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7. LA FESTA

Ero distrutta. Mi lasciai cadere sul letto, lo stomaco che mi si contorceva in una morsa. Avevo mangiato troppo a cena. Tutto si poteva dire di quel posto ma non che non si mangiasse bene. Sospirai e mi stiracchiai sopra le lenzuola. Era stata una lunghissima giornata. Ed era solo l'inizio. Non potevo rimanere lì. L'idea di restare, giorno dopo giorno, mi faceva mancare l'aria e girare la testa. Senza contare Harry. No, non potevo resistere. Ci doveva essere un modo per tornare a casa. Mi misi a giocare, nervosamente, con i capelli. Non potevo semplicemente andarmene, quella specie di collegio distava miglia e miglia da ogni luogo abitato. Se avessi cercato di fuggire avrei solo rischiato di perdermi nel bosco e magari là fuori c'erano anche i lupi. Ci mancava solo essere divorata dai lupi, già mi vedevo sui giornali. "Ragazza fugge dal riformatorio e viene divorata". Non una bella cosa.

La porta del bagno si spalancò e mi strappò dai cupi pensieri. Chantal fu preceduta da un forte profumo di rose. Quando alzai la testa vidi che ne aveva qualcuna tra i capelli.

-Cosa ci fai con quelle rose?- mi spinsi su un gomito. E soprattutto: dove le aveva trovate?

Lei volteggiò per la stanza, mi sorrise, fece un profondo inchino. -Stasera andiamo a festeggiare-

-Festeggiare?- era impazzita. Non conosceva le regole?

-Sì, festeggiare- piegò le ginocchia e fece un salto. L'abito blu le si sollevò mostrandole le gambe.

-Dove? Ti vorrei ricordare che siamo lontani da tutto e da tutti-

-Oh, ma qua fuori!- mi prese per il braccio e mi tirò.

-Ehi- mi liberai dalla sua stretta -prima mi devi dire tutto- incrociai le braccia.

Chantal mi lasciò e cominciò a parlarmi, tanto rapidamente da mangiarsi le parole. Era agitatissima. Tremava. -Fanno delle feste nel bosco, si balla, ci si diverte, non possiamo mancare!-

-Nel bosco?-

-Sì, nel bosco, me lo ha detto una ragazza, vuoi venire?-

-Il coprifuoco non è alle 21?- e io non volevo guai.

-Oh, ma non vorrai seguire le regole, vero?- mi sorrise, accattivante.

Soppesai le possibilità. Non mi sembrava il caso di rischiare di finire in punizione.

-Non ci scopriranno- mi rassicurò Chantal.

-Lo spero- avevo voglia di distrarmi.

-Questo è un sì?- fece un salto.

Non potevo certo attendere in quella triste stanza, giorno dopo giorno, sarebbe stato orribile, una vita senza via di fuga. E io avevo bisogno di una via di fuga.

Piccoli fuochi scintillavano nel buio, mossi dal vento leggero. Sembrava di essere in un film fantasy. Ansimai e mi appoggiai a un tronco. Avevamo fatto i corridoi di corsa per non essere viste. Gli alberi ci circondavano. Ci fermammo in mezzo a una radura piena di studenti. Sembrava di essere finiti in un altro mondo, un regno diverso da Woodville. Un luogo che esisteva solo nelle fiabe. Forse neppure più in quelle. Mi morsi l'interno delle guance e sentii il metallico sapore del sangue. Dov'ero finita? Che cos'era quel posto? Chantal lanciò una risata, buttando indietro i capelli arruffati.

-Che te ne pare?- mi chiese.

-Strano- mormorai. Non sapevo cos'altro dire.

Chantal ridacchiò, poi s'infilò una sigaretta tra le labbra. Dove l'aveva presa? Inutile chiedere. C'erano molte cose che non mi erano chiare. -Su, ho proprio voglia di divertirmi questa sera- dichiarò -Mamma dice che è importante divertirsi-

Io sentii le ginocchia tremanti e la testa leggera. Come potevo essere finita in una situazione simile? Non me ne capacitavo.

-Andiamo- Chantal mi prese per il braccio e mi trascinò con sé.

Ero confusa e mi sentivo fuori luogo. Una sensazione normale, mi ritrovai a pensare. Fin troppo normale. Ricercai tra i presenti un volto familiare. Individuai Beatrix, seduta sull'erba, che mi fece un cenno di saluto con la mano. Vicino a lei Clarissa arrossì.

-Ci sono proprio tutti- mormorai. E menomale che c'erano delle regole da rispettare! In lontananza si sentiva il rumore del mare. Ricordai l'estate, quando io ed Evelyn uscivamo la sera per passeggiare sul lungomare. Tempi passati.

L'aria mi scompigliò i capelli. Inspirai il profumo di salsedine. Forse avrei perfino potuto abituarmi a quel luogo. Feci un giro su me stessa... e mi bloccai. Harry se ne stava appoggiato a un albero, l'espressione annoiata, il colletto della camicia rossa sollevato. Dovevo ammettere che... no, meglio di no. Un ragazzo con i capelli castani gli stava dicendo qualcosa.

-Però è davvero bello- Chantal mi passò un braccio intorno alla vita e mi tirò a sé.

-Dici?- dissimulai il mio turbamento.

-Lo urlo, non mi dire che non ti piace!-

Non risposi. Vidi Desy che si avvicinava a Harry. La gola mi si serrò.

-Sembra che non si arrenda mai- borbottò Chantal.

-Sembra proprio di no- serrai le labbra. Non capivo perché provavo un senso di fastidio per quella scena. Non riuscivo a guardare altrove. Desy si spinse avanti e sfiorò il braccio di Harry.

-Guardare è peggio- mi sentii tirare di lato e incontrai lo sguardo di Chantal -credimi-

Lo credo, pensai. Mi costrinsi a spostare l'attenzione su qualcos'altro. A strappare il pensiero di Harry e di quella ragazza dalla mia mente.

-Attenzione, attenzione!- una voce squillante. Mi voltai. Desy, le braccia che si muovevano sulla sua testa, si era spostata al centro della radura. -Benvenuti alla festa- sorrise.

Un brivido mi percorse la schiena. Mi strinsi le braccia al petto per scaldarmi, anche se non faceva freddo. Sospettavo che le cose avrebbero preso una brutta piega. Non mi sbagliavo.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate? Spero che non ci siano errori (ho corretto il capitolo in fretta).

A presto!

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