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PROLOGO

A Woodville tutti conoscono la storia della Dama. Se avrete la sfortuna di finire qui provate a chiedere in giro. Ve ne parleranno gli insegnanti e gli studenti, tra una lezione di astronomia e una cena nella sala illuminata dalle candele. Saranno forse felici di questo strappo dalla quotidianità.  Qualcosa di diverso. È una storia d'amore, di disperazione, una fiaba di ombre e lacrime, di disillusioni e sospiri.

Abitava un tempo, nessuno sa quando, nel grande castello che oggi è la scuola, una bellissima fanciulla, da tutti chiamavano semplicemente la Dama. Nei dintorni ogni persona ne parlava e non c'era uomo che non la desiderasse. Qualcuno l'aveva anche chiesta in moglie. La Dama rispondeva però sempre di no, con tono dolce e gentile. Nessuno di quei pretendenti infatti era capace di scaldarle l'anima.

Un giorno la Dama passeggiava lungo la spiaggia, il mare che ruggiva, la brezza che le accarezzava i capelli. Era pensierosa. La notte precedente, lo sguardo perso tra le stelle, aveva espresso un silenzioso desiderio ammirando una scia luminosa che precipitava verso terra. Il suo cuore infatti desiderava l'amore, eppure non riusciva ad innamorarsi. La cosa la faceva disperare. Gli occhi le bruciavano per le lacrime che non riusciva a versare. Perché la povera dama non riusciva neppure a piangere e quindi non poteva nemmeno trovare questo rifugio allo sconforto. Sentiva le crepe aprirle l'anima. Oh, se solo avesse potuto amare! Non avrebbe chiesto altro al mondo...

Un lamento attirò la sua attenzione, strappandola dai suoi tristi pensieri. La Dama si guardò intorno confusa e... lo vide. Sdraiato sul bagnasciuga. Un ragazzo dai capelli scuri incollati al viso, bello come un dio pagano. Se ne stava immobile, gli occhi chiusi, un braccio sotto la testa. La cosa però più incredibile era che il giovanotto era completamente nudo. Il cuore della Dama esplose. Seguì il contorno del suo corpo muscoloso e abbronzato. Sentì il suo spirito barcollare, il respiro mancarle, le ginocchia diventare molli. La Dama si fece coraggio e si avvicinò all'apparente naufrago, l'abito che le frusciava intorno. Si chinò accanto a quel ragazzo venuto dal mare. Non aveva mai visto nessuno di così bello. Lo sfiorò appena, con la punta delle dita, per accertarsi che fosse reale. La sua pelle era calda, morbida, profumata di salsedine. Il giovanotto sollevò le palpebre. Due fessure verdi come il bosco la fissarono. Lei trasalì, ma subito si tranquillizzò. Le stava sorridendo.

-Sapevo che saresti venuta- le sussurrò.

-Lo sapevi?- la Dama si sentiva confusa. Chi era quello sconosciuto?

Lui si limitò a sorridere, l'arroganza che gli accarezzava il viso.

-Chi sei?- domandò lei, gli occhi persi in quelli verdi e profondi di lui, la mente annebbiata da una strana euforia.

-Sono il Principe delle Fate-

Fu così che tutto ebbe inizio. Le raccontò di luoghi mai visti. Le spiegò che veniva da un mondo dove le acque avevano il colore dell'oro e dal cielo piovevano gemme. L'affascinò con le sue parole e le sue storie. Palazzi di corallo rosso e giardini con lunghe alghe verdi. Particelle capaci di trovarsi ovunque, destinate a diventare una sola cosa. E ogni parola ricuciva sempre di più l'anima strappata della donna. Fu amore, quello vero, che fa sanguinare il cuore e oscura il pensiero. La Dama fu davvero felice. La felicità però a volte è un inganno, proprio come l'amore.

Il tempo scivolò rapidamente, come sempre quando si è lieti. Corse sul bagnasciuga, notti a cercare la propria stella, pomeriggi a scambiarsi baci e giuramenti. Un giorno la Dama si rese conto che stava succedendo qualcosa di strano. Il Principe era diverso da colui che aveva trovato sulla spiaggia. Stava cambiando, come se la sua pelle si staccasse e ne uscisse una nuova versione. Come un serpente. Era il suo reale io? Oppure era quel cupo luogo a cambiarlo? Ben presto il giovanotto iniziò a ritirarsi nel sotterraneo. La Dama si chiedeva cosa facesse lì sotto, tormentata dallo spettro di un tradimento. Il Principe la confortava con baci, abbracci, carezze che la rendevano languida, arrendevole, fiduciosa. Non poteva però continuare a ignorare quello che stava accadendo. Doveva scoprire la verità. Doveva sapere se il suo tocco sfiorava un'altra. Doveva essere certa del suo amore.

Una notte, mentre il Principe dormiva nel grande letto a baldacchino, tra le lenzuola di seta e i soffici cuscini, lei scese nei sotterranei, l'abito sollevato per non scivolare. Percorse i corridoi bui con l'ansia galoppante. Scese le scale, attenta che le scarpette non facessero troppo rumore battendo contro gli scalini. Appoggiò una mano sulla porta di legno, piena di schegge, e la spalancò. Tutto si aspettava di vedere, tormentata com'era dalla gelosia. Donne bellissime. Tappeti impregnati d'amore e desiderio. Nastri colorati che scivolavano lungo corpi meravigliosi. Non vide nulla di tutto questo. No, là sotto c'erano oggetti da tortura provenienti dagli incubi peggiori. La Dama si coprì gli occhi, incredula, sconfitta, a pezzi. Non poteva crederci. Non il suo amore, non l'uomo uscito dai sogni.

-Non avresti dovuto scendere-

La voce del Principe, aguzza come una lama. La Dama si voltò verso di lui e sentì i muscoli diventare di ghiaccio. Avrebbe voluto solo voltarsi e correre via. Non poteva. Le gambe non le ubbidivano più.

-Purtroppo non mi lasci scelta- l'amato le si avvicinò. Non era più il viso che aveva imparato ad amare, ma una crudele parodia. La Dama seppe che era la fine.

Il Principe le cucì le labbra, affinché lei non potesse rivelare il suo orribile segreto. Non contento la chiuse nei sotterranei, in quella prigione che lui stesso aveva creato. Perché il Principe non poteva permetterle di andarsene, la voleva con sé, la mente ottembrata dal suo amore malato.

Nessuno seppe che fine fece la Dama. Per certi semplicemente fu risucchiata da quelle vecchie mura, bisognose di sangue e di giovinezza. Per altri fu gettata in mare, per placare gli spiriti dell'acqua. Qualcuno dice che si lasciò morire d'inedia. Alcuni sostengono però che qualcosa di lei sia rimasto. Il suo spirito, forse. Passeggia per la sua vecchia casa, urla, si lamenta. Non ha pace, forse non ne avrà mai. Perché pace non può averne chi è stato distrutto dal proprio amore.

A Woodville tutti conoscono la storia della Dama. Se riuscirete a trovare un narratore particolarmente disponibile vi potrebbe anche mostrare i luoghi più famosi della leggenda. La spiaggia ventosa dove il Principe delle Fate fu trovato. Il pozzo davanti al quale la Dama baciò il suo amato. Il vano della finestra, dove la notte, la luna che brillava oltre il vetro, i due amanti si scambiarono il voto d'eterno amore.

Se avrete la sfortuna di finire qui, provate a chiedere in giro.... e state attenti... perché secondo alcuni lei non è l'unica che non riesce a lasciare questo luogo. Parrebbe che ogni tanto si veda una nave avvicinarsi alla riva con vele nere e torce infuocate.... e c'è chi sostiene, mai a voce troppo alta, che è il Principe... e che tornerà a prendere la Dama, entrata nel corpo di una ragazza. Lui la cercherà fino alla fine del mondo.

Naturalmente non dovreste crederci... perché è una leggenda. Qualcuno però un giorno mi ha detto che alla base di ogni leggenda c'è un pizzico di verità... e io voglio crederci. Anche perché se smetto di credere in questo... beh, non dovrei credere neppure in lui. Dovrei smettere di guardare il cielo, cercando di scorgere il suo volto tra le stelle, non dovrei sussurrare il suo nome quando mi manca, non dovrei immaginare noi due, la sabbia incollata alla pelle, le onde che ci accarezzano.

Lui ha i suoi stessi occhi verdi. Gli occhi del Principe delle Fate. Occhi in cui perdersi per sempre. Occhi che hanno percorso i secoli, le leggende, i sogni. Lui è il principe della mia fiaba. No, forse sbaglio, lui non è il principe della fiaba, quello che sposa la principessa. È l'eroe dall'armatura nera e il cuore di ghiaccio che percorre il mondo sul suo cavallo.  È il cavaliere con la spada in pugno e la certezza di essere solo, di non poter essere amato. È colui che guarda la storia fermo sul bordo dell'abisso, sicuro di non poter essere accettato da nessuno. 

Harry è scintille nel buio. Harry è il mio cavaliere avvolto in un mantello di tenebre. Harry è la mia condanna. Harry è il mio Principe delle Fate.

Siamo come la spiaggia e il mare. Non possiamo allontanarci. La spiaggia chiama sempre il mare. Il mare torna sempre alla spiaggia. 

Forse però è meglio cominciare dal principio. Come tutto ha avuto inizio... e come la mia stessa vita sia cambiata in un battito d'ali di farfalla. Perché anch'io ho conosciuto un Principe delle Fate. E la mia vita ne è rimasta sconvolta. Perché lui per me... è come una lama che affonda nel cuore. Letale, ma impossibile da estrarre.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao e benvenuti in questa mia nuova storia!

Ammetto che non mi decidevo a pubblicare questo prologo. Partire con una storia è forse la cosa più difficile.

Si tratta di uno young adult con mistero. La scelta di cominciare con una leggenda non è nuova. Spesso inizio le mie storie così. In questo caso ho voluto ispirarmi alle antiche leggende di fanciulle sedotte da creature oscure. Il folklore è pieno di queste storie. 

Il parallelismo tra la lama nel cuore e Harry è dovuto al fatto che una lama non si può estrarre dal corpo senza provocare un'emorragia peggiore, per cui è sconsigliato farlo a meno che non ci sia qualcuno che riesca a gestire la situazione.

Cosa posso dirvi ancora? Beh, nel prossimo capitolo incontrerete Caroline, detta Carrie, protagonista della storia e con un oscuro passato.  Non voglio svelare altro.

Ho intenzione di pubblicare una volta la settimana, per ora.

Se questo prologo vi è piaciuto fatemelo sapere (con un voto, un commento, entrambi).

Grazie a tutti per aver letto fino a qua.

A presto!

Booktrailer:

https://youtu.be/tTTf6ifBg0A


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