti ad entrare? – chiese con il suo solito tono felpato.

Skull gli rifilò una lunga occhiata – sarebbe come dare il permesso al diavolo? Che cazzo vuoi Harley, non è serata –

Il ragazzo rise – dai, facciamo due chiacchiere, la mia ragazza non ha ancora ricordato che sono l'uomo della sua vita, non ho nessuno con cui passare il mio tempo –

- Non venire a scocciare me allora -

- Andiamo, so che sei solo come un cane, vecchio mio, è proprio di questo che sono venuto a parlarti ... - adesso il tono di Harley era affilato e preciso, inchiodò lo sguardo di Skull nei suoi occhi grigi.

Quello ci rifletté ancora per poco, poi cedette il passo al visitatore lasciandolo entrare, sarebbe stato il primo di molti cedimenti. I due si accomodarono nel salotto, uno di fronte all'altro, ci fu altro silenzio, come se si stessero studiando come se stessero sondando le reali intensioni di quell'incontro. Per Harley era davvero semplice agire a quel punto, la mente infantile e cieca del suo amico avrebbe fatto il suo gioco.

- Me lo dici perché sei qui? – protestò Skull ad un tratto.

- Devo ammettere di essere preoccupato per come vanno le cose – cominciò Harley con tono pensieroso.

- A cosa ti riferisci? – domandò quello vagamente stizzito.

- All'incontro naturalmente, non posso credere che tu non ci abbia più pensat, andiamo –

Ancora silenzio, ovviamente Skull lo aveva fatto, aveva pensato a quella sera giorno e notte, in ogni momento, era persino stata argomento di discussione con Laurell, la ragazza aveva ricordato al moro quanto poco contasse in quel giro, quanto fosse dipendente dagli altri. Il petto di Skull stava già cominciando a bruciare di rancore.

- Ovviamente ci ho pensato, ma quel che è fatto è fatto - ringhiò.

- Tutto qui? – rise Harley – non mi aspettavo che fossi tanto arrendevole al riguardo ... -

Quell'aggettivo provocò un sussulto nel corpo di Skull – che diavolo vuoi da me Harley, mi sto incazzando adesso! –

- Sono venuto a proporti un piano – disse infine, rendendo palesi le sue intenzioni – ti conosco e so che quello stupido accordo non vale niente. Quello era solo un contentino per gli altri, ma tu vuoi di più e sono qui per dirti che puoi avere me dalla tua parte –

- Ti ricordo che quello stupido accordo lo devo alla tua presenza scomoda, alle tue innumerevoli cazzate – protestò.

- Ma guardati, mi sembra di parlare con Konnor, allora è così? Comanda lui adesso? – rise Harley, sapendo quanto quella affermazione avesse messo a dura prova la lucidità del suo amico.

- Sono io il capo qui Harley, vedi di ricordartelo se non vuoi finire dai cinesi in un pacco regalo - ringhiò quello.

- Allora vuoi continuare a minacciarmi oppure hai intenzione di ascoltarmi sul serio? –

Ancora silenzio.

- Parla .... –

- Non è neanche necessario che sappiano che siamo stati noi ma tu puoi riprenderti quello che ti hanno sottratto – cominciò- sappiamo dove sono i loro angoli di smercio, attacchiamo i loro spacciatori e rubiamogli il guadagno, se non vuole pagare spontaneamente lo farà così ... rendiamogli la vita un inferno Skull, facciamogli capire che si è messo a fare lo stronzo con le persone sbagliate -

- Capirà che siamo stati noi, scatenerai una guerra Harley – sbuffò il moro.

L'altro rise – che diavolo te ne importa? È il mondo ad essere in guerra Skull, vige la legge del più forte, chi si arrende è solo cibo per i predatori, è questo che vuoi essere? Un avanzo? –

- Non è quello che siamo, O-Rei sa benissimo che non può calcare la mano con noi ... -

- Ma lo ha fatto e lo farà ancora e ancora, finchè ne ha voglia, finchè non si sentirà ripagato, ha trovato il tuo punto debole – rise Harley fissando Skull con i suoi occhi grigi e vuoti.

- E quale sarebbe? – ringhiò il capo.

- Konnor ... - rispose l'altro tranquillo – mi sembra che abbia fin troppa voce in capitolo, le bande hanno una gerarchia e lui se lo dimentica sempre e tu non fai nulla al riguardo. O-Rei ha approfittato di lui perché è un debole e la sua debolezza fa sembrare anche noi incapaci ... -

- Credo che tu debba andartene adesso – disse ad un tratto Skull, il suo tono era serio.

- Lo sai che ho ragione, una vendetta pulita è quello che ti offro, solo pace per il tuo animo inquieto – continuò Harley.

- Vattene a fanculo fuori di qui – sbottò il moro ed a quel punto il ragazzo si sollevò ancora con un sorriso accennato sul viso.

- Come vuoi capo ma se per caso cambiassi idea chiamami e ne riparliamo ... -

Skull fu lieto di sbattere la porta in faccia ad Harley, subito dopo andò a prendere una birra e si lasciò cadere sul divano. Per un attimo si immerse totalmente nel silenzio del suo appartamento anche se la mente non era mai del tutto sgombera, non voleva ammetterlo ma quelle parole aveva attecchito da qualche parte dentro di sé. Forse il problema era in lui e non in Konnor, ma le cose fra loro stavano degenerando come i rapporti della gang con le altre bande locali, Skull non riusciva più a mantenere il controllo. L'uscita di Harley dalla casa di cura era come l'apertura del vaso di Pandora, sembrava che tutto il male ed il caos avesse cominciato a vorticargli intorno.

A distogliere Skull dai suoi pensieri fu il rumore della porta d'ingresso, il ragazzo assottigliò gli occhi appena, sapeva che quella lunga serata non sarebbe finita tanto presto e dopo pochi istanti vide il corpo magro e longilineo di Laurell sfilargli davanti.

- Dove sei stata? – si maledì nel momento stesso in cui formulò quella domanda, perché deva farsi del male in questo modo?

- Non credo siano affari tuoi – rispose quella rifilandogli un occhiataccia.

- Beh suppongo che lo siano visto che sei la mia ragazza e che torni a tarda notte senza dirmi mai un cazzo – ringhiò quello.

- La tua ragazza? Non so se mi va di essere associata così a te Skull ... ultimamente penso che tu sia un pessimo investimento per me – nel suo tono c'era dello scherno.

Il ragazzo strinse le dita intono alla bottiglia di birra – che vorrebbe dire questo? –

- Non sai gestire nulla Skull, ti fai sempre mettere i piedi in testa e lo sai che mi piacciono gli uomini decisi, tu sei troppo debole per me - gli dedicò un sorriso che sembrava compatirlo, cme se stesse guardando un verme strisciante.

Il ragazzo si alzò di scatto facendo cadere la bottiglia – è questo che pensi allora? Cosa fai, cerchi nuovi investimenti? Perché cazzo torni qua se vai con altri uomini? –

- Perché sei talmente patetico che preferisci avermi qui comunque, dico bene? – il sorriso sul volto della ragazza si allargò – anche se mi scopassi qualcuno davanti ai tuoi occhi, correresti a supplicarmi di tornare ... -

- Vaffanculo Laurell – sbraitò Skull – perché cazzo mi ostino a perdere ancora tempo con te ?–

Quella era decisamente una domanda retorica per il ragazzo ma lei volle comunque dargli una risposta.

- Perché sono l'unica che cerca di spingerti a diventare un grande, un uomo vero, uno che possiede qualcosa, senza di me sei solo un ragazzino privo di ambizioni ... - si scostò appena dalla sua figura che si era avvicinata – ma se preferisci che me ne vada basta dirlo ....-

Ci fu un lungo silenzio a quel punto, Skull voleva davvero avere la forza di cacciare Laurell da quella casa, di mettere la parola fine a quella pseudo relazione che portava avanti soltanto lui ormai eppure non ci riusciva. Fissava quegli occhi azzurri freddi come il ghiaccio e quel capelli nero corvino, il volto fiero e tenace della ragazza gli faceva letteralmente perdere la testa. Si, probabilmente lei aveva ragione, era solo un debole uomo innamorato di una donna troppo al di sopra della sue possibilità.

- Come non detto – riprese lei alla fine – me ne vado a letto –

Lui lasciò che la ragazza sfilasse via dritta verso la stanza, per attimo non si mosse poi andò a recuperare la bottiglia e ripulire il pavimento. Forse aveva ragione, era un uomo senza iniziativa, senza ambizione, doveva fare qualcosa, per far si che gli occhi di Laurell finalmente lo vedessero, che guardassero ammirati nella sua direzione. Tirò fuori il cellulare, avrebbe ottenuto qualcosa, avrebbe preso il comando di Chelsea e Laurell sarebbe stata la sua regina.

Scrisse un messaggio: Possiamo parlarne, illustrami la tua strategia, mi faccio vivo io.

Poi lo ripose in tasca e si diresse in camera da letto, la luce era spenta e la sagoma di Laurell era già sotto le lenzuola, Skull si spogliò silenziosamente prima di infilarsi a letto e accostarsi delicatamente al corpo della ragazza. Lei si mosse appena quando sentì la presenza dell'altro dietro le sue spalle, cercò di mettere della distanza fra i loro corpi.

- Non cominciare Skull, non ho voglia – mormorò lei seccata.

Il ragazzo dovette soffocare un'altra ondata di irritazione – ho un piano Laurell, devi solo stare a vedere, loro credono che sia così semplice controllarci, ma non è così, non hanno idea contro chi si sono messi ... -

A quel punto lei parve interessata e si voltò a guardare il ragazzo nell'oscurità – a che ti riferisci? Cos'hai in mente? Vuoi venire meno all'accordo? –

- Gli renderemo la vita un inferno, si pentiranno di avermi sfidato, siamo noi i padroni ... -

La ragazza sorrise nell'oscurità avvicinando la mani al volto di Skull e stringendolo saldamente – finalmente parli come si deve, ce ne hai messo di tempo per aprire gli occhi ... -

- Sei la mia regina Laurell, sarai fiera di me - mugolò il ragazzo cercando la bocca di lei nell'oscurità.

Così la ragazza gli concesse finalmente quel privilegio e Skull potè unire le loro labbra in un bacio che aveva atteso da tempo, l'intensità del movimento aumento rapidamente mentre le braccia del ragazzo si stringevano più avide sul corpo minuto della ragazza. Si spostò sopra di lei accarezzandole le gambe, spostando i suoi baci lungo il mento e la gola della mora. A Laurell sfuggì un gemito quando le dita di Skull cominciarono a toccarla fra le gambe, non oppose resistenza lasciò che il ragazzo si posizionasse meglio e gli circondò la vita con le cosce.

- Sarai solo mia Laurell, non esisteranno più rivali, non guarderai nessun altro ... -mormorò Skull mentre scendeva a baciarle il seno.

- Dovrai darmi più di questo, dovrai darmi tutto quello che possiedi – replicò lei con la voce rotta dal desiderio.

Il ragazzo continuava a bearsi di quel contatto, la sua mente era sopraffatta dal desiderio ed ancora una volta il bisogno che aveva di lei aveva sottomesso tutto il resto, ogni ragionevole dubbio, al di sopra di ogni sospetto, Skull non era in grado di guadarla con altri occhi. Fra le sue braccia era cieco al pericolo.

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