17. Promesse
- LEOLYN!
Il giovane elfo sussultò, sgranando gli occhi, mentre si voltava verso la porta poco lontana da lui con un'espressione confusa e grave. Si poteva leggere l'ansia nei suoi occhi trasparenti che evaporò in un istante, quando mise a fuoco la fonte della voce.
Una giovane ragazza dal volto ambrato e due intensi occhi a mandorla era apparsa sulla soglia, dietro di lei Caleb e Zahira erano presi in una discussione concitata e parevano due leoni pronti a sbranarsi. Ma gli occhi dell'elfo erano totalmente catturati dalla nuova venuta, che si era appena sfilata il velo liberando folti capelli bianchi che scesero a incorniciarle un viso leggermente allungato dai tratti orientali e fini.
- Adahra...- si lasciò sfuggire dalle labbra sottili, prima di venirle incontro e abbracciarla - Non sei cresciuta molto!
La ragazza ricambiò il sorriso, illuminando la stanza, prima di liberarsi dalla presa e scuotere la testa: - Dopo dieci anni di lontananza hai da farmi notare solo questo? Caleb è stato molto più galante...
Leolyn si dovette trattenere dallo scoppiare a ridere al pensiero che qualcuno fosse riuscito ad abbinare nella stessa frase "Caleb" e "galante", ma il suo sorrisino non sfuggì alla fanciulla che rise cristallina.
- È un piacere vedervi, ma so bene che non è solo questione di cortesia il fatto che voi siate qua... Il vostro compagno si è ripreso?
- In questo momento Gideon sta riposando, ma ha ancora qualche linea di febbre purtroppo...- sospirò Leolyn, passandosi una mano tra i capelli per poi alzare lo sguardo in direzione dei due litiganti e aggiungere a voce alta - E se voi due continuerete in questo modo lo disturberete!
Zahira si voltò di scatto dalla loro parte e si affrettò a chiedere dove si trovasse, voleva accertarsi che stesse bene, non lo avrebbe mai ammesso neppure a sé stessa, ma lentamente si stava affezionato a quel Viso Pallido e sentiva una sorta di legame.
Era da quando Gideon era comparso nella sua vita che tutto le si era capovolto e sentiva che molte risposte erano persino legate a lui.
Caleb la lasciò andare fulminandola con un'ultima occhiataccia molto eloquente: - E non provare a chiamarmi di nuovo "guerriero decelebrato"! Ricordati che sono uno dei migliori della Resistenza! Tsk!
Leolyn e Adhara scoppiarono a ridere sentendo l'appellativo per niente gentile che la giovane aveva rivolto al compagno, ma si fecero seri una volta rimasti soli.
- Piuttosto, con chi stavi parlando quando siamo entrati? Qui non c'è nessuno e non credo che il sole del Deserto Vorace ti abbia fritto il cervello a tal punto da parlare da solo! - Osservò guardingo il ragazzo dai folti ricci scompigliati, avvicinandosi alla piccola ciotola d'acqua posizionata sul tavolo assieme a un'asciugamano di stoffa grezza e a una boccetta di sapone, molto rara e costosa.
Leolyn lanciò uno sguardo eloquente alla loro ospite, che con un cenno della mano richiuse la porta da cui erano entrati e annuì con il capo per assicurargli che la stanza fosse sicura.
- Stavo parlando col Generale Skindar...
- Come hai fatto? - Schiuse appena le labbra il ragazzo, stupito. Non avevano una magia così potente da mettersi in contatto con la Fortezza, oltre al fatto che la barriera che ne proteggeva la locuzione rendendola invisibile ai loro nemici fosse altresì capace di bloccare qualsiasi contatto incantato per miglia e miglia.
- Io non ho fatto niente, a dir il vero, mi ha contattato il generale attraverso l'acqua. È apparso lì dentro - indicò la ciotola, che Caleb si affrettò a prendere e analizzare - Ma era sicuramente il nostro Generale, sapeva perfettamente della missione. Ci stanno tutti aspettando, manderà una scorta ai margini della Zona Protteta ad attenderci.
- Sembra normale acqua profumata...
- Perché lo è. - si intromise Adahra, che fino a quel momento era rimasta in silenzio a raccogliere informazioni - Si tratta di un incantesimo molto potente di ubicazione, chiunque sia stato non poteva trattarsi di un semplice essere umano come Luke Skindar, deve essere giunta una creatura molto potente alle pendici delle Montagne Indefinite.
Leolyn annuì, pensieroso, mentre si tirava indientro i lunghi capelli d'oro zecchino che gli erano scivolati vicino al viso per un istante: - Effettivamente... Ho sentito una seconda voce, che non mi era del tutto sconosciuta, ma il suo ricordo è ottenebrato nei meandri della memoria...
- Odio quando voi elfi parlate in questo modo...- Sospirò il guerriero, riappoggiando la ciotola e sbuffando.
- Ma purtroppo sono certo di ricordare bene quello che mi ha detto.
- Cosa ti ha detto lo sconosciuto?
- Sembrava una visione... Chiunque sia deve essere davvero una creatura potente quanto dici - si rivolse alla fanciulla, che annuì - Ma ciò che mi ha rivelato preannuncia solo guai: Un gruppo di demoni capitanati da Colui che fu Uno, ma divenne Doppio arriva per rubare il vostro sangue. Non lasciatevi ingannare, le apparenze spesso sono maschere di anime occulte.
- Che significa "Colui che fu Uno, ma divenne Doppio"?- La fanciulla corrugò la fronte, portandosi una mano al mento.
- Non hai afferrato il concetto più importante: chiunque sia vuole il nostro sangue. Scommetto che sono demoni, magari gli stessi che hanno mandato quel gruppo a farci un'imboscata...- riflettè Caleb, misurando a grosse falcate la stanza - Qui abbiamo bisogno di una strategia. Te l'avevo detto Leo, che non dovevamo venire qui! Siamo circondati... e abbiamo messo a rischio la vita di Adahra e degli altri!
- Non vi preoccupate, se succederà qualcosa prima dell'alba troverò un modo per aiutarvi, non siete soli. Conosco una via segreta per uscire da Knaabor senza essere visti. - sorrise, afferrando gentilmente una mano al ragazzo, che si stava agitando, riuscendo a fermarlo - Voi ora rifocillatevi.
- Adahra ci dispiace farvi correre un tale pericolo, a te e ai tuoi genitori...- Sospirò Caleb, calmandosi immediatamente e posando una mano su quella di lei, morbida al tatto, ricambiando la stretta.
Qualcosa negli occhi della dama si incrinò ed ella distolse lo sguardo, allontanandosi e muovendo alcuni passi verso una mensola afferrò un libro dalla copertina scura: - Oh non vi preoccupate... Per me è un piacere avervi qui e poter essere utile...
Leolyn e Caleb notarono il repentino cambiamento di tono della loro vecchia amica e si scambiarono un'occhiata dubbiosa prima che quest'ultima scoppiasse a piangere, stringendo al petto il libro appena preso.
- Adahra?- Caleb alzò un sopracciglio, posandole titubante una mano sulla spalla - Cos'è successo?
Anche Leolyn si fece vicino e la spinse delicatamente su una delle sedie vicino al tavolo con fare protettivo. Nessuno dei due era abituato ad assistere a un cambio così repentino di umore, un istante prima la loro amica si era dimostrata sicura e determinata, mentre ora di fronte a loro sembrava improvvisamente fragile.
Caleb ripensò all'affermazione di Ftuman prima della rissa e posò entrambe le mani sulle sue spalle dandole una leggera pacca per consolarla: - Centra per caso ciò che ha detto quel demone alla taverna?
La ragazza tirò su col naso, esibendosi in un difficile tentativo di riprendere il controllo di sé stessa, mentre si portava un fazzoletto al viso. Le labbra le tremavano ancora quando finalmente riuscì ad annuire, reprimendo l'ennesimo singhiozzo.
- Memnoch, il principe di Knaabor, si invaghì di me tre anni fa, mentre danzavo proprio in quel posto. Mia madre era da poco morta per un'infezione che neppure le cure migliori di tutta la città erano riuscite a espellere dal suo corpo e la danza, l'arte di famiglia, era l'unico modo per poter continuare a raccogliere informazioni in posti come quello. Sapete, i demoni si lasciano sfuggire molte cose quando giaciono con le Kandys ed esse hanno il permesso di parlare solo con altre donne, così i demoni pensano di evitare che facciano le spie, essendocene davvero poche di donne non soggiogate qui. Mio padre era riuscito a diventare una guardia del principe e quando ballavo, veniva sempre a vedermi per potermi aiutare nel caso di necessità, come ha fatto oggi Caleb. - prese fiato, mordendosi il labbro inferiore e ricacciando indietro altre lacrime - Una sera il principe Memnoch venne a vedermi e, dopo la solita esibizione, si presentò a casa nostra. Non sapeva che mio padre fosse una sua guardia e che fosse lì con lui, ma comunque non gli sarebbe importato lo stesso. Cercò di sedurmi, proponendomi di diventare la sua prima odalisca...- a quella parola una smorfia di disprezzo le fece arricciare le soffici labbra sottili - Io mi rifiutai e lui cercò di prendermi con la forza. Mio padre si oppose, combattendo contro i suoi scagnozzi e riuscendo a cacciarli. Ma il giorno dopo fu imprigionato...
- Memnoch ti ha toccata?- Caleb contrasse la mascella, cercando di trattenersi dall'afferrare il proprio spadone e andare alla ricerca di quel mostro per fargli fare la fine che meritava. Lo avrebbe ridotto come il verme che era e in quel istante non gli sarebbe importato della missione o del fatto che poi un'intera città di demoni sarebbe stata pronta a cercarlo per ucciderlo.
Voleva vendicare la sua amica.
Ed eliminare dal mondo quella creatura abbominevole.
- No, non mi ha toccata... - Adahra deglutì a fatica, asciugandosi una lacrima sfuggitale - Sono solo la sua danzatrice personale, ogni volta che devo giacere con lui riesco a drogarlo con una pozione di erbe e fargli credere che... che abbia avuto successo nel suo intento...
- Ma potrebbe scoprirti! E Nihamar? È ancora prigioniero?- Chiese Leolyn, incredulo di tutto quello che le era successo e, soprattutto, del fatto che non ne avesse parlato in nessuno dei messaggi segreti che aveva inviato ai Ribelli.
La famiglia di Adahra discendeva dai mercanti che avevano vissuto in armonia a Knaabor prima che essa cadesse sotto al giogo dell'Impero Demoniaco e i suoi genitori si erano rifiutati di trasferirsi nella Fortezza della Resistenza, sostenendo che avrebbero potuto aiutarli di più come spie nella loro città natia e non preoccupandosi del pericolo che avrebbero corso.
Così avevano vissuto trasmettendo cospicue informazioni sugli spostamenti delle armi demoniache che i fabbri erano obbligati a produrre dalle loro fornaci e sulle strategie impiegate, di conseguenza i Ribelli, calibrando forza e astuzia, senza eccedere per evitare che scoprissero o sospettassero la presenza di spie interne, avevano iniziato a colpire diverse spedizioni mai giunte a destinazione e a recuperare materiali e rifornimenti per la Fortezza.
Ma ora sia Leolyn sia Caleb si stavano chiedendo a quale prezzo la famiglia di Adahra si fosse condannata a pagare tutto quello.
- Mio padre vive rinchiuso nel palazzo di Memnoch, ogni settimana mi è concesso di vederlo e di assicurarmi che stia bene. Riesce a raccogliere informazioni anche dalla propria prigionia, sebbene odi il fatto di lasciarmi qui sola...- sospirò la ragazza, distogliendo lo sguardo e mordendosi un labbro - Fortunatamente nessuno sa che vivo da sola, senza un uomo, e che non sono marchiata, sennò sarei già succube di qualche demone. Solo Memnoch lo sa, ma sembra che la cosa lo diverta... Sostiene che giocare con il pericolo gli piaccia...
Caleb strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche per la forza impressa: - Non possiamo lasciarti qui da sola, in una situazione del genere! Sapendo anche che rischi ogni giorno di essere scoperta e marchiata!
Adahra sollevò lo sguardo ormai privo di lacrime e il ragazzo lesse solo malinconia e determinazione: - Voi non potete fare nulla a parte questo: tornare alla Fortezza, adempiere alla vostra missione e liberarci da questa tirannide. Se lo farete sia io sia mio padre saremo salvi, avete bisogno delle nostre informazioni e noi abbiamo bisogno di voi per sperare di essere liberi, un giorno. Promettetemi che non correrete rischi inutili! Promettetelo!
Leolyn si chinò in ginocchio di fronte a lei, prendendole le mani tra le proprie e sospirando, le posò un bacio sulla fronte:
- Ti prometto che ti libereremo e che il tempo della salvezza sarà il nostro presente per voi e per tutti.
Caleb distolse lo sguardo, cercando di seguire l'esempio del suo amico provò a formulare anche solo un pensiero del genere nella propria mente, ma non ci riuscì. Sapere quella ragazza in pericolo ogni giorno lo faceva sentire sbagliato. Chi erano loro per pretendere che lei si sacrificasse in quella maniera?
Avrebbe voluto poter liberare quella città sedutastante, cacciare i demoni dalle loro terre, riportare la giustizia, eppure non poteva.
Non era abbastanza forte.
Strinse le labbra, percependo lo sguardo di lei su di sé in attesa.
- Ti prego, Lebby...
Quel soprannome ridicolo e quasi femminile lo riportò all'estate di dieci anni prima. Aveva avuto sette anni e mezzo mentre quegli stessi occhi lo stavano guardando per l'ultima volta. Entrambi inconsciamente si stavano per apprestare a compiere il proprio cammino.
E lei era solo una bambina dai soffici capelli bianchi intrecciati e gli occhi che lo supplicavano di guardarla. Gli aveva rivolto le medesime parole, mentre suo padre aveva preparato il proprio shuren per la partenza.
"Ti prego, Lebby... Non andrò via per sempre, ci rivedremo! Noi combatteremo insieme questa guerra, come i grandi, e la vinceremo!" gli aveva detto lei, dandogli un bacio sulla guancia, prima che fosse richiamata dal padre.
E mentre si allontanava sulla via lastricata, prima di scomparire nel tunnel gli aveva urlato: "Addio Lebby!"
Lui aveva alzato lo sguardo e aveva ribattutto: "Non chiamarmi così, io diventerò un grande guerriero! E ci rivedremo! Questa è una promessa, capito?"
Di risposta aveva visto un sorriso raggiante comparire su quel viso paffuto ancora da ingenua bambina.
Tornò al presente, guardandola.
Era stata la sua unica amica, niente a che vedere con Leolyn o gli altri amici che aveva tra i Ribelli, avevano la stessa età ed erano sempre stati cocciuti alla stessa maniera. Da quando se n'era andata, Caleb aveva lottato e si era concentrato solo sui propri incarichi e doveri, esattamente come aveva fatto lei.
E in quel istante capì che entrambi stavano lottando per vincere e per non sottomettersi a nessuno mai, per realizzare quelle parole che si erano urlati a vicenda quell'ultima volta, poco più che bambini.
- Te lo prometto, questa guerra la vinceremo insieme, Adahra.
*** Angolo Autrice ***
Ciao a tutti!^·^
Lo so, questo capitolo è più breve degli altri, ma ho voluto scavare su questo nuovo personaggio e sulla relazione che c'è tra Adahra e Caleb. Volevo mettere in luce la violenza dei demoni e il sacrificio di chi ci deve vivere a stretto contatto.
E poi così conosciamo un po' di più la situazione!
Cosa ne pensate di Adahra?
Stavo per aggiungere un altro pezzo, ma il capitolo sarebbe diventato troppo lungo e poteva risultare pesante...
Nel prossimo, tutto diventerà un po' più movimentato! Arrivano i demoniacci, con Zavarock che non si è mai chiesto nulla della sua doppia natura e quel Avdaq vigliacco...
E spero di rendere bene il tutto!
Grazie a chi legge e commenta e a chi legge silenziosamente, spero che questo capitolo sia piaciuto!
Un abbraccio
Jess💕
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