Capitolo 4
Quella sera Gisèle fece restare Diana, Nimue e Mei a casa sua, dal momento che in quella città non vi erano altri posti sicuri, specialmente di notte. La strega francese preparò delle squisite pietanze e più tardi, lei e le sue amiche andarono a sedersi in salotto con in mano delle coppe di gustoso vino rosso. Le quattro iniziarono a conversare un po' fra loro.
Diana: Devo ammettere che sai cucinare veramente bene, Gisèle. Complimenti.
Nimue: Sì, concordo.
Gisèle: Grazie, ragazze. Siete molto gentili.
Mei: Sapete... Plima, mentle facevo i miei eselcizi, stavo lipensando alla livelazione fatta dalla vostla amica, Lebecca. Pel caso conoscete il motivo delle sue azioni? Pelché ha assassinato quelle due stleghe?
Diana: In tutta onestà, non ne abbiamo idea. Noi l'abbiamo sempre vista come la più tenera e fragile del nostro gruppo. Abbiamo sempre creduto che fosse la più debole fra noi, con poteri magici di livello inferiore. Ma a quanto pare, ci sbagliavamo di grosso.
Nimue: Eccome. Se fosse stata davvero debole, non sarebbe mai riuscita a uccidere Elettra e Bradamante, talmente forti da essere inferiori solo a Giubilea.
Gisèle: A proposito... Io ho sentito parlare di questa Giubilea solo mediante qualche diceria... Potreste raccontarmi qualcosa su di lei? Sono curiosa di sapere chi fosse esattamente colei che ha ristabilito l'ordine.
Diana: Molto tempo fa... La nostra dea, Serafina, ritrovò Giubilea, all'epoca ancora in fasce, sulle sponde del Fiume della Discordia. Imparò molto presto ad utilizzare le arti magiche. Malgrado fosse una delle tante adepte, molte di noi credettero che lei avesse una predisposizione particolare, vista la maestria con cui lanciava incantesimi. Grazie a lei, io ho potuto fare un bellissimo viaggio, insieme ad Elettra, Perla, Giocasta, Cassiopea e Desdemona... Ma poi, dopo aver eliminato Ambra Scarlatta con la propria Arma delle Tenebre, Giubilea perse la vita, insieme a molte nostre alleate.
Mei: È tellibile.
Diana: Successivamente, io e Rebecca riportammo in vita la nostra amica defunta, ottenendo però un risultato orribile. La Giubilea alla quale volevamo bene si era trasformata in una Magus, un ibrido fra una strega e un demone.
Nimue: Già. Poi Diana scoprì Cassiopea e Desdemona erano corrotte, come se il resto non fosse già abbastanza. In seguito, fummo costrette a sconfiggere Giubilea, che tornò al suo stato originale di strega, morendo.
Alla fine di quel triste, drammatico racconto ci fu un momento di silenzio e sembrava che le ombre della stanza stessero oscurando la luce prodotta dal lampadario e dal grande camino. Dopodiché, dopo essersi asciugata un paio di lacrime, la bella strega francese si rivolse a Diana e Nimue.
Gisèle: Non immaginavo che fosse una storia così tragica. Pardonnez-moi, non avrei dovuto chiedervi di parlarne.
Diana: No, hai fatto bene, invece. Ci siamo tolte un peso... Un peso troppo grande da sopportare.
Nimue: Se volete la mia opinione, credo che Rebecca abbia ucciso Bradamante ed Elettra dopo che quest'ultima fu diventata la nuova dea delle streghe.
Mei: Plobabile. Ma adesso che cosa dobbiamo fale? Andiamo a celcale Lebecca e la uccidiamo, oppule...
Gisèle: Ci penseremo domani mattina, mon ami. Adesso andiamo a dormire, è tardi.
Mei: Non è mai taldi pel una stlega.
Le quattro streghe si alzarono e fecero per abbandonare il salotto, ma un fortissimo vortice oscuro mandò in frantumi una finestra e travolse le quattro, che caddero a terra. Nella stanza entrò un misterioso demone, fatto di pezzi di carne umana cuciti insieme, due lingue al posto degli occhi e dei canini messi in modo da formare una bocca.
Nimue: Oddio, che schifo! Ma cos'è questo coso?!
Diana: E lo chiedi a me? Che ne so io!
Mei: Attente! Sta pel attaccalci ancola!
Con una delle sue tre braccia, il mostro cercò di colpire le sue nemiche ma Nimue, disegnando in aria un cerchio con il dito, creò una barriera che, oltre a vanificare l'attacco, fece a pezzi l'arto del demone, che gridò di dolore con la voce di un neonato. Mei, dopo aver fatto una piccola danza, puntò le sue mani tese all'avversario.
Mei: "Yánshí fēngbào"!
Grazie all'incantesimo di Mei, dal soffitto del salotto piombarono delle rocce dalla punta acuminata, che lacerarono parti del corpo del mostro, facendo cadere pezzetti di carne, accompagnati da schizzi di sangue. A quel punto Gisèle, usufruendo del suo incantesimo preferito, alzò la propria gamba destra in aria, stendendola al massimo, e puntò il palmo della mano sinistra contro il demone, sorridendo.
Gisèle: "Guillotine magique"!
Dal nulla apparve una ghigliottina oscura, che decapitò il demone. Le streghe pensarono di averlo eliminato, ma la testa della creatura prese vita, facendo spuntare ai lati due gambe umane, e scagliò un dardo mistico verso le nemiche, che riuscirono per un pelo a eludere l'attacco. A quel punto Diana approfittò del fatto che il mostro era concentrato su Nimue e incrociò le braccia, chiudendo gli occhi.
Diana: "Manus mortiferum"!
Sotto il demone spuntò una mano nera come la pece con delle venature rosa e viola, che afferrò la creatura e la stritolò fino a farla scoppiare in una pioggia di sangue e resti di carne. La mano oscura scomparve e le streghe poterono riprendere fiato. Mei andò a sedersi sul divano, Diana andò a scaldarsi le mani davanti al camino, Gisèle sì appoggio a una parete e Nimue rimase immobile a fissare quello che era rimasto del mostro.
Nimue: Ehm... Chi pulisce qui?
Le tre streghe la guardarono e lei ricambiò gli sguardi, per poi annuire sconfitta e schioccare le dita, facendo sparire tutte le tracce di quel malefico essere. Tutte quante andarono a dormire e il mattino dopo, Diana e Mei scesero e si recarono in cucina per cercare qualcosa da mangiare, trovando del pane e una torta.
Diana: Ho una fame da lupi.
Mei: Hai ploplio lagione. Devo dile che è lo scontlo di ieli con il demone è stato ben poco impegnativo. Mi aspettavo molto di più da una cleatula che ha avuto il colaggio di lompele le finestle di Gisèle.
Diana: Il coraggio? Oh cavolo, costavano tanto?
Mei: Sì, ma non è il motivo pel cui l'ho detto. Sai, Gisèle è semple stata una stlega molto lispettata, platicamente in ogni palte del mondo. Talvolta, la sua potenza magica veniva considelata come qualcosa da idolatlale.
Diana: Sul serio? Caspita...
Mei: Ma nonostante tutto, lei non è mai stata una che si dà tante alie solo pel la sua fama. Anzi, è semple stata una pelsona molto umile, che ha semple celcato di aiutale il plossimo, spesso usufluendo della magia. Celto, all'appalenza potlebbe semblale la classica donna piena di soldi, con una casa enolme e che si sente supeliole agli altli, ma non è così.
Diana: Beh, ora che l'ho conosciuta, devo dire che è una bella persona e, da quanto ho potuto vedere, anche un'ottima compagna di squadra. Di certo con lei ci si sente al sicuro.
Mei: Già. È davvelo molto potente. Tolnando al discolso di plima, mi chiedo chi abbia mandato quel mostlo ad attaccalci. È possibile che sia stata la vostla amica?
Diana: Rebecca, dici? Penso proprio di sì, andando per esclusione.
Gisèle e Nimue raggiunsero le loro compagne e insieme uscirono dalla casa, abbandonarono il villaggio e intrapresero un viaggio alla ricerca di Rebecca, al fine di eliminarla per sempre. Intanto, la malvagia strega che cercavano si era recata in una strana città dai dubbi metodi architettonici, raggiungendo un palazzo molto antico; vi entrò e, dopo un paio di rampe di scale, attraversò un lungo corridoio, che sembrava volerla schiacciare da tanto era stretto, e il pavimento sotto di lei scricchiolava. Giunse dinanzi a una porta socchiusa, i cui cardini produssero un rumore infernale quando Rebecca, con la mano, strinse il pomello per aprirla. Oltre la soglia vi era il buio e, a parte qualche suono inquietante, era tutto silenzioso. La ragazza fece un passo avanti e un leggero alito di vento, che aveva l'odore di un cadavere putrefatto, l'avvolse, quasi come un raccapricciante e sinistro benvenuto. Rebecca alzò il suo pollice in su, accendendo una fiammella su di esso, così da potersi addentrare in quell'oscurità; arrivò in un piccolo ed accogliente salotto, illuminato solamente da un camino, il cui fuoco emanava un rilassante calore mentre scoppiettava. Davanti al focolare vi era una donna, seduta su una poltrona color del sangue, con dei ghirigori dorati. Rebecca si spostò i capelli e si rivolse a quella persona.
Rebecca: Ehm... Salve.
Non vi fu alcuna risposta. Quella donna si alzò, mostrando la sua ammaliante bellezza. Indossava un lungo abito nero con uno strascico grigio e portava al collo diverse collane purpuree. Di colpo, mentre osservava perpetuamente Rebecca, la donna graffiò una parete con le sue lunghe unghie viola e fece un sorrisino.
Donna: Dimmi il tuo nome.
Rebecca: Io sono Rebecca. Sono colei che ha...
Donna: Sì, so cos'hai fatto, volevo solo sapere come ti chiamassi.
Rebecca: Come... Fa a sapere cos'ho fatto?
Donna: Tutti coloro che varcano la soglia della mia dimora subiscono gli effetti della mia magia. Un incantesimo che mi permette di scoprire le azioni compiute dalle persone. Mi serve per capire chi è la persona che mi trovo davanti. E quella con cui sto parlando ora è... Un'assassina. Dico bene?
Rebecca: Io... Sì, ho ucciso...
Donna: Due streghe. Erano entrambe di livello nettamente superiore al tuo, ragion per la quale hai preferito coglierle di sorpresa per ucciderle. Non hai lasciato loro scampo. Ora, veniamo agli affari. Per quale motivo sei venuta da me?
Rebecca: Vorrei consultarmi con lei. Mi è stato detto che lei è una donna molto potente. E io avrei bisogno del suo aiuto.
Donna: È vero, sono molto potente, ma dipende anche da qual è il campo in cui vuoi che t'aiuti.
Rebecca: Omicidio.
Donna: Ah, capisco. Seguimi.
La donna toccò le labbra di Rebecca con un dito e le fece cenno col capo di seguirla. La misteriosa individua si recò di fronte a un muro, su cui aprì una porta con la magia e vi entrò, trascinando con sé la ragazza. Quel varco le condusse in una stanza vuota.
Rebecca: Che ci facciamo qui?
Donna: Se il tuo obiettivo è quello di uccidere qualcuno, allora fammi vedere che sai fare.
La donna schioccò le dita, manifestando davanti a Rebecca un ologramma mistico, che cominciò a camminare per la stanza senza una direzione precisa. La ragazza era ancora piuttosto confusa dalla situazione attuale.
Rebecca: E quello a cosa servirebbe?
Donna: Voglio che tu mi faccia vedere come sai uccidere. Devi eliminare quell'ologramma nel modo che preferisci.
Rebecca chiuse gli occhi e balzò dinanzi alla figura, tagliandole l'addome con un colpo fulmineo del braccio. La donna rimase tutt'altro che stupita da quella mossa, definendola fin troppo prevedibile e rimproverando la ragazza per non aver pensato a una strategia anziché buttarsi sul nemico in quella maniera. Creò un altro ologramma e stavolta se ne occupò lei, apparendo alle sue spalle uscendo dal pavimento e tagliandogli le gambe con la propria lingua. Dopodiché gli saltò addosso e gli conficcò il braccio nella gola, staccandogli la testa dal busto. Successivamente si rialzò e, con fierezza, guardò Rebecca che aveva assistito stupita alla scena.
Donna: Devi utilizzare tecniche più sofisticate per impressionarmi.
Rebecca: Potrei sapere il suo nome?
Donna: Ma certo, mi chiamo Clorinda.
Rebecca: Che nome insolito.
Clorinda: Non fare l'impertinente. Potresti dirmi chi sono i tuoi bersagli?
Rebecca: Delle streghe. Due mie ex amiche, Diana e Nimue, una ragazza cinese e una nuova arrivata francese, la quale è riuscita a sconfiggermi.
Clorinda: Conosci i nomi di queste ultime due?
Rebecca: Credo che la strega cinese si chiami Mei, ma non ho idea di quale sia il nome della francese.
Clorinda: Non importa. Vieni con me, andiamo a far loro visita.
Rebecca: Sa dove si trovano?
Clorinda: No, ma non mi ci vorrà molto per scoprirlo.
In poco tempo, Clorinda localizzò le streghe e, insieme a Rebecca, le raggiunse. Le quattro erano rimaste attonite alla vista di quella donna. Gisèle si mise davanti alle sue compagne, come per far loro da scudo e guardò le nemiche con sguardo temerario.
Clorinda: Non pensavo che ci saremmo incontrate di nuovo in circostanze simili... Gisèle.
Gisèle: Come?
Diana: Cosa? Che vuol dire?
Rebecca: Lei conosce quella strega?
Clorinda: Ma certo che sì, non potrei mai dimenticare il suo volto. Gisèle, non ti ricordi di me?
Gisèle: Direi proprio di no. Perché, dovrei forse?
Clorinda: A dire il vero sì, dovresti. Sono colei che ti ha sconfitta molto tempo fa.
Gisèle: Non ci posso credere... Clorinda!
Nimue: Eh? E chi sarebbe?
Mei: Diccelo, Gisèle.
Gisèle: Fate attenzione. È molto forte.
Ci fu un violentissimo scontro, nel quale Nimue e Mei rimasero ferite, anche se per fortuna non gravemente. Diana, con l'intenzione di togliere di mezzo Rebecca per ciò che aveva fatto a Elettra e Bradamante, le scagliò un fulmine addosso, forandole una coscia. La strega cadde a terra e, dopo strazianti urla di dolore, svenne per l'eccessiva perdita di sangue. A quel punto Clorinda attaccò Diana con un globo di fuoco, ma Gisèle difese l'amica con una barriera stregata. Le nemiche svanirono nel nulla e le quattro ragazze si teletrasportarono in un luogo sicuro e si riposarono.
Mei: È stata velamente una battaglia aldua. Pel foltuna siamo ancola tutte in vita.
Nimue: Ce la siamo vista brutta, ma ora siamo al sicuro. Almeno credo.
Diana: Gisèle, ti andrebbe di approfittare di questo momento di calma per spiegarci chi diavolo è quella donna?
Gisèle: È una strega davvero potente, quasi invincibile.
Nimue: E perché non c'è nella "classifica" delle streghe più forti al mondo?
Gisèle: Perché quelle come lei non possono esservi inserite.
Diana: Come lei? Che significa?
Gisèle: Le donne come lei sono molto rare oggigiorno. Non è una semplice strega... È una Witchpire.
Mei: E che cosa salebbe?
Gisèle: Un ibrido fra una strega e un vampiro...
VI È PIACIUTO QUESTO QUARTO CAPITOLO? PROBABILMENTE QUELLO CHE STO PER DIRVI L'AVRETE GIÀ NOTATO DA SOLI, MA VE LO DICO LO STESSO: ALLA FIN FINE, PER CREARE CLORINDA HO PRESO SPUNTO DA GIUBILEA DEL PRECEDENTE LIBRO. COME LEI ERA UN MAGUS (IBRIDO FRA STREGA E DEMONE), COSÌ CLORINDA È UNA WITCHPIRE, QUINDI UN IBRIDO TRA STREGA E VAMPIRO. HO RIPRESO L'IDEA, L'HO RIMODELLATA E L'HO RIPROPOSTA SOTTO UN'ALTRA FORMA. IN OGNI CASO, VI INVITO A PROSEGUIRE LA LETTURA E CI VEDIAMO AI PROSSIMI CAPITOLI. UN BACIONE ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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