Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

25 - Posso avere questo ballo?

Selene si affretta ad asciugarsi le lacrime mentre Chris e Thomas, spaesati, raggiungono Dave.

«Ha avuto un crollo emotivo.» Mi volto, confusa, verso la mia compagna di stanza. Léon ha gli occhi lucidi. «Chris. Chris ha avuto un crollo emotivo in carcere.» Cerca di non piangere. Si morde il labbro inferiore con forza e solleva lo sguardo. «Me lo ha raccontato Thomas. Si è graffiato la mano con un pezzo di vetro che ha trovato accanto allo specchio rotto del bagno. Stava male. Troppo. Pensava a me, a te, ad Adam, a suo fratello e a sua madre. Pensava al fatto che l'idea di aver un figlio in carcere la stesse facendo soffrire e che non lo meritasse, non dopo il tradimento di suo padre. Thomas ha sentito i suoi sospiri e si è svegliato. Lo ha trovato sporco di sangue e ha chiesto subito aiuto a degli agenti.» Scoppia a piangere e l'abbraccio. Prendo dei respiri profondi per calmarmi e non fare lo stesso.
Léon si trattiene a stento.

«Adesso è qui con noi. Andrà tutto bene» , la rassicuro.

Ci mette un po' a tranquillizzarsi. La folla intorno a noi si dirada. Si asciuga gli occhi e tossisce per schiarirsi la voce. «Ho parlato con Adrian, in macchina. Organizzeremo una festa in maschera qui al quartier generale, stasera. Voglio che Chris dimentichi quell'episodio.»

Le accarezzo i capelli e annuisco. «Sì, mi sembra un'ottima idea. Siamo tutti riuniti, adesso. Dobbiamo festeggiare.»

•••

Entrata in camera, sento il mio cellulare squillare. Corro verso il comodino, lo afferro e rispondo prima che possano riattaccare.

«Evie, sono Mark.»

Mi sento stordita. Ho una marea di pensieri che mi frullano per la testa.

«Scusa, Mark, stavo dormendo e ho visto adesso le tue chiamate. E' successo qualcosa?»

Lo sento ridacchiare. «No, non qualcosa. E' successo di tutto» , risponde.
Mi fingo meravigliata e lo invito a parlare. «La tua amica ha firmato le dimissioni e ha lasciato l'ospedale di Sheffield, ma non è finita qui. Christopher e Thomas sono stati scagionati. Il barista che si ipotizza ti abbia drogata ancora non si trova e, per questo motivo, poiché, a detta dei testimoni, non è stato il tuo amico a versare qualcosa nel tuo drink, la versione dei fatti che mi hanno fornito i tuoi protetti potrebbe essere reale. Il vero colpevole di tutto, magari, è davvero Dorian Evans. Da questo momento in poi, lui, Christopher e Thomas sono liberi, ma invitati comunque a tenersi a disposizione della polizia in qualsiasi momento. La fidanzata di Chris è venuta a prenderlo. Selene, non so se te la ricordi.»

Improvviso un gridolino di gioia. «Sì, certo che me la ricordo! Provo a chiamarli. Grazie per tutto, Mark!»

Lo saluto, chiudo la telefonata e lancio il telefono sul materasso.
Sto impazzendo. Mi passo le mani fra i capelli e inizio a tirarmeli, quasi come se volessi strapparmeli dalla testa. Penso al comportamento strano di Corey, al fatto che suo padre potrebbe essere stato ucciso, al crollo emotivo di Chris, a Thomas e al male che gli ha procurato Dorian e anche a Faith e all'operazione che ha subito di recente. Barcollo verso il bagno e appoggio entrambe le mani sul lavandino. Mi guardo allo specchio, chiudo gli occhi e grido. Non sopporto più questo dolore e mi sento furiosa. Scoppio a piangere e getto a terra tutto ciò che mi capita a tiro. Cado sul pavimento e mi metto seduta. Avvicino le gambe al corpo e le circondo con le braccia. Ho la vista offuscata dalle lacrime e i capelli incollati alle guance. Un tubetto scuro inizia a rotolare verso di me. Lo afferro e me lo rigiro fra le dita. E' un rossetto rosso. Rosso come le fiamme che sento ardermi dentro. Lo tengo in mano e, a fatica, mi rialzo. Lo fisso, quasi ipnotizzata. Mi sciacquo la faccia e poi me lo passo sul labbro inferiore. Copro con uno strato rosso anche quello superiore e, soddisfatta, mi soffermo ad osservare il mio lavoro.
Non sarò più debole. Non permetterò mai più a nessuno di fare del male a me e ai miei amici. Voglio combattere.
Prendo un elastico nero da un cestino posto accanto al lavandino e mi lego i capelli in una coda alta. Corro in camera e indosso dei leggings neri. Apro un cassetto e ci trovo dentro delle fasce bianche. Le afferro e inizio ad avvolgermele attorno alle mani e ai polsi. A lavoro terminato, colpisco l'aria con dei pugni. Sono le nove e mezza del mattino del quinto giorno di Gennaio e sono pronta a lottare.

•••

La palestra, stranamente, oggi non è deserta. Scorgo addirittura Corey in un angolo. Sta prendendo a pugni un sacco da boxe. Si ferma un attimo per riprendere fiato e si volta verso la porta da cui sono appena entrata. Mi rivolge un'occhiata fugace, stranita, e poi torna al suo allenamento.

«Evie!» Ruoto tutto il corpo verso l'ingresso della stanza. Chris e Thomas mi raggiungono.

Il poliziotto mi sorride, il mio capo, invece, confuso, mi squadra da capo a piedi, quasi come se non mi riconoscesse.

«Che cosa ci fate voi due qui?»

Chris si gratta il capo. «Ci alleniamo. Dave ci ha spiegato in che posto ci troviamo. Non ce ne staremo con le mani in mano, sai? Combatteremo contro i criminali.»

Con la coda dell'occhio, noto Letha. Ci viene incontro e si presenta ai due. «Andate da Shaw.» Indica il biondino a qualche metro da lei. «Vi dirà che esercizi fare.»

I due annuiscono. Thomas mi sorride e poi, a testa bassa, si allontana. Chris lo guarda andare via. «Sono preoccupato per lui.»

Confusa, gli chiedo spiegazioni. Letha se ne sta in silenzio ad ascoltarci. «Non ha mangiato nulla in questi ultimi giorni. Stava troppo male. Potrebbe crollare da un momento all'altro.»

Sento la rabbia crescermi dentro. Se avessi davanti Dorian in questo momento, probabilmente, lo sfigurerei.

«Chris!» , lo chiama Thomas.

Il poliziotto ci saluta e lo raggiunge. Letha mi accarezza la schiena e mi sorride. Mi volto verso Corey e noto che, anche adesso, ci sta guardando, ma, per non farmelo notare, torna subito a colpire il suo sacco. Mi chiedo che genere di problema abbia con me. Sono delusa, ferita.

«Mi fa piacere che tu sia qui» , dice, cordiale, sua sorella. Resto impassibile. Non ho voglia di essere gentile con nessuno. «Vieni con me, ti spiegherò come mandare a tappeto Brad.»

In silenzio, le vado dietro. Scorgo in lontananza lo sbruffone. E' seduto su una trave e, alla nostra vista, salta a terra e sorride in modo strafottente. «Vuoi combattere, Karate Kid?»
Irritata, sferro un pugno che, prontamente, schiva. Ride di gusto. «Che c'è? Vuoi giocare un po' con me?»

Letha gli colpisce uno stinco con un calcio. Lui borbotta e le rivolge un'occhiataccia. «Non fare l'idiota, Brad» , lo ammonisce. «Le insegneremo a combattere. Lotterà contro di te.»

Lui sorride. «Va bene, piccoletta» , mi squadra dall'alto del suo metro e novanta. «Ci andrò piano con te, Wade e Ivy sono già troppo impegnati a prendersi cura della tua amica, non posso farti finire in infermeria.»

Mi sento sempre più furiosa, ma cerco di non darlo a vedere. «Non posso assicurarti che ti riserverò lo stesso trattamento.»

Mi posiziono di fronte a lui e mi preparo ad attaccare. Ricordo gli insegnamenti di Thomas. Devo colpire la gamba portante. Sferro un pugno che lui, prontamente, blocca. Fa ruotare il mio braccio e mi schiaccia contro il suo torace. «Morta» , mi sussurra in un orecchio, prima di spingermi in avanti in modo rude.

Sposto il peso del corpo da una gamba all'altra e mi bagno le labbra con la lingua. «Cerca di concentrarti, Evie» , mi consiglia Letha. «Chiudi gli occhi e immagina che Brad sia il tuo più grande nemico.»

La ascolto. Quando schiudo le palpebre, non faccio fatica a vedere il volto di Dorian al posto di quello dello sbruffone. Il sangue mi ribolle nelle vene. Mi lancio in avanti e provo a colpirlo. Lui mi blocca il polso, ma, presa dall'ira e dalla voglia di fargli del male, lo colpisco ai genitali con una ginocchiata che non si aspettava. Si piega su stesso per il dolore e gli calcio un piede per farlo cadere a terra. Intorno a noi, cala il silenzio. Mi butto su di lui e inizio a riempirgli il volto di pugni. Delle lacrime mi bagnano le guance. Colpisco pensando a Thomas. Colpisco pensando ai miei amici. Letha mi urla di fermarmi, ma non le do ascolto. Sento la voce di Thomas, ma continuo a colpire. Non smetto di sferrare pugni neanche quando Chris, disperato, mi grida di smetterla.

«Evie!» Riconosco la voce di Corey e mi immobilizzo.

Chiudo e riapro gli occhi e mi rendo contro di avere davanti Brad. Ha il labbro spaccato e il naso che gli sanguina. Le mani mi tremano. Me le guardo e non mi riconosco. «Brad, non volevo, mi dispiace» , mormoro, sentendomi un mostro.

Lui ghigna. «Ti avevo sottovalutata» , si lascia sfuggire.

Delle braccia mi circondano il torace e mi allontanano dal suo corpo. Mi ritrovo in ginocchio per un attimo e poi mi siedo a terra. Scoppio a piangere. Che cosa sono diventata? Grido mentre Corey mi accarezza i capelli. «Va tutto bene» , tenta di rassicurarmi.

«Avrei potuto ucciderlo» , dico fra i singhiozzi.

«No, non faresti mai del male a nessuno. Lo so, ti conosco.»

Sconvolta, mi libero dalla sua presa e mi rialzo. Lo stesso fa Brad. Con nonchalance, si pulisce dal sangue con una mano. «Vuoi continuare?»

Letha cerca di avvicinarmisi, visibilmente preoccupata, ma indietreggio e sbatto la schiena contro Chris. Mi accarezza i capelli, ma lo spingo via. Rivolgo un'occhiata a Thomas. Sembra spaventato e preoccupato allo stesso tempo. Fa un passo verso di me, ma non gli do il tempo di raggiungermi perché, continuando a piangere, scappo via. Stordita, corro per i corridoi. Mi aggrappo alle pareti per non cadere. Barcollando, raggiungo l'infermeria. Faith, preoccupata, mi chiede che cosa mi sia accaduto. Piangendo, mi lascio cadere in ginocchio accanto al suo letto. Le prendo una mano e lei mi accarezza i capelli.

«Non ce la faccio più, Faith, sto impazzendo!»
Non riesco a calmarmi. «Stavo per uccidere Brad!» Continuo a piangere. Grido e singhiozzo. Lei, agitata, con uno sforzo si mette seduta. Stringo la mano destra con forza intorno al tessuto della mia canotta scura. La stringo con forza all'altezza del cuore. Vorrei strapparmelo dal petto. «I sentimenti che provo per Thomas mi consumano» , biascico. Nel vano tentativo di calmarmi, prendo dei respiri profondi. «Ho immaginato Brad con il viso di Dorian e ho pensato a tutto ciò che Thomas ha dovuto passare per colpa di quel bastardo.» Mi porto le mani sul viso e continuo a piangere.

«Ma ti sei fermata, no? Non è questo ciò che conta?» Ignoro totalmente le sue parole. «Ti sei fermata, Evie, importa soltanto questo. Ti sei fermata perché non sei cattiva. Sei diversa da quel mostro.»

Sollevo la testa di scatto e, con gli occhi lucidi, mi soffermo a guardarla. «Mi sono fermata perché ho sentito la voce di Corey!» Non riesco a calmarmi. Non riesco a fermare le lacrime. «Mi sono fermata perché riesce a tirar sempre fuori la parte migliore di me.» Il cuore mi batte all'impazzata. «Mi rende felice, Faith. Mi rende felice e io lo amo.» La mia amica, intenerita, mi fa spazio e mi invita a stendermi accanto a lei. Lo faccio e lascio che mi accarezzi i capelli. «Ho un disperato bisogno di averlo al mio fianco. Mi fa dimenticare quanto tutto quello che ci sta accadendo sia orribile.»

Singhiozzo e Faith mi abbraccia. «Non pensare a nulla, adesso, tesoro. Chiudi gli occhi e riposa. Ne hai bisogno.»

•••

Schiudo le palpebre e mi ritrovo ancora accanto a Faith. Mi sente muovermi e si volta a guardarmi. Mi sorride e mi accarezza una guancia.

«Ti senti meglio?»

Stordita, mi metto seduta. «Che ore sono?»

«Le sei del pomeriggio.» Mi accorgo soltanto adesso della presenza di Ivy. Si avvicina a noi e, con dolcezza, mi accarezza i capelli.

«Come ho fatto a dormire così tanto?»

Mi sorride in modo innocente. «Ti ho iniettato un narcotico creato da Judy, ma a mia discolpa posso dire che l'ho fatto soltanto perché ti ho sentita piangere e ho capito che stavi davvero male e avevi un disperato bisogno di riposare.»
Una persona normale se la prenderebbe con lei, ma non lo sono, quindi mi limito a ringraziarla. Si siede sul materasso e mi accarezza una spalla. «Ho tenuto tutti i ragazzi lontani dall'infermeria. Sono venute a trovarti soltanto Selene e Letha. La tua compagna di stanza mi ha pregata di dirti che lei ed Alex hanno preso a casa alcuni costumi per la serata e che puoi andare da loro a cambiarti.»

Mi do un colpetto sulla fronte. La festa in maschera. L'avevo totalmente dimenticata. «Tu non parteciperai alla serata, Ivy?» Scuote il capo.

«Adrian non mi ha invitata. Inizio a pensare che sia interessato unicamente alle sue bandane e che non gli importi più di tanto del genere umano.»

«Non puoi venirci con Wade?»

Pronuncia il nome del ragazzo con voce particolarmente acuta e poi scoppia a ridere. «Stai scherzando, vero? Se ad Adrian non importa del genere umano, Wade lo sterminerebbe tranquillamente.»

Faith tossisce per attirare la nostra attenzione. «Secondo me, per te farebbe un'eccezi0ne. Ho visto il modo in cui ti guarda.»

La dottoressa, imbarazzata, arrossisce. «Non dire sciocchezze» , l'ammonisce.

«Non sono sciocchezze!» , protesta la mia amica. «Passo tutto il giorno a letto e siete le uniche persone con cui ho a che fare in continuazione. Studiarvi è diventato il mio hobby. Ti assicuro che Wade ti guarda come se fossi una perla rara.»

Ivy si alza in piedi di scatto. «Non costringermi a sedarti, Faith» , la minaccia.

«Un sedativo non cancellerà la verità.»

Prima che Ivy possa ribattere, Adam entra in infermeria e lei si zittisce.

«Mi sembrava di aver categoricamente vietato ai ragazzi di disturbarci» , gli ricorda.

Lui le mostra un mazzo di rose rosse. «Volevo soltanto portare queste alla mia ragazza.»

La dottoressa si addolcisce e io, per poco, non mi strozzo con la saliva. «Ragazza? Che cosa mi sono persa?»

Faith mi sorride. «Gli ho detto tutto e mi ha dato un'altra opportunità.»

Mi sfugge un gridolino. Abbraccio la mia amica e poi corro verso Adam per saltargli addosso. Lui scoppia a ridere. «E tu, invece, come stai? Chris mi ha detto che in palestra, stamattina, hai dato di matto.»

Triste, abbasso lo sguardo. «Sì, è vero, ho quasi ucciso Brad.»

Adam, compassionevole, mi accarezza un braccio. «Non fa niente, tanto mi è antipatico.»

Gli do un buffetto su una guancia e lui sorride. «Comunque, sto meglio» , lo rassicuro. «Sono rinsavita.» Mi sento carica. Mi sento bene. «E, adesso, scusatemi, ma devo andare. Selene mi aspetta con il mio costume.»

Saluto tutti e corro via. Raggiungo il primo piano con l'ascensore e, subito dopo, la mia camera. Busso e mi apre Selene. Alla mia vista, sorpresa, schiude le labbra. Mi fa passare e, una volta dentro, chiude la porta e mi abbraccia.

«Chris mi ha raccontato tutto. Stai meglio?»

Annuisco. «Sì, Selene, non sono pericolosa.»

Rotea gli occhi. «Non è ciò che ci spaventa, ti conosciamo. Ci preoccupa la tua salute. Hai avuto un crollo nervoso.»

Vado a sedermi sul letto. «Non ce ne saranno altri, te lo assicuro.» Mi guarda con fare apprensivo. «Ma smettiamola di parlare di questo. Ho bisogno del tuo aiuto. Devi prepararmi per stasera.»

Un gigantesco sorriso le compare sul volto. «Speravo davvero che qualcuno me lo chiedesse.»

•••

«Esattamente, Selene, da cosa sono vestita?»

Sorride e mi sistema meglio le spalline del lungo abito rosso senza maniche.

«Assolutamente da nulla» , mi risponde. «Ma ti ho portato questa mascherina nera e dorata per coprirti gli occhi.»

Mi sposto i capelli su una spalla e, soddisfatta, guardo il suo lavoro allo specchio. Mi piaccio. La ringrazio e mi avvio verso la porta. «Non vieni?»

Scoppia a ridere e si indica il volto. «Senza trucco? Non esiste. Aspettami giù, ti raggiungerò al più presto.»

Annuisco e lascio la stanza. Sarà a mensa, come minimo, fra venti minuti abbondanti. Raggiungo il piano interrato e cammino fra i corridoi con la maschera ben premuta contro il viso. Mi vergogno a farmi vedere in giro. Spero che nessuno mi riconosca.

«Evie, che bel vestito!» Come non detto. Judy mi passa accanto.

Per la prima volta, sorride in modo gentile e non sadico. Quasi non mi sembra lei.

«Ottimo lavoro oggi in palestra, Karate Kid» , si complimenta Leanne, posizionandosi alla mia destra.

«Non è una cosa di cui vado fiera, Leanne» , le dico, mortificata.

«Stai scherzando, vero? Mio fratello ha proposto a Dave di mandarti in missione con noi la prossima volta, Mitch ha preso in giro Brad per tutto il pranzo, Floyd ci ha rimproverati per averti sottovalutata e lo stesso Brad ha detto che ci sai fare.»

Aggrotto le sopracciglia. «Avete dei seri problemi.»

Lei scoppia a ridere. «Lo so!»

Mi schiocca un bacio su una guancia e poi corre da Judy. Allegre, mi rivolgono un'ultima occhiata e poi entrano a mensa.
Le raggiungo anche io. Una volta dentro, mi ritrovo ad ammirare, meravigliata, l'enorme stanza. I tavoli da pranzo sono stati spostati contro le pareti per creare un'enorme pista da ballo al centro della lunghissima sala rettangolare e su ciascuno di essi sono state poste delle pietanze.
Mi avvicino alle bibite e inizio a guardarmi intorno. Non vedo nessuno dei miei amici.

«Quindi, hai quasi ucciso Brad?» Sussulto e mi volto, riconoscendo la voce di Alex.
Lo squadro da capo a piedi e perdo un battito.

«Aspettiamo la tua amica e ci divertiamo un po' tutti insieme, che ne dici?»
Porto le ginocchia al petto, inizio a tremare e chiudo gli occhi. Li riapro solo dopo aver sentito un rumore. Il ragazzo con i capelli scuri, il più basso fra i tre, è stato spinto contro una parete ed è caduto a terra. Da chi? Non posso affermarlo con certezza, ma credo sia opera dell'individuo incappucciato che, adesso, si sta dirigendo verso il biondo. Colpisce il suo stomaco con un pugno e il delinquente precipita al suolo. E' rimasto in piedi soltanto quello con la testa rasata. L'incappucciato lo spinge verso il moro che, al momento, pare essersi rialzato. Si ritrovano tutti e due a terra.
«Chi sei?» Il minuto ed alto giustiziere non risponde. Si limita a chinarsi in avanti per prendermi in braccio. Mi trascina fuori dal Delirium e attraversa la strada per lasciarmi su una panchina di legno. Un lampione gli illumina il volto. Lo ha nascosto con una maschera nera che gli lascia scoperte soltanto le labbra. Non posso vedergli nemmeno i capelli. Il pesante cappuccio della felpa blu che indossa sopra i jeans glieli occulta.

Ricordo perfettamente la serata al Delirium. Ricordo i tre ragazzi che hanno tentato di aggredirmi e lo sconosciuto mascherato che mi ha salvata e mi ha anche baciata. Ricordo la sua maschera e la sua felpa che sembrano tanto quelle che, al momento, sta indossando il fratellino di Corey.

«Perché mi hai salvata?» Non si muove. «Sei un ragazzo?» Annuisce. «Tieni a me?» Fa di nuovo cenno di sì con la testa. Allora lo conosco. Ne sono sicura. Sospiro. «Ho capito, non vuoi farmi sentire la tua voce e posso chiederti soltanto cose che ammettano o una risposta affermativa o una negativa, giusto?» Annuisce.

Mi manca il fiato. «Alex, dove hai preso questi vestiti?»

Si passa una mano sulla fronte. «Non fare commenti spiacevoli, ti prego. Lo so che fanno schifo, ma è il meglio che ho trovato nell'armadio di mio fratello.» Inizio a tossire. Mi sento accalda. Indietreggio e lui, confuso e, forse, anche un po' preoccupato, mi porta le mani sulle spalle. «Che sta succedendo, Evie?»

«Era Corey» , mormoro.

Mi libero dalla presa del ragazzino e corro verso la pista da ballo. Inizio a cercare il volto del rosso fra i presenti. Mi scontro con qualcuno.

«Evie» , mi chiama. Mi ritrovo davanti Thomas. Indossa una camicia bianca, dei pantaloni neri e una maschera dello stesso colore che gli copre gli occhi. Mi osserva e sorride. «Vuoi ballare?»

Non riesco a dirgli di no. Tutto, fra noi, sta per cambiare, lo sento. Annuisco e mi prende per mano. Mi porta l'altra alla base della schiena e io poggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi.

Provo ad allontanarmi dalla pista, ma qualcuno mi afferra un polso per trattenermi. Mi volto di scatto e mi ritrovo faccia a faccia con Thomas. Stringe una mia mano e mi circonda con un braccio la base della schiena.
«Vai da qualche parte?» , mi chiede.
«Volevo raggiungere Christopher» , rispondo, agitata.
Il castano gli rivolge un'occhiata. «Deve soltanto mettere un po' di musica e mi sembra che se la stia cavando benissimo da solo» , constata. Parte la base del valzer. Bobby ci passa accanto e mi saluta. Thomas forza un sorriso. «Spiegami perché conosci il mio più importante cliente» , sussurra a denti stretti. Indietreggio e lui si fa avanti. «Gli abbiamo dato un passaggio fino al ristorante» , spiego.
Thomas fa un passo indietro e mi attira a sé. A tutti, il nostro sembra un ballo. In realtà, è un mio tentativo di fuga mal riuscito. «Perché sei qui?»
«Rivoglio il mio lavoro.» Ride contro il mio collo e cerca di non farsi vedere dai presenti. «Non sei nelle mie grazie perché sei amica di Christopher. Non puoi avere tutto ciò che vuoi.»
«Sei tu quello che crede di poter ottenere tutto ciò che desidera con uno sguardo ammaliante.» Divertito, mi osserva. «Sguardo ammaliante?»

Sorrido e una lacrima mi scivola lungo una guancia. Qualcosa di umido mi bagna i capelli. Apro gli occhi e sollevo lo sguardo. Per qualche strano motivo, sta piangendo anche lui. Non gli faccio domande. Resto in silenzio mentre continuiamo a ballare. Insieme, abbiamo vissuto dei bei momenti, ma ci siamo anche fatti del male a vicenda. Ho sofferto per le sue bugie e lui è finito in carcere per ascoltarmi. Non sarebbe mai dovuto andare a casa di Rae. Avrebbe dovuto rivolgersi a Christopher. Il nostro amore ci ha consumati. Per lui, sarei andata contro la mia natura e l'ho fatto. So che per me avrebbe agito allo stesso modo.

«Ho baciato Corey.»

Non dice nulla. La canzone finisce e, con gli occhi lucidi, ci allontaniamo. Mi bacia una mano e mi accarezza i capelli. «Corri da lui.»

In silenzio, ci guardiamo. Annuisco e indietreggio. Mi decido a dargli le spalle e, singhiozzando, mi allontano. Mi asciugo le lacrime e cerco di ricompormi. Credo di aver reciso il filo sottile che, fino ad oggi, ci ha sempre uniti. Raggiungo il corridoio, pensierosa, e mi scontro con qualcuno.

«Evie, stai meglio?»

«Letha» , mormoro il suo nome.

Mi sorride. «Sei bellissima» , commenta. La ringrazio e abbasso lo sguardo. «Non vieni alla festa?»

Scuoto il capo. «Non posso, devo cercare tuo fratello.»

Confusa, mi indica l'ascensore. «E' appena corso via» , mi informa. Mi ha vista con Thomas? «Che cosa sta succedendo?»

Prendo un respiro profondo. Il cuore mi batte forte. Sto provando davvero troppe emozioni in una sola serata. «Devo dirgli che sono innamorata di lui.»

Mi osserva, seria, ma poi le sue labbra si increspano in un sorriso smagliante. Inaspettatamente, si protende in avanti e mi abbraccia. «Buona fortuna» , mormora, prima di baciarmi la fronte.

Mi lascia andare e io corro verso le scale. So che troverò Corey, come al solito, sul tetto. Percorro il tragitto che mi separa dalla mia destinazione con rapidità e, una volta raggiunta la meta, mi fermo.
Corey indossa un completo scuro. E' in piedi e sta fissando il cielo. Il vento ci fa ondeggiare i capelli. Mi porto una mano sul cuore. Ho paura che, da un momento all'altro, possa esplodermi.

«Quello che è accaduto in questi giorni, per me, non è stato un errore.»
Sorpreso, si volta di scatto. Mormora il mio nome. Una maschera bianca gli scivola via dalle mani. Il vento l'allontana da noi. Lascio volare via anche la mia. «E' stato un errore non averti rivelato le mie sensazioni prima di ogni bacio. E' stato un errore non dirti quanto riuscissi a rendermi felice e a migliorare ogni mia giornata con la tua presenza. Io ti amo, Corey. Amo la tua spensieratezza, la tua capacità di prenderti cura degli altri senza pretendere nulla in cambio, i tuoi abbracci, ballare con te, il modo in cui mi fai perdere la testa durante le nostre litigate che, a dirla tutta, non durano poi molto perché non riusciamo a stare lontani, il tuo saper essere un perfetto uomo di casa che è capace di sacrificare se stesso per far star bene sua madre e i suoi fratelli, il tuo coraggio e anche il modo in cui i bambini ti sorridono quando giochi con loro. E quando ti avvicini a me per baciarmi? Le volte in cui sei riuscito a farlo e quelle in cui ci hai provato, insomma. Dio, in quei momenti mi fai impazzire. Mi fai impazzire più o meno come quando indossi le camicie, come in questo momento.» Osservo il tessuto bianco che gli fascia il torace e sorrido. «Sei bellissimo» , ammetto. Abbasso un attimo lo sguardo e poi sollevo di nuovo la testa. «Dimmi, guardandomi negli occhi, che quello che è accaduto fra noi in questi giorni è stato uno sbaglio. Dimmi che tutti i momenti passati insieme, i momenti che mi hanno fatta innamorare di te, per te non hanno avuto alcun significato. Dimmelo e io me ne farò una ragione e me ne andrò. Me ne andrò e ti lascerò solo su questo tetto.»

In silenzio, inizia a camminare verso di me. Affretta il passo e, quando mi raggiunge, mi afferra il volto con entrambe le mani. Mi bacia e mi lascia senza fiato. Mi aggrappo alle sue braccia e lui mi accarezza la parte superiore della schiena, lasciata scoperta dal vestito. Mi beo del suo tocco. Quando ci allontaniamo, sorridiamo entrambi e noto che ha gli occhi lucidi. «Io ti amo, Evie, immensamente, ed è per questo che ti ho mentito. Ho messo la tua felicità al primo posto. Quando ho visto, oggi, Thomas nell'atrio, ho subito pensato che lo avresti preferito a me, sempre, e, per non rovinare il vostro rapporto, ti ho chiesto di dimenticare gli ultimi giorni. Temevo anche che per te non avessero avuto alcun significato. Non volevo che me lo dicessi tu e ho fatto tutto da solo.»

«Mi ami?» Sorrido, felice. Non riesco a pensare ad altro.

Annuisce e mi accarezza una guancia. «Non lo avevi capito? Se ne sono accorti tutti.»

Scoppiamo a ridere entrambi, continuando a perderci l'una negli occhi dell'altro. «Arrivo un po' tardi alle cose.»

Mi bacia di nuovo. Mi bacia più volte. Si siede a terra con me in braccio. Continuiamo ad accarezzarci a vicenda i contorni del viso senza mai smettere di sorriderci. Passiamo il resto della serata sul tetto mentre, qualche piano più sotto, la festa procede indisturbata.

-
Salve, gente! Da questo momento in poi, tutto si complicherà, già ve lo dico.
Sto scrivendo proprio in questi giorni il quarantesimo capitolo dei cinquanta che ho previsto per questa storia e più si va avanti più tutto diventa difficile.
Detto questo, lascio a voi i commenti. Aggiornerò, come al solito, fra una settimana.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro