Capitolo 2
Le streghe tentarono di affrontare Giubilea, ma questa era troppo forte e le sconfisse tutte quante, indebolendo perfino la loro magia.
Giubilea: Ve l'avevo detto. Siete streghe, dovreste sapere che è controproducente nutrire false speranze. Oggi mi sono limitata solo a un piccolo assaggio del mio potere distruttivo, ma la prossima volta che oserete intralciare i miei piani... Vi posso assicurare che perirete nel modo più atroce possibile.
Diana: Giubilea, ti prego, torna in te!
Giubilea: Ma io sono in me. Non riesci a capire? La mia morte ha aumentato il mio potenziale mistico, e adesso sono imbattibile. Fate, streghe, demoni e dei tremeranno alla mia venuta. Sono ascesa dalle ombre per mostrare al mondo la via verso la luce...
Desdemona: Cioè l'estinzione?
Giubilea: Beh, se la metti così, sembra una cosa brutta.
Rebecca: Ma è una cosa brutta! Non capisci che attingendo a tali forze oscure... Perderai tutto? Noi, te stessa... Elettra...
Giubilea: Smettila di provocarmi, sciocca mortale!
Con un gesto, Giubilea scagliò Rebecca contro una tomba e Diana corse a soccorrerla. Cassiopea si fece avanti, in lacrime.
Cassiopea: Giubilea... Avvicinati...
Giubilea: Non cadrò nei tuoi sporchi tranelli! Non sono più quell'idiota di Giubilea!
Cassiopea: Non eri affatto un'idiota. Eri la pupilla di Serafina, un onore di cui poche streghe erano meritevoli. Non eri una ragazza qualunque. Tu... Eri Giubilea... Hai salvato il mondo, e adesso stai cercando di fare il contrario... Perché?
Giubilea: Non sono tenuta a spiegarti le mie motivazioni. E non è certo con le lusinghe che mi riporterai sulla retta via. Sei solo un'illusa!
Cassiopea: E tu sei una delusione. Mi ripugni. Come ti permetti di spacciarti per la nostra eroina?! Non sei altro che una mera bestia mentitrice! Hai scatenato la mia furia... E ben presto comprenderai che farmi arrabbiare è una pessima idea... Mi rincresce davvero, Giubilea. Un tempo, quando eri una di noi, ti consideravo motivo di vanto. Ma adesso... Sei un mostro riprovevole, degna solo del mio disprezzo.
Giubilea: Taci, volgare serpente!
Dalla schiena di Giubilea spuntarono delle protuberanze affilate, con le quali la donna trafisse Cassiopea a un braccio. La strega cadde a terra, gravemente ferita.
Giubilea: Siete seccanti. Siete solo fastidiosi moscerini che non aspettano altro che essere schiacciati. Creature aberranti che desiderano la propria morte. Non vedo l'ora di accontentarvi. Vogliate scusarmi, ho altre questioni urgenti che richiedono la mia attenzione.
Desdemona: Tu non vai da nessuna parte!
La strega balzò addosso a Giubilea e, con un incantesimo, entrò nella testa di questa e le provocò un trauma. La Magus gridò e la sua collera fece uscire forzatamente Desdemona dalla sua mente. La donna finì contro un albero e perse i sensi. Giubilea aprì un varco magico e scomparve. Tutto tornò come prima: la Luna riprese il suo colore e niente aveva più quel tono catastrofico. Le streghe, sconfitte e tristi, rientrarono nel castello. I guai, però, erano tornati all'attacco, perché una divisione della Fratellanza della Pace era appena giunta nel villaggio della Confraternita delle Streghe. Si fecero largo fra le strade e le viuzze, disossando streghe e distruggendo ville. Arrivarono al palazzo e fecero irruzione nella Sala del Trono di Cassiopea, la quale stava gattonando sul soffitto, pronta a tendere un agguato alle nemiche. Cadde sulle spalle di una fata e le spezzò il collo con le ginocchia. Rotolò all'indietro e sorrise alle altre avversarie.
Cassiopea: Salve.
Elena: Come hai potuto uccidere la nostra compagna?!
Cassiopea: Voi avete appena decimato il mio popolo. Di nuovo, per giunta. Questa vostra monotonia inizia a darmi sui nervi. Dovreste cercare di variare un po'.
Criseide: Oh, andiamo, risparmiaci la predica. Tu per secoli hai ucciso ogni fata che intralciava il tuo cammino.
Cassiopea: Mi hai... Dato del tu?
Criseide: Non sei la mia regina. Di conseguenza ti tratto come il mio codice d'onore mi impone.
Cassiopea: Sei una guerriera molto fedele...
Cassiopea apparve davanti alla fata e le tagliò la gola guardandola.
Cassiopea: Ops... Eri una guerriera molto fedele... Chi è la prossima?
Lorna: Non ci sarà una prossima. Piegati dinanzi a me, strega! O ti costringerò a farlo.
Cassiopea: E con quale autorità tenteresti di farlo?
Lorna: Non mi serve alcuna autorità... Solo il potere divino.
Dal petto di Lorna scaturì un accecante bagliore dorato, che sbalzò via la strega. Questa si alzò, sorpresa dal colpo.
Cassiopea: Questo non me l'aspettavo.
Lorna: E ho tanti altri assi nella manica da usare per abbatterti. Uccidi le fate senza sforzo, e non sei dunque abituata alle lotte impegnative. Mi chiedo come tu abbia fatto ad avere questo trono. Tu... Detieni la forza di tutte le streghe, ma non te lo meriti.
Cassiopea: Vuoi insultarmi o combattere? Perché ho altro da fare!
Lorna: Tranquilla. Finiremo in fretta questa battaglia... Anche se essa ha un unico epilogo... La tua morte.
Cassiopea: Ce n'è anche un altro... La TUA morte. Vieni avanti, se ne hai il coraggio!
Le due si affrontarono e, malgrado tutti gli sforzi, nessuna delle due prevalse sull'altra. La fata fuggì, mentre le sue compagne, Berta e Linda, provarono in tutti i modi a neutralizzare Diana e Rebecca, le quali si presero per mano e fissarono con sguardo serio le fate.
Diana/Rebecca: Corpo, strumento del nostro volere, compi ora il tuo dovere. Ti chiediamo di volteggiare come un ciclone, finché le fate non saranno solo un alone.
Con questo sortilegio fecero girare più e più volte il bacino di Berta e Linda e, tra suoni di ossa rotte e grida strazianti, le fate si trasformarono in delle deboli luci, che scomparvero in poco tempo. Desdemona cercò di fermare Lorna, ma ormai era riuscita a scappare. Le quattro streghe tirarono un sospiro di sollievo, ma un'altra fata stava per attaccarle. Proprio mentre era sul punto di colpirle, la loro avversaria venne sventrata da un incantesimo oscuro. Era stata Giubilea, che si era appena manifestata della stanza uscendo dal pavimento.
Giubilea: Accidenti... Forse volevate assassinarla voi. Beh, è troppo tardi.
Rebecca: No, aspetta! Io... Grazie... Per averci salvate.
Giubilea: Io non vi ho salvate, sciocca. Ho solo rimandato la vostra fine, che dovrà avvenire solo ed esclusivamente per mano mia. Tutto qua.
Giubilea corse verso le streghe e saltò verso il soffitto, che attraversò rendendosi intangibile. Le donne erano rimaste senza parole davanti a quella scena. Sembravano quasi fissare il vuoto.
Diana: Ma... Come diavolo ha fatto ad oltrepassare il tetto?!
Desdemona: Ve l'ho già spiegato. Giubilea oramai è una Magus. È troppo potente, anche per me e mia sorella.
Rebecca: Questo non è vero. Dal momento che la nostra amica non è più in lei, vuol dire che ha perso il suo spirito combattivo. Lotta solo perché sa di trovarsi in una posizione predominante rispetto a qualunque avversario le si pari davanti. Si tratta di presunzione. Giubilea si sopravvaluta un po' troppo, e questo ci dà un vantaggio su di lei.
Diana: Che intendi dire esattamente? Dobbiamo prenderla in giro perché si dà delle arie?
Rebecca: No. Intendo dire che potremmo farle credere di averci battute, per poi sorprenderla. Che ne pensate?
Cassiopea: Penso che sia un ottimo piano... Se non fosse che stiamo affrontando una Magus e non una semplice fata o un demone. Non sarà facile batterla, se non praticamente impossibile. Non voglio mentirvi, ragazze. Ma dobbiamo cominciare ad accettare il fatto che la nostra nuova nemica sia la nostra vecchia amica.
Diana: Lo accetteremo, Regina. Ma con estremo rammarico.
Rebecca: Il dolore per la sorte di Giubilea pervade i nostri cuori. Ci ritiriamo nelle nostre stanze, Regina. Buonanotte.
Cassiopea: Buonanotte. Riposate, mie care.
Le due ragazze uscirono dalla sala. Cassiopea si sedette sul suo trono, sospirando.
Cassiopea: Sorella mia.
Desdemona: Dimmi.
Cassiopea: Domani mattina andremo a parlare con alcune vecchie conoscenze. Ti va?
Desdemona: Serve per sconfiggere Giubilea?
Cassiopea: In un certo qual modo sì.
Desdemona: Allora... Accetto volentieri.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro