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Chapter 1 - Londoners

  L'enorme attico di Kat Westwood sorgeva nella lussuosissima Earl Terrace, quella che poteva essere definita la strada più cara del Regno Unito, circondata da palazzi ricercati e negozi di lusso nei quali la ragazza trovava sempre una buona valvola di sfogo. Non che Kat avesse qualcosa di cui lamentarsi, almeno apparentemente la sua vita era perfetta, trovarsi anche soltanto per qualche ora nei suoi panni sarebbe stato il sogno di qualsiasi sua coetanea. Kat era bella, alta e con un fisico prorompente, possedeva una carnagione chiara e grandi occhi color nocciola, così come i capelli lievemente ondulati e ricchi di riflessi che portava soprattutto legati in alto in acconciature ricercate. Aveva una famiglia altrettanto perfetta, sua madre era una famosa scrittrice conosciuta a livello mondiale, mentre il padre un chirurgo molto rinomato, spesso in viaggio di lavoro. Come se la fortuna non fosse girata abbastanza dalla parte dei Westwood, Kat aveva anche degli amici invidiabili e un ragazzo su cui poter fare sempre affidamento. Wright Irwin era tutto ciò che ogni ragazza avrebbe mai potuto desiderare, particolarmente attraente, di ottima famiglia e con grandi piani per il futuro, un vero e proprio cavallo da corsa su cui puntare ad occhi chiusi. Kat e Wright erano cresciuti insieme, lentamente la loro amicizia si era evoluta in qualcosa di più, fino a quando il ragazzo non si era deciso a dichiararsi e da quel momento in poi i due avevano fatto coppia fissa.

Quella mattina Kat osservava il suo riflesso allo specchio con sguardo critico, la divisa scolastica composta da gonna a pieghe e camicia cadeva perfetta sul suo corpo, ma nonostante questo c'era qualcosa a turbarla. Sentiva lo stomaco in subbuglio e non era riuscita a finire la colazione che la sua governante aveva preparato nonostante ci fosse la torta alle fragole, la sua preferita.

- Il primo giorno del tuo ultimo anno scolastico alla Ashbourne ... - la voce di Eliza raggiunse Kat, ancora intenta a sistemare il nodo della cravatta - non essere triste, so come ci si sente, ma passerà -

- Non lo sono, è soltanto una sensazione strana - Aveva commentato la ragazza rivolgendo un sorriso appena accennato alla madre. Eliza stava finendo la sua colazione mentre leggeva quelle che dovevano essere delle bozze del suo prossimo romanzo, un lavoro sul quale manteneva il massimo riservo anche con la figlia ed il marito. Era una bella donna, adesso oltre la quarantina, Kat le somigliava parecchio, era capitato spesso che le scambiassero per sorelle nonostante la prima fosse più minuta rispetto alla figlia e sicuramente meno appariscente.

- Bene, cerca di viverla al massimo, sono anni della tua vita che non torneranno mai più, divertiti con i tuoi amici, chi lo sa dove vi porterà la vita dopo la scuola -

Kat si rabbuiò in fretta, non voleva pensare anche all'eventualità di perdere i suoi amici, non era quello il problema al momento ... dopotutto c'erano ancora parecchi mesi durante i quali avrebbero potuto decidere quale College frequentare in futuro, in quel preciso istante si stava chiedendo come fosse possibile iniziare l'ultimo anno scolastico senza Shane.

Dove si era cacciato? Che cosa gli era successo? Kat non lo sapeva, né Wright né la sua migliore amica Yoru avevano ricevuto notizie di Shane durante tutta l'estate, la preoccupazione era salita giorno dopo giorno, l'unica rassicurazione era giunta dal padre di Shane. Ricordava l'ultima volta in cui avevano incontrato il signor Gould , l'uomo aveva dichiarato che il figlio stava bene, era in vacanza chissà dove, sapete com'è fatto Shane, aveva detto sorridendo, lui lo sentiva regolarmente e tanto bastava per stare tranquillo. Kat non se l'era bevuta, tanto meno Yoru, avevano trascorso delle ore a scervellarsi su quel mistero, alla fine però erano state costrette a cedere, Shane non aveva mai risposto al cellulare, neanche a Wright, suo cugino. Poi era arrivata quella chiamata, era una notte di fine luglio, perfino i londinesi stavano riuscendo ad assaporare un po' d'estate e Kat non riusciva a dormire, se ne stava in camera sua, appoggiata alla finestra con un tè freddo ed un libro, non riusciva a leggere in realtà, quella chiamata arrivò nel momento stesso in cui aveva fissato lo sguardo sul suo cellulare. Shane aveva riso di fronte alla sua preoccupazione

- Sto bene ... sono in giro - aveva detto con la sua voce bassa e strascicata​, con quel suo accento americano ancora persistente.

- In giro dove? Sei scomparso! Perché non rispondi al cellulare? Eravamo tutti preoccupati ... -

Shane continuava a ridere, non aveva risposto a nessuna di quelle domande, in realtà si era limitato a darle la buonanotte. Kat era rimasta a bocca aperta, la linea era caduta ancora prima che avesse potuto razionalizzare quello che era successo.

- Papà mi ha detto di farti gli auguri per il tuo primo giorno di scuola, gli dispiace che non sia qui ... tornerà il prima possibile. - Kat si voltò verso la madre, risvegliandosi da quei pensieri.

C'era del rammarico nella voce di Eliza, sapeva quanto Kat avrebbe voluto che anche James tornasse a casa un po' più spesso di quanto accadeva, ma dopotutto conosceva bene gli impegni del padre e non era più una bambina capricciosa, almeno ci stava provando.

- Ci rifaremo non appena si farà vivo! Adesso devo scappare, Yoru e Wright mi stanno aspettando di sotto. A dopo, mamma -

Dopo aver dato un bacio sulla guancia alla madre Kat prese l'ascensore che l'avrebbe portata al pianoterra ed attese, il suo trucco era impeccabile, notò, lanciando un'occhiata allo specchio, anche la sua pelle era stranamente più luminosa del normale, merito della vacanza in Spagna. Sarebbe stato meglio se Yoru avesse passato l'estate con lei, ma i suoi avevano deciso di tornare in Giappone per fare visita ai parenti, così Yoru aveva finito per seguirli. Non avevano avuto tempo per aggiornarsi su nulla, la sua amica era rincasata soltanto due giorni prima, mentre Wright aveva trascorso le due ultime settimane di vacanze in America con il padre. Kat si era sentita sola, nonostante non avesse voluto ammetterlo non aveva mai trascorso un'estate così strana ... non avrebbe neanche saputo dire il perché, in fin dei conti lo shopping era andato meravigliosamente, ma c'era un insieme di fattori che le avevano messo addosso una strana agitazione. Anche tornare a scuola non era il massimo, aveva così tante responsabilità a cui dover rispondere, tra i comitati di cui era presidentessa e i gruppi da seguire con le raccolte di beneficenza e tutte le varie cerimonie da preparare ... Kat non aveva mai avuto problemi nell'impegnarsi con tutta sé stessa in quei progetti, era quello per cui era nata, si diceva, ma adesso le cose sembravano in qualche modo diverse.

La grossa limousine di Yoru si estendeva immensa lungo il marciapiedi che dava sulla strada principale, Kat le andò incontro salutando l'autista che le aprì la portiera un attimo dopo.

- Sempre la solita ritardataria ... - disse Yoru a mo' di saluto, rivolgendosi all'altra che cercò disperatamente di abbracciarla

- Oh mio Dio e tu cosa hai fatto ai capelli? Sono bellissimi - Kat osservava l'amica cercando di capirci qualcosa, era bionda! - e alla radice li hai anche lasciati più scuri! -

- Li ho anche un po' accorciati - disse l'altra, sorridendo appena. I suoi capelli erano biondo platino sopra e neri sotto mentre aveva lasciato il resto com'era già, era una particolarità non trascurabile, considerate le origini giapponesi della ragazza. Yoru era parecchio diversa dalla sua amica, aveva un fisico asciutto e scattante, occhi neri e un'espressione piuttosto fredda perennemente impressa sul volto. Kat ci aveva fatto l'abitudine ormai, anche Wright e Shane ma chi non conosceva la bionda non veniva facilmente spronato a farci amicizia.

- E dov'è Wright? Credevo fosse con te ... -

- No, non è mai arrivato a casa mia, credo sia passato da Shane ... -

Kat si rabbuiò di nuovo - Tanto è tempo perso, ho provato a chiamarlo fino a stamattina ma il cellulare non ha mai suonato. Chissà che diavolo ci ha fatto, conoscendolo lo avrà dimenticato da qualche parte-

Yoru sospirò appena - Non che sia una tipa molto tradizionalista, ma non abbiamo mai affrontato un nuovo anno scolastico senza Shane ... è un po' la nostra mascotte pervertita e rompipalle ... quando c'è vorresti che non ci fosse, ma quando non lo vedi da tutta l'estate inizia a mancarti ... se mai dovesse tornare non dirgli che ho detto una cosa del genere, sai quel suo ego è già troppo smisurato, non diamogli altri motivi. -

La mora tacque, continuava a pensare a quella chiamata notturna, si chiese perché non ne avesse parlato con Yoru e Wright, non sapeva dirlo esattamente, ma in fondo non c'era nulla da raccontare.

- Beh, quanto meno la verginità delle ragazze del primo anno è salva, Shane avrebbe fatto un ecatombe anche quest'anno. Sai com'è quando vede facce nuove ... - considerò la bionda.

- Lo so anche troppo bene, mi ha palpeggiata ovunque nel corso di questi anni. Ha smesso soltanto quando mi hai insegnato quelle mosse di ju jitsu. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo -

Le due ragazze risero, la conversazione ben presto si spostò su altri livelli, Kat ascoltava rapita il resoconto delle vacanze orientali dell'amica, avevano quasi dimenticato quale fosse la destinazione finale del loro viaggio, ma poi la grossa limousine si fermò e l'edificio scolastico si stagliò davanti a loro riportandole alla triste realtà

L'Ashbourne Indipendent Highschool era un bellissimo edificio antico che ospitava l'elite della gioventù inglese residente a Kensington e dintorni. Si estendeva su più piani e si affacciava su un bellissimo quanto ampio cortile arricchito di panchine ed aiuole. I gradini erano ampi e di marmo, portavano ai due ingressi dell'edificio e alla vasta scelta di aule disposte lungo l'edificio.

- Ed eccoci di nuovo qui ... - Kat si guardava intorno con un sorriso tranquillo, una maschera di cui non poteva liberarsi tanto facilmente. Lei aveva il controllo di tutto e nessuno avrebbe potuto dubitare di ciò. Poi lo vide, Wright stava venendo fuori dalla sua auto per raggiungerle un attimo dopo. Era bello il suo ragazzo, pensò Kat, sciogliendosi appena, alto, con un fisico muscoloso ma asciutto, i capelli castani e lisci e quegli occhi grandi e profondi ... tutte le ragazze lo fissavano con sguardo sognante mentre si avvicinava a passo svelto verso il duo, perfetto nella divisa scolastica grigia.

- Ehi, buongiorno ... scusatemi - disse prima di baciare Kat con trasporto e salutare subito dopo Yoru - Mi dispiace, non ho avuto tempo per avvertirvi che non sarei venuto con voi, ho pensato di fare un ultimo tentativo alla villa dei Gould ... sinceramente credevo davvero che sarebbe tornato in tempo per le lezioni. -

Il silenzio calò sul terzetto, Wright si limitò a stringere la propria ragazza tra le braccia mentre Yoru faceva spallucce.

- Lo avevamo immaginato ... non sappiamo che dirti, Wright ... - disse la bionda abbassando lo sguardo

- Ma è possibile che tua madre non ne sappia niente? E' pur sempre sua zia - chiese per la millesima volta Kat, incontrando gli occhi castani del suo ragazzo.

- Non vogliono dirmi niente, deve essere successo qualcosa ... ma deve tornare, insomma deve finire la scuola, no? Penso sia questione di giorni a questo punto -

- Potrebbe anche finirla altrove - considerò Kat - forse Gemma e Robert lo hanno spedito in un centro riabilitativo ... non mi stupirebbe -

- Sentite, dobbiamo andare adesso, sta per suonare - Yoru aveva ragione, così anche Kat e Wright si misero in marcia verso il grosso portone d'ingresso. C'era un certo brusio nell'aria, Kat era stata immediatamente bloccata dalle altre ragazze che facevano parte dei comitati, in quanto presidentessa aveva la maggior parte dei poteri decisionali e questo poteva essere un problema, oltre a lusingarla. Con lo sguardo lanciò un ultimo saluto agli altri due, ognuno di loro avrebbe frequentato delle lezioni specifiche e si sarebbero incontrati soltanto alla terza ora.

Kat svoltò l'angolo parlando concitatamente con Tamara e Angie, rispettivamente vicepresidentessa e tesoriera del comitato che si sarebbe dovuto occupare dei preparativi per qualsiasi evento scolastico, poi si bloccò, incredula. Per un attimo pensò che stesse avendo una visione, ci volle qualche secondo per capire che invece non lo era. Shane era veramente lì, proteso verso una matricola particolarmente carina come era solito fare ogni giorno della sua vita scolastica, stava sfoggiando il suo sorriso affascinante e altrettanto tagliente mentre la sua mano vagava lungo il braccio della ragazza, adesso evidentemente in imbarazzo.

Kat pensò che non fosse cambiato di una virgola, il suo viso era ancora pallido nonostante l'estate fosse finita da poco, i suoi occhi verdi luccicavano di cattive intenzioni mentre bloccava abilmente la ragazza contro una delle colonne del corridoio.

- Mi piace pensare a me stesso come un raffinato cultore della bellezza femminile e capirai da te che vedendo un tale esempio di eleganza e purezza non posso che cedere a questo mio impulso di parlarti, emani un'innocenza così pura, Camille ... - le sue labbra si erano poggiata sulla mano della ragazza ormai completamente in balia del giovane. Kat aveva cercato di mantenere la calma con risultati evidentemente scadenti, si era ritrovata a correre per il corridoio sui suoi tacchi Gucci rischiando perfino di cadere pur di raggiungere quel bastardo figlio di puttana.

Shane aveva avuto il tempo di voltarsi verso la sua direzione quando Kat lo aveva afferrato minacciosamente per la camicia e trascinato contro il muro più vicino sotto le occhiate meravigliate degli altri studenti. Shane aveva riso forte, incurante della furia della ragazza

- Anch'io sono felice di vederti, tesoro. Non era necessario sbattermi al muro in questo modo, sai che sarò ben felice di soddisfarti in altre sedi ... -

Non ebbe il tempo di completare la frase perché Kat urlò di rabbia - Brutto pezzo di merda! Ti abbiamo cercato per tutta l'estate come dei forsennati e poi eccoti qui, sei tornato come se niente fosse, senza neanche farti sentire prima! Sei un dannato coglione, lo sai? Dove diavolo eri finito?-

- Ero in vacanza, gattina. Cosa volevi che facessi? Perché avrei dovuto farmi sentire? Sei per caso mia madre? Se lo fossi sarebbe un problema edipico per me ... -

Kat scosse la testa, avevo già perso la pazienza di fronte a tutta quella gente, non voleva causare nessuno scandalo, soprattutto il primo giorno di lezione dopo le vacanze estive, non doveva cedere alle provocazioni di Shane.

- Va all'inferno - disse sbrigativa, riprendendo la strada verso l'aula tre

- Solo se mi garantisci la tua focosa compagnia -

- Vattene, Shane. Togliti dai piedi adesso. -

- Ma come? Pensavo di esserti mancato ... non credevo che la mia lontananza potesse essere un tormento così grande da sopportare per te, se lo avessi saputo mi sarei profuso in svariate chiamate d'amore e lettere romantiche - il suo tono era fintamente commosso, Kat stava perdendo di nuovo la pazienza mentre l'altro continuava a seguirla da vicino, sentiva gli occhi della gente fissarli con attenzione e non lo sopportava.

- Smettila adesso! Questo non è un gioco, Shane. Sei scomparso e conoscendoti saresti potuto finire in uno dei tuoi casini che prevedono droghe ed alcol... i tuoi non volevano dirci nulla, continuavamo a chiamarti ma tu non ci hai mai risposto; mentre tu continuavi a divertirti noi eravamo in pensiero. -

- Ti ho chiamata due mesi fa - disse quello, adesso improvvisamente serio - e la notte prima di partire ti ho perfino chiesto di venire con me, che altro vuoi, Kathleen? -

- Non chiamarmi Kathleen - protestò la ragazza, non voleva sentire altro, non era di quello che stavano parlando.

- E invece lo faccio, Kathleen. - continuò inarrestabile Shane ponendo accento particolare nell'ultima parola, la sua mano stringeva il polso di Kat, i loro occhi si stavano fronteggiando per la prima volta dopo mesi e mesi, Kat li conosceva bene quegli occhi, di un colore indefinito che cambiava a secondo del tempo, verde scuro che sfociava in una sorta di grigio muschiato nelle giornate di sole.

- Dove sei stato in vacanza? Non sei abbronzato - chiese quella indagatrice

- Sono un animale notturno, mi conosci. Alle spiagge assolate preferisco il buio della notte -

- Dove sei stato, Shane? - insistesse ancora lei

- Se fossi venuta con me l'avresti saputo. -

- Sei finito nei guai, vero? Perché non ne hai parlato con noi? - c'era dispiacere nella sua voce adesso, era quello il punto in fondo. Shane era sempre stato così sfuggente nonostante le apparenze ... i suoi problemi erano soltanto suoi, nessuno ne sapeva nulla - ti hanno beccato mentre eri fatto? -

- Oh, ma certo, come potrebbe essere differente da così? Shane il fattone - il ragazzo rise appena, ma c'era una punta di amarezza nella sua voce - pensa ai tuoi di problemi, Kat. -

- Non ho problemi io! E non puoi passarla liscia in questo modo ... voglio sapere che diavolo ti è successo - insistette la ragazza.

- Te l'ho detto, non sei mia madre. Anzi, se proprio non vuoi capirlo, lascia che sia più chiaro: In realtà non sei nessuno - il gelo calò sui due nel momento stesso in cui Shane disse quelle parole, Kat si riprese in fretta però, approfittò di quell'attimo per sfilare via da lui e dirigersi velocemente verso la sua aula. Era assurdo, perché continuava a preoccuparsi di qualcuno a cui non importava niente di nessuno? Kat era furiosa con sé stessa mentre cercava di mettere a tacere quelle parole infelici che continuavano a vorticarle per la mente. Si costrinse a resettare i suoi pensieri, poi aprì il libro e si preparò alla lezione di Economia che si sarebbe tenuta da lì a dieci minuti.

Yoru Knowles era una ragazza molto diversa dalla sua migliore amica, era qualcosa che si percepiva non solo guardandola ma anche solo standole vicino. I suoi sottili occhi a mandorla neri si spostavano rapidamente ed annoiati lungo il corridoio, senza fissare mai nessuno in particolare, come se nemmeno vedesse la massa di studenti che si aggirava svogliata per i corridoio. Si sentiva diversa da loro, come se non avesse un solo punto in comune con tutti loro, come se neanche appartenesse alla razza umana. Era così che si sentiva il più delle volte, come un aliena, una strana ragazza con la testa che va a spasso per vie contorte, nella solitudine che spesso la circondava fantasticava, lasciava che le sua mente andasse libera verso pensieri strani e cruenti che le provocavano risolini bassi e di contro le occhiate di chiunque le stesso accanto in quel momento. Sin da piccola la sua appartenenza orientale non era sfuggita a nessuno e per quanto appartenesse ad una famiglia molto rinomata e prestigiosa, questo non l'aveva risparmiata da frecciatine e derisioni. Da piccola era stata abituata ad essere sballottata fra il Giappone e l'Inghilterra, finché i genitori non avevano deciso di prendere una residenza fissa per permettere alla bambina di studiare tranquillamente in una scuola. Midori Onjo era una delle più giovani e promettenti ambasciatrici del Giappone per il Regno Unito ed aveva conosciuto Arthur Knowles ad una riunione di importati vertici del governo, era nato così il loro amore, Yoru conosceva quella storia a memoria per quel che ne aveva ricavato lei non ci vedeva nulla di buono, solo una ragazza mezzo sangue figlia di nessuna terra, così si era sempre definita. Poi aveva conosciuto Kat, quella che poi era diventata la sua migliore amica, la sua risata travolgente, i suoi strani problemi, gli amici che le aveva presentato, tutto quello strano circo permetteva a Yoru di alleggerire la sua mente.

Mentre stava ad ascoltare la lezione di Matematica, invece di fantasticare sui suoi soliti desideri di morte, che contemplavano draghi che irrompevano in classe e divoravano tutti, lasciando cenere e cadaveri, in quel momento pensò a Shane. Non sapeva molto su di lui, non più di quanto lui stesso non avesse deliberatamente lasciato che lei sapesse, aveva sempre pensato che c'era tanto in Shane che lui non era disposto a rivelare. Come quel misterioso viaggio, in ogni sua vacanza Shane teneva il mondo intero informato, era fatto così, sempre al centro della scena, ma quella volta era come sparito, questo era strano. Per non parlare della faccia di Kat, aveva sentito la sua amica parlare sempre con un tono più preoccupato ed una strana luce negli occhi, meno luminosa del solito, Yoru si chiese se lei stessa ne fosse consapevole.

Ad un tratto un mormorio costrinse Yoru a distrarsi dai suoi pensieri, spostò lo sguardo annoiata ed intercettò la figura anonima di Luke Webster, il ragazzo era sorridente, come di consueto, i suoi ricci neri ed i suoi occhi grandi fissavano la ragazza con emozione. Yoru drizzò la schiena annoiata e scrutò brevemente quella figura prima di spostare lo sguardo.

- Ti serve qualcosa Webster? – sibilò alla fine senza neanche guardarlo.

Il ragazzo non si perse d'animo – Ho detto che questo nuovo look ti sta da Dio, Yoru. –

Yoru si sistemò un ciuffo biondo dietro l'orecchio, quell'estate aveva deciso di portare un po' di se stessa nel mondo esterno, se proprio doveva essere strana lo sarebbe stata fino in fondo, così aveva tinto la metà superiore dei suoi capelli di biondo platino, lasciando neri quelli sotto. Cominciò a raccogliere le sue cose, ignorando totalmente il resto dei complimenti di Luke.

- Allora, come sono andate le vacanze? – insistette ancora il ragazzo.

La ragazza sospirò sollevando un sopracciglio – Non ricordo che noi due abbiamo cominciato a parlarci Webster, penso che non ti riguardi come sono andate le mie vacanze, a me non interessa come sono andate le tue – poi si mise la sacca in spalla – preferirei mantenere i nostri rapporti agli argomenti scolastici ... e a proposito domani abbiamo il laboratorio di biologia extra –

Quello rimase raggelato come sempre, ma era un tipo a cui piaceva cogliere il lato positivo delle cose – Beh, allora sono un buon compagno di laboratorio – esordì con il suo incontrovertibile sorriso.

- Se non altro non rovini la mia media – fu la risposta gelida di Yori, detestava quel sorriso.

A quel punto Luke non replicò, sospirò appoggiandosi al banco e lasciando che la ragazza sfilasse via con la sua andatura precisa ed elegante, non c'era davvero speranza che potesse instaurare con lei una normale conversazione. Con Yoru era così, niente futilità se non contavi nulla per lei, non avresti mai contato qualcosa, si era chiesto più volte cosa servisse per attirare l'attenzione di una ragazza tanto distante dal mondo degli altri.

L'ora di pranzo era finalmente arrivata, Yoru era passata rapidamente dal bagno per lavare le mani ed osservandosi allo specchio sbuffò appena, la divisa le cadeva leggermente larga e quel cravattino le dava parecchio sui nervi, non le piaceva per nulla doverla indossare. Quando un gruppo di ragazze entrò facendo schiamazzi e risate, lei si precipitò ad uscire, cominciando a dirigersi verso la mensa. Non aveva particolarmente fretta, nonostante fosse molto affollata lei aveva un tavolo riservato a cui sedersi, a differenza sua, Kat, era una ragazza parecchio popolare, immersa nel sociale e nelle dinamiche scolastiche, parecchie ragazze la veneravano e lei godeva di diversi privilegi, che di riflesso ricadevano anche su Yoru.

Quando la ragazza si ritrovò in prossimità della mensa dovette notare che la sua amica Kat non era ancora entrata, se ne stava appoggiata la muro con una strana espressione, quasi come se stesse pensando a qualcosa. Yoru si stupì, non che Kat non pensasse, ma era una delle sue ultime risorse a parere della giapponese, vederla con quell'espressione concentrata la portò a chiedersi cosa potesse mai essere successo.

- Che ti prende? – disse la bionda avvicinandosi all'amica che quasi sobbalzò.

- Yoru ... non ti ho sentito arrivare .. – mormorò Kat abbozzando un sorriso.

- Questo è evidente ... - concluse l'altra incrociando le braccia – hai un espressione insolita, tutto bene? –

- Sì ... io ... ho solo visto Shane oggi –

Yoru sollevò un sopracciglio – Shane? –

-Yo, belle pupe, come va? – il diavolo era appena apparso oltre le spalle delle ragazze, accompagnato dal cugino Wright.

- E così sei riapparso – disse Yoru – ed io che credevo che il cartello messicano ti avesse massacrato ed esposto su un palo ai confini del deserto per gli stati uniti –

- Non tutti hanno la tua fantasia, dolcezza! – esclamò l'altro strizzandole l'occhio, poi si mosse repentino con l'intensione di darle una bella palpata ma i ricordi sui suoi precedenti gli fecero abbassare il tiro – mi sei mancata anche tu mia dolce Kill Bill – sussurrò scompigliandole i capelli – questo nuovo look ti fa sembrare ancora più letale –

La ragazza si scostò vagamente disgustata – Tu non mi sei mancato affatto Shane –

Il gruppo iniziò a pranzare, ridendo e scherzando come sempre, era ricominciato un altro monotono anno di scuola, l'ultimo si ritrovò a considerare Yoru. Dopo quello toccava davvero pensare al futuro, a come andare avanti nella vita, si chiese se anche i suoi amici si rendessero conto di quello che significasse, se avessero preso delle decisioni o si fossero semplicemente lasciati trasportare dalla corrente. Ognuno di loro aveva una vita invidiabile, erano molto più che benestanti ed era semplice cullarsi su questo, perdere tempo lasciandosi affascinare dalla vita mondana senza prospettive, cosa che Shane faceva più di tutti. Yoru si chiedeva spesso cosa spingesse i suoi amici ad andare avanti, se anche loro avessero uno scopo più grande.

- Allora Shane, questo misterioso viaggio? –chiese Wirght tornando al succo della questione

- Beh cugino, ti dico solo: due gemelle, isola tropicale, alcohol a fiumi ... - rispose Shane con il solito tono misterioso e basso, come se stesse cercando di sedurre tutti a quel tavolo.

- Sì, ma dove sei stato? – continuò l'altro per nulla soddisfatto – ce l'ha un nome questa isola? E non avevano telefoni ? Almeno hai scattato qualche foto? –

Shane rise sguaiatamente - Wright! Ma che porcellino! Vuoi le mie foto a letto con due sventole? Che ne direbbe Kat? O forse è un giochino erotico che fate? Faccio parte delle vostre fantasie perverse? –

- Oh ma andiamo! – sbottò Wright adesso in imbarazzo.

Shane era allegro come sempre, era riuscito a far cambiare discorso al cugino che non era per nulla in grado di sostenere una conversazione sull'erotismo con lui, troppo pudico ed innocente per la lingua tagliente di Gould. Yoru non se la sentì di intervenire, preferiva osservare come abilmente Shane si batteva per non riferire neanche una parola su quella vacanza che sembrava sempre meno un viaggio di piacere alle orecchie della bionda. Naturalmente osservò che anche Kat era piuttosto taciturna, quella era una stranezza difficile da non notare, solitamente Shane riservava a lei molta più attenzione, quel giorno non si fissarono neanche di striscio.

La vita a scuola scorreva ritmica e con pochi avvenimenti degni di nota, il pomeriggio lasciò Kat ai suoi comitati di organizzazione, mentre lei si diresse verso la grande piscina olimpionica al coperto dell'istituto. L'unica attività extra scolastica che non concernesse discipline scolastiche che frequentava era il Club di nuoto, quel giorno si sarebbero tenute le prove di ingresso per la squadra dell'ultimo anno. Yoru era stata il caposquadra per quattro anni consecutivi, distinguendosi per i suoi punteggi eccellenti in particolar modo nello stile libero.

Quando fece il suo ingresso nello spogliatoio non fu notata subito dalle altre ragazze, accadeva spesso che il passo leggero di Yoru non fosse percepito in una stanza.

- Che palle, ho visto il nome di Knowles, anche quest'anno sarà in squadra! – disse la prima.

- Già ma visto il suo talento mi sembra ovvio! –

- Fosse almeno simpatica! Mi scoccia da morire che ci sia anche lei, mette sempre tensione! – si lamentò ancora - poi ti fissa con quello sguardo strano, chissà che le passa per la testa ... anzi meglio non saperlo –

- Hai ragione! Sembra una serial killer, una di quelle bambine pazze uscite dai film horror giapponesi! –

Fu allora che la bionda rivelò la sua presenza, posando rumorosamente il borsone davanti al suo armadietto, ma senza rivolgere la sua attenzione alle due ragazze nello spogliatoio.

- Merda, ci ha sentite? – sussurrò la prima, cercando di parlare il più piano possibile.

- Zitta ... potrebbe farci qualche strano incantesimo e farci affogare! – rispose l'altra con un mezzo sorriso.

Poi lasciarono la stanza e Yoru continuò a cambiarsi come se non fossero mai state lì, era questo che faceva con gli esseri umani, quando non fantasticava la loro disfatta, li ignorava completamente, era come se non esistessero. Lei era lì per nuotare e basta, non c'era altro che le interessasse, che la spingesse a guardarsi intorno.

L'acqua era fresca sulla sua pelle e Yoru alternava le bracciate con precisione e ritmo, ogni suo muscolo era in fiamme, ogni sua cellula al massimo della capacità energetica. Il corpo esile e longilineo della ragazza fendeva l'acqua come un pugnale, come un proiettile ma senza mai prendere slancio fino a quando le sua mano toccava le mattonelle fredde e la sua testa riemergeva dall'azzurro della vasca.

- Complimenti Knowles, un tempo davvero meraviglioso- commentò il coach soddisfatto – direi che ti sei aggiudicata ancora una volta il titolo di capitano. –

Quando Yoru tornò nella grande casa dei Knowles il silenzio la avvolse per una manciata di secondi, i genitori erano in viaggio per lavoro, sarebbero tornati la sera seguente, non era strano che la ragazza passasse molti giorni da sola. A fare capolino dal grande arco che divideva la sala da pranzo dall'ingresso fu l'unica domestica della casa la signora Watson.

- Ben tornata Miss Yoru, è andato bene il primo giorno di scuola? – chiese quella accennando un sorriso.

- Come tutti i primi giorni ... non credo che quest'anno sia diverso ... forse decisivo – mormorò – vado in camera mia –

- Molto bene, io preparo la cena e la metto in frigo, si ricordi di mangiare Miss – disse l'anziana con un sorriso – è sicura che non vuole che mi occupi di lavare le sue cose? –

- No, faccio io, anche la mia camera, come sempre Watson, grazie –

- E' un piacere Miss –

Yoru salì al piano di sopra dove c'era la sua camera, da quando aveva compiuto tredici anni aveva deciso di occuparsi lei di tutto quello che riguardava la sua vita. Sistemava la sua camera, la puliva, faceva il bucato e stirava i suoi vestiti, puntava la sveglia e viveva in modo autonomo senza dipendere dalla Signora Watson che invece curava ed amministrava il resto della casa. Una volta varcata la soglia di camera sua chiuse la porta e si distese sul letto, osservò l'arredamento bianco e nero e tutti i suoi disegni attaccati ai muri. Ritraevano parti anatomiche, figure intere, organi, arti, disegnati minuziosamente, eccola la sua passione, l'organismo, il sapere come sono fatte le cose al loro interno, era questo che voleva fare, aprire le cose e studiarle. Non ebbe il tempo di fantasticare troppo perché il suo cellulare squillò, era Kat.

- Sei tornata a casa? – disse quella senza neanche salutare, non lo faceva mai.

- Proprio adesso – Yoru sapeva già cosa c'era nella mente della sua migliore amica, Kat era estremamente facile da leggere per lei – anche Shane è tornato oggi –

Per un attimo ci fu una pausa e la bionda vide nella sua mente il cuore rosso e pulsante di Kat sobbalzare a quel nome, proprio mentre la sua pelle si increspava appena ed il suo fiato si accorciava.

- Già, alla fine ha fatto un'altra delle sue entrate in scena, tipico! – esclamò Kat, cercando di far finta di nulla, come se nulla potesse turbarla.

Lei era così, passava sempre sopra un sacco di cose, Yoru era convinta che non fosse davvero capace di far fronte alle difficoltà, così le ignorava sperando che sparissero.

- Avevi un'espressione singolare oggi – le ricordò la bionda.

- Ah, beh ... è stato strano –

- Perché non vuoti il sacco e basta Kat, so che non è andato a diversi ... cosa sai? – insistette senza badare al tono che era diventato più severo.

- Niente ... insomma ... - Kat faticava quasi a parlare – è solo successa una cosa strana prima della sua partenza, si è presentato a casa mia, dicendomi di andare con lui, credevo fosse una sorta di scherzo idiota, ma poi è praticamente sparito – confessò alla fine – oggi quando ci siamo visti gli ho rivolto così tante domande, ma lui niente ... alla fine mi ha detto che non sono nessuno e non mi deve spiegazioni ... -

Altro silenzio che Yoru non sapeva bene come riempire, era strano quel comportamento, Shane e Kat si conoscevano da tutta la vita, come Wright del resto. Erano un trio inseparabile dall'infanzia e non c'era nulla che non si dicessero, quel comportamento di Shane nei confronti dell'amica la diceva lunga su quello che potesse passare nella mente del ragazzo. Forse i suoi innumerevoli scheletri nell'armadio erano cresciuti così tanto da metterlo a disagio. Anche se la vergogna e Shane Gould si erano conosciute appena di sfuggita.

- Quando si sentirà pronto te ne parlerà ... - disse alla fine Yoru – un segreto non resta un segreto per sempre –

Kat rise appena quasi sollevata - Beh, forse hai ragione... sei sempre di conforto Yoru –

La giapponese non trovava affatto che fosse così, lei era solo obiettiva ma non lo disse, sapeva solo che pensava davvero quello che aveva detto d'altronde si era appena verificato. Kat le aveva taciuto quanto accaduto con Shane e questo era molto strano, di solito la ragazza le riempiva le orecchie di chiacchiere su qualunque cosa. Si era domandata il perché non le avesse detto nulla ma capì che anche quella verità prima o poi sarebbe venuta a galla. Nella vita davvero poche cose restano irrisolte.

Svariate ore più tardi quando ormai era passata l'una di notte, nel silenzio e nel deserto che regnava in casa Kwonles Yoru si preparò come di consueto, indossò le sue scarpe comode, i jeans scuri e la felpa, nascose i suoi capelli platinati sotto il cappuccio ed uscì dal retro della casa. La strada era deserta, non un anima nella via ben illuminata, lei si tenne lontano dalla luce, si infilò nelle tenebre, per intraprendere quel viaggio solitario che ormai era un abitudine di ogni notte.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Cari lettori e care lettrici, siamo tornate! Come promesso non ci siamo fatte attendere troppo e abbiamo deciso di farvi compagnia con una nuova storia del tutto inedita. Stiamo esplorando un nuovo genere, come potrete ben capire, ma non per questo GG sarà esente dai drammi della vita che tanto amiamo :P Vi sentite già meglio dopo questo chiarimento, vero? Speriamo che l'accoglienza sia positiva e che questo nuovo "esperimento" sia all'altezza degli altri. Grazie come sempre per chi deciderà di leggere ed immergersi in questo nuovo viaggio!
P.S: Per gli affezionati al caro Slash, non temete! Prossimamente ci saranno sorprese anche su quel fronte! :)
P.S.S: Per qualsiasi info riguardo Good Girls Gone Wild potete visitare la nostra nuova pagina FB dove raccoglieremo tutte le nostre storie da ora in avanti. La pagina è "Blacksteel".
Speriamo di sentirvi numerosi.
Un bacio!

P.S: Per gli affezionati al caro Slash, non temete! Prossimamente ci saranno sorprese anche su quel fronte! :)
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