Capitolo 42
<<Mi dici dove stiamo andando?>>
Pioggia.
Quel giorno era la pioggia a dominare sul piccolo villaggio di Icy Oak.
Gocce grosse come acini di uva e fredde come il ghiaccio cadevano dal cielo scontrandosi contro tutto ciò che incontravano e producendo un rumore scrosciante; lambivano il profilo irregolare del castello, si infiltravano tra le fronde degli alberi facendo gracchiare i corvi e colpivano il suolo acciottolato della piazza del mercato dove i mercanti, abituati a quel tempo orribile, lottavano contro la pioggia montando grossi tendoni con palizzate di legno e coprendosi con i tessuti che alcuni di loro vendevano.
Vedere quella piazza riempita da tende damascate o di seta blu faceva uno stranissimo effetto: soprattutto perchè sembrava quasi un posto allegro e felice.
Insomma, niente rendeva quel giorno quello migliore per fare una passeggiata, eppure, Jake e Alexis stavano correndo per le stradine del villaggio senza una meta precisa, o almeno così credeva la ragazza.
I due erano incredibilmente asciutti grazie ad un incantesimo che li intrappolava in una sorta di bolla invisibile e Alexis quasi non riusciva a vedere dove metteva i piedi, troppo impegnata ad osservare le gocce che si schiantavano contro quello scudo etereo e scivolavano lungo di esso come lacrime per poi cadere a terra.
Non sapeva dove il ragazzo la stesse portando e forse nemmeno le importava, in quel momento, sentiva solo il suo cuore battere a più non posso per la corsa, ma soprattutto per quello spettacolo incredibile a cui non riusciva a credere, per il modo in cui lo scudo aderiva perfettamente al suo corpo seguendo ogni suo movimento come se si trattasse di una seconda pelle e per quell'effimera sensazione di libertà che sentiva scorrere nelle sue vene.
Guardò in alto nell'esatto momento in cui passarono alcuni corvi, le ali scure distese in tutta la loro ampiezza, e si sorprese nell'accorgersi che, nonostante tutto, vedere quelle grosse gocce cadere su di lei la portasse comunque a socchiudere gli occhi.
<<Siamo quasi arrivati, corri>> Jake, qualche metro più avanti a lei, si voltò sorridendole e, per qualche secondo, Alexis rimase incantata nell'osservare quel ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi come fuoco, dal profilo affilato, ma delicato allo stesso tempo, avvolto dalla pioggia e con un sorriso che non gli aveva mai visto sul viso.
Quando, inciampando, rischiò di cadere, la ragazza si riprese e si accorse che Jake si era già voltato da tempo, lasciandola sola con quel sorriso stampato nelle mente.
<<Fermati, siamo arrivati>> il ragazzo le si affiancò e le loro bolle si unirono nell'esatto punto in cui le braccia si sfioravano.
Alexis si guardò attorno e vide solo il nulla: erano agli estremi di quel piccolo villaggio, alcuni metri più avanti a loro c'erano dei soldati che scrutavano con attenzione i confini e, oltre quelli, un'immensa distesa di erba scura e fango che separava il bosco dal paese.
Alexis si ritrovò a sorridere ripensando a quella volta in cui Mason le aveva spiegato che Icy Oak era circondato da distese di erba disboscate perchè re Bradley era sicuro che chiunque avesse voluto attaccare il villaggio sarebbe stato avvistato attraversare quei prati desolati.
<<Cosa ci facciamo qua?>> domandò poi al mago con una smorfia che esprimeva tutta la sua perplessità.
<<Ormai sai fare ogni tipo di incantesimo, ne sono certo, e in questo mese e mezzo che ci resta non devi far altro che potenziare il tuo legame con gli elementi, sarà fondamentale al momento... beh, al momento della grande battaglia>> terminò incerto distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
<<Non chiamarla battaglia, per favore... non lo può essere se non c'è uno scontro e non ci sarà nessuno scontro>> le parole della ragazza stupirono Jake, soprattutto per la scintilla che si accese nei suoi occhi quando pronunciò la parola "scontro".
Il giovane mago decise che non era il caso di continuare quel discorso, anche perchè li avrebbe riportati a parlare del suo tradimento e non voleva discutere di qualcosa che avrebbe nuovamente alterato l'equilibrio ristabilitosi tra loro.
<<Comunque...>> continuò quindi sorridendo alla ragazza per distrarla <<devi scatenare tutta l'energia che hai dentro di te, non potevamo restare nel giardino di Bradley e poi oggi piove e c'è il vento, è il giorno perfetto>>
<<E cosa vorresti che facessi? Devo far volare via quei soldati?>> domandò lei ancora confusa.
<<No, ovviamente no. Forza, vieni!>> Jake si incamminò verso le guardie, percorrendo quegli ultimi metri che li separavano, seguito dalla ragazza che, sempre più incerta, non riusciva ancora a capire cosa ci facessero in quel posto.
<<Fermi! Non potete proseguire oltre>> uno dei soldati si fece avanti tendendo una mano verso i due ragazzi e osservando con occhi sgranati i loro mantelli perfettamente asciutti per poi lanciare un rapido sguardo alla sua armatura arrugginita e grondante d'acqua.
<<Abbiamo il permesso di re Bradley>> rispose Jake sicuro per poi estrarre una pergamena dal suo mantello.
<<Sei un mago, chi mi dice che è vera?>> domandò a quel punto il soldato, sorridendo beffardo.
<<Ascolta, c'è una decina di soldati che ci segue da quando siamo usciti dal castello e ci siete voi, e c'è questa pergamena... non vedo come potremmo scappare e, poi, io ho il compito di preparare la prescelta, questo fa parte dell'allenamento... re Bradley non sarebbe contento di sapere che qualcuno ha impedito alla prescelta di prepararsi al meglio per il grande giorno dell'incantesimo, non credi?>> il ragazzo sorrise quando sentì provenire un roco borbottio dall'apertura dell'elmo dell'uomo.
<<Non potete superare il confine del bosco, dovete rimanere nel prato e noi resteremo qui ad osservarvi, pronti ad intervenire>>
<<Non c'è alcun problema>> Jake lanciò un'occhiata ad Alexis per poi farsi largo tra la schiera di soldati affiancato dalla ragazza.
I soldati si ridisposero in linea, metà rivolti verso il villaggio, metà verso il confine.
Rowan, uno dei soldati che sorvegliavano i due maghi, fece una smorfia nel vedere il figlio di Lars sorridere alla prescelta; più volte aveva visto quei due parlare tranquillamente come se fossero vecchi amici e, se non fosse stato per Lars, che lo aveva rassicurato dicendo che Jake era indubbiamente dalla parte del re, di certo sarebbe intervenuto di persona e, di certo, non avrebbe permesso a quei due di superare il limite consentito.
<<Rowan, dobbiamo fidarci?>> uno dei soldati, che stringeva l'elsa della spada pronto a intervenire, si rivolse a lui alzando la visiera dell'elmo e osservando i due sospettoso.
<<Non si azzarderanno a tentare una fuga, Jake non lo permetterebbe>> Rowan lanciò uno sguardo ai due ragazzi che stavano per raggiungere il centro della radura, fianco a fianco, avvolti in quella bolla che li proteggeva dalla pioggia, e, quando li vide ridere, capì che Jake non era il ragazzo che credeva che fosse, improvvisamente quelle parole che aveva rivolto al suo compagno non gli sembrarono più molto convincenti.
E lo sarebbero state ancora meno se avesse sentito quello che i due ragazzi si stavano dicendo.
<<Re Bradley ti ha davvero dato un permesso?>> domandò Alexis aspettandosi già la risposta.
<<No che non l'ha fatto, ma sapevo che non si sarebbero mai scomodati a leggerlo quindi... >> le sue parole fecero sorridere la ragazza che, per un secondo, si voltò a guardare quella schiera di soldati.
<<Resteranno davvero ad osservarci per tutto il tempo?>>
<<E' quello che pensano, ma, quando cominceremo davvero l'allenamento, saranno costretti ad andarsene>> le parole di Jake ricordarono ad Alexis la volta in cui Balder le aveva spiegato che non avrebbe potuto uccidere re Bradley perchè l'intero villaggio si sarebbe rivoltato contro di lei e non sarebbe stata in grado di affrontarlo.
Ma se era vero, cosa significavano le parole di Jake?
<<Ehi, tutto bene?>> il ragazzo si fermò al centro della radura e la guardò curioso.
<<Jake, perchè Balder sostiene che io non possa sconfiggere queste persone usando semplicemente la mia magia e il mio legame con gli elementi?>>
<<E' complicato, vedi...>> il ragazzo sospirò e si passò una mano tra i capelli, poi, cominciò a parlare come se stesse rivivendo un lontano ricordo << uno stregone con un potere come il tuo, o comunque molto forte, crede sempre di essere abbastanza potente per combattere da solo le sue battaglie, ma non è così: non puoi sigillare una stanza del castello con una magia e sperare di scatenare una bufera così forte da uccidere un intero villaggio... gli imprevisti sono molti, qualcuno potrebbe rompere l'incantesimo e attaccarti... certe cose vanno solo fatte nel modo giusto>>
Nel modo giusto...
-Certo- pensò Alexis -perchè quello era il modo giusto-
Racchiudere un villaggio in un mondo a parte dove il tempo non scorreva era il modo giusto.
Combattere per secoli uccidendo persone innocenti era il modo giusto.
Condannare bambini innocenti ad un futuro incerto e a morte certa era il modo giusto.
<<Alexis>> Jake le si avvicinò <<so cosa stai pensando, so che non c'è niente di giusto in questo mondo, ma quando vincerai, e io so che troverai una soluzione per vincere, queste persone avranno ciò che si meritano... io avrò ciò che mi merito>>
Quando Alexis alzò lo sguardo, incrociò gli occhi rossi e tristi del giovane mago che, perso nei suoi pensieri, sembrava intento a contare quanti giorni mancassero alla sua fine perchè non sapeva, e mai avrebbe saputo, che la ragazza non aveva rinunciato a lui, non aveva rinunciato al suo piano primario: una parte di esso, sarebbe stata portata avanti.
<<Jake>> disse poi cercando di distrarlo <<cominciamo l'allenamento, va bene? >>
Il ragazzo sorrise e decise di ignorare quelle ombre che avevano iniziato a divorarlo dall'interno, consumando ogni sua speranza e mettendolo di fronte a quella che sarebbe stata la realtà del suo futuro.
<<Cominciamo>> rispose infine deciso.
<<Ora dovrai scatenare almeno due degli elementi a cui sei legata, direi aria e acqua visto dove ci troviamo, e devi stare molto attenta: quando si controlla più di un elemento contemporaneamente, i due si possono influenzare a vicenda, per esempio il vento può condurre l'acqua, quindi devi avere ben chiaro in mente ciò che vuoi fare>> Jake parlò tranquillo e scrupoloso come sempre, attento a fornire ad Alexis ogni dettaglio necessario alla riuscita dell'incantesimo, ma, questa volta, la ragazza capì che era agitato: lo vedeva dal modo in cui torturava gli orli delle maniche del mantello, da come agitava le mani mentre parlava e dai suoi occhi rossi, attenti e vigili come non mai.
Ovviamente doveva stare attenta, non poteva rischiare di fare qualcosa che avrebbe potuto scatenare l'ira di re Bradley, non adesso che era così vicina alla fine.
<<Cosa dovrei fare esattamente?>> del resto, la ragazza continuava a non capire cosa volesse Jake.
<<Quello che vuoi, quello che senti... nel momento in cui entrerai in contatto con quegli elementi e loro con te, saprai esattamente cosa vuoi, lo sentirai dentro di te come se fosse sempre stato lì e allora saprai cosa fare>> Jake le si avvicinò e, incurante dei soldati che li osservavano, alzò una mano per sfiorare la guancia di Alexis facendo unire in più punti le loro bolle.
Per qualche secondo, Alexis chiuse gli occhi beandosi di quel tocco, poi, la voce del ragazzo la costrinse a riaprirli.
<<So che puoi farcela, lo so da sempre>> le sue labbra chiare si distesero in un dolce sorriso e, quando si allontanò, i loro scudi si separarono tremando.
<<Quando sei pronta per cominciare, dovrai uscire dallo scudo, altrimenti non ci sarà contatto e l'incantesimo sarà molto più debole>> l'avvisò infine.
<<Il mio libro si bagnerà>> disse Alexis estraendo da sotto il mantello il suo libro di incantesimi che, per tutto quel tempo, aveva portato legato in vita da una spessa cintura di cuoio.
Le sue parole fecero scoppiare a ridere Jake che, scuotendo la testa, si riavvicinò alla ragazza per sottrargli il volume.
<<Questo non ti serve, l'incantesimo non è scritto>>
<<E come...>>
<<Lo sentirai qui>> disse portandosi due dita alle tempie << e qui>> terminò poggiando il palmo della mano sul cuore.
Sempre più confusa, Alexis decise che era arrivato il momento di cominciare: non era il caso di fare altre domande, le risposte Jake l'avevano già turbata abbastanza; ma, in ogni caso, sapeva che avrebbe capito una volta iniziato, era sempre così con la magia.
<<Sono pronta>> disse quindi guardando decisa il ragazzo.
<<Ora tolgo il tuo scudo, tu concentrati e lasciati andare>>
Caos.
Quelle furono le ultime parole prima del caos.
I primi secondi dopo che Jake ruppe l'incantesimo furono per Alexis una boccata d'aria fresca: improvvisamente si rese conto di come quello scudo l'avesse imprigionata facendole mancare il respiro ed iniziò a boccheggiare avida d'aria, più gelo sentiva entrare nei suoi polmoni, più si sentiva viva.
Percepiva le gocce fredde bagnarle il mantello e travolgerla proprio come avevano fatto gli spruzzi dell'oceano a DarK Cave tanto che, per un momento, chiudendo gli occhi riuscì a rivedere un'immagine di se stessa a braccia aperte sul bordo frastagliato di una scogliera.
Era come essersi risvegliati dopo un lungo sonno e riprovare, sentire e godere di ogni singola cosa come se fosse la prima volta: la prima volta che le dita gelate del vento si insinuavano nel suo mantello facendola rabbrividire, la prima volta che le lacrime del cielo le rigavano le guance, la prima volta che le braccia del mondo la facevano sentire al caldo in mezzo al gelo...
Poi, in un attimo, Alexis sentì quella tempesta divorarla, divorarla davvero: quando la pioggia le baciò le labbra e il vento le entrò dentro gonfiandole i polmoni, si sentì completamente sua, sentiva l'acqua scorrere sulla sua pelle nonostante la stoffa del mantello, sentiva i suoi piedi navigare negli stivali colmi d'acqua e, quando aprì le braccia, capì che sarebbe andata ovunque il vento l'avrebbe portata, come una foglia secca che volteggia nell'aria priva di una meta, ma consapevole che, ovunque cadrà, ne sarà valsa la pena.
E fu proprio nel momento in cui raggiunse quella consapevolezza, che Alexis sentì una voce nella sua testa e capì che quel vento poteva essere suo come lei era sua.
La giovane strega chiuse le mani a pugno e, sempre con le braccia spalancate, ruotò il polso così da avere i palmi rivolti verso la terra; poi, dopo aver preso un profondo respiro, cominciò a pronunciare le parole di un incantesimo.
<<Ego ad me acquamque auram avoco... >> abbassò leggermente le braccia con le mani aperte e poi, improvvisamente, le rialzò con un gesto deciso.
L'acqua di cui il terreno era pregno si alzò levandosi in aria e restando sospesa a qualche centimetro da terra; la pioggia continuava a cadere riversandosi su quella superficie incredibilmente limpida e facendola crescere sempre di più.
Quando quel pavimento cristallino raggiunse i limiti del campo, Alexis chiuse le mani di scatto, aprì gli occhi e, lottando contro la pioggia che la colpiva, rivolse lo sguardo verso l'alto.
<< Vos miscete!>> disse poi sollevando le braccia.
In quel momento, Jake e i soldati che guardavano la scena spalancarono gli occhi increduli.
Nel rettangolo di terra in cui si trovavano i due ragazzi, la pioggia che cadeva e quella accumulata vicino al suolo si fusero in un unico grosso ammasso di acqua che scorreva ininterrottamente.
Jake liberò una mano dallo scudo che lo proteggeva e, senza parole, la immerse in quella massa di acqua ghiacciata, incredibilmente vellutata e densa.
Poi, ancora incredulo, la ritirò nello scudo e tornò ad osservare Alexis sentendo che qualcosa stava per cambiare.
La ragazza, infatti, chiuse nuovamente gli occhi e riprese a pronunciare le parole di un incantesimo.
<<Ego separo... >> cominciò a ruotare l'indice della mano destra e, velocemente, la grande massa di acqua si separò in tante piccole gocce che rimasero sospese nell'aria, riflettendo la luce dei raggi solari che, nonostante tutto, riuscivano a farsi spazio tra una nuvola e l'altra.
Poi, venne il momento del vento.
<<Ego ad me auram avoco... >> questa volta fu molto più semplice: Alexis lo sentiva, sentiva che questo era il suo elemento prediletto...
Le folate di vento si infiltravano tra le goccioline e si schiantavano contro il corpo di Alexis, ma, nonostante tutto, lei le percepiva come carezze, come abbracci che le toglievano il respiro.
E le bastò chiudere gli occhi e assaporare ogni singola sferzata di vento per scatenare quello che aveva dentro: un turbine d'aria l' avvolse e cominciò a far ruotare attorno a lei le gocce di pioggia così forte che, all'improvviso, Jake non riuscì più a vederla.
I soldati, ai limiti del campo, si guardavano terrorizzati e, allo stesso tempo, si domandavano a vicenda se fosse il caso di intervenire oppure no.
Jake osservava la scena leggermente spaventato, incapace di capire se quello era ciò che Alexis voleva oppure se la magia avesse preso il sopravvento.
Alexis, invece, avvolta da quello strato di acqua e aria sorrideva come non aveva mai fatto, con gli occhi verdi scintillanti e la consapevolezza che, forse, in fin dei conti, era anche e soprattutto una strega.
Quando l'acqua cominciò a premere per cercare di liberarsi dal suo controllo, la ragazza sussurrò le ultime parole dell'incantesimo:
<<Pluvia decide! >> l'ininterrotto turbinio cominciò ad ondeggiare verso il bosco allontanandosi da Alexis.
Mentre con una mano la ragazza spingeva l'acqua verso gli alberi, con l'altra insisteva ad orientare il forte vento verso l'alto.
Le ultime cose che la ragazza vide quel giorno furono la pioggia e il Sole.
La pioggia che riuscì a spingere fino al bosco, dove si riversò come una cascata producendo un forte fruscio al contatto con le foglie delle querce e i rami sottili degli abeti.
E il Sole.
Il Sole che comparve tra le nuvole inondando la radura di raggi caldi e accecanti come non succedeva ad Icy Oak ormai da anni.
Poi, dopo aver lanciato un ultimo sguardo soddisfatto a ciò che aveva fatto, svenne.
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