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Allora...

M:<<Oh, salve. Siete ancora quì? É da un po' che non ci sentiamo *risatina nervosa*>>

G:<<Diciamo solo qualcosa come 5 mesi.
Vi chiediamo scusa per questa nostra assenza e speriamo che questo capitolo sia un nuovo punto ti partenza, quindi per favore leggetelo tutto e commentate.>>

M:<<Per prima cosa voglio parlarvi di una storia che mi sta molto a cuore:Miraculous b.f.f.
Era il lontano dicembre 2017 quando pubblicai il primo capitolo.
All'epoca avevo 13 anni, ero alle prime armi con la scrittura e con il fandom e la storia mi piaceva abbastanza.
Oggi ho quasi 15 anni, sono nel fandom da 2 anni e sono, più o meno, migliorata nella scrittura, e posso dire che il modo in cui è scritta quella storia mi fa schifo.
Per questo ho deciso di fare un cambiamento un po' drastico: cambiare la trama.
E già, non parlerà più di 4 ragazzi appassionati di miraculous finiti nella serie, ma parlerà di quattro comuni ragazzi che si trasferiscono a Parigi.
I personaggi sono gli stessi, le parentele anche, il continuo della storia é più o meno lo stesso, cosa cambia?
Cambia il fatto che mentre prima questi ragazzi sapevano tutto di tutti, ora non sanno niente, non sanno niente dei miraculous, non sanno chi sia il maestro, non sanno chi si nasconde dietro Ladybug e Chat noir, non sanno niente dei nuovi eroi né di Mayura e non sanno come utilizzare i loro poteri, quindi li seguiremo anche durante il loro "addestramento".
In oltre non farli provenire dal mondo reale mi toglie un gran peso, perché non sapete quante complicazioni di trama ci sarebbero state.
Però ovviamente voglio sapere cosa ne pensate voi, quindi ecco a voi quello che dovrebbe essere l'inizio del nuovo prologo di Miraculous b.f.f.

Pov's Mary

"Sono in una città distrutta, completamente in fiamme, ma anche in queste condizioni la riconosco, è la mia amata Parigi. Vedo i supereroi della città, Ladybug e Chat noir, lei quasi non si regge in piedi e ha il braccio ricoperto di sangue, lui invece le sta accanto pieno di graffi, lividi e sangue. Vedo altre 3 figure che non conosco, una ragazza castana vestita da volpe con un taglio sull'occhio, una bionda vestita da ape con la tuta strappata e la caviglia slogata, un ragazzo vestito in verde che ricorda una tartaruga con il sangue agli angoli della bocca e uno scudo scheggiato in mano. Più avanti, a terra, ci sono altre due figure, una bianca e una arancione, che non distinguo bene. Di fronte ai 5 ragazzi di prima c'è un uomo alto con una maschera che li copre tutto il volto, lo identifico come Papillon, il supercattivo che da tempo tormenta Parigi, accanto a lui una donna sconosciuta con la pelle bluastra e un ventaglio in mano che le copre metà del viso. Dietro di loro c'erano quelli che chiamavano akumatizzati e che a volte vedevo al Tg. Mi giro e vedo una figura grigia, messa al muro da una figura nera, sicuramente un'akumizzato, vedo tutto buio, sento una risata malefica e..."

Mi risveglio in preda al panico, sento la fronte madida di sudore, il cuore sembra voler fuggire dal mio petto e la testa che inizia a girarmi per il fiatone.

Mia sorella nel letto accanto si sveglia accendendo la luce e venendo verso di me.

-Hey Mary calmati, che succede? Stai bene? - mi prende le mani e mi guarda con aria rassicurante -Hey, ci sono io qui con te, calmati, respira ed inspira, respira ed inspira-.

Faccio ciò che mi ha detto mia sorella e mi calmo. -Grazie- le dico abbracciando.

Mi stacco e lei subito mi chiede cos'è successo -Ho avuto un incubo- le rispondo e lei mi guarda con aria perplessa -Un incubo? Di nuovo? -

-Lo so, ma ora sto bene, non ti preoccupare. Comunque che ora è? -

Neanche il tempo di finire la frase che nostra madre entra in camera urlano

-RAGAZZE È TARDI, AVETE DIMENTICATO DI METTERE LA SVEGLIA, SU IN PIEDI, FOR- subito si interrompe guardandoci -Come mai siete già sveglie? Posso capire Georgie che a volte si alza anche prima che suoni la sveglia, ma tu Mary, com'è che sei già sveglia? –

Mia madre mi guarda con aria perplessa dallo stipite della porta mentre io mi alzo dal letto raggiungendola con uno sguardo dolce

-Non credi che tua figlia riesca a svegliarsi in tempo senza lamentarsi per una volta'- Le dico e subito mi guarda con una faccia del tipo "Ti ho fatta nascere, so quando menti" -Ok, non ci credo neanche io. Ho avuto un incubo e mi sono svegliata, ma non ti preoccupare, sto bene-.

Il suo volto cambia espressione e diventa preoccupato

-Sicura? - io annuisco e le dopo essersi tranquillizzata esce e ci dice di sbrigarci e di non fare tardi al nostro ultimo giorno di scuola.

E già, domani, dopo 6 anni, saremmo tornate a casa, a Parigi.

Non vedo l'ora di tornarci, li ho lasciato tante cose e tante persone come mia cugina Marinette, a cui voglio tanto bene, o i miei migliori amici, che sono come fratelli per me.

L'Italia mia mancherà, l'ho sempre adorata e mi mancheranno un sacco di cose, però devo essere sincera, non mi mancherà nessuno, o per lo meno mi mancheranno solo poche persone.

Sei anni fa siamo arrivati qui perché i miei genitori hanno aperto il loro secondo ristorante, dato che ne avevano già uno a Parigi. All'epoca io e mia sorella avevamo 8 anni e, anche se conoscevamo l'italiano, non lo parlavamo alla perfezione, e sapete come sono i bambini, prendono in giro per ogni minima cosa, e all'epoca ci rimanemmo anche abbastanza male.

Qualche mese dopo però un talent scout notò me e mia sorella durante uno spettacolo di danza e BOOM! Poco dopo ci ritrovammo a posare per la collezione kids di D&G, e ovviamente all'improviso tutti diventarono gentili. La gente e ipocrita, anche se all'epoca eravamo ancora bambini.

Ci sono state poche persone che ci hanno voluto bene sin dall'inizio, e altrettante che invece continuano ad odiarci dopotutto, queste sono le persone che, più o meno, considero vere.

Dell'ultima categoria fanno parte due persone in particolare, Beatrice Rossetti e Gloria Martinez.

Gloria era la mia migliore amica quando siamo arrivate, ed è rimasta tale fino alla I media, lì ho conosciuto Beatrice che l'ha allontanata da me. A volte dico che sia stata la cosa migliore, non voglio avere un'amica che ti abbandona così facilmente, altre volte invece mi sento triste ripensando a i bei momenti passati insieme.

Mia sorella mi risveglia dai miei pensieri e mi ricorda che è tardi, quindi prendo i vestiti e vado in bagno a cambiarmi alla velocità della luce.

Scendo in cucina a fare colazione con una di quelle presunte merendine al cioccolato che vendono nei supermercati e che hanno sempre uno schifoso retrogusto di alcool; mia madre richiama me e Georgie che corriamo verso la macchina mentre mangiamo.

Durante il tragitto ammiro il paesaggio di Roma, la città dove ho trascorso gli ultimi sei anni, mi mancherà, certo non è la città perfetta ma neanche Parigi lo è. Roma per me è una città fantastica, ricca d'arte. Amo ogni singolo angolo pieno di arte e storia come il Colosseo, l'altare della patria, i fori imperia, villa D'Este, che si trova poco fuori Roma, e tanti altri posti fantastici.

La macchina si ferma, siamo arrivate, è ufficialmente iniziato il nostro ultimo giorno in questa scuola. La campanella è già suonata ma, come al solito, in classe siamo ancora pochi.

Tra questi ci sono Gloria e Beatrice che si avvicinano a noi.

-Allora Dupain-Cheng, ultimo giorno? Non puoi capire quanto sono triste- dice sarcasticamente Beatrice mentre la Corvina al suo fianco ridacchiava.

-Oh, ma non ti preoccupare Beatrice, non ti dimenticheremo, dopotutto anche solo passeggiando ci sono un sacco di cose che ricordano te, come i cassonetti o la cacca dei cani- risponde mia sorella a tono.

-Beh, effettivamente Parigi è piena di queste cose, dopotutto ci abitate voi. Bea inizio a ripensarci sul viaggio a Parigi dopo gli esami-

-Beh, effettivamente anche i netturbini farebbero fatica a pulire due m****e come voi-

Dico guardando Gloria che sta per ribattere, ma subito entra la prof che urla a tutta la classe di tornare al proprio posto.

Le sei ore di scuola passano tra le noiose spiegazioni dei prof, i nostri compagni che continuavano a dirci quanto li mancheremo e di chiamarli e le frecciatine di Gloria e Beatrici a cui rispondeva continuamente a tono.

Finalmente sono arrivate le due e nostro padre è fuori dalla scuola ad aspettarci.

Saliamo in macchina e dopo 10 minuti siamo a casa, io i Georgie ci fiondiamo in camera per finire le valigie e chiudere li scatoloni che la ditta di trasloco avrebbe fatto arrivare domani, si spera, sani e salvi nella nostra casa a Parigi.

-Mary, Georgie, ricordatevi che dovete mettere Zoe e Talia nelle gabbiette-

Ci urla nostra madre dal piano di sotto mentre io sistemavo la pettorina a Zoe, la mia cagnolina, mentre Georgie prendeva in braccio la sua gatta Talia.

Carichiamo le valigie nel taxi prenotato dai nostri genitori, mettiamo Zoe e Talia nelle gabbiette e dopo circa un'oretta riusciamo a raggiungere l'aeroporto di Fiumicino.

Appena entrati vediamo il cartellone luminoso con scritte le partenze e gli arrivi, ed eccoli lì "Roma Fiumicino-Charles Du Gaulle Parigi partenza:16:30 arrivo:17:50".

Manca appena mezz'ora alla partenza, quindi ci dirigiamo verso i controlli per essere imbarcati.

Dopo aver superato i controlli saliamo finalmente sull'aereo, io e Giò ci sediamo vicine mentre i nostri genitori sistemano le valige per poi mettersi nei posti accanto ai nostri.

Durante il viaggio Georgie rimane attaccata alle sue cuffiette ascoltando canzoni italiane, mentre io mi metto ha leggere uno dei pochi libri che non avevo messo negli scatoloni.

Faccio una pausa dalla lettura e guardo fuori dal finestrino, il paesaggio è fantastico.

Volare in mezzo alle nuvole mi ha sempre dato un senso di "Tutto è possibile", e ciò mi fa ripensare al mio sogno, o meglio incubo. Tutto è possibile, è vero, quindi anche i sogni si possono avverare, come quando sogni di rovesciare una lattina di aranciata, per sbaglio, addosso alla più carina della scuola, ed ecco che il giorno dopo ti ritrovi con una bella nota, perché lei è riuscita a convincere tutti che lo hai fatto a posta, e con tua madre che ti tira ciabatte come se non ci fosse un domani.

O come quando sogni un'incidente stradale tra camion due vicino al bar in cui amavi andare da piccola, e BUM! Ecco che il giorno dopo una delle migliori amiche di tua madre chiama piangendo dicendo che il marito è morto in un incidente stradale, mentre faceva il suo lavoro da corriere, quindi con un camion, in una stradina dove, guarda tu che coincidenza, si trova quel fantastico bar in cui andavi ogni mattina prima della scuola.

Insomma, vi sarà chiaro che i miei incubi, di cui non ho mai parlato a nessuno, non sono normali. Sono quelli che la gente chiama "sogni premonitori", o almeno così li chiamo io.

Nel mentre della mia riflessione un'hostess annuncia che tra cinque minuti ci sarebbe stato l'atterraggio.

Giò si toglie le cuffiette mentre io rimetto nello zaino il libro mentre recupero le gabbiette.

Ed eccolo qui, l'aeroporto Charles De Gaulle, finalmente siamo arrivati a Parigi



Allora, cosa ne dite?

Vi piace? Secondo voi dovrei riscrivere completamente la storia così?

Ovviamente é solo il prologo, quindi é normale che sia un po' noioso perché é solo per introduzione, e poi devo ancora scrivere la parte di Zack e Chris.

Poi, per quanto riguarda questa storia vi volevo chiedere se volete che continuiamo con i riassunti. Magari continuare da dove ci siamo interrotte, cioé dalla battaglia delle regine.

Se volete il continuo dei riassunti scrivetecelo quì.

Poi ultima cosa, per oggi, ma non meno importante.

Sto scrivendo una nuova storia completamente inventata, non avrà niente a che fare col fandom, solo che ormai mi sono affezionata ai personaggi, quindi sì, i protagonisti saranno di nuovo Mary, Georgie, Zack e Chris.

Diciamo che sarà una storia d' "amore" un po' in stile young adult, quì i protagonisti avranno 18/19 e frequentano l'università, infatti la storia comincia proprio con Zack e Chris che, dopo aver fatto un anno di studi a Lione, la loro città, riescono a realizzare il loro sogno di studiare a Parigi, e quindi partono per la Ville lumiere, e indovinate un po' dove vanno a vivere?

Ma proprio nello stesso palazzo di Mary e Georgie, ed é quì che inizia tutto.

Per ora ho scritto solo il prologo che serve giusto ad avere una panoramica generale della maggior parte dei personaggi principali.

Ed ecco quindi che vi presento il prologo della mia storia, di cui il titolo é "Sous le signe du destin", letteralmente in italiano "Sotto il segno del destino".

"Sous le signe du destin"

Il panorama di Parigi scorreva veloce dal finestrino del taxi, si vedeva la gente seduta all'esterno dei bar che rideva e scherzava con gli amici, oppure c'erano altri che passeggiavano al chiaro di luna assaporando ogni minimo particolare dello splendido paesaggio che offriva la ville lumière in quella, stranamente, calda sera di settembre.

Zack, seduto sul sedile posteriore di quel freddo taxi accanto a suo fratello, sospirò

-Non ricordavo che Parigi fosse così bella-

-E aspetta di vedere il resto: I monumenti, le ragazze, i boulevard, le ragazze, i bistrò, le ragazze, ah e ho già detto le ragazze? -.

Elencò Chris passandosi una mano nei ribelli capelli biondi.

-Non cambierai mai eh? Tu pensi sempre e solo a una cosa- disse il moro sbattendosi una mano sulla testa.

-Hey, io sono single, posso fare quello che voglio, sei tu quello che non si può divertire- il biondo si volto verso di lui – A proposito, quando la lasci? -

-Mai! Io amo Léa- esclamò Zack lanciando un'occhiataccia al fratello.

-Aspetta di vedere le parigine e cambierai idea-.

Zack non rispose, tra i due ci furono svariati minuti di silenzio

-Io odio i viaggi in taxi- esclamò il moro con un sospiro.

-E pensa che domani dovremo fare altre 2 ore di viaggio per andare nel nostro nuovo appartamento. Non sei contento? - ribatte il fratello con ironia.

-Questa è colpa tua "Prendiamo l'aereo di sera, costa meno" hai detto, "La padrona di casa ha detto che non importa a che ora arriviamo", beh sì, alla padrona non importa a che ora arriviamo, e non importa neanche al resto di Parigi dato che hanno chiuso le strade in quel quartiere per un evento, e ora dobbiamo passare la notte in hotel-

-Dai, non fare lo schizzinoso- disse Chris ritrovandosi lo sguardo del fratello addosso che lo guardava male.



Il suono del campanello riecheggio per tutto l'appartamento svegliando persino la cagnolina accucciata ai piedi del divano. La ragazza mise in pausa il film che stava guardando, si alzò svogliatamente sbuffando e borbottando fra sé e se "Lo sapevo che se le dimenticava un'altra volta, ma questa volta mi sente" mentre si dirigeva verso il citofono per aprire il portone del palazzo e successivamente quella di casa.

La castana rimase vicino alla porta ad aspettare a braccia conserte fino quando dalle scale non comparve una ragazza bionda con due buste della spesa in mano.

-Come mai hai suonato? Hai di nuovo dimenticato le chiavi per caso? - disse la ragazza guardando male la bionda che avrebbe preferito partire per il Messico in quel momento più tosto che sentire la ramanzina della sorella.

-Dai Mary, non ti arrabbiare, ti prometto che non le dimenticherò più- esclamò la bionda con aria innocente.

-Tanto è inutile parlare con te Georgie, abitiamo qui da un anno è dimentichi costantemente le chiavi, se non fosse per Régine che dimentica il portone aperto, quando il palazzo è vuoto tu rimarresti chiusa fuori. Comunque dov'è Théo? - chiese Mary mentre sua sorella svuotava le buste.

-Stava parcheggiando, dovrebbe arrivare a momenti-.

Neanche a dirlo e dalla porta entrò un ragazzo castano riccioluto con in mano un'altra busta

-Avevi dimenticato questa in macchina- disse mentre si dirigeva verso la bionda, lasciandole un veloce bacio sul collo, per poi poggiare la busta sul tavolo.

- Grazie Théo, ogni volta è un casino con questi eventi, soprattutto quando non hai una macchina e quando qualcuno si dimentica che è il suo turno di fare la spesa- disse a voce un po' più alta per farsi sentire dalla sorella che era nuovamente pronta a scappare per il Messico- non so che faremmo senza di te-

-Probabilmente morireste di fame- rispose ironicamente Théo andando a sedersi sul divano venendo poco dopo raggiunto da Georgie.

Poco dopo la porta si spalanco ed entrò un ragazzo corvino con gli occhiali che si massaggiava la testa con aria sconsolata.

-Tu le chiavi invece non le scordi mai- disse Mary.

Il ragazzo le andò accanto ignorando ciò che lei aveva appena detto.

-Vi prego aiutatemi, posso rimanere a dormire qui? –

-Che è successo? Non dirmi che ne ha rimorchiata un'altra- disse la bionda guardando il corvino con una faccia tra il divertito e lo stupito.

-Già, all'evento qui sotto. È' incredibile, ho una coinquilina che rimorchia più di me-

-Hey, attento o lo dico a Juliette- esclamò Théo ridendo

-Grazie Théo, tu si che sei un amico- rispose il covino ironicamente.

-Di niente Fede, e ricorda che lei è pur sempre mia cugina-

Mary Guardò Fede e sospirò -Certo che puoi rimanere, dopotutto sei o non sei il mio migliore amico? -

-E dopotutto non ci hai regalato il divano-letto apposta? - domandò ironicamente Giorgia dal divano.

-Grazie vi adoro- disse Fede- Comunque solo una domanda, c'è la birra? -

-Ops! - esclamò Georgie stringendosi al fidanzato per paura della reazione della sorella.

Mary fece un respiro profondo passandosi le mani tra i capelli -Ok, cercherò di stare calma, non mi arrabbierò lo prometto- ma la promessa non durò molto e subito si sentì l'urlo della castana che esclamava "TI AVEVO DATO UNA LISTA!".

Gli altri tre la guardarono spaventati, come se per un attimo la ragazza fosse diventata il diavolo in persona.

-Comunque Fara mi ha dato una confezione avanzata da tre che si deve consumare entrò lunedì- disse Mary dopo essersi calmata.

-Non preoccuparti, quelle non arrivano neanche a domani-

Fede si fiondò subito verso la cucina delle due ragazze seguito dalla castana che mise nel forno due delle pizze surgelate che la sorella aveva acquistato.

-Pizza surgelata? Ma non vi faceva schifo a causa delle vostre orini italiane-

-Sono pigra per cucinare a quest'ora e poi non mi fa' schifo, e mia nonna non dovrà mai venirlo a sapere-

La ragazza accese il forno portandolo a 200° gradi e impostando il timer mentro il suo migliore amico era appoggiato al frigo chiuso che si scolava un bottiglia di birra

-Ah, sei sempre il solito- Esclamò la ragazza guardando un po' male l'amico-Controlla le pizze, ti aspetto in salotto. E lasciami un po' di birra –

Urlò mentre andava andò verso il piccolo salotto dell'appartamento per sedersi sul divano ad angolo blu lontana dalla coppietta.

Recuperò il telecomando ed insieme agli altri due si mise a scegliere qualcosa da guardare.

-Ecco le pizze! -

Fede uscì dalla cucina con in mano due piatti di piazza fumanti che poggiò sul tavolino di fronte al divano per poi sedarsi di fianco alla sua migliore amica.

-Le hai addirittura tagliate. Wow, sono shoccata- esclamò Georgie sarcastica.

-Hey, non mi sottovalutare biondina. Allora, cosa guardiamo? -

-Non lo so'- disse Mary sbuffando- tu che proponi? -

-Teen wolf-

Giorgia guardò i due esasperata

-No, basta, voi due l'avete rivista 4 volte negli ultimi 6 mesi-

-Erano solo 3 volte sorellina, e poi l'abbiamo vista sola una volta in lingua originale-

Alla fine, dopo una breve discussione, Georgie e Théo si rassegnarono e Mary e Fede fecero partire la quinta stagione di teen wolf, la loro preferita, in inglese.

Mentre i ragazzi divoravano la pizza la porta dell'appartamento si aprì nuovamente, questa volta entrò una ragazza dai capelli lilla raccolti in uno chignon.

-Io vi devo togliere le chiavi- esclamò Mary guardando male la ragazza dagli occhi verdi appena entrata.

-Hey, fate una festa e non mi invitate? -

-Credevamo che fossi impegnata Céline, Fede è venuto qui a chiedere asilo-

Disse Théo rivolto alla ragazza appena entrata.

-Infatti! Mi hai mandato un messaggio e mia detto di sparire dall'appartamento-

Il ragazzo guardò con aria confusa la coinquilina mentre lei li raggiungeva sul divano

-Infatti ero impegnata, poi ho scoperto che quella cretina era fidanzata e quindi l'ho mandata a quel paese. Non voglio essere l'amante di nessuno-

Mary guardò la ragazza sorridendo e asciugandosi una finta lacrima esclamando ironicamente un "Sono così fiera di te" mentre Fede al suo fianco sorrise a quel gesto.

Céline si andò a sedere accanto a Fede rubando una fetta di pizza e mettendosi a guardare anche lei teen wolf.





Allora cosa ne dite? Potrebbe piacervi come storia?

Secondo voi dovrei pubblicarla?

Ripeto, questo é solo il prologo e poi io non sono ancora molto brava a scrivere, quindi é normale che faccia un po' schifo.

Comunque, visto che vi voglio bene, vi metto quì alcuni aesthetic che ho fatto per i personaggi di questa storia.


Allora? Vi siete fatti un'idea di questi personaggi dagli aesthetic?

Se sì, vi piacciono? Vi incuriosiscono?

Questa comunque era l'ultima cosa per oggi.

Spero di "rivedervi" presto. Noi vi salutiamo per il momento.>>

Sciauuu!!!❤❤

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