34 - Un raggio di Sole
Schiudo le palpebre e mi rendo contro di essere in un'auto in movimento.
Istintivamente, mi porto le mani davanti agli occhi. Una è ancora imbrattata di sangue.
Sono viva?
Mi metto seduta e sussulto quando mi accorgo che alla guida del mezzo c'è Christopher. Mi guarda dallo specchietto e sorride. Subito dopo, torna a fissare la strada.
«Rilassati, non voglio farti del male.» Scettica, inarco un sopracciglio. «Faceva tutto parte del nostro piano. Dovevo indurre mio padre e Ares a fidarsi di me.» Mi tolgo la giacca di dosso e mi rendo conto che il proiettile di Chris è rimasto bloccato nella tasca situata all'altezza del cuore. Sento il poliziotto ridere. «Ringrazia Selene, una volta tornata al quartier generale. Ha realizzato lei quella divisa.»
Confusa, getto l'indumento accanto a me e mi aggrappo con entrambe le mani al suo sedile. «Mi devi delle spiegazioni» , dico.
«Prima di tutto, sì, non sei morta, ma credo che questo tu lo abbia già constatato da sola.» Sorride. «Nel taschino della giacca che, come vedi, non puoi aprire e che sembra unicamente di abbellimento, Selene ha inserito delle sottili lastre di metallo che hanno impedito al proiettile di raggiungere il tuo cuore. Fra di esse c'era un liquido, succo di ciliegia, per la precisione, che è fuoriuscito quando le ho forate con il mio colpo.»
Stordita, mi passo le mani fra i capelli. «Non ci hai traditi?»
Scoppia a ridere. «Assolutamente no, Evie. Tu e gli altri siete la mia famiglia.» Sorrido, confusa e commossa allo stesso tempo. «Ho scoperto dell'amicizia fra mio padre e Ares quando, al casale, io e Léon abbiamo trovato una foto che li ritraeva insieme ad una festa.»
Dal finestrino, intanto, vedo il mare. «Perché non sei venuto via con noi e sei rimasto lì con loro?» , domando, ansiosa di sapere.
Ridacchia. «Dammi il tempo di spiegare. Sono quasi a quel punto» , mi informa. «Insomma, dicevo, ho trovato questa foto e ho deciso di riavvicinarmi a mio padre per arrivare ad Ares e a suo figlio. Volevo scoprire la posizione del loro nascondiglio per andare a recuperare Alex e farli arrestare. Ho parlato del piano unicamente a Léon. Lo abbiamo escogitato bene insieme, anzi. Trovare Ares al casale è stato un colpo di fortuna. Ho approfittato dell'occasione per schierarmi subito dalla loro parte. Mi hanno messo costantemente alla prova. Mi hanno chiesto informazioni sul quartier generale e ho sempre risposto in modo sbagliato o vago. Non si fidavano di me e, per far cambiare loro idea sul mio conto, sono stato costretto a scrivervi una lettera minatoria e a spararti. Ho mirato al cuore perché ho riconosciuto subito la giacca che avevi addosso. Ha due bande rosse sul braccio sinistro, le hai notate? Selene non ha fatto altro che parlarmi per giorni della sua creazione. Era così soddisfatta del fatto che Dave avesse deciso di usarla come divisa per le missioni al posto delle vecchie uniformi.»
Mi sembra tutto così surreale e meraviglioso. «Perché Léon non ci ha detto nulla?» , chiedo, un po' seccata.
«Se vi avesse parlato del nostro piano, mi avreste lasciato andare con mio padre e Ares?»
«No» , mi viene spontaneo rispondere.
«Ecco, appunto» , dice, ridendo. Allunga una mano per prendere uno zainetto marrone dal sedile adiacente al suo. Me lo lancia e riesco ad afferrarlo al volo. «C'è una mappa lì dentro su cui ho segnato la posizione esatta del nascondiglio di Dorian e qualche panino, semmai ti fosse venuta un po' di fame.»
«Sei un genio» , commento, strabiliata. Tento di metabolizzare tutte le informazioni appena ricevute e mi rendo conto di una cosa essenziale. «Thomas?» Si rattrista e, agitata, inizio a scuotergli una spalla. «Dimmi che non gli hanno fatto del male, ti prego.»
«Sta bene» , mi rassicura. «Per ora, almeno» , precisa. «Rae gli ha ceduto l'eredità che vogliono. Lo costringeranno prima a passare a loro i soldi e poi, probabilmente, lo uccideranno. E' essenziale intervenire subito. Ares, mio padre, Dorian e i loro alleati dovranno finire in carcere entro la fine di questa settimana.» Chris ferma la macchina accanto ad un parco ridotto abbastanza male in cui ci sono dei ragazzini intenti a fare dei murales. «Ares e mio padre credono che, al momento, io mi stia liberando del tuo corpo. Non verranno a controllarmi perché a loro non importa poi molto di te. Sono troppo presi da Thomas, adesso. Devo raggiungerli nel loro nascondiglio.»
Il poliziotto si slaccia la cintura e io mi slancio in avanti per abbracciarlo. «Proteggi Thomas, ti prego.»
Mi accarezza i capelli. «Lo farò, te lo prometto.»
Ho gli occhi lucidi e un groppo in gola. «E bada anche a te stesso, mi raccomando.»
«Non mi torceranno nemmeno un capello, te lo posso garantire.» Ci allontaniamo e mi indica i writers con un cenno del capo. «Corri da loro, ti proteggeranno fino all'arrivo dei nostri agenti.» Alla vista della mia espressione riluttante, Chris scoppia a ridere. «Non dirmi che hai paura di quei ragazzini, ti supplico. Stiamo affrontando di tutto, sarebbe un po' ridicolo.»
Lo colpisco con una gomitata, ma neanche io riesco a trattenere una risata. «Non è che ho paura di loro, è che non li conosco. Chi ti dice che non cercheranno di derubarmi?»
«Abbiamo sorvegliato la casa dei nonni di Rae per giorni in attesa del vostro arrivo e ho avuto modo di fare amicizia con loro passando del tempo qui a Mablethorpe. Quando Polifemo saprà che siamo amici, ti terrà al sicuro.»
«Polifemo?» , domando, sempre più confusa.
«Ha una benda nera sull'occhio ed il più grande del gruppo. Lo riconoscerai subito.» I ragazzi, improvvisamente, si accorgono di noi, smettono di disegnare e iniziano a fissarci. Chris abbassa il finestrino e li saluta con una mano. «Ciao, Acciuga, come stai oggi?»
«Acciuga?»
Il mio amico si volta un attimo a guardarmi. «L'armadio di due metri» , spiega.
Mi accorgo del robusto e alto ragazzino con i capelli ricci e, perplessa, mi limito ad annuire. Abbraccio Chris un'ultima volta e poi scendo dall'auto con lo zainetto che mi ha lasciato in spalla. «Ti voglio bene, Chris.»
«Te ne voglio anche io.»
Mi sorride e poi riparte. A testa bassa, mi avvio verso il gruppo. Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e mi preparo a comporre il numero di Corey. Digito le prime cifre e poi le cancello. Non ho il coraggio di farmi sentire dopo essere scappata a sua insaputa per affrontare una missione suicida con Thomas.
«Vuoi stare qui a guardarci mentre disegniamo?»
Sollevo il capo. Un ragazzino con la testa rasata e una benda sull'occhio mi osserva in attesa di una risposta. Si avvicinano a noi altri suoi cinque compagni. A disagio, mi gratto la nuca.
«I miei amici passeranno a prendermi fra un po'. Posso sedermi da qualche parte ad aspettarli?»
Il probabile leader della combriccola mi indica con un cenno della testa una casetta di legno alle sue spalle. Ringrazio e, in silenzio, la raggiungo. Entro dentro e mi siedo su uno sgabello di plastica rosso. Ci sono delle bombolette spray sparse qua e là per la stanza. Mi rigiro, agitata, il cellulare fra le mani e poi mi decido a chiamare Léon. Quando risponde, sollevata, tiro un sospiro di sollievo.
«Che fine hai fatto, ragazzina? Qui sono tutti in pensiero per te e Thomas. Corey sta dando di matto.»
«Sono a Mablethorpe in un parco con dei writers e ho incontrato Chris. Mi ha lasciato una mappa su cui ha segnato la posizione del nascondiglio di Dorian. Thomas è stato preso da Ares e da tuo padre.»
Resta in silenzio. Non mi fa domande e, mentalmente, lo ringrazio per questo. «Dirò a Dave di farti venire a prendere da qualche agente.»
•••
Riapro gli occhi quando uno spiraglio di luce mi colpisce il volto. Mi ero addormentata. Léon ha spalancato la porta della casetta e sta venendo verso di me. Mi sollevo da terra, mi pulisco i pantaloni con una mano e poi corro ad abbracciarlo. Sento che, intanto, fuori qualcuno sta parlando con Polifemo e i suoi.
«Non dovreste imbrattare le pareti.» La sua voce è dura e anche un po' roca.
«Questa è arte» , si difende uno dei ragazzi.
«Rex, non siamo venuti qui per litigare.» Perdo un battito quando capisco che Corey è a pochi passi da me.
Mi allontano un po' da Léon per guardarlo negli occhi. «Lui» , mormoro.
«Dave voleva mandare Brad, Adrian e altri tre ragazzi a recuperarti, visto che erano da queste parti, ma Corey non ha voluto sentire ragioni. Si è messo in macchina ed è corso qui. Lo abbiamo accompagnato io e un altro agente che dovresti assolutamente conoscere. E' un poliziotto, lavora a Nottingham ed è davvero un tipo forte.»
Tremo per l'agitazione. Corey riuscirà a perdonarmi? Spingo Léon verso la porta e mi nascondo dietro di lui una volta fuori. Riconosco l'uomo che pare si chiami Rex. L'ho visto in ospedale insieme a Mark il giorno in cui sono andata a trovare Faith poco dopo il suo intervento. Accanto ha Corey che mi fissa. E' visibilmente deluso e arrabbiato. Faccio un passo verso di lui, ma mi dà le spalle e si avvia verso la macchina.
«Muovetevi» , ci dice.
Inizio a corrergli dietro e a chiamarlo, ma Léon, prontamente, mi circonda la vita con entrambe le braccia per fermarmi. «Ha bisogno di un po' di tempo per calmarsi.»
«Léon, lasciami andare, devo parlargli.»
«Non credo voglia rivolgerti la parola.» Inizio ad agitarmi, disperata, per liberarmi dalla sua stretta, ma non ottengo il risultato desiderato. «Vuoi davvero discutere con lui adesso davanti a tutti?» Mi fermo. Léon inizia ad accarezzarmi i capelli. «Una volta arrivati al quartier generale risolverete tutto, ne sono sicuro.»
Rex si avvicina a noi e mi porge una mano per presentarsi. Triste, guardo prima Corey entrare in auto e poi lui.
«Evie, piacere» , mormoro.
La sua stretta è vigorosa. «Rex» , dice. «Sei l'amica di Mark, mi ricordo di te. Ci siamo visti in ospedale a Sheffield.»
Mi limito ad annuire. Al momento, non me la sento di mettermi a chiacchierare.
•••
Corey, seduto accanto a Rex che si è messo alla guida, continua a non rivolgere la parola a nessuno. Si accorcia le maniche della camicia azzurra, di tanto in tanto, e poi se le riabbassa. Provo a chiamarlo, ma mi ignora. Mi sento disperata, mi manca l'aria e mi viene da vomitare.
Inizio a tossire e Léon, con fare apprensivo, si sporge verso di me. «Evie, che hai?» , mi chiede.
Siamo da poco arrivati a Nottingham. Il quartier generale è ancora abbastanza distante.
«Non mi sento molto bene» , rispondo dopo aver preso un respiro profondo.
Corey mi rivolge un'occhiata dallo specchietto. «Ferma la macchina, Rex, siamo vicini a casa nostra.»
«Ma Dave ci ha detto di tornare subito» , gli ricorda il guidatore.
Sto sudando e mi batte forte il cuore. E' un attacco di panico? Il solo pensiero mi fa agitare ulteriormente.
«Ferma questa cazzo di macchina!» , gli urla il rosso.
Sbatte una mano accanto al cruscotto e l'autista, sorpreso, sussulta e frena. Vedo il cortile del nostro palazzo. Scendo subito dall'auto e mi appoggio allo sportello dopo averlo chiuso. Corey lascia il suo posto e si posiziona accanto a me. Mi porta una mano dietro le ginocchia e mi solleva da terra. Inizia a camminare con me fra le braccia fino al cancello di ingresso. Fortunatamente, è socchiuso. Lo apre con un piede e passa. Léon ci corre dietro e lo stesso fa Rex dopo aver parcheggiato.
«Dove mi stai portando?» , mormoro, confusa.
«In piscina» , risponde, duro, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. «Hai bisogno di prendere un po' d'aria fresca.»
«Mi odi?»
Si morde con forza il labbro inferiore e sospira. «Ti amo, ma sono profondamente deluso dal tuo comportamento e arrabbiato con te. Come hai potuto fare una cosa del genere?»
Raggiunge un lettino e mi ci lascia sopra. Si siede accanto a me e mi sposta i capelli dalla fronte. Léon e Rex, preoccupati, vengono verso di noi. Dopo un po', riesco a calmarmi e mi decido a raccontare a tutti di Mablethorpe. Curiosi, ascoltano in silenzio ciò che dico senza nemmeno interrompermi per fare domande.
«Thomas è stato preso?» Confusi, ci voltiamo tutti a guardare il palazzo. Era è in piedi accanto alla piscina. Perplessa, mi metto seduta. La mia vicina di casa conosce Thomas? Come è possibile?
«Era?»
«Ma è quella del terzo piano?» , chiede, confuso tanto quanto me, Léon.
Corey annuisce. «Sì, è la ragazza a cui una volta Evie ha fatto una torta. Conosce Thomas?»
«Conosci Thomas?» , le domando.
Trema. «Lo stanno portando da Dorian?»
Rex, di scatto, si toglie la pistola dalla tasca dei pantaloni e gliela punta contro. «Chi sei e cosa sai di Dorian Evans?» Spaventata, indietreggia. «Parla!» , le grida il poliziotto, infuriato.
«So che è un bastardo» , biascica.
Stordita, mi alzo dal mio posto e mi avvicino a Rex per fargli abbassare l'arma. Socchiudo gli occhi per mettere meglio a fuoco la ragazza. Si abbassa il cappuccio scuro dell'abito e si toglie il velo, che getta a terra, dal volto. Una cascata di lunghi e folti capelli neri le ricade sulle spalle. Grido, indietreggio, inciampo sui miei stessi piedi e cado a terra. Corey, preoccupato, si inginocchia per assicurarsi che non mi sia fatta nulla. Rex, sorpreso, schiude le labbra, spalanca gli occhi e la pistola gli scivola via dalle mani. Non parte nessun colpo, fortunatamente.
«Chi cavolo è quella?» , domanda Léon, irritato, alzandosi di scatto.
Lei gli rivolge un'occhiata. «Sono Rae, Rae Evans.»
Si scatena il panico generale. «Ma chi? Quella morta?» , chiede Corey, meravigliato.
Non riesco a dire nemmeno una parola. Léon scoppia a ridere. «Ragazzi, coraggio, è per forza uno scherzo. Come può essere risorta?» Si volta a guardarla. «Riprovaci in prossimità di Pasqua, Morticia Addams, e lascia parlare i grandi, adesso. Abbiamo problemi seri a cui pensare.»
Rae avanza e le grido, terrorizzata, di fermarsi.
«Tu sei morta» , sussurra Rex, sconvolto.
«Rex, sono davvero qui con voi, non te lo stai immaginando» , tenta di convincerlo.
Lo conosce? Sicuramente sì, ma, adesso, non è quello l'importante.
«E allora ti ammazzo io» , le dice Léon. «Siamo finiti in un mare di guai per colpa tua e dei tuoi stupidi indizi. Non potevi farti vedere prima? Thomas è diventato un sociopatico, è stato arrestato insieme a mio fratello, rilasciato e adesso lo hanno di nuovo rapito. Per non parlare di Alex e di tutti quelli che hanno sofferto a causa di questa situazione. Fino a qualche mese fa la mia preoccupazione più grande era trovare una ragazza con cui passare la notte e invece no, adesso devo assicurarmi che non ci sparino addosso e che mio fratello e i miei amici superino illesi la giornata.»
«Léon» , lo fermo, anche se so che ha decisamente ragione. «Dalle modo di spiegarci perché ha simulato la sua morte.»
Lei guarda in basso, afflitta. «Non c'è stata alcuna simulazione, Dorian ha davvero ucciso una persona.»
Mi sta venendo mal di testa. Sono terribilmente perplessa. «Ho scoperto di avere una sorella gemella di recente. Si chiamava Fran. E' stata rapita da una donna che si è finta un'ostetrica dell'ospedale in cui siamo nate. Ha convinto mia madre del fatto che mia sorella fosse morta durante il parto e l'ha portata via. Fran ha saputo la verità qualche mese fa ed è venuta a cercarmi. L'ho lasciata a casa da sola e, quando sono tornata, ho visto Dorian uscire dal mio appartamento, sono entrata e l'ho trovata morta.» Agghiacciante. «Sapevo quanto mio fratello volesse l'eredità dei nostri nonni. L'ho sentito parlare con nostro padre, da cui mamma, per ovvie ragioni, ci aveva allontanati anni prima, a telefono di un'associazione, del testamento e della sua intenzione di convincermi a cedergli le sterline con le buone o con le cattive.» Sta forse parlando dell'organizzazione criminale di cui fa parte anche Pierce? Non faccio domande per evitare di interromperla. «Ho iniziato a supporre, quindi, che non si sarebbe fermato davanti a un mio rifiuto e che per questo motivo mi avrebbe fatto del male e, per precauzione, ho allontanato Thomas dalla mia vita e non ho raccontato nulla nemmeno a mia madre per non coinvolgerla in questo giro pericoloso. Mi sono limitata a domandarle dell'organizzazione di cui avevo sentito parlare a Dorian e a consegnarle una chiave da far arrivare a Thomas semmai, un giorno, per qualche ragione, non avessi più potuto farlo io. Non le ho spiegato nulla e lei, fortunatamente, non mi ha fatto domande. Secondo quanto ho sentito dal vostro racconto, ha rispettato le mie ultime volontà. Sapevo che Tom avrebbe gestito il denaro in modo saggio e non volevo in alcun modo che i soldi passassero a Dorian, per questo gli ho lasciato un documento di cessione dell'eredità e ho nascosto una chiavetta a casa mia, nella speranza che la trovasse, per farlo arrivare a Mablethorpe.» Léon si massaggia le tempie e Rex sembra ancora sconvolto. «Ma, adesso, torniamo a mia sorella e al motivo per cui mi sono nascosta per tutto questo tempo. Non sono stata una testimone oculare dell'omicidio e conosco mio fratello e mio padre. In qualche modo, se fossi andata a denunciare Dorian, ne sarebbe uscito pulito e in poco tempo qualcuno mi avrebbe eliminata facendo passare, fra l'altro, la mia morte per un incidente. Non avrei potuto permetterlo. Dovevo sopravvivere per fare giustizia a Fran. Ho cambiato identità, colore di capelli e ho iniziato a spiare Dorian, Chris, Thomas e la mia migliore amica e sorellastra, Faith. Non volevo che qualcuno le facesse del male. Era rimasta sola con Dorian e mio padre. Come potevo non essere in pensiero per lei? Insomma, ho iniziato a studiare i movimenti di tutti e poi sei arrivata tu, Evie, l'anello di congiunzione perfetto fra Thomas e Chris, un poliziotto. Ho cercato di farvi capire che Dorian fosse l'assassino di Fran guidandovi ad indizi essenziali che provassero la sua colpevolezza e che vi consentissero di farlo finire in carcere. Ho nascosto il testamento a Sheffield, la combinazione della cassaforte per trovarlo a casa mia e ho preso un appartamento accanto a te per diventarti amica e indurti a raggiungere le prove. Dopo le vacanze di Natale, per un colpo di fortuna, ti ho sentita parlare a telefono con Thomas del mio caso e del fatto che lo avresti aiutato a risolverlo e ti ho suggerito di cercare le prove di un crimine sul luogo del delitto, te lo ricordi?» Cavoli, è vero.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?»
Scuoto il capo e torno in me. «No, scusami, stavo soltanto pensando ad una cosa.»
Inclina da un lato la testa. Presumo stia sorridendo. «Qualcosa che riguarda i gialli?» Sarebbe sbagliato chiederle una mano? «Sì» , affermo, un po' titubante. «Pensavo ad un videogioco» , improvviso.
Annuisce e mi incita a continuare. «Quale?» Tossisco, in preda al panico. «Un videogioco in cui sono una detective. Non ti dico il nome perché non lo conosce praticamente nessuno. Sicuramente, neanche tu.» Nemmeno io, a dirla tutta, visto che non esiste. «Non riesco a risolvere un caso. C'è stato un omicidio ed è stato incastrato il mio cliente. Dovrei provare la sua innocenza, ma non ho indizi a suo favore e nemmeno la polizia ha trovato qualcosa di utile sulla scena del crimine.»
Si gratta il mento con fare pensieroso. «Forse, perché le prove non dovevano essere trovate dagli agenti.» Confusa, aggrotto le sopracciglia. «Mi spiego meglio.» Annuisco. «E' tuo compito scagionarlo, quindi, tu devi trovare gli indizi sufficienti a provare la sua innocenza sul luogo del delitto.»
Questa ragazza è geniale. «Grazie di cuore, Evie. Inconsapevolmente, sei stata il motore di tutto. Beh, in realtà, hai rincontrato Thomas soltanto per merito mio. Temevo che Dorian potesse farmi del male e l'ho lasciato, ma volevo che fosse felice e ho contattato Christopher. Sapevo che fosse tuo amico ed ero a conoscenza della cotta che Thomas aveva avuto per te ai tempi del liceo.» Per poco non mi strozzo con la saliva. Corey, seccato, guarda prima me e poi di nuovo Rae. «Gli ho chiesto di farvi incontrare. Ti ha fatta venire lui qui a Nottingham?»
«No, mi ero già trasferita in questa città. Io e Chris ci siamo visti una sera per pura coincidenza. Non avevo più una casa e un lavoro. Mi ha invitata a stare con lui e suo cugino Adam e poi ha chiesto a Thomas di assumermi» , le spiego.
Sorride. «Quindi, il destino ti ha condotta qui da Thomas e Christopher ha solo fatto in modo che le vostre strade si incrociassero nuovamente.»
«Sciocchezze» , si intromette nella conversazione Corey. «Evie viveva qui a prescindere da tutto e tutti e tu hai chiesto a Chris di far incontrare lei e Thomas. Se non fosse stato per te, probabilmente, ora nemmeno ci lavorerebbero insieme in quell'enoteca. Non si tratta affatto di destino.»
Rae si sposta i capelli su una spalla. «Può darsi, ma, in ogni caso, ti ringrazio, Evie. Avevo pensato a te, inizialmente, soltanto come ad una ragazza in grado di sanare le ferite del cuore di Thomas, ma poi ti sei rivelata il vero elemento essenziale del mio piano. Hai fatto da collante fra tutti coloro che dovevano essere uniti e li hai spinti ad agire. Sei stata brillante.»
La ringrazio per il complimento e inizio a riflettere su tutto ciò che mi è stato detto nelle ultime ore.
Era è l'anagramma di Rae. Ma come potevo arrivarci prima? Credevo che Dorian l'avesse uccisa.
Rex ha gli occhi lucidi. Senza dire nulla, raggiunge la ragazza e l'abbraccia.
«Vi conoscete?» , domando.
«Siamo amici da anni» , mi risponde lei. «Ma, adesso, non perdiamo altro tempo. Non vi ho svelato la mia vera identità per nulla. Raggiungiamo questo fantomatico quartier generale di cui parlate e organizziamoci per andare a recuperare Thomas e far finire mio fratello e mio padre in prigione.»
•••
La sala riunioni è gremita di gente. Tutti, in religioso silenzio, hanno ascoltato il racconto di Rae. Chase sembra più sconvolto degli altri. Tranne di Faith, forse, che sta continuando ad abbracciare la sua amica, incredula e timorosa di perderla di nuovo da un momento all'altro. Tornando a Chase, comunque, capisco lo stato in cui si trova. In fin dei conti, Rae era la ragazza di Thomas, la conosce da un po' di tempo e ha vissuto insieme a loro la loro storia d'amore.
L'espressione di Selene è indecifrabile, un misto fra l'arrabbiata e il felice. E' contenta che Chris non ci abbia traditi, ma, probabilmente, quando lo rivedrà, nessuno potrà impedirle di prenderlo a schiaffi per non averle parlato del suo piano e per essersi lanciato in un'impresa suicida per il bene di tutti. Un po' come me, in fin dei conti.
Sollevo il capo e cerco Corey con lo sguardo. Lo scopro già intento a fissarmi e gli sorrido, ma lui abbassa la testa.
Sospiro, afflitta.
Il corpo di spedizione per la missione finale contro Ares, Dorian, Pierce e i loro alleati è stato scelto. Fra circa due giorni partiranno parecchi agenti del quartier generale. Io e Rae ci siamo offerte di accompagnarli. Sa lottare, a quanto pare. Nel corso dei mesi si è allenata per conto suo e ha promesso a Dave che, domani, si eserciterà con me e gli altri in palestra.
«Credo sia tutto» , dice Ozzy.
Dave annuisce. «Potete andare, ragazzi» , ci congeda.
Lentamente, la stanza si svuota. Letha mi schiocca un bacio su una guancia, mi accarezza la schiena e mi sorride. «Si risolverà tutto» , mi rassicura, indicandomi suo fratello, intento a parlare con Alex, Shaw e Gabe, con un cenno del capo.
«Lo spero» , le dico. Si allontana e anche Corey e gli altri si avviano verso l'uscita. Corro in corridoio e raggiungo il rosso per fermarlo prima che possa entrare in ascensore. «Ti prego, parlami.»
«Non abbiamo nulla da dirci» , sentenzia, freddo.
Mortificata, abbasso il capo, ma decido di non mollare. Voglio risolvere a tutti i costi le cose. «Non potrai ignorarmi per il resto dei tuoi giorni, siamo una coppia» , gli ricordo.
«E' qui che ti sbagli. La nostra storia è giunta al capolinea.»
Le sue parole mi distruggono. Gli prendo una mano, ma si libera dalla mia stretta. Mi pizzicano gli occhi. Potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro. Faccio appello a tutte le mie forze per resistere. «So che ciò che ho fatto ti ha dato fastidio» , inizio a dire.
«Mi ha dato fastidio?» Scoppia a ridere. «Mi hai pugnalato alle spalle. Sei scappata via senza dirmi nulla con Thomas. Avrebbero potuto ucciderti, Evie. Sei salva soltanto perché ti sei trovata davanti Christopher in quella casa e non un'altra persona. Dorian, magari, tanto per farti un esempio. Hai pensato almeno un po' a me e a come mi sono sentito o a quello che ne sarebbe stato della mia vita se ti avessi persa?»
Una lacrima mi riga una guancia. «Certo che ci ho pensato a te! Dave ti avrebbe scelto per la missione e non potevo permetterti di partire. Voglio che tu abbia una vita lunga e felice. Avrebbero potuto farti del male, se fossi andato tu a Mablethorpe.»
«Ti è passato per la testa il pensiero che non mi importi nulla di arrivare a cent'anni, ma che io voglia soltanto trascorrere il resto dei miei giorni con te? E, tanto per la cronaca, senza averti accanto, non sarei felice.» Ride amaramente. «Ma no, un'idea del genere non ti ha proprio sfiorato la mente perché credi di sapere tu ciò che è meglio per tutti. Non ci si comporta così, Evie. Ti do sempre la possibilità di scegliere, anche se ciò comporta lo starti a guardare mentre ti metti in pericolo e tu, invece, mi tiene all'oscuro di decisioni così importanti.»
Inizio a singhiozzare e sempre più lacrime mi scendono lungo il viso. «Io ti amo e sacrificherei altre mille volte la mia vita per salvare la tua.»
«Tu sei la mia vita!» , mi urla. «Non puoi ragionare così! Non puoi metterti in pericolo per proteggermi! Dovremmo affrontare tutto insieme!»
Provo ad abbracciarlo, ma si allontana. «Ti supplico, non far finire tutto così. Non ti nasconderò mai più nulla. Prenderemo insieme tutte le decisioni importanti.»
Si passa le mani sul volto. Anche i suoi occhi sono lucidi. «Non si tratta soltanto di questo» , mormora. «Tu ami ancora Thomas» , dice. Serra i pugni. «Sei andata a Mablethorpe con lui per proteggerlo. Hai deciso di partire con gli altri agenti e Rae per andare a salvarlo.»
«Io amo te. Ho scelto te.»
«E allora, se mi ami, rinuncia alla missione e rimani qui al quartier generale.»
Resto in silenzio per un po' e poi scuoto il capo. «No, non posso abbandonare Thomas e Chris.»
Corey ride amaramente. «Sai cosa ci impedisce di stare insieme? Tu. Schiarisciti le idee e torna da me soltanto se un giorno dovessi scoprire che nel tuo cuore ci sono solo e unicamente io.»
Mi lascia l'ascensore e si avvia verso le scale. Lo chiamo, ma non si volta. «Io ti amo, Corey!» , gli urlo. Cado sulle ginocchia e continuo a piangere.
-
Salve! Ho avuto un po' di problemi ad aggiornare in giornata, ma, nonostante l'orario indecente, ecco qui il capitolo.
Spero che vi piaccia!
Potete trovare Rex e Rae nella pagina dedicata al cast.
Alla prossima!
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