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Capitolo 12- Giornata Storta

Fanart di  LittleTeaCup_Deimos

*N.d.a.: Ciao a tutti, miei cari. Volevo ringraziarvi per tutti i voti, i commenti e le visualizzazioni ricevute. All' inizio pensavo che avrei ringraziato tutti alla fine, come avrei voluto fare, ma a vedervi così entusiasti dalla mia storia, sono praticamente diventata di cioccolata. Grazie, davvero. E per questo il capitolo ve lo pubblico prima :3
Enjoy
P.s - passate alla mia "pubblicità-Challenge" ci sono cose che probabilmente qui non vi mostro o non dico ...*

Guy

La mattina dopo mi svegliai da un sonno altrettanto tormentato, paragonabile a quello della nottata del giorno prima e notai che il Pegaso ed il Dratini apparivano piú stanchi, non avanzavano piú a quella spedita e rapida velocità, ma avevano decisamente rallentato.

Ma soprattutto notai che iniziavamo a scendere verso terra, ogni cosa era diventata più visibile.

Non riuscii ad immaginare la sensazione che avrei provato a toccare nuovamente terra, sarebbe stato sia motivo di confusione che di sollievo.

Al momento ero sveglio solo io, gli altri erano ben coricati e sembravano dormire profondamente.

Era una cosa positiva, potevo finalmente prendermi i miei spazi e soprattutto pensare.

Pensare al viaggio che stavamo affrontando.

Pensare alle parole di Morgan.

Pensare, ancora una volta, a casa mia, per poi cacciarla il piú veloce possibile dalla testa.

Pensare all' Elemento nuovo, cosa che, stranamente, mi fece percorrere da un brivido gelido e che mi fece rabbrividire per qualche sconosciuto e strano motivo.

Ebbi come la sensazione che qualcosa non quadrasse e non capivo bene il perché.

Che il Buio volesse comunicarmi qualcosa? Che volesse dirmi che era o tutto vero o tutta una farsa per disorientarci e riempirci di preoccupazioni e paure ?

Stavo calcolando l'idea di cercare di indagare, chiedendo di piú al mio Elemento per aver la soluzione, ma decisi di lasciar perdere comunque.

Era una tentazione che mi sarebbe potuta costare caro.

Mi rabbuiai e cacciai le domande che, con tanta ostinazione, mi ronzavano nella testa.

-Ti vedo pensieroso- disse Diana, prendendomi alla sprovvista e facendomi quasi sobbalzare.

Mi riscossi dai miei pensieri e posai lo sguardo su di lei.

Da quando era sveglia? Da tanto? Non l' avevo neanche notata, essendomi perso tra i pensieri.

Feci un cenno d'indifferenza col capo, mentre sentivo i suoi occhi fissi su di me.

-Senti...- continuó lei a voce bassa per non rischiare di svegliare gli altri, incrociando le braccia davanti a se -Da quel che ho capito non sei uno che parla molto e che non ama discutere ma...- fece una pausa con indecisione-Non riesco a capirti, certi tuoi comportamenti opposti mi confondono, non riesco bene a comprenderti, un attimo prima sembri piú... vivo, trasmetti maggiormente le tue emozioni, un attimo dopo ti richiudi e non parli affatto, e proprio per questo non so mai come devo comportarmi con te-

-E quindi ?- sbottai con ironia, cercando di non mostrare alcun segno di nervosismo o impazienza.

Ero contento che non mi capisse, facevo meno fatica a nascondere le cose che non volevo trapelassero.

-E quindi...io...- si interruppe bruscamente

-Tu ?- stavolta mi tremó la voce, ma perché ero sulle spine?

Sospirai e dopo qualche secondo di silenzio, ripetei il tu con maggior nervosismo.

-Beh, ormai Morgan, Task e Silver li ho meglio identificati, e visto che non posso chiederti di farmi l'elenco di tutto il tuo carattere e modi di fare, vorrei mi parlassi un po' di te, qualsiasi cosa, un sogno, un obbiettivo, il ricordo piú bello o piú brutto della tua infanzia-

-Mi staresti chiedendo di aprirmi con te?-

-No. Non proprio. Ti chiedo solo delle informazioni-

Corruccai la fronte, mi stava chiedendo di dirle di me per... il motivo che mi aveva detto o... qualcos'altro?

Scossi il capo con forza.

Non aveva importanza il motivo, l' unica cosa che non volevo fare era di parlare di me con lei o con qualcun'altro se si andava nel dettaglio, ma soprattutto non con lei.

Non le bastava sapere le cose degli altri tre ?

A quanto pareva, no, e no fu la risposta che le dissi con il tono scorbutico.

-Perché?- domandó

E mentre aspettava una risposta da me, mi puntó i suoi occhi indaco nei miei.

E fu come se mi perdessi nello spazio in un nanosecondo.

Ma soprattutto, fu come se mi avessero piantato una decina di spade nel corpo e le stessero spingendo in profondità, pronti a farmi vacillare e urlare.

Il mio petto ribolliva di rabbia e di un eccessivo calore, accumulatosi tutto in un colpo.

-Perché non sono affari tuoi- risposi, stringendo i pugni.

Lo faceva apposta, tentava di abbindolarmi per farmi dire tutto quello che avevo passato, cosa che non ero affatto intenzionato a fare.

"Ma neanche per idea!"

Levai il mio sguardo dal suo, anche se ancora percepivo le sue iridi puntate su di me, tra l' offeso e il deluso.

Mi appoggiai completamente al collo del pegaso, accarezzandone il pelo e gli ultimi minuti in cui il gruppo dormiva, li passammo in un totale silenzio, che avrebbe probabilmente fatto rabbrividire chiunque.

"Ridicolo"pensai

Si svegliarono tutti e tre, man mano, schivai una manata di Task mentre si stirava.

-Stiamo per atterrare-disse Morgan

Guardai in basso e vidi l' inizio del bosco, mi slanciai per vedere meglio e percepii il tendersi dei muscoli di Hurricane.

Scendevamo rapidamente e presto e ci preparammo a fare un atterraggio.

Le ali dei pegasi e del Dratini rallentarono, poi presero a sbattere regolarmente, ad ogni battito d'ali gli animali si abbassavano.

Quando toccarono terra, tirai la gamba sinistra verso destra e scivolai dalla groppa del cavallo alato con facilità.

Vidi gli altri fare lo stesso e sbuffai al notare che Luce continuava a fissarmi.

Mi innervosiva e mi faceva venire caldo dappertutto, anche se arrivavano ventate di aria gelida.

Quando entrammo nel bosco, notai subito che gli alberi erano strani, non avevano tante foglie e quelle che c'erano erano posate per terra.

I rami erano spigolosi, secchi, di un colore tendente al grigio scuro.

Feci un passo in avanti, indeciso se continuare ad avanzare o aspettare un ordine diretto.

Morgan era immobile, lo sguardo fisso su un cespuglio.

Sentii il bisogno di avanzare farsi sempre piú vivo ma aspettai ancora che dasse l' ordine della fila.

-L'ordine della fila é : io, Silver, Task, Diana e...-

Mi venne un attacco di nervoso, ma lo faceva apposta o cosa ?

-Guy-

"Ultimo della fila e dietro alla Luce... fantastico"

Alzai gli occhi al cielo ma non feci storie.

Anche se desideravo non averla affatto davanti e non essere ultimo, soprattutto nel caso in cui fossero lenti peggio di delle tartarughe, non potevo controbattere.

Non sollevai perciò alcuna scusa e Luce mi parve tra il sorpresa e l'infastidita.

Con un ordine preciso che implicava i compiti che ci erano stati imposti, procedemmo dentro il macabro, morente e orribile bosco che ci avrebbe portato a Tyresis.

Nel mio viaggio di andata, io l' avevo evitato, saltando la città, invece ora dovevamo attraversarlo, e questo aggiungeva dei rischi.

Questo viaggio mi faceva sentire sempre piú desideroso di interromperlo e andarmene per i fatti miei... ma se l' avessi fatto sarebbero venuti a cercarmi e poco ma sicuro la situazione sarebbe decisamente peggiorata.

-Sempre al centro della pista-ordinó Morgan con voce ferma.

Ed era quello che facevamo, in silenzio procedevamo nel bosco, esattamente al centro del sentiero.

Non riuscivo a staccare gli occhi dagli alberi, che mi provocavano un forte rebrezzo.

-So che questa parte di foresta era uno dei punti degli accampamenti demoniaci, un tempo, infatti é la più pericolosa. Piú a Nord c'era un castello e una enorme torre, ma ormai del castello rimangono solo le ceneri e la torre é l' unica rimasta ancora in piedi, di cui alcune parti stanno cedendo al tempo-

-Non c'é una parte di questo bosco un tantino meno spettrale?- domandó Irhina con una nota contrariata e in un certo senso speranzosa.

-Non mi pare-rispose Morgan

-Stupendo...-

Notai che il suo tono da bambina era ancora una volta mutato.

Diana pensava di averla compresa, identificata... non sapeva quanto in realtà si sbagliasse.

E perlopiù nemmeno io riuscivo bene a capirla.

Nascondeva il suo vero carattere sotto una faccia di metallo, come se portasse una maschera, forse senza neppure accorgersene.

Quando si girò facendomi l'occhiolino e la linguaccia, pensai che, ancora una volta, non avevo capito un tubo.

Feci un sospiro, scuotendo leggermente il capo.

Avanzammo per minuti e minuti di fila, in silenzio, l' unica cosa che era udibile era il rumore del vento tra le foglie.

Ad un certo punto vidi Diana che si spostó dalla fila, dirigendosi verso il lato sinistro del sentiero, anche se Morgan aveva detto di restare sempre al centro della pista, in fila, nell' ordine che ci aveva detto.

-Ferma!- dissi, cercando di convincerla, non mi ascoltó minimamente e fui costretto a seguirla.

Task, Morgan e Silver ormai ci avevano distaccati, forse non notando che ci eravamo tolti dalla fila.

Eravamo ormai lontani da loro, se ci avessi messo più del dovuto a rimetterla in riga li avremmo persi, anzi ci saremmo persi.

Vedevo Cathy avanzare imperterrita, per dirigersi chissà dove.

Avrei voluto urlare loro di fermarsi, ma ci misi poco a cambiare idea, avrei solo rischiato di attirare ospiti indesiderati.

Lei si stava allontanando dal sentiero sempre di piú e per quante volte la chiamassi, non mi rispondeva.

Decisi di continuare a seguirla, di superarla e di spingerla a fare dietrofront con la forza, per tornare indietro e cercare gli altri, ma ogni volta che mi sembrava di riuscire quasi a superarla, velocizzava il passo e mi distaccava... cosa che piú i secondi passavano e piú mi faceva salire il nervoso.

Passarono talmente tanti minuti in tentativi falliti che alla fine mi scocciai e iniziai a gridarle contro di fermarsi.

E visto che continuava a camminare come se niente fosse, come se non fossi affatto dietro di lei a correrle dietro come un idiota, ero talmente incavolato che le urlavo di fermarsi a quasi distanza di cinque secondi.

-Maledetta, fermati che ci siamo persi !-

Non mi restava che seguirla, sperando che prima o poi si sarebbe fermata.

Non potevo lasciarla da sola, primo perché si sarebbe trovata da sola in un posto orribile come questo, secondo perché a mia volta non volevo essere solo in questo maledettissimo bosco.

Quando arrivó il pomeriggio eravamo ancora in cammino, ero provato, quasi esausto per colpa della fame, non avevo messo niente sotto i denti e probabilmente se mi fossi fermato sarebbe sparita e piú perso di così non volevo essere.

Mi ero arreso pure a tentare di urlarle di fermarsi, a sbraitare a vuoto non avrei ottenuto alcun risultato, se non il semplice rischio di perdere buona parte della voce.

Avevo i piedi doloranti e avanzavo, parecchio affaticato.

E dopo un tempo che parve una vera e propria eternità, finalmente si fermó.

-Allora? Dove volevi andare?- le chiesi indispettito -Se la tua intenzione era di farci perdere e di ignorare bellamente tutte le regole di Morgan facendole saltare, complimenti, ci sei riuscita- dissi, sputando tutta la rabbia e la collera che avevo accumulato, con un pizzico di sarcasmo

Lei si girò a guardarmi-Ma dove siamo?-

-Te lo dovrei chiedere io visto che te ne sei andata dal sentiero per i fatti tuoi, facendoti ricorrere da me che, da bravo idiota che non sono altro, per non rischiare di farti far del male e per non farti rimanere completamente da sola, ti sono venuto a dietro urlando di fermarti-

-Io... io non me lo ricordo, so solo che ero sul sentiero e che camminavo a lungo con dietro  te e davanti loro-

-Magnifico- sbottai -Vuoi quindi dire che la strada che abbiamo percorso l'abbiamo fatta perché hai subito un ipnosi e perciò non ricordi niente?-

All' inizio utilizzai quella battuta come obiezione altrettanto sarcastica, ma poi compresi che era proprio così.

Lo capivo dalla sua espressione disorientata.

L' avevano ipnotizzata e portata qui.

Ma per cosa ?

Per quale assurdo motivo? Chi lo aveva fatto aveva calcolato tutto e svolto i suoi conti.
La luce iniziava ad abbassarsi e tutto si faceva decisamente piú notturno.

Sentii lo strisciare di qualcosa alle mie spalle.

Ci girammo di scatto, ma non c'era niente.

-Dobbiamo tornare sul sentiero, in qualche modo...-

Diana annuí, un po' spaventata.

Mi afferrò per il braccio e iniziammo a tornare indietro.

Le mie gambe sembravano andare al rallentatore e con il buio il bosco mi appariva ancora piú spettrale.

Camminavamo ormai da mezz'ora quando la sentii lanciare un grido.

Mi voltai di scatto.

Diana cadde all' indietro e vidi un serpente dello stesso colore della notte che se la squagliava nei boschi.

L' aveva morsa sulla gamba e i segni iniziavano a gonfiarsi e a tracciare delle sottili linee rosse.

Mi fermai subito, avvicinandomi a lei, per poi esaminare il morso.

Se non facevo qualcosa, sarebbe morta tra, diciamo, cinque minuti.

Ma cosa potevo fare? Non ero un medico, ne un esperto di pronto soccorso.

L' unica cosa che potevo fare era succhiare via il veleno dalla ferita, e così dal suo corpo.

-Sta' ferma-

Lei mugoló, facendosi uscire un gemito e mandando giù la saliva.
Le tirai su il pantalone per evitare che potesse interferire con l' operazione.

Appoggiai le labbra alla gamba, esattamente sulla ferita e succhiai.

Sentii subito il sapore di vischioso diffondermisi in bocca, che ovviamente sputai immediatamente, ripetendo l'operazione piú volte, togliendo man mano tutto il veleno.

Dovevo solo fare attenzione a non mandare giù la saliva, dovevo sputare e aspettare che il sapore vischioso sparisse.

Quando rimase solo quello del sangue e vidi che i segni rossi sbiancavano del tutto per poi svanire, mi fermai.

"Non mandare giú la saliva" mi dissi

Quando alzai la testa, Diana mi fissava sbalordita.

-La ferita é pulita adesso, non c'è più veleno-

-Mi hai salvato la vita...- disse lei con la  voce tramutata in un sibilo

-E quindi?- feci -Ti aspettavi che ti lasciassi morire così?- mi chiesi se dopo che le avevo risposto in modo così brusco avesse cambiato immediatamente opinione su di me

-No ma... grazie-

Sentirmi ringraziare da lei mi fece percorrere da un brivido di calore, mi fece uno strano effetto

-Non dovresti ringraziarmi, chiunque l'avrebbe fatto- dissi, voltando leggermente la testa.

-Non chiunque- ribatté

-Mmmm... come vuoi. Riesci ad alzarti ?- le domandai mentre lo facevo io

Lei non rispose ma ci tentò comunque.

Non ci riuscí, e per poco non scivoló a terra.

Il morso era decisamente profondo e sicuramente, anche se non diceva nulla, le doleva incredibilmente.

Per questo motivo mi piegai appena, lasciando che mi si aggrappasse sulla schiena, circondando la mia vita con le sue gambe e il collo con le braccia.

Me la coricai per bene, ripetendomi a lungo nella testa di non mandare giú la saliva, per quanto arida già mi sembrasse.

Sputavo per terra ogni tre per due ma non spariva quel disgustoso sapore dalla mia bocca.

-Senti se c'è lo scroscio di un fiume-

-No, sento solo il vento, perché?-

-Devo sciacquarmi la bocca- dissi, a bassa voce- E tu hai bisogno di bere e bagnare la gamba per bene-

Avanzavo con lei sulla schiena, quasi a fatica, camminavo a rilento, sentendomi sempre piú stanco.

-Stai bene ? Se vuoi scendo, penso di riuscire a reggermi in piedi- disse lei, con espressione e voce preoccupata

-No Diana. Ce la faccio, davvero- ribattei, anche se per un attimo mi parve di cadere dalla stanchezza

Sentivo la gola rinsecchirsi sempre piú, arida e dolente .

Respiravo in modo ben poco regolare e le gambe mi tremavano follemente, ma la determinazione mi portava ad avanzare ancora.

Volevo far capire a quella lí che non mi avrebbe mai  impedito di raggiungere un obbiettivo o altro.

Ma allo stremo delle forze, con la vista che mi si sfuocava e con la mente ben poco lucida, rischiavo davvero grosso.

Se non trovavo subito una fonte d'acqua, c'era la possibilità che sarei svenuto da un momento all' altro.

Camminai ancora un po' quando vidi finalmente un fiume e notai che era appena spuntato il sole.

Diana scese dalla mia schiena e, fingendo di stare almeno un po' quel bene che in realtà non stavo affatto, la feci aggrappare al mio braccio.

Zoppicanti raggiungemmo l' acqua.

Lei si piegó, bagnando la caviglia, io caddi in avanti, le gambe completamente a pezzi, immergendo la bocca nel fiume, tenendola ben aperta per pulirla.

Una volta dopo averlo fatto e non aver sentito più alcun sapore cattivo, iniziai a bere.

L' acqua non mi era mai sembrata così buona e fresca.

Solo poco dopo, fui così esausto che svenni sul prato.

Passarono quelli che a me parvero secondi e mi svegliai ad un tratto, sentendo il mio corpo che veniva scrollato con forza.

Vidi Diana, appena sopra di me che insisteva che mi alzassi.

Lo feci, tra lo stordito e l' affaticato, rendendomi improvvisamente conto di sentirmi ben in forze.

Per quanto avevo dormito ?

-Guarda- disse, indicando con un dito un punto in alto.

Per non sapevo quale motivo, avevo la testa che continuava a dolermi, quasi pulsasse e feci fatica a mettere a fuoco l' immagine.

La vidi, era un alta torre.

La torre di cui aveva parlato Morgan.

Arrivammo ad essa abbastanza rapidamente, io che la aiutavo a non scivolare e lei che in qualche modo riusciva a spronarmi ad avanzare.

Era molto, molto alta, con decorazioni oro sopra e sotto.

Era di un grigio molto simile a quello degli alberi.

-Saliamo- disse lei indicando l' entrata che mostrava subito delle scale a chiocciola e, parecchio piú sopra una gigantesca finestra a cerchio, altezza uomo -Potremo vedere quanto dista l' entrata di Tyresis, e se non é visibile dove siamo esattamente.-

Acconsentii e lei mi tiró per il braccio, per poi trovarci dentro all' entrata della torre.

Se si guardava in alto si vedeva la lunga serie di scale che si susseguivano fino a raggiungere uno spiazzo molto in alto.

Iniziammo immediatamente a salire.

-Vai avanti tu- disse lei, ad un tratto, arrivati a metà scala.

Mi lasció il braccio e mi incitó ad andare.

Ricominciai a camminare, stavolta da solo, su per le scale e raggiunta la parte piú alta, mi fermai.

Era una stanza larga, con un tavolino, un letto, un comodino e due finestre parallele.

Mi affacciai e prontamente aspettai che Diana salisse le scale e mi raggiungesse.

La vidi spuntare dalla porta.

Aveva un espressione strana, diversa.

-Cos'hai ? Perché mi hai fatto andare avanti?-

Fece dei passi, lenti, avvicinandosi e ad un tratto si buttó su di me, scaraventandomi sul letto.

-Che stai facendo?!-

Mi distrusse i bottoni della camicia, strappandola a brandelli con i denti.

Opposi resistenza, ma teneva le gambe congiunte, stringendo le mie.

Con uno dei pezzi di camicia che aveva strappato, mi legó i polsi, ci riuscí perché per quanto potessi tentare di opponere resistenza ero parecchio stordito.

-Cosa diavolo combini?!- dissi con un ringhio che uscí gutturalmente

Diana mi fissò e mi sorrise, non un sorriso normale ma un ghigno serpentino.

Vidi i suoi occhi cambiare, diventando gialli.

Tentai di gridare, facendo però soltanto un urlo soffocato.

Di certo quella non era Diana.

Era qualcuno che somigliava a lei ma ne aveva solo l' aspetto e che mi stava toccando il petto quasi fosse alla ricerca di qualcosa e ad un tratto sembró averlo trovato.

Premette con forza sul mio petto e sentii un leggero bruciore.

Fissai negli occhi l'essere, mentre i suoi canini si allungavano, seguiti dagli altri denti, non lunghi però quanto i primi e ella mi morse.

Non potei non urlare mentre le punte mi attraversavano la carne, forandola.

L' essere fece uno strano movimento con la testa, tirandola all' indietro come se venisse strozzato, facendomi uscire dal corpo una sorta di spirito bianco.

Gridai ancora piú forte quando mi si distaccó dal corpo e venne appoggiato in malo modo sul comó.

Non percepivo piú il letto ma sentivo il comodino sotto di me, quasi ci fossi sopra io stesso.

Dentro allo spirito vidi, proprio dove m'aveva morso, un pallino viola, e tutto attorno un fumo nero.

Il mostro dalle sembianze di Diana affondó la mano dentro allo spirito bianco e premette sulla sfera violacea, che si dissolse, trasformandosi subito dopo in liquido.

Gridai talmente forte che sentii l' aria sparirmi dai polmoni.

Improvvisamente un ragazzo biondo attraversó la porta come un fulmine, afferrando di schiena l' essere e lanciandolo contro il muro, facendone crollare una parte.

L' essere mutó e lo vidi trasformarsi in una persona dai capelli neri, lunghi, che poi mutó di nuovo e si trasformó nel serpente color notte che aveva morso Diana.

Non avevo tempo per ragionare e non ci riuscivo neanche se per quello.

Sentivo solo quel dolore orrendamente grande e il bisogno di gridare.

Il serpente divenne cenere.

Il ragazzo biondo si diresse verso lo spirito, vi entró dentro con una mano e con mia enorme sorpresa, da essa scaturí del ghiaccio che congeló completamente il liquido viola.

Mi toccai il petto e lo sentii freddo.

Piano piano il ragazzo inizió a levare i cubetti di ghiaccio, fatto ció, prese lo spirito e me lo reinfiló nel corpo.

Non seppi perché, ma lo stordimento era svanito, stavo molto meglio.

-Chi sei?- chiesi, a bassa voce, poco prima di venire percorso da un brivido e da un flashback improvviso.

-Beh. Credo tu lo sappia- disse lui di tutta risposta.

E in effetti aveva ragione.

Adesso sapevo chi avevo davanti.

Lui era il nuovo Elemento...

L' Elemento del Ghiaccio.

-Il mio nome é Luxor-

-Cos'era ... quello ?- chesi, indicando dove prima c'era la creatura di cui erano rimaste le ceneri

- Una serpe mutaforme, un assorbitrice di magia e poteri-

-Nel senso che mi avrebbe rubato il mio Elemento?-

-Se ne sarebbe nutrita, sí- rispose -Le serpi mutanti sono ghiotte di oscurità, ti ha diviso dai tuoi compagni per averti... -

Mi alzai dal letto ed il ragazzo mi fece uno strano sorriso.

-Mi dispiace.- disse

-Per cosa?-

-Per questo-

Mi lanciò una piastra di ghiaccio sul collo, che me l' attraversó completamente.

Sentii un urlo strozzarmisi in gola.

-Non voglio che la tua boccaccia dica anche qualsiasi dettaglio ai tuoi... amici. Perció é meglio se rimani senza voce per un po'-

-Cosa sarebbe a dire !?-dissi, senza riuscire però ad emettere alcuna parola e alcun suono

-Ti ho tolto la voce, te la rimetteró quando mi andrà- rise

Avrei voluto ucciderlo, davvero, ma prima che tentassi anche solo di toccarlo, lui saltó fuori dalla finestra e svaní nel nulla.

Ricordandomi che Diana non poteva di certo essere sparita nel nulla, non come quel bastardo almeno, scesi le scale.

Assurdo, prima quel tipo mi aveva salvato e poi, neanche un minuto dopo, mi aveva tolto la voce.

Scendendo  le scale , la trovai al primo piano, seduta, che stava lentamente riprendendosi.

Quando lei mi vide, sgranó gli occhi -Ehi... ma cosa diavolo ti é capitato ?!-

Pensai alla serpe mutante che con le sue sembianze mi attaccava, spaccando la camicia nera e rabbrividii, coprendomi il petto con quello che ne restava, stoffa rovinata, sfilacciata e irregolare.

Alzai le spalle, non potevo fare altro.

-Cosa pensi di fare ? Hai visto Tyresis?-

Annuii e indicai la strada
-Sei silenzioso-

Sospirai e presi a camminare.

Se avesse tentato di farmi parlare, beh, non ci sarebbe proprio riuscita, nemmeno a farmi dire :'A'

Letteralmente.

Ci incamminammo e quando vedemmo l' entrata per Tyresis, non potemmo che essere sollevati.







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