Capitolo 4
Linda era determinata a trovare sua figlia e per nulla al mondo si sarebbe arresa.
Tappezzó la cittadina di manifesti con la descrizione fisica di Ann, la sua età e ciò che indossava il giorno della sua scomparsa. Chiese aiuto a tutti quelli che conosceva, a partire dal preside, da cui non ebbe la risposta che sperava: Paul si sentiva imbarazzato e a disagio quando le comunicò la sospensione provvisoria che aveva deciso di infliggerle a causa dell'intera faccenda.
Di lì a qualche settimana, i Vipers avrebbero dovuto sostenere la partita decisiva per entrare nei campionati nazionali e nessuno voleva che la città venisse associata a un fattaccio del genere.
Le persone gentili che aveva conosciuto quando si era trasferita, ora le stavano voltando le spalle e questo tradimento bruciava parecchio.
Più Linda faceva sentire la propria voce più le giungevano ritorsioni.
Un paio di giorni dopo la denuncia di scomparsa, la porta di casa fu vandalizzata: rosse scritte colme di insulsi di ogni tipo riempivano il portone in legno, rovinandolo completamente.
Tre giorni dopo fu il turno delle gomme della macchina, che vennero squarciate senza pietà.
L'unico faro di speranza in quell'oceano di terrore e lacrime che era diventata la sua vita era rappresentato dal vicesceriffo Shepard. L'uomo, il cui nome era James, si era avvicinato molto a Linda e non dubitava minimamente di ciò che lei diceva, però lo sceriffo non fece molto per ritrovare Ann finché non arrivò sabato.
Quel giorno, infatti, la signora Westmore si alzò presto: aveva riposato soltanto tre ore scarse. Dopo essersi vestita, si recò in cucina e si mise a preparare il caffè. Proprio quando stava accendendo il fuoco sotto la moka, udí il campanello suonare così abbandonó tutto per andare alla porta.
Curiosa, aprì il portone, ancora un poco rovinato nonostante fosse stato ripulito, ma non vi era nessuno. Linda guardò a destra e sinistra, però non vide niente di insolito. Stava per rientrare quando abbassó lo sguardo e notò un piccolo pezzo di carta: lo raccolse e realizzò che si trattava di un ritaglio di giornale.
Perplessa, spiegó il foglietto e lesse l'articolo con molta attenzione. Si trattava di un trafiletto che riguardava la morte di una studentessa della stessa età di sua figlia, avvenuta tre anni prima. Il corpo della giovane era stato ritrovato nella foresta che circondava la cittadina, ai piedi di un burrone.
Il sangue si ghiacció nelle vene di Linda mentre i suoi occhi percorrevano le righe nere che racchiudevano una tragedia immane.
Senza riflettere, uscì nuovamente di casa, salì in macchina e guidò fino alla stazione di polizia. Lì trovò James che stava chiudendo una telefonata quindi aspettó un paio di minuti prima di parlare.
«Ho trovato questo fuori casa mia» esordí la donna, porgendogli l'articolo e attendendo una sua reazione.
«Non ero ancora giunto in questa città all'epoca dei fatti» commentò l'uomo, facendole segno di accomodarsi di fronte a lui «Dammi il tempo di fare una breve verifica. Ma tu come sei venuta in possesso di questo?»
Il vicesceriffo si mise al computer e digitó il nome della cittadina, l'anno in cui era avvenuto il fatto e la parola "morte" mentre Linda gli raccontava della stranezza avvenuta quando era scesa in cucina.
«Sembra quasi che qualcuno ti voglia aiutare» osservó James, leggendo rapidamente il rapporto sul decesso della giovane studentessa «Hai qualche idea in merito?»
«No» rispose brevemente Linda, battendo un piede a terra in segno di impazienza «E, ora come ora, non mi interessa molto. Voglio sapere se l'articolo è vero e cosa c'entra con mia figlia.»
«La studentessa si chiamava Marcie Grace e pare che si sia trattato di uno sfortunato incidente» le spiegò il vicesceriffo, riportando gli occhi sulla signora Westmore «Il punto è che se davvero qualcuno le ha mandato questo ritaglio forse sa qualcosa sulla scomparsa di sua figlia. Ho letto che Marcie è morta a seguito delle ferite riportate dopo una brutta caduta. Il luogo dell'incidente, se vogliamo definirlo così, si trova nel profondo della foresta che circonda la città.»
«In che senso "se vogliamo definirlo così"? Lei non crede che sia stato un incidente?» chiese Linda, sempre più confusa dall'intera faccenda.
«C'è qualcosa che non mi convince, però non è importante ora» disse in maniera evasiva l'uomo, sospirando pesantemente «Organizzeró delle squadre di ricerca e batteremo a tappeto tutta la foresta. Ritroveremo Ann.»
«Lo sceriffo Truman appoggerà la tua decisione?» domandò Linda, restia ad aggrapparsi alla fievole speranza che le stava elargendo James.
«Certo. Nelle piccole città tutti vogliono rendersi utili. E poi se vuole mantenere il posto da sceriffo è la mossa migliore» affermò Shepard, alzando l'angolo della bocca in un amaro sorriso.
Politica...
«Perfetto. Non mi interessano i motivi per cui lo farà. Voglio solo ritrovare mia figlia» disse Linda, passandosi una mano sulla guancia e ritraendola umida.
«È quello che voglio anch'io» sottolineó vicesceriffo prima di rimettersi al telefono.
Ci vollero quasi due ore per organizzare la ricerca di Ann. Parteciparono numerosi e, come aveva predetto James, lo sceriffo appoggiò in pieno la sua idea nonostante si basasse su un'intuizione. Così vennero istituite diverse squadre di ricerca, formate da volontari dotati di giubbotti rossi, torcia e fischietto, da usare in caso di pericolo oppure se trovavano qualche indizio utile.
A tutti fu fornita una mappa della foresta, divisa in settori. Ognuno di essi fu assegnato a una squadra diversa. Ovviamente James e Linda facevano parte dello stesso gruppo, assieme a il bidello, una cassiera cinquantenne e un ragazzo che faceva il meccanico.
La signora Westmore si stava preparando quando udí arrivare un pick-up: girò la testa in direzione della strada e vide l'intera squadra delle Vipers smontare dal cassone.
Le ragazze indossavano la divisa da basket ed erano capeggiate dall'allenatore Sanders.
Linda strinse i denti per non farsi sfuggire un'imprecazione: il suo istinto di madre le stava gridando che quelle persone c'entravano con la sparizione di sua figlia.
Eppure non possedeva alcuna prova tangibile.
E questo costituiva un enorme limite.
«Stai calma» le suggerí James, comparendole alle spalle all'improvviso «Tutti sanno quello che pensi di loro, però non esistono prove. Sono qui per aiutare e, di certo, non possono inquinare indizi senza farsi beccare.»
«D'accordo. Forse hai ragione.»
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