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Gli occhi blu di uno Zingaro

Quando Jessika lo vide aveva una tuta blu e grigia. Il pizzetto nero perfettamente delineato incorniciava il suo viso color latte, stranamente troppo sbiadito per il paese da cui proveniva. Uno zingaro, così le parve, ma solo perché si accompagnava a una donna chiaramente di quelle origini. I vestiti di lei infatti erano proprio quelli usati dagli zingari. Gonnelloni fin troppo larghi e fin troppo lunghi e anche fin troppo colorati. Capelli neri che intrecciandosi in un groviglio giungevano oltre la vita. E pelle scura che pareva macchiata. La donna lo comandava a bacchetta, mentre nel supermercato era già di fronte alla cassa numero 13.

Probabilmente aveva scordato qualcosa e in una lingua indecifrabile indicava al bel giovane la corsia dove lo avrebbe trovato. Lui eseguiva semplicemente gli ordini. Con un sorriso. Un viso così limpido e un'espressione così serena che pareva non aver alcun problema.

Questo la colpì. La lasciò quasi incantata. Si sorprese a scoprire che per tutto il tempo era rimasta lì a fissarlo, in fila, appena dietro di loro.

Lui le sfilò davanti, portando un pacchetto alla donna dai lineamenti calcati, quasi mascolini, che lo prese e lo appoggiò sul nastro mobile prima che ne fosse scannerizzato il codice a barre.

Non riusciva a capire che sensazione provasse. Lo guardava e pensava che lui pareva non essere lì. Infatti i suoi occhi non incrociavano né quelli della donna, né quelli della cassiera impegnata a fare palloncini rosa con la sua gomma da masticare, e tanto meno i suoi. Sembrava estraneo a tutto quello che lo circondava.

Estraneo, ma tranquillo. Per nulla imbarazzato. E sorridente. Stranamente sorridente, si ripeteva.

La donna prese un borsello tutto nero, di pelle un po' scorciata e pagò alla cassiera con tante piccole monete mentre la gente in fila si spazientiva e giungevano ai suoi orecchi sprezzanti mormorii, poi misero tutto in una busta e si diressero all'uscita.

Non riuscì a seguirlo mentre varcava le porte mobili, perché immaginava che la colonna di persone dietro di lei fosse già abbastanza seccata nell'attesa che fossero contate tutte quelle monete e quando uscì fuori, nel parcheggio, era già sparito.

Pensò che non l'avrebbe visto mai più. Che fosse in città solo di passaggio e avesse fatto una tappa per comprare qualcosa da mangiare. Pensò che non avrebbe scoperto mai cosa si celava dietro quel viso spensierato, dietro quegli occhi profondi ma impenetrabili, dietro a quel ragazzo che in un solo istante l'aveva incantata.

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