Capitolo IV : Alalia de proelio
Attalo stava seguendo Franciscus ormai da giorni, i loro piedi erano ben più svelti di quelli umani ma fu comunque un viaggio faticoso.
Raggiunsero la riva, le onde del mar tirreno andavano a frantumarsi sugli scogli della Sicilia, « Adesso dovremo proseguire a nuoto, non è un problema per degli esseri come noi! » Disse Franciscus pieno d'orgoglio, Attalo che per giorni se n'era stato zitto si azzardò a chiedere « Cugino, qual'è la missione? »
« Dei profughi di Focea si sono stabiliti ad Alalia per sfuggire alla morsa di Ciro secondo di Persia, il nostro esercito collabora con i Cartaginesi per respingerli. E noi, in tutto questo chiasso, mentre le navi si cozzano e gli uomini muoiono abbiamo l'opportunità di nutrirci. Ciò ti servirà anche per imparare a combattere, sul campo intendo, io cercherò di far vincere i nostri. Chiaro e semplice, no? »
« Sembrerebbe »
« Bene, Muoviamoci allora! ».
I due si immersero e più veloci del vento si diressero nel luogo della battaglia.
Un'ora dopo Iniziarono a scorgere delle navi sopra le loro teste,
Uno dei soldati cadde in mare, e Attalo ne approfittò per nutrirsi,
Affondò i denti nel ferro dell'armatura, e dopo averla squarciata si gustò la morbida e squisita carne, al contatto con il cadavere la sua temperatura corporea si alzava, segno che v'era ancora un po' di anima all'interno del corpo dell'uomo senza vita. Il giovane strappò un braccio del pover'uomo e lo diede a Franciscus, quel braccio era per Qualcun'altro, anche suo fratello Celio doveva nutrirsi in fondo.
Attalo iniziò a mettere la testa fuori dall'acqua :
Ammirò le navi Etrusche, lunghe trenta metri, con un rostro che toccava l'acqua sulla prua.
Le navi da guerra speronavano quelle dei Focei, il rostro serviva a questo dopotutto.
Una delle navi Etrusche riuscì ad aprire una falla in quella avversaria. Gli Etruschi lanciarono dardi infuocati sui loro nemici, e dopo, dopo ci fu l'abbordaggio. Quindi v'era l'opportunità di combattere per il giovane Nascosto.
Conficcò le unghie nel legno della nave dei Focei : iniziò ad arrampicarsi grazie alle sue unghie diventate ormai grossi artigli per merito della fame.
Una volta sopra iniziò ad affondare i denti nel primo Foceo che vi trovò davanti a sé.
« Cos'è quell'essere? » gridò qualcuno « Gli dèi! Gli Dèi! »,
Il Nascosto rise di gusto, è incredibile come l'uomo associ qualsiasi sciocchezza a un miracolo o a una punizione divina.
I Focei si facevano avanti con armi inastate, uno di loro provò a squarciare il corpo del giovane con un'alabarda, ma all'impatto con il corpo essa si spezzò in due.
« Non è possibile »
Il ragazzo sorrise, lasciando intravedere una fila di denti enormi, la sua bocca era altrettanto grossa, quando la preda aveva paura era molto più divertente.
Il povero malcapitato provò a fuggire « Immonda creatura! », stava per buttarsi in acqua.
Ma l'altro non ci pensò due volte ad afferrare quelle esili e fragili gambe umane, dopodiché gliele stroncò e lo tirò a sé.
Annusò l'aria che sembrava diversa rispetto a prima, i suoi sensi si stavano affinando per l'eccitazione, l'eccitazione dello spezzare le ossa della vittima.
Mentre quel patetico uomo si lamentava decise di finirlo spezzandogli l'ossa del collo,
chiuse gli occhi ormai senza vita di quel patetico umano e gli diede la pace.
« Memento mori. I tuoi amici ti raggiungeranno, nessuno dovrebbe scordare che v'è una fine a tutto. Memento mori », e iniziò a mangiare mentre le tre fazioni si uccidevano tra loro.
Ma si fermò di colpo, con la bocca ancora piena dei polmoni della preda:
vide una flotta di navi munite di un rostro aguzzo e di un ponte coperto indietreggiare, le navi erano veloci, impossibile non riconoscerle, navi Cartaginesi.
Ma perché si ritiravano? Anche le navi Etrusche si stavano ritirando. La battaglia era forse persa?
Per Attalo era tempo di immergersi e di tornare indietro, si tuffò in acqua, dopo un'ora Franciscus e lui si ricongiunsero, erano ormai tornati sulla riva della Sicilia.
« I nostri e i Cartaginesi hanno perso » Attalo si morse il labbro, non sapeva se era opportuno porre quella domanda
« Abbiamo fallito, dico bene? »
« Mi duole ammetterlo, ma sì, dici bene ».
***
I due Nascosti, inginocchio dinanzi al loro Magister, impossibile descrivere la frustrazione e la vergogna che Franciscus portava dentro di sé per quella sconfitta. Con le guance rosse dall'umiliazione parlò « Magister, abbiamo fallito, la battaglia è stata vinta dai Focei. Troppa pressione coloniale…erano troppi, io… io avrei voluto fare di più, io… » Strizzò i denti e chiuse le mani a pugno, trattenne le lacrime.
« Non vergognarti »
« Ma io ho fallito… »
« Non è stato tutto vano. Attalo » disse girando il capo verso il secondo Nascosto
« Sì Magister? »
« È il tuo momento. Io ti darò le posizioni e tu eliminerai i Focei, se avrai successo fermeremo il commercio greco da queste parti. I greci non sono nostri nemici, ma dietro al loro commercio vi sono gli Oscuri. »
« Lei mi dia le posizioni e io colpirò, veloce come Artume »
« Ammiro il tuo zelo, per il momento riposa, colpirai al momento opportuno »
« Come desidera, Magister ».
All'interno del tempio v'erano più di una trentina di Nascosti, tutti loro avevano appena svolto le loro missioni, missioni che avrebbero cambiato le sorti di Etruria, missioni che avrebbero scritto la storia.
Attalo azionò una leva nascosta nella fredda e logora parete del tempio, il muro si aprì formando un corridoio con trentatré stanze.
Una volta fatto ciò fissò Franciscus e con un tono che lasciava trasparire tutta la sua preoccupazione chiese « Hai dato il braccio a Celio? Franciscus, dimmi che mio fratello si è nutrito! »
« Sì, si è nutrito, sta bene, non preoccuparti ».
Avanzò verso la terza stanza, e aprì la porta in pietra,
Sua fratello era disteso nel proprio giaciglio in paglia, dormiva, per fortuna stava bene.
Attalo sorrise, ciò che faceva lo faceva soprattutto per offrire un riparo al piccolo Celio, e lo confortava il fatto di sapere che stava bene, che la fame non aveva ancora preso il sopravvento su di lui. Un bambino così ingenuo, non meritava tutto quel dolore, il mondo con loro era stato troppo crudele.
« Dormi bene, Celio » disse tra sé e sé prima di uscire, chiudersi la porta dietro e dirigersi verso la propria stanza.
Presto Aquilino gli avrebbe dato l'ordine di agire, e fu proprio in una di queste missioni che Attalo trovò il libro, il libro che lo portò a me.
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