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Capitolo 13

Al suo risveglio, Diana era confusa e si alzò dal letto con fatica. Uscì dalla sua camera, entrò nel grande salotto e si sedette sul divano, accanto a Bradamante.
Diana: Che cos'hai fatto a me e a quell'idiota?
Bradamante: Un sortilegio che ha rallentato temporaneamente le vostre funzioni cerebrali, facendovi cadere in una specie di stato comatoso.
Diana: Ero in coma?!
Bradamante: Non proprio, ma la tua mente è entrata in una fase di stasi momentanea.
Diana: Capisco. E Priscilla dov'è adesso?
Bradamante: È nella sua--
Sconosciuto: "Crepitus!"
Qualcuno fece esplodere un muro del salotto con questa parola magica. Era Lorna, fata fuggita tempo prima durante uno scontro.
Diana: Ah, allora sei viva.
Lorna: E pronta a uccidervi, streghe!
Bradamante: Ne dubito. Diana!
Diana: Sono pronta!
Bradamante/Diana: "Atrox tempestas!"
Con questo incantesimo, le due stregarono il clima e fecero cadere dal cielo un fulmine che colpì in pieno la fata, bucandole lo stomaco. Il cadavere fumante di Lorna si accasciò al suolo.
Diana: Beh, è tornata solo per farsi ammazzare.
Bradamante: Ha avuto quello che voleva.
Successivamente, nella stanza irruppe Priscilla e alla visione della salma di Lorna, rimase sconvolta.
Priscilla: Ma che cavolo è successo?!
Diana: Niente.
Priscilla: E quel corpo abbrustolito?!
Bradamante: Una scelta stilistica...
Priscilla: Quindi noi streghe cuciniamo la gente alla brace?!
Diana: No, stupida! Questa era una fata decisa a ucciderci. Gli omicidi sono all'ordine del giorno nelle nostre vite, fattene una ragione.
Bradamante: Diana!
Diana: Che c'è?! Cosa ho fatto?! Ho detto solo la dura verità!
Elettra, Rebecca e Nimue entrarono nella stanza, preoccupate per il baccano.
Elettra: Che succede qui?
Rebecca: Una fata vi ha attaccate?
Bradamante: Sì.
Nimue: E dov'è?
Diana: Proprio qui.
Rebecca: Ah... Certo... E ora che ne facciamo del cadavere?
Elettra: Lo facciamo sparire. "Evanescentis".
Ad un tratto il corpo venne avvolto da un alone nero e dopo scomparve. Entrarono nel salotto anche Carlotta e Lorena.
Carlotta: Che diavolo... No... Non lo voglio sapere.
Lorena: Facciamo finta di niente.
Diana: Bravissime. Non mi piace spiegare certe cose alle persone, specialmente alle nuove reclute.
Rebecca: Adesso, Diana, tu e io andiamo di sopra, ti va?
Diana: Ehm... No?
Nimue: Ma sì che ti va. Vieni con noi, cara.
Le due ragazze uscirono dal castello con Diana e si recarono nel bosco piuttosto vicino e si pararono davanti a un albero.
Diana: Che ci facciamo qui?
Rebecca: Visitiamo un posto.
Nimue: Un posto molto speciale.
Diana: Di che genere?
Rebecca: Magico.
Diana: Sì, beh, questo l'avevo intuito.
Nimue: Ora lo scoprirai.
Nimue si avvicinò all'albero e ne toccò il tronco con delicatezza, chiuse gli occhi e focalizzò il suo potere.
Nimue: "Aperi. Ostendit mysterium."
Con queste parole, la strega incantò l'arbusto, che si aprì al centro mostrando una sorta di corridoio, che le tre attraversarono. Arrivarono fino alla fine e, una volta fuori dal passaggio, si trovarono in una grande stanza colma di oggetti mistici e potenti.
Diana: Che cos'è questo?
Rebecca: Un laboratorio magico, un tempo di proprietà di Serafina.
Nimue: Qui dentro troveremo di certo qualcosa che ci aiuterà a sconfiggere Giubilea.
Diana: Wow, c'è davvero l'imbarazzo della scelta: grimori, pozioni, coltelli cerimoniali, bambole vudù... Tutto questo potrebbe diventare un'arma...
Rebecca: Già, e sono tutte cose antiche e forti, create sicuramente da qualche antenata di Serafina stessa.
Nimue: Si riesce a percepire perfettamente la magia che c'è qui.
Diana: Ho una domanda: come facevate a sapere di questo luogo?
Rebecca: Ce ne ha parlato Desdemona tempo fa. Anche se non ha specificato la presenza di certi oggetti. Siamo sorprese anche noi dalla quantità di potere presente in questo laboratorio.
Sconosciuto: Anche io...
Le tre streghe riconobbero impaurite quella voce e si voltarono di scatto.
Giubilea: Infatti intendo distruggerlo.
Nimue: Non te lo permetteremo.
Giubilea: E come intendete fermarmi?
Diana: Così!
Diana prese velocemente una boccetta da uno scaffale. Conteneva una polverina verdognola, che la ragazza tirò fuori e strinse in mano.
Rebecca: Sai quello che fai?
Diana: Per niente. "Exitium iuvenale"!
Dopo aver pronunciato la formula, la strega soffiò la polvere verso Giubilea, che cadde a terra. Si rialzò, piuttosto arrabbiata e prese Diana per il collo.
Giubilea: Vuoi vedere chi fra noi due fa più male all'altra?
Diana: Vuoi che ti risponda?
La ragazza diede una testata in faccia alla Magus, che indietreggiò con il naso sanguinante. Improvvisamente, l'intero laboratorio iniziò a tremare e le labbra di Giubilea cominciarono a brillare.
Giubilea: "Clamor mortis."
Non appena ebbe pronunciato il mantra, aprì la bocca e ne uscì un raggio cremisi, che colpì Diana, che sbatté la testa a un muro, svenendo. Rebecca e Nimue si frapposero tra la loro amica e Giubilea, si presero per mano e fissarono il cielo con occhi sbarrati. Si erano messe al collo dei ciondoli oscuri per lanciare un potentissimo incantesimo di protezione.
Rebecca/Nimue: "Auxilium. Deam discordiae, vigilantes in nobis. Vos medium salutis."
Le due streghe innalzarono una barriera magica per difendersi dalla loro avversaria. Questa provò in tutti i modi a spezzare il sortilegio, ma non ci riuscì.
Giubilea: Non l'avete ancora capito? La vostra esistenza è uno strumento del fato! Se non sarò io a prendere la vostra vita, sarà qualcun altro a farlo... O qualcos'altro.
Nimue: Iettatrice.
Rebecca: Non provocarla. Non voglio averla qui quando l'incantesimo perderà la sua efficacia perché, onestamente, ci tengo alla pelle.
Diana si rialzò, indolenzita, afferrò la mano di Rebecca e la guardò sorridendo.
Diana: Sta' tranquilla. Non succederà. Siamo più forti di lei grazie a questi oggetti.
Giubilea: Solo temporaneamente. Attenderò con ansia il momento in cui nessuno sarà qui per difendere tutte queste cose dalla mia morsa e poi... Le distruggerò tutte quante. Dalla prima all'ultima. Sarà un vero spasso. Mi piacerebbe farvi vedere lo spettacolo, ma poi tentereste di fermarmi, quindi... Non posso invitarvi.
Nimue: Oh, ma noi verremo con piacere. Prenderemo posti in prima fila, ma non per osservarti mentre fai a pezzi questo luogo... Ma per guardare con gioia il momento in cui una di noi... Ti ucciderà.
Rebecca: Quale parte di "non provocarla" non hai capito? Mi risulta che parliamo la stessa lingua.
Diana: Andiamo, Rebecca. Non puoi avere perennemente paura.
Rebecca: Io non ho paura. Ho solo a cuore la mia salvaguardia.
Giubilea si teletrasportò via e le tre streghe uscirono dal laboratorio, che si assicurarono di proteggere con un cerchio di petali di rosa incantata, così da impedire che la Magus potesse rientrarvi.

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