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Chapter 10 - Untouchable

Kat lasciò casa Kownles nel tardo pomeriggio, doveva ancora completare alcuni compiti per l'indomani, come del resto Yoru e la madre l'aveva chiamata un paio di volte per sapere che fine avesse fatto, così per evitare domande e preoccupazione la ragazza fece ritorno a casa se pur a malincuore. Yoru era alquanto impensierita per tutta la faccenda, le sfuggivano ancora dei punti per vederci totalmente chiaro. Il peggio era che quelle risposte poteva darle solo Shane, cosa che non sarebbe mai avvenuta. La bionda tentò di concentrarsi e pensare unicamente ai compiti del giorno seguente ma quando vide il sole tramontare un nuovo pensiero si insinuò tra gli altri. Quella sera avrebbe rivisto Konnor e lui le aveva promesso di portarla a fare un giro del parco e anche di Chelsea, un fremito di eccitazione la colse. Per un attimo si sorprese di quello che stava provando, da quando si sentiva così entusiasta all'idea di incontrare qualcuno? Soprattutto se si trattava di uno sconosciuto. Yoru dovette correggere quel pensiero, lui non era più solo uno sconosciuto, nonostante lei non avesse rivelato molto di sé, Konnor si era mostrato ben disposto nei suoi confronti, le aveva confidato parti importanti della sua vita. Lei si sentiva in qualche modo legata a quegli incontri, come se non fosse solo un modo di passare il tempo, era come se ne fosse coinvolta, questo la rendeva nervosa alle volte, non era mai stata brava nei rapporti umani.

Quando la sera giunse Yoru non si lasciò spaventare dai suoi timori, nonostante si rendesse conto che ormai era cambiata la natura dei suoi vagabondaggi, si sollevò il cappuccio e andò incontro alla notte, curiosa di sapere dove l'avrebbe condotta.

Diversamente dal solito, quando arrivò all'entrata del parco, Konnor la stava aspettando all'esterno, era accanto alla sua moto nera e scintillante, le sorrise appena notò la figura della ragazza avvicinarsi.

- E' andata bene ieri? – Chiese porgendole un casco.

- E' stato un disastro ieri, ma grazie per averlo chiesto – rispose la ragazza con un pizzico di ironia e amarezza, poi osservò meglio l'oggetto che aveva fra le mani, sulla parte superiore c'era una scritta rossa e vistosa: fuck off motherfucker.

La ragazza sollevò un sopracciglio parecchio turbata, Konnor si ritrovò a scuotere le spalle – Scusa tanto, era il casco della mia ex, lei lo trovava divertente ... -

Yoru scosse la testa ma lo indossò comunque – doveva essere una donna di classe -

Konnor rise – neanche la peggiore ... perdonami, ma avevo solo questo della tua taglia –

- Come mai vi siete lasciati? – continuò la bionda osservando il ragazzo infilarsi il suo, aveva il disegno di una fenice dorata su uno fondo nero, sembrava davvero prendere fuoco.

- Era un po' la ragazza di tutti ... se capisci cosa intendo ... - mormorò quello lanciando un occhiata a Yoru.

- Veramente no –

A quel punto Konnor rise – sul serio Yoru? Vuoi che sia più chiaro? Se la faceva con altri ... -

La ragazza distolse appena lo sguardo – oh, adesso sei stato chiaro. Beh, se ho capito il tipo, stava solo esercitando il suo diritto di essere una donna libera ed emancipata -

Konnor proruppe in una sonora risata e accese il motore – Sì, hai capito il tipo ... non si fa mai dare la colpa di niente, ma ormai è una storia vecchia, è stato meglio così alla fine –

Yoru salì sul sedile posteriore e si aggrappò alla giacca del rosso, poi sporse appena la testa – Perché? –

Konnor non rispose, la guardò attraverso lo specchietto retrovisore per alcuni istanti, la trovava incredibilmente bella e intelligente ma quello che davvero lo aveva conquistato era quella dose di ingenuità. Quella genuina purezza che non vedeva mai negli altri, soprattutto nel suo mondo dove tutti sembravano ormai aver visto qualsiasi cosa. Era abituato ad avere a che fare con chiunque ma Yoru era come un'isola inesplorata. Si sentiva come un viaggiatore senza bussola e senza mappa, completamente perduto nelle meraviglie che avrebbe incontrato procedendo nell'avventura di fare la sua conoscenza.

La parte del parco che Konnor voleva mostrarle la raggiunsero in moto, lungo la strada asfaltata, a quell'ora non c'era nessuno e non avrebbero avuto problemi. Il viaggio non durò molto e Yoru si rese conto di non essere mai stata su una moto prima di quel momento, era bella la sensazione del vento sulla pelle. Ma fu quando il mezzo si fermò che la ragazza rimase ancora più colpita, quella parte di Battersea Park era ancora più incredibile di quella che aveva visto fino a quel momento. Smontò immediatamente e si tolse il casco che le impediva una visuale completa, come aveva detto Konnor era la parte che costeggiava il Tamigi, la ragazza si accostò alla ringhiera per poterlo osservare meglio. La superficie era perfettamente piatta e leggermente luccicante grazie alla luce della luna che brillava sopra le loro teste, quel fiume che solitamente era percorso ed increspato dai battelli, in quel momento era immobile come sabbia, intorno a loro sembrava di trovarsi in un deserto. Per un attimo credette di non essere neanche più a Londra, di essere precipitata in una delle sue fantasie, in un posto perfettamente in equilibrio con la sua indole, dove niente potesse nuocerle, dove si sentiva bene.

- Ti piace? – la voce di Konnor giunse da non lontano, si era accostato a lei adesso a fissare il fiume.

- E' magnifico – mormorò la ragazza ancora rapita da quello scenario, poi si voltò e osservò l'altra struttura straordinaria di quel luogo, una pagoda circondata dagli alberi.

- Si chiama Peace Pagoda ... sapevo che ti sarebbe piaciuta, vedi, questo posto mi ha subito fatto pensare a te, silenzioso e contemplativo ... la fusione perfetta di occidente e oriente – mormorò Konnor e le tese la mano.

Ancora una volta le parole di quel ragazzo l'avevano colpita profondamente, lei si era accertata di non rivelare nulla di se, aveva tenuto la bocca chiusa per non fare trapelare informazioni eppure lui sapeva. In qualche modo in quelle serata anche lei aveva detto qualcosa di sé anche senza parlare, lui era riuscito a cogliere tutto e il risultato di quella serata era il più incredibile che Yoru avesse mai visto, era la notte più indimenticabile che avesse mai vissuto in diciotto anni. Decise che non voleva fermarsi, che voleva vedere quanto ancora Konnor aveva da mostrarle, così prese la sua mano e accettò di seguirlo, quel contatto provocò immediatamente una scossa di calore che si protrasse lungo tutto il braccio, fino a raggiungere qualche parte non definita del petto della ragazza.

Lui la condusse attraverso le scale fino a salire sullo spiazzale della costruzione che si erigeva elegante fondendo legno e marmo, il Buddha guardava sereno verso il fiume infondendo pace e tranquillità con la sua espressione pacata.

Fu allora che Yoru si voltò verso Konnor ancora confusa e incredula – io ... credo di non avere parole a questo punto ... mi chiedo chi tu sia –

Il ragazzo fece un passo verso di lei appoggiandosi al corrimano della struttura – mi sembra di avertelo detto tempo fa ... sono Konnor Yeats, sei tu che fai la misteriosa, mia bella ragazza della notte - la mano del rosso si protrasse verso il viso di Yoru e le sistemò una ciocca bionda dietro l'orecchio – ma a questo punto non mi importa più di saperlo se resterai mia –

In quell'istante il ragazzo protrasse il corpo ad annullare la distanza che c'era fra i due e con un movimento preciso quanto delicato unì le loro labbra in un bacio. Fu lento all'inizio, come per fare abituare la ragazza a quel nuovo contatto, le loro labbra in un primo momento danzarono leggere come i fiocchi di neve che si poggiavano sulla terra. Poi Konnor posò una mano sul fianco di Yoru e si avvicinò ancora stringendo appena il corpo della ragazza, l'intensità del bacio stava crescendo. Un ondata investì il corpo di Yoru, lei non seppe definirla, si ritrovò ad afferrare un lembo della giacca del ragazzo mentre lui la stringeva ormai in un abbraccio appassionato.

Fu in quel momento che accadde, come se uno sparo di colpo risvegliasse la mente di Yoru, cosa stava facendo? Perché? Uno strano terrore prese possesso del suo corpo, da quando lei faceva quelle cose? Da quando si sentiva tanto ... Kat ... sì, forse quei momenti erano tipici della sua amica o delle altre ragazze, ma non sue. Lei non era così, lei non perdeva il controllo, non si legava ad altre persone in quel modo, lei non ne aveva bisogno.

Yoru si staccò violentemente da quel bacio, i suoi occhi erano sgranati, il suo cuore palpitava, la sua mente cercava di isolare pensieri sensati tra tutta quella confusione. Cercò di indietreggiare, mettere della distanza fra lei e quel tipo, Konnor sembrava spaesato ma le lasciò subito lo spazio che desiderava senza nascose la preoccupazione.

- Yoru? Che succede? – chiese allarmato.

- Stammi ... lontano – la ragazza fissava il suolo totalmente disorientata, non riusciva neanche a posare lo sguardo su di lui, aveva paura che potesse intrappolarla ancora, aveva paura di quella sensazione, di quella possibilità.

- Ho fatto qualcosa che non va? Credevo di piacerti - Konnor era confuso, quando fece un passo verso di lei la ragazza indietreggio per riflesso – Yoru ... -

- Non pronunciare il mio nome! Io ... - si sentiva soffocare adesso - non avrei dovuto accettare niente di tutto questo -

- Non è successo niente di male, Yoru, ascolta mi dispiace se è stato troppo presto ... - Konnor non sapeva più cosa dire o cosa fare per fermare il delirio nella mente della ragazza.

Riusciva a vedere la sua confusione e la sua paura, i suoi bellissimi occhi neri non lo guardavano eppure aveva risposto a quel bacio e lui aveva sentito qualcosa, quei sentimenti che attraversavano il suo corpo avevano percorso anche lei, ne era certo.

- Yoru, fidati di me ... - disse ancora avanzando verso di lei e tendendole una mano, voleva disperatamente riaverla indietro, perché ogni secondo che passava si rendeva conto che lei si stava allontanando.

Ma la bionda interpretò quel gesto come un tentativo di trattenerla, di farle ancora provare quella sensazione così destabilizzante, di intrappolarla in quel bacio che l'aveva quasi uccisa. Fu un puro gesto istintivo quello di sollevare il gomito e assestare un duro colpo al labbro di Konnor che urlò di dolore. Il petto di Yoru bruciava ancora e il suo respiro non accennava a calmarsi, si allontanò, approfittando della distrazione del ragazzo.

- Io non esisto per te ... - disse in un sussurrò tagliente, come se stesse impartendo un ordine –non mi rivedrai, non cercarmi -

Poi corse, voltò le spalle e corse via, più veloce che poteva, sentiva le gambe farle male ma non si fermò, neanche quando il dolore al petto si fece devastante. Yoru non decelerò, non si voltò, non esitò, perché dentro di lei sapeva che se lo avesse fatto anche per un solo istante lui avrebbe potuto catturarla. Perché non c'era affatto rassegnazione nell'ultimo sguardo che le avevano lanciato quegli occhi verdi e brillanti.

Quando il giorno seguente giunse Yoru non si svegliò perché in realtà non aveva mai cominciato a dormire, sapeva di dover andare a scuola, che un'assenza da parte sua sarebbe stata notata ma contemporaneamente voleva solo sprofondare. Sentiva le gambe deboli e si forzò a credere che fosse stata solo quella folle corsa verso casa a ridurla a pezzi, non voleva dare un tale potere a un altro essere umano, non poteva accettarlo.

Lei era ancora Yoru Kwonles e nulla di questo mondo l'avrebbe mai turbata, nessun gesto umano l'avrebbe colpita perché erano tutti uguali e banali, perché lei non aveva i loro punti deboli, lei non poteva essere spezzata. Così si fece forza ed indossò la divisa scolastica, legò i capelli in una coda alta e si fissò allo specchio, la sua espressione era risoluta come sempre.

Dopo uscì in corridoio per dirigersi in cucina a prendere qualcosa per fare colazione, sì, l'ideale era proprio mangiare qualcosa e farsi passare quelle stupide idee dalla mente, tutto quello che era successo non aveva importanza. Non sarebbe più tornata lì e lui sarebbe uscito dalla sua testa.

- Buongiorno Miss Yoru – la salutò la governante con un sorriso.

-Buongiorno Watson – rispose come sempre.

- Mio Dio Miss ... cosa succede? – chiese la donna accigliata.

La bionda sgranò gli occhi – niente ... che c'è? –

- Non so, la sua faccia sembra così diversa, si sente bene? – il tono era davvero preoccupato.

La ragazza si sforzò di fingersi sorpresa – è tutto come sempre Watson, vado a fare colazione –

- Ne è sicura? – insistette la donna ma non vi fu più alcuna risposta.

Quando Yoru entrò in cucina trovò la madre intenta a leggere il giornale, la donna si voltò verso la figlia sorridente pronta ad augurarle il buon giorno ma rimase interdetta.

- Tesoro che succede? Stai male? – chiese Midori con preoccupazione.

- Non ho nulla – il tono di Yoru cominciava a tradire nervosismo.

- Ne sei sicura? Sembri strana, ti fa male la pancia? Hai la febbre? I tuoi occhi mi sembrano lucidi ... - la donna fissava intensamente la figlia che a quel punto volò le spalle.

- Sono in ritardo! – esclamò uscendo dalla stanza.

Decise di affrettarsi ed andare a scuola, era un po' distante da casa sua ma decise di arrivarci a piedi, doveva camminare e schiarire le idee, eppure ogni passo era come sprofondare. Se chiudeva gli occhi sentiva ancora quella tremenda sensazione, quel calore così cocente che le si arrampicava addosso, la sensazione della pelle del ragazzo sul proprio corpo. Yoru si rese conto di avere bisogno di distrazione e per la prima volta fu grata a Kat e alla sua esistenza tanto incasinata, sperò che le desse un porto sicuro entro il quale rifugiarsi, entro il quale crogiolarsi lontano da quei sinistri ricordi.

Quella mattina Shane avrebbe preferito entrare in un vespaio di api infuriate piuttosto che dover affrontare il volto trionfante del cugino a scuola, immaginava che fosse finalmente riuscito nella sua formidabile impresa e che adesso toccasse a lui sorbirsi il resoconto ufficile della nottata. Shane, d'altro cante, aveva trascorso il weekend tra i fumi dell'alcol in compagnia di molte belle donne, non aveva sentito nessuno dei suoi amici. Adesso aveva deciso di affrontare subito la questione, il più presto avrebbe visto Wright e meglio sarebbe stato, si sarebbe tolto quel dente prima dell'ora di pranzo, poi avrebbe cercato di dimenticare l'espressione trionfante che il cugino avrebbe sicuramente avuto impressa sul volto.

Stava per salire a bordo della sua auto quando un breve colpo di clacson gli fece notare la presenza della berlina del cugino. Shane sospirò appena, Wright era così felice da andarlo a prendere a casa per potergli raccontare la fantastica impresa di venerdì notte nel tragitto verso la Ashbourne? Quel pensiero gli provocò un terribile senso di nausea.

- Buongiorno cugino - disse subito lui prima di accomodarsi sui sedili posteriori dell'auto, accanto a Wright. Alzò lo sguardo, mentalmente preparato ad ogni cosa ormai, fu quello il momento in cui capì che in qualche modo le cose erano andate male per i due piccioncini.

- O forse no ... -

Wright era livido, i suoi occhi castani erano contornati di occhiaie violacee, la sua bocca tirata, stava ticchettando rumorosamente contro il finestrino in un gesto che non sembrava controllare, soltanto dopo svariati secondi ricambiò lo sguardo del cugino

- Ho bisogno di parlare con qualcuno, devo sfogarmi o esploderò nel momento peggiore -

Shane era incredibilmente interessato adesso, erano bastati pochi attimi per ritrovare il suo vecchio smalto - Dimmi tutto, caro cugino. Vedo della preoccupazione sul tuo volto ... c'è qualcosa che non va? - chiese, disponibilissimo

Wright scosse il capo nervosamente - Tutto, Shane. Tutto quanto! Sono stati due giorni di merda, non riesco a dormire ... i-io vorrei soltanto che tutto questo fosse un incubo ... vorrei svegliarmi e scoprire che niente è stato reale e che tutto va bene -

- Scusami ma non ti seguo - ammise il ragazzo, sempre più interessato

- Certo che non puoi! Nessuno avrebbe immaginato una cosa del genere, io prima di tutti! Si tratta di Kat ... - soltanto pronunciare quel nome gli faceva male, Wright fece una smorfia addolorata prima di proseguire - ha baciato un altro, Shane e lo ha ammesso prima che andassimo al Castello ... lei mi ha tradito ed io non ho idea del perché lo abbia fatto, tutti questi anni passati insieme, mi è sempre sembrata così felice e soddisfatta della nostra storia, io non so che dire né che pensare! E' assurdo, perché? Perché? -

Il cervello di Shane si era inceppato al "Kat ha baciato un altro" - Aspetta, frena ... chi ha baciato? - chiese subito dopo, interrompendo le parole del cugino

- Non lo so, non so chi diavolo sia quel bastardo. Sono così incazzato! -

Shane trattenne un lieve sospiro di sollievo, a quanto pare Kat aveva scelto la via della sincerità quella volta, ma era stata abbastanza intelligente da non aver detto proprio tutta la verità.

- I-io sono furioso! Deve essere successo la sera in cui abbiamo litigato, quando io ero a cena con gli amici di mio padre e lei è svanita misteriosamente, dicendo che era uscita con le sue amiche ... non capisco, posso aver commesso degli errori, ma io non l'avrei mai tradita con un'altra -

Questo lo sapevano bene Shane e Kat, lo avevano messo alla prova all'insaputa del ragazzo, ovviamente anche questa era una di quelle cose che non andava rivelata, considerò il cugino, facendo una piccola smorfia con le labbra che non riuscì a trattenere

- Cosa c'è? Cosa dovrei fare? Sono smarrito ... Kat continua a chiamarmi, ieri si è presentata a casa, ma fortunatamente non c'ero. Non posso evitarla per sempre ... frequentiamo la stessa scuola e sinceramente non voglio più evitarla, vorrei soltanto che tutto andasse bene, ma dannazione ... quello che ha fatto mi ha distrutto -

- Oh, Wright ... gliela farai davvero passare liscia? Hai veramente intenzione di perdonarla per quello che ti ha fatto? - Shane si mostrò fintamente deluso dal comportamento del cugino - ti ha tradito una volta e stanne certo che lo farà ancora. E' così che funziona con i tradimenti, lo so bene io. -

Il cugino si portò le mani al volto, distrutto - Io lo so, razionalmente so che c'è questa possibilità! Ma io la amo, Shane ... e fino a qualche giorno fa ero certo che anche lei amasse me allo stesso modo! Non è così semplice lasciare qualcuno che si ama, ma questo tu non puoi capirlo, suppongo. -

Non c'era rimprovero nelle parole di Wright, la sua era stata soltanto una constatazione, quello che aveva detto era vero, Shane e l'amore erano due entità che non si sarebbero mai incontrate, un po' come la sagacia e suo cugino Wright, per fortuna.

- Non posso mollare in questo modo, se si trattasse di uno sbaglio isolato potrei accettarlo ... -

- Chi è stato a baciare chi? Almeno questo te lo ha detto? - chiese Shane, indagatore

- Non mi ha detto nulla ed io sono andato via troppo in fretta, ero sconvolto ... devo darle la possibilità di spiegarsi, sono certo che non sia stata lei a baciare quel bastardo per prima, era ubriaca, doveva avercela a morte con me ... -

- Bene, credo che tu ti sia già dato una risposta su come procedere, i miei consigli li hai avuti e li hai ascoltati - disse quello con un sorriso gioviale sulle labbra - ma cosa accadrebbe se il ragazzo misterioso si facesse avanti con Kat? -

- Non glielo permetterò - Wright era livido in volto, i pugni chiusi per la rabbia - deve soltanto sperare che io non sappia mai il suo nome, quel figlio di puttana. -

Shane reclinò appena il capo sul sedile e chiuse gli occhi, erano appena le nove del mattino e quella giornata gli sembrava già infinita e tortuosa, ma meno amara di quanto avesse immaginato, anzi tutto filava liscio, almeno per lui ... aveva ancora la sua chance con Kat, adesso più che mai pensò che non se la sarebbe dovuta far scappare.

Kat si era diretta a scuola con il cuore più pesante che mai, aveva trascorso un fine settimana pessimo, cominciava veramente a credere che Wright avesse deciso di non rivolgerle mai più la parola. Non poteva biasimarlo, meritava quello ed altro, forse anche di peggio, ma nonostante tutto non si era mai sentita così legata al suo ragazzo. Lo rivoleva indietro, gli mancava Wright in un modo a lei sconosciuto prima di quel momento, fu quel pensiero che la spinse ad avvicinarlo poco prima dell'inizio delle lezioni.

Wright la vide ed una morsa gli chiuse immediatamente lo stomaco, quella volta non si ritrasse, si voltò verso la sua ragazza ed attese

- Ehi ... finalmente riesco a parlarti - iniziò lei con un sorriso debole sul viso piuttosto pallido quel giorno, era chiaro che neanche Kat se la stesse passando bene e questo dispiacque molto al suo ragazzo

- Già, puoi essere più sbrigativa? Tra poco devo entrare - disse lui con un tono più sgarbato di quanto avrebbe voluto.

-S-sì, certo. Sono qui per scusarmi con te anche se so che le mie scuse non saranno mai sufficienti per quello che ho fatto - la ragazza abbassò lo sguardo, era mortificata - i-io sono pentita, continuo a non capire perché abbia permesso che accadesse ... ero arrabbiata con te, avevo bevuto molto -

- Non è una giustificazione -

- Lo so, lo so - si affrettò a dire Kat, sempre meno sicura delle parole che stava usando - ... io voglio soltanto sapere se prima o poi troverai la forza di perdonarmi -

Wright guardò la sua ragazza in viso, non voleva farla stare male, sapeva che quella situazione la stava rodendo dentro, ma allo stesso tempo non poteva smettere di pensare a quello che gli aveva fatto. L'aveva tradito.

- Chi è lui? - disse in un sussurro rabbioso

- N-non lo conosci -

- Voglio un nome - insistette lui

- Non lo so il nome, i-io l'ho conosciuto in un bar! Non ricordo neanche che aspetto avesse, te lo giuro - piagnucolò Kat, sentendosi ancora più abbietta adesso. Aveva mentito e continuava a farlo, quello era l'unico modo di cui disponeva per poter riavere indietro il suo ragazzo, lo sapeva bene. Quello era il piano che aveva stabilito la notte precedente e avrebbe dovuto continuare su quella via per il bene di entrambi.

- Non conta niente per me, non è contato assolutamente nulla - continuò con voce roca - sono desolata, Wright. Mi sento in colpa e non credevo che avrei mai potuto cadere così in basso, Dio ... -

Il ragazzo sospirò profondamente, portandosi una mano alle tempie dolenti - Ne parliamo dopo, va bene? Adesso devo entrare e dovresti andare anche tu -

- Sì - Kat abbassò il capo, gli occhi di Wright erano sfuggenti, non voleva rimanere lì con lei neanche un istante in più - posso soltanto sapere se mi vuoi ancora bene? -

Wright scosse il capo, avrebbe voluto tacere ed andare via ma lo sguardo di Kat era così cupo e disperato da impedirglielo, non poteva lasciarla in quelle condizioni, lui non era quel tipo di persona.

- Le cose non sono cambiate per me. Io sono sempre stato sicuro dei sentimenti che provo nei tuoi confronti, forse dovresti porti qualche domanda e capire se anche tu sei sicura quanto me. -

Kat stava per giurare che era così, ma Wright era già sparito oltre la porta dell'aula di Scienze. La ragazza rimase tramortita a guardare il corridoio che si svuotava lentamente davanti a lei, sentendosi altrettanto vuota.

Quando fu finalmente l'ora di pranzo la mora si diresse verso la mensa della Ashbourne, quel giorno non aveva incontrato Yoru neanche di sfuggita e non vedeva l'ora di aggiornarla sugli ultimi sviluppi con Wright. La bionda se ne stava al solito posto quando Kat le si avvicinò, stava fissando una mela che teneva in mano, in realtà il suo sguardo sembrava decisamente perso nel vuoto

- Yoru? -

La bionda sobbalzò nel sentire il suo nome, si scosse dai suoi pensieri fissando gli occhi neri ed atterriti in quelli castani e confusi dell'amica

- Kat! Ciao - disse con un tono di voce particolarmente acuto che lasciò perplessa l'altra

- Che ti prende? Sembra che un dissennatore ti abbia succhiato via l'anima, ammesso che tu l'abbia mai avuta - commentò la mora

Yoru fece finta di trovarla divertente - Ah-ah. Spiritosa. E quale sarebbe la tua scusa per tutte le stronzate che fai, invece? -

- Touché - Kat sospirò forte - però a quanto pare Wright è disposto a perdonarmi, mi è sembrato ben disposto nei miei riguardi, più di quanto sperassi almeno- aggiunse subito dopo, facendo sbuffare l'amica. Sperava che Yoru le facesse qualche domanda al riguardo, o quanto meno se ne uscisse con una battuta cattiva delle sue, in realtà la sua amica si rinchiuse di nuovo nel suo mutismo particolarmente inquietante

- Ma sei sicura di stare bene? Non ti ho mai visto così ... - Kat non trovava le parole giuste per definire quel mix di cose che vedeva passare sul volto della sua amica

- Kat, sto bene. Piuttosto dovresti preoccuparti di te stessa - disse quella lanciando un'occhiata glaciale dietro le spalle della ragazza - tolgo le tende, non voglio assistere alla vostra prossima pomiciata -

- Cosa? - Kat era confusa, soltanto quando Shane prese il posto dell'amica che adesso era svanita via capì a cosa Yoru stesse alludendo. Si sentì gelare all'istante, soltanto vedere il volto bello e terribilmente sicuro di Shane la faceva sentire ad un passo dal tracollo emotivo.

- Non fare quella faccia, sono portatore di pace, Westwood -

- Chi? Tu? Sei credibile quanto le diete finte di mia madre. -

Quello sorrise, divertito - Dico sul serio. Deponiamo l'ascia di guerra, ti va? -

Gli occhi di Kat erano una piccola fessura piena di sospetto - Dove vorresti deporla? Sulla mia testa o su quella di Wright? -

- Ecco perché preferisco portarmi a letto le donne piuttosto che sostenerci una conversazione, è tutto più semplice quando l'unica suono che producono è "Oh, sììììì, Shaneee, sìììììì. Continua, ti pregooo"

- Sei disgustoso ed io me ne vado - Kat fece per alzarsi, ma il ragazzo la trattenne per la mano - lasciami -

- Credevo fossimo amici, per quanto la mia considerazione sulle donne sia terribilmente bassa, ho sempre avuto a cuore te e Yoru. Vuoi davvero trattarmi così adesso? - Shane era serio in volto, non c'era più alcuna traccia di malizia o ilarità

- Non è così semplice, sono successe delle cose di recente e ... -

- Le ho già rimosse, Kat - le assicurò lui, interrompendola - ero fatto l'altra sera al tuo compleanno, ma da ora in poi non sarò più un problema per te e Wright, chiedo soltanto che tutto torni come prima tra noi. Puoi provarci? -

Kat si ritrovò in difficoltà, si sentì improvvisamente una sorta di oracolo a cui tutti chiedevano delle risposte riguardo il futuro, lei non era certa di niente in realtà. Eppure il bel viso di Shane non mostrava niente di strano, sembrava calmo e perfettamente consapevole di quello che stava dicendo, ma poteva essere così stupida da fidarsi di nuovo?

- Ti do del tempo per pensarci, frattanto vorrei che accettassi l'invito all'asta di beneficenza di mercoledì. Sono sicuro che il tuo comitato apprezzerebbe molto il tuo interessamento alla causa -

Kat non era certa di star seguendo il filo del discorso, come poteva balzare da una conversazione all'altra in quel modo

- Un'asta di beneficenza? -

- Sì, ci sarà una mostra fotografica, i migliori fotografi di Londra vi parteciperanno, i soggetti sarete voi - disse aprendo le braccia verso la folla di studenti che accalcava la mensa - ragazze belle e di buona famiglia, la vendita dei vostri ritratti sarà devoluta alla costruzione di alcuni impianti idrici in Camerun. Mi aspetto che tu e Yoru partecipiate come sempre -

- I-io ... certo - Kat era confusa, Shane sorrise brevemente prima di salutarla e darle le spalle come se niente fosse.

La ragazza era confusa, non sapeva davvero dire cosa passasse nella mente del Gould, in soli tre giorni il suo atteggiamento era cambiato in modo drastico, forse i sensi di colpa per quello che avevano fatto a Wright erano sopraggiunti anche per lui alla fine.

Che anche Shane Gould provasse del rimorso?


ANGOLO AUTRICI:

Ecco il nuovo capitolo! Che dire i guai arrivando anche per gli insospettabili! Mentre Kat cerca di andare avanti in qualche modo, nonostante la tremenda batosta del suo compleanno, la cara Yoru è appena entrata in contatto con un' esperienza del tutto nuova per lei! Konnor ha fatto una mossa che ha sconvolto totalmente l'equilibrio della ragazza! Questo metterà definitivamente la parola fine fra loro? Oppure forse è solo l'inizio? Qualche idea sulle conseguenze di questo gesto? Siamo curiose di sentirvi, quindi fatevi sotto con le supposizioni! A presto!

BLACKSTEEL

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