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35 - In missione

Corey ha messo fine alla nostra relazione. Non riesco a smettere di piangere.
«Domani sarà una giornata lunga e faticosa; Dave non ci darà un attimo di tregua, dovresti andare a riposare.» Volto appena la testa e mi rendo conto di avere davanti Brad.
Decido di ignorarlo e lascio che i ricordi continuino a travolgermi. Singhiozzo e il ragazzo, seccato, si avvicina a me e mi rialza da terra prendendomi dalle braccia. Mi trascina, noncurante delle mie proteste, verso la mensa. Si chiude la porta della stanza alle spalle, mi fa sedere e poi si accomoda accanto a me. «So che hai discusso con Corey.»
«Ci hai spiati?» , chiedo, irritata. Mi asciugo le lacrime e inizio a fissarlo.
Imbarazzato, abbassa il capo e si passa una mano fra i capelli castani. «Volevo raggiungere la mia camera, ma stavate litigando davanti all'ascensore. Mi sembrava scortese interrompervi e mi sono nascosto, ma urlavate e ho comunque sentito tutto.» In difficoltà, si morde il labbro inferiore. «Lo supererai.»
«Non ho chiesto il tuo parere» , dico, infastidita dal fatto che stia svalutando il problema. «E poi, non puoi saperlo. Non conosci bene noi e nemmeno la nostra storia.» «E' vero» , ammette. I suoi occhi azzurri, adesso, sono puntati su di me. «Ma ho capito che tu e i tuoi amici siete persone forti. State reagendo relativamente bene a ciò che sta capitando. Insomma, le vostre vite, da quando vi abbiamo portati qui, sono cambiate radicalmente, ma state cercando di adattarvi alle novità e ci state anche dando preziosi aiuti. Non tutti sarebbero stati capaci di farlo. E' per questo motivo che so che non ti butterà giù una rottura e poi, finché c'è vita c'è speranza. Magari, riuscirete a risolvere i vostri problemi e tornerete insieme.»
«Di solito, sei insopportabile» , gli ricordo. «Perché, ora, mi stai dicendo queste cose?» Sospira e inizia a giocare con i laccetti della sua felpa. «I miei genitori sono morti in un incidente stradale. Ho sofferto molto, ma non potevo far altro che abituarmi alla cosa. Vorrei che nessuno stesse male come lo sono stato io e cerco sempre di far capire a chi prova dolore che, fino a quando non c'è di mezzo la morte, tutto può essere risolto.»
Mi ritrovo ad osservarlo senza saper bene cosa dire. Mi ricorda Corey. Mi viene spontaneo prendergli una mano. «Brad, non lo sapevo» , mormoro, dispiaciuta.
Si divincola dalla mia stretta e forza un sorriso. «Sono passati parecchi anni da allora, l'ho superato» , tenta di terminare la conversazione. Si alza dal suo posto e si avvia verso la porta. «Spero soltanto che il mio discorso ti serva a qualcosa. Ora, corri a dormire. Ci aspettano intense ore di allenamento.» Lo ringrazio e lo guardo uscire dalla mensa.

Adrian frena di colpo. Schizzo in avanti, colpisco il sedile del guidatore con una testata e apro gli occhi. Il ricordo della mia conversazione con Brad, avvenuta poco meno di quarantotto ore fa, svanisce dalla mia mente. Mi concentro su ciò che ho intorno. Intravedo delle palazzine dal finestrino. Siamo arrivati a destinazione? E' forse questo il paese vicino Nottingham in cui Ares, Pierce e Dorian si stanno nascondendo con i loro complici?

«Siete pronti, ragazzi?» , domanda Letha, carica più del solito.

Corey si limita ad annuire. Non riesco ancora a credere al fatto che abbia convinto Dave a farlo partecipare alla missione.

Schivo il pugno di Léon e colpisco con un calcio la sua gamba portante per farlo precipitare al suolo. Si mette seduto e sorride. Gli tendo una mano e lo aiuto a rialzarsi. «Stai migliorando, ragazzina» , commenta. «Sono diventata più brava di te, puoi ammetterlo.»
Prendendomi alla sprovvista, mi afferra dai fianchi e mi schiaccia contro il suo torace. Mi circonda la vita con entrambe le braccia per impedirmi di scappare. «Mai abbassare la guardia» , mi ricorda.
Lo guardo con aria di sfida. «Potrei tirarti una testata per liberarmi, ma non ho intenzione di farti male. A Dave serviamo entrambi integri per la spedizione.» Partiremo esattamente domani alle prime luci dell'alba.
Vedo Corey e Letha entrare in palestra. La rossa, allegra, saltella verso di noi. Il fratello, invece, ci rivolge una rapida occhiata e poi si avvia verso un bilanciere. Ho un bruttissimo presentimento. Perché vogliono allenarsi anche loro? Dave non li ha scelti per la missione. E' ancora così, giusto? «Letha, che cosa ci fate voi due qui?» , domando.
La ragazza mi sorride in modo smagliante. «Dave ci ha dato il permesso di partecipare alla spedizione. Sostituiremo altri due agenti.» Sbianco di colpo e perdo un battito. Devo parlare con Corey.
Léon, intuendo le mie intenzioni, continua a bloccarmi. Gli pesto un piede e mi lascia andare un attimo. Approfitto del momento per correre da Corey.
«Evie!» , mi richiama Letha, allarmata.
E' troppo tardi. Ho già raggiunto suo fratello. Il rosso lascia il peso a terra e si volta a guardarmi. Sorride perché, probabilmente, si aspettava una reazione del genere da parte mia alla notizia. Mi conosce perfettamente, ma non è una novità. Ha sempre avuto la capacità di capire i miei stati d'animo quasi come se fosse in grado di leggermi nel pensiero.
«Non puoi venire con noi.»
Ridacchia. «Posso e non hai il diritto di dirmi ciò che mi è concesso o meno fare. Non stiamo più insieme, te lo ricordi? Non hai più voce in capitolo sulle mie scelte.»
Le sue parole mi feriscono. Letha ci raggiunge. A forza, mi trascina via. Una lacrima mi riga una guancia. Non riesco a credere che il mio rapporto con Corey sia cambiato terribilmente nel giro di poche ore. «Non volevo ferirlo, Letha» , mormoro, quasi sul punto di piangere. «Volevo soltanto proteggerlo perché lo amo. Ho sbagliato, è vero, ma non era mia intenzione fargli del male.»
Lei, comprensiva, mi abbraccia. «Ti ama anche lui, Evie. Credi che abbia deciso di partecipare alla missione per farti arrabbiare?» Con gli occhi lucidi, la osservo. «Vuole partire con te per assicurarsi che non ti accada nulla di brutto. Non smetterà mai di proteggerti.»

Scendiamo dal furgone con la mappa dettagliata del paese che Adam ci ha stampato. La regge Brad e io e gli altri agenti lo seguiamo in silenzio.
Rex lascia l'auto con cui è venuto qui insieme a Rae. In giro non c'è nessuno, fortunatamente. Inizio a ricordare, durante il cammino, le istruzioni dateci da Dave.

Rae annota tutto ciò che il direttore del quartier generale sta dicendo su un taccuino. E' di nuovo bionda e credo che questo colore di capelli le stia meglio del precedente. Non riesco a non pensare alla faccia che farà Thomas quando la vedrà. Torneranno insieme o la odierà? In fin dei conti, i problemi che ha avuto a gestire la rabbia in questi ultimi mesi sono stati causati dai sensi di colpa che ha provato per non essere stato in grado di proteggerla da suo fratello, ma, in realtà, lei è viva e vegeta. Viva, vegeta e splendida.
«E' tutto chiaro, ragazzi?» Torno a fissare Dave. Evie, non è il momento di distrarsi. «Accederete alla struttura che ci ha segnato Chris sulla mappa dai sotterranei del paese. Non sarà piacevole camminare nelle fogne, ma, in questo modo, non darete nell'occhio. Non farsi notare, inoltre, è fondamentale. Dopo aver salvato Christopher e Thomas dovrete chiamare la polizia di Nottingham per farla arrivare all'edificio. Gli agenti si prenderanno il merito dell'arresto di Ares e dei suoi.» Si solleva un coro di proteste che Ozzy, subito, mette a tacere. E' l'agente più anziano in servizio e tutti lo rispettano. «Nessuno dovrà sapere, per ragioni di sicurezza, dell'esistenza di questo reparto speciale dei Servizi Segreti fino a quando non avremo la certezza di aver distrutto definitivamente l'organizzazione criminale di Dorian Evans» , si intromette nella conversazione anche Floyd.
Ho capito, in questi giorni passati qui al quartier generale, che lui è il braccio destro di Dave.

Il tanfo è insopportabile. L'acqua del canale che scorre alla nostra destra è di un colore simile al verde. Non ero mai stata all'interno di una fogna, ma avrei potuto anche vivere tranquillamente il resto della mia esistenza senza fare questa esperienza.
Camminiamo in fila indiana.
Siamo dieci agenti. Brad continua a guidarci. Mitch, dietro di lui, si guarda costantemente intorno per paura che qualcuno, da un momento all'altro, possa attaccarci. Rex, agitato, non toglie nemmeno per un attimo gli occhi di dosso a Rae. Shaw gioca con il suo pugnale. Quel ragazzo continua a spaventarmi, ma ad Alex piace tanto e mi ha anche chiesto di tenerlo sotto controllo oggi. Leanne, sua sorella, non sembra affatto turbata. Anzi, se possibile, pare stia aspettando con ansia che qualcuno ci salti addosso. Ama combattere. Léon mi cammina avanti, Corey, invece, dietro e Letha chiude la fila. Siamo un bel gruppo.

«Siamo quasi arrivati» , ci annuncia Brad.

«Perché nessuno controlla i sotterranei?» , si lamenta Leanne.

«Evidentemente, abbiamo a che fare con un branco di idioti» , suggerisce Shaw.

«Come non detto» , mormora, improvvisamente, Mitch.

C'è una rientranza nella parete alla nostra sinistra. Sicuramente, da lì parte un corridoio che non riesco ancora a vedere. Rex raggiunge il padre di famiglia e Brad e spinge Rae verso me, Léon e i Collins. Shaw si fa improvvisamente serio e corre verso il resto del gruppo.
Leanne segue il fratello e la vedo sorridere.

«Ci sono degli intrusi!» , grida una voce maschile a me sconosciuta.

La ragazza inizia un po' a sgranchirsi le braccia.
«Colleghi, lasciate fare a me.» Si addentra correndo nel corridoio e scompare dal mio campo visivo.

Brad, Shaw e Mitch la seguono a ruota. Corey porta le dita sulla pistola nascosta nella tasca posteriore dei pantaloni, ma Rex gli intima di fermarsi. «Non hanno armi» , lo informa.

Il fratello di Letha sorride. «E noi siamo dei signori, giusto, Rex? Non ci piace vincere in modo sleale. Che combattimento corpo a corpo sia.» Dà una pacca sulla spalla a Léon che ghigna.

«Buttiamoci nella mischia, amico» , dice il fratello di Chris.

Si avviano correndo verso gli altri e Rex li segue. Resto sola con Rae e Letha.

«Non ho intenzione di perdermi il divertimento» , ci informa la rossa.

Raggiunge gli altri e io e Rae facciamo lo stesso.
Le guardie sono sei. Mitch, divertito, se ne sta fermo a braccia conserte con Shaw e Brad accanto a guardare Leanne mettere a tappeto un omone alto il doppio di lei. Rae corre ad aiutare Rex che sta combattendo contro un signore robusto con la testa rasata. Letha butta giù il suo avversario e lo stesso fa Léon. Corey sta lottando come gli altri, ma, fortunatamente, non lo vedo in difficoltà.
Una delle guardie corre verso di me. Iniziamo a combattere anche noi.
Schivo i primi suoi due pugni, ma riesce a darmi una ginocchiata nello stomaco. Mi piego in due per il dolore, ma non mi arrendo. Prova a colpirmi di nuovo, ma, prontamente, blocco la sua mano e gli mordo un braccio. Mugugna per il dolore e mi spinge via come se fossi un fastidioso insetto. Mi riprendo, corro verso di lui e lo colpisco allo sterno con una gomitata. Indietreggia e si ritrova con le spalle al muro.

Corey, correndo, ci raggiunge. Gli salta addosso e lo atterra. Gli dà un pugno e si rialza. L'uomo tossisce e sputa sangue. «Non provare mai più a toccarla.»

Lo ringrazio, ma lui non sembra scomporsi. Mi dà le spalle e torna da Léon. Quando lo raggiunge, noto che gli scappa un sorriso che subito si affretta a nascondere e, per un attimo, mi sento felice e piena di speranza. Magari, le cose fra noi, un giorno, si sistemeranno davvero.

«Andate avanti, ragazzi» , ci dice Mitch. «Io, Letha e Shaw, intanto, legheremo questi sei.» Sfila dalla tasca di una delle guardie un mazzo di chiavi che lancia a Brad. Aprono sicuramente il cancello nero e metallico a pochi passi da noi che collega i sotterranei all'edificio in cui si stanno nascondendo Ares e gli altri.

Ascoltiamo il padre di famiglia e, in silenzio, ci avviciniamo al portone che Brad spalanca. Ci ritroviamo in una piccola stanzetta vuota e quadrata dalle pareti grigie e sporche. Di fronte a noi c'è un altro cancelletto dietro a cui si intravede una scalinata abbastanza ripida.
Ci siamo. Pochi passi ci separano da Thomas, da Chris e dai criminali che ci stanno rendendo la vita impossibile.

«Siete pronti?» Rex è agguerrito.

«Sì, andiamo» , gli risponde Rae.

Brad apre il cancello e passa per primo.
Gli altri, ad eccezione di Corey, lo seguono. Il rosso mi guarda per un istante e poi torna a concentrarsi sulle scale. Fa per salire il primo gradino, ma poi si ferma.
Confusa, lo osservo in silenzio.
Torna indietro, mi spinge contro la parete e mi bacia. Gli passo le dita fra i capelli mentre lui mi accarezza la schiena. Il cuore mi sta esplodendo nel petto. Corey si allontana da me e fa combaciare le nostre fronti. «Sono furioso» , mi informa. Mi limito ad annuire in silenzio e trattengo a fatica un sorriso perché non voglio farlo arrabbiare ulteriormente. So che sta cercando di dirmi qualcosa di serio. «E non ho cambiato idea su di noi, ma ti amo, a prescindere da tutto, a prescindere da ciò che provi per Thomas, e voglio che tu lo sappia perché non è questo il momento giusto per fare l'orgoglioso. Non sappiamo cosa ci aspetta.»

«Ragazzi» , ci chiama Brad. Scende le scale a due a due per tornare da noi. Mi sorride e io ricambio. Corey, confuso, guarda prima lui e poi me. «Dobbiamo andare» , ci ricorda.

Senza protestare, lo seguiamo. Ci ritroviamo davanti, terminate le scale, l'ennesimo portone metallico che Brad si affretta ad aprire. Mettiamo piede, finalmente, all'interno del nascondiglio. Il pavimento è giallo, come le pareti, e lucido.
Mi guardo un po' intorno. Ci sono delle scale sia alla nostra destra che alla nostra sinistra e un corridoio per ambo i lati poco prima di esse.

«Dobbiamo dividerci» , propone Rex. «Leanne, tu verrai con me, Brad e Rae a cercare il condotto di ventilazione in cui spargeremo la polvere soporifera che ci ha affidato Chase per mettere tutti a tappeto. Indossate le maschere che ci ha preparato Selene, ragazzi.»
Annuiamo e ci copriamo tutti il naso e la bocca.

«Evie e gli altri, invece, dove andranno?» , domanda incuriosita Rae.

«A cercare Thomas» , le risponde il poliziotto.

La bionda inizia a protestare. «Voglio andare con loro a riprendere Tom.»

«Vuoi fargli venire un infarto? Non abbiamo abbastanza tempo per soccorrerlo. Dobbiamo far arrivare qui la polizia, non un'ambulanza. Gli dirai che sei viva una volta arrivata al quartier generale» , si intromette nella conversazione anche Brad.

Lei sbuffa, ma capisce la situazione e non dice altro.
Ci dividiamo.
Io, Léon e Corey imbocchiamo il corridoio alla nostra sinistra e gli altri, invece, raggiungono la scalinata alla nostra destra. Io e i due coinquilini ci ritroviamo davanti un omone che sorveglia una porta. Léon e Corey corrono verso di lui e lo mettono a tappeto prima ancora che possa gridare per chiedere aiuto. Prendiamo un mazzo di chiavi dalla sua giacca e lo usiamo per aprire il portellone alle sue spalle. Sposto Léon per passare quando mi ritrovo davanti Thomas imbavagliato e legato ad una sedia.
Mugugna e inizia a muoversi sul posto quando ci vede. Lo raggiungo e lo abbraccio. Gli prendo il volto con le mani e con gioia constato che non ha nemmeno un graffio.

«Tu» , gli sento dire.

«Sì, sto bene. Ti spiegherò tutto più tardi.»

Corey, alle mie spalle, tossisce. «Ci aiuti a spostare questo tizio nella stanza? Prima che arrivi qualcuno, magari.»
Senza dire nulla, torno da lui e Léon. Trasciniamo l'omone nella cella di Thomas e ci chiudiamo alle spalle la porta. «Slegalo, Léon» , gli dice Corey, indicando il mio capo con un cenno della testa.

Il fratello di Chris si sfila un coltellino dalla tasca dei pantaloni. Guarda la lama e ghigna. «E basta? Non vuoi che gli faccia altro? Neanche un graffietto? Insomma, guardalo, è indifeso.»

Thomas sbianca di colpo.

«Léon» , ringhio, infuriata.

Corey, sconsolato, scuote il capo e gli dice di liberarlo senza danneggiarlo. «Va bene, amico, ma poi non lamentarti. Se lo avessi sfregiato, avresti avuto più possibilità con la tua bella» , lo sento sussurrare.

«Léon!» , gli urlo contro.

«Sbrigati!» , lo incita a procedere Corey.

Lo sbruffone, divertito, solleva le mani in segno di resa e si avvicina a Thomas.

«Maledizione, hanno avvelenato l'aria!» Una voce maschile proviene dal corridoio. Allarmati, ci voltiamo tutti.

«Non starai esagerando? Gli altri, in fin dei conti, si sono soltanto addormentati.» Questa, invece, mi sembra una ragazza.

«Ci sei o ci fai? C'è sicuramente un intruso nel nostro nascondiglio. Sbrigati, corri a controllare il prigioniero!»

Terrorizzata, inizio a tremare. Léon libera Thomas dalle corde. «Tieniti quel bavaglio. Ti servirà per proteggerti dalla polvere soporifera» , gli dice.

«Preparatevi a combattere» , sussurra Corey. Mi si para davanti mentre la porta della stanza si spalanca.

A pochi passi da me, adesso, c'è una ragazza. Ha gli occhi color cioccolato e i capelli scuri, lunghi ed ondulati. Mi fissa e non batte ciglio. «Non c'è nessuno qui!» , urla all'uomo che l'accompagna senza mai spostare lo sguardo da me.

Sto trattenendo il fiato. Non capisco il perché delle sue parole. Non dovrebbe essere una degli alleati di Dorian?

«Resta tu a controllare il ragazzo, Cassie!»

Lei si volta un attimo e annuisce a qualcuno. Subito dopo, entra nella stanza e si chiude la porta alle spalle. Mi viene spontaneo indietreggiare. Io e gli altri ci raggruppiamo e, in silenzio, la osserviamo.

«Chi sei?» , le chiedo.

Sorride. «Ci siamo già incontrare alla fabbrica il giorno dello scambio. Quella volta, però, avevo una maschera. Mi hai salvato la vita e i tuoi amici mi hanno risparmiata» , spiega. Guarda per un attimo Léon e Corey e poi torna a concentrarsi su di me. «Vi dovevo un favore. Grazie ancora.»

Chiudo gli occhi e mi sforzo di ricordare l'avvenimento.

Mi ritrovo nel piccolo atrio di prima con la balaustra, su cui è rimasta soltanto una guardia, alle spalle. Punta il suo fucile verso di me e spara. Mi tuffo a terra e il proiettile colpisce una parete. Deglutisco e porto le dita sul grilletto della mia arma. Devo colpire anche io. Mi tremano le mani. Mi alzo dal mio posto e torno sulla balaustra. Prima che possa partire un colpo, un tonfo ci scuote e ci fa cadere al suolo.
Le cariche esplosive.
Il fucile della guardia scivola giù dal ponticello metallico e cade al piano inferiore. La balaustra scricchiola e traballa. La guardia, intimorita, non avanza. Ho il terrore che la struttura possa cadere da un momento all'altro. Getto a terra il mio fucile. «Corri! Sta per crollare tutto!» , grido.
Si alza dal pavimento e si dirige a passo spedito verso di me. Pezzi del ponte metallico si staccano dalla parete e precipitano giù. Il sostegno sotto ai piedi della guardia cade, ma mi sporgo in avanti e afferro la sua mano prima che possa precipitare. «Resisti!»
Cerco di indietreggiare e di portarla al sicuro, ma non mi bastano le forze. Per il peso che sto sostenendo, il mio corpo si inclina verso il vuoto.
«Sto scivolando!» E' una ragazza. La stessa, vista la voce, che, involontariamente, prima ci ha detto delle bombe. Non la lascerò morire. Non voglio. Di questo passo, però, precipiteremo insieme.
«Evie!» E' Corey. Lo guardo con la coda dell'occhio. Mi porta le mani sui fianchi e mi tira indietro. Anche Léon ci raggiunge.
Con il loro aiuto, riesco a trascinare al sicuro la ragazza. Seduta a terra, riprende fiato. Intimorita, fissa i fucili abbandonati sul pavimento. Non prova a prenderli. «Grazie» , mormora. Si alza in piedi e corre via.

«Tu» , mormoro.

«Mi chiamo Cassie» , si presenta.

«Hai tradito i tuoi amici perché ci dovevi un favore?» , chiede, confuso, Léon.
Scettico, inarca un sopracciglio. Cassie è davvero bella. Mi domando come mai lo sbruffone non abbia ancora fatto uno dei suoi soliti apprezzamenti.

«Io non ho amici, sono sola al mondo, e non devo nulla a questa gente. Dorian mi ha ingannata. Mi ha convinta a collaborare con lui, ma ho scoperto, sentendo due guardie parlare l'altro giorno, che suo padre ha ucciso i miei genitori. Tutti questi criminali meritano di marcire in galera. E io con loro, in fin dei conti. Non ho fatto del male a nessuno, ma chissà cosa sarebbe successo a lungo andare.»

«Bella e intelligente» , commenta Léon. «Hai anche qualche difetto?»

Ecco, prevedibile. Roteo gli occhi, seccata, e lo colpisco con una gomitata.

«Ci hai risparmiati, Cassie. Non sei come loro, c'è per forza del buono in te» , le dico.

Abbassa lo sguardo senza proferire parola.

«Mi dispiace interrompervi, ragazze» , cattura la nostra attenzione Corey. «Ma ti ricordo, Evie, che dobbiamo recuperare Chris e chiamare la polizia.»

Inizia a comporre il numero del commissariato di Nottingham sul cellulare che gli ha lasciato Chase. Un filtro modificherà la sua voce.

«Vi aiuterò a salvare il vostro amico. So dove si trova. E' stato sempre gentile con me da quando è arrivato qui. Devo molto anche a lui» , mi informa Cassie.

Corey, intanto, inizia a parlare con un poliziotto. Gli dice di raggiungerci e non ci mette molto a convincerlo. Fa il nome di Dorian e Ares e, subito dopo, inizia a dare indicazioni per arrivare a questo edificio. Chiude la chiamata, pulisce con un fazzoletto il telefono più volte per non lasciarvi sopra impronte digitali e lo butta a terra.

Léon lo calpesta fino a distruggerlo e poi sorride. «Nessuno saprà di noi, proprio come vuole Dave.»

Cassie, confusa, ci osserva, ma non fa domande.
Corriamo fuori dalla stanza e iniziamo a seguirla. Saliamo una rampa di scale e ci ritroviamo in un altro corridoio. Alcuni uomini sono distesi a terra. Intravedo anche Dorian svenuto in fondo al corridoio e non riesco a trattenere un sorriso.

«Brutto bastardo, passerai il resto della tua vita in carcere insieme a tuo padre» , affermo, nonostante non possa sentirmi.

«E al mio» , gongola Léon.

Cassie entra in una stanza. Sbatto contro la sua schiena quando si ferma sul posto perché si accorge che alcune guardie sono ancora sveglie perché si sono coperte il volto con delle maschere.
Corrono verso di noi. Le danno della traditrice, ma non le importa.
Combatte. Prende gli omoni a calci. Lottiamo anche io e gli altri.
Grido quando, alla sprovvista, uno degli scagnozzi di Dorian mi colpisce una gota con un pugno. I miei amici, preoccupati, fanno per intervenire, ma l'uomo si ritrova a terra prima ancora che gli altri possano raggiungerci.

«Chris» , mormoro, allegra, alla vista del ragazzo. Mi ha salvata.

Léon mette a tappeto il suo avversario e poi corre ad abbracciare il fratello. Entrambi, felici di rivedersi, trattengono a stento le lacrime per l'emozione. Thomas e Cassie sconfiggono il resto delle guardie. Corey comunica, tramite un microfono attaccato alla giacca, agli altri agenti di lasciare l'edificio perché sta arrivando la polizia.
Abbandoniamo di nuovo tutti il palazzo passando dai sotterranei. Una volta fuori, raggiungiamo un vicolo in cui Adrian ha parcheggiato il furgone dentro cui ci stanno aspettando già Letha, Shaw, Brad, Leanne e Mitch. Rex e Rae sono già partiti ed è una fortuna perché questo ci ha permesso di evitare l'incontro fra lei e Thomas. Dico a Cassie di venire con noi, ma la ragazza scuote il capo.

«Ho commesso degli errori, non potete portarmi con voi. Non faccio parte dei buoni.»

«Ci hai aiutati, Cassie, possiamo lasciarci il passato alle spalle» , tento di convincerla.

«Farò del bene per espiare le mie colpe e, magari, un giorno ci rincontreremo.»

Non voglio insistere ulteriormente. Mi avvicino a lei e le do un abbraccio. Inizialmente, la sento irrigidirsi, probabilmente perché colta alla sprovvista, ma poi ricambia la stretta. Le rivolgo un sorriso smagliante e le tendo la mano.

«Mi chiamo Evie, Evie Gray. Cercami, semmai cambiassi idea e volessi unirti a noi.»

Mi stringe le dita, annuisce e mi ringrazia per l'offerta. Corre via subito dopo e io entro nel furgone.
Adrian mette in moto.
Léon, deluso, guarda Cassie fuggire. Il fondoschiena di Cassie, per la precisione. Letha lo colpisce con una gomitata. Lo sbruffone mugugna per il dolore, ma subito dopo scoppia a ridere.

«Sei gelosa?»

«Chi era quella?» , mi domanda la rossa, ignorandolo totalmente.

«Una brava persona» , le rispondo, sorridendo.

«Se può interessarti, fisso alla stessa maniera il tuo fondoschiena, Letha. Anzi, forse il tuo un po' di più» , continua a stuzzicarla Léon.

«E' vero, sei il mio migliore amico, ma prova di nuovo a fare apprezzamenti su mia sorella e ti assicuro che ti ruberò la Range Rover per investirti e fare retromarcia sul tuo cadavere» , lo minaccia Corey.

Thomas si volta a guardarmi. Gli rivolgo un flebile sorriso. Penso al fatto che fra poco incontrerà Rae e un brivido mi attraversa la schiena. Come reagirà?

«Chris, è tutto finito, perché mi sembri turbato? La polizia sta arrivando. Ares, Dorian e tuo padre andranno in carcere» , tenta di capire il perché della sua agitazione Brad.

Il mio amico si volta a guardarlo e sorride amaramente. «E' tutto finito? Mi prendi in giro, Brad? F. non era lì con loro e non sappiamo nemmeno la sua identità.» Tutti, confusi, puntiamo gli occhi su di lui. Chris sembra sbigottito. «Ragazzi, sul serio, non avete scoperto dell'esistenza dell'A.P.F. mentre ero via?»

Letha sgrana le palpebre. «Parla chiaro, Chris!» , gli grida, agitata.

A, P ed F sono le lettere che ho trovato incise in un anello a casa di Pierce, ora che ci penso.

«Secondo voi, cosa significa quella sigla? Sono tre nomi! Ve l'ho scritto anche nel messaggio che vi ho mandato!»

Inizia a recitare a memoria la sua lettera minatoria e a spiegarci il contenuto di essa.

Avete avuto un ammirevole coraggio al
casale, ma vi sconsiglio vivamente di
opporvi di nuovo a noi.
Mettetevi comodi
e guardateci trionfare.
Arriveremo a ciò che ha lasciato
Rae per Thomas con o senza chiave.
Evitate di agire, da ora in poi, o ci
sarà un massacro.

«A come Ares, P come Pierce ed F come non so chi.»

No, non voglio crederci. Non è ancora finita. La polizia, magari, arresterà la maggior parte dei delinquenti di questa fantomatica organizzazione criminale, ma non tutti.
Quello a piede libero potrebbe trovare il modo di liberare gli altri facendoci piombare nuovamente in un circolo senza fine di drammi.

«Forse, allora, nostro padre è stato veramente ucciso» , mormora Letha, sconvolta, voltandosi a guardare Corey.

-
Salve!
Si conclude, con questo capitolo, la quarta e penultima parte della storia.
Cassie, nel caso qualcuno se lo fosse chiesto, è interpretata da Selena Gomez.

Oltre al nuovo capitolo, la settimana prossima pubblicherò anche il teaser dell'ultima parte della storia. A presto!

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