Capitolo 7
Giocasta provò in tutti modi a rompere la gabbia che le teneva prigioniere, ma non c'era niente da fare. Cassiopea, seccata della scomoda permanenza, cominciò a recitare questa formula:< Quod murus in terra corruet.> Grazie a ciò, la barriera si disintegrò e le streghe poterono uscire ed inseguire Andromeda. Provarono a lanciare un incantesimo di localizzazione per individuare il rifugio di Amara. Una stella nera le guidò fino ad una grotta buia e inquietante. C'erano degli strani cigolii da far accapponare la pelle al suo interno, tanto che Elettra prontamente rimase fuori a fare la guardia. Dopo qualche minuto, trovarono Amara e la scortarono fuori, ma Andromeda sopraggiunse e provò a colpire la fata, ma fu bloccata da Cassiopea e Giocasta, che affrontarono l'avversaria, seppur con non poche difficoltà. Giubilea si occupò di portare la ragazza al sicuro con Elettra, ma di colpo cadde a terra. Aveva appena riavuto i suoi poteri di strega, ma riottenerli fu talmente improvviso che il suo corpo non resse, di conseguenza svenne. Si destò qualche ora dopo in una tenda, con le altre fuori in attesa del suo risveglio; non appena fu uscita, Elettra l'abbracciò e le disse:< Sono davvero contenta che tu stia bene! Per caso hai visto come sta quella fata?> < Amara sta bene, credo. Stava dormendo quando ho aperto gli occhi. Credo sia ancora addormentata. Che ne facciamo di lei, adesso?> Giocasta si intromise e disse:< La useremo come ostaggio per difenderci da Andromeda. Mi sembra l'unica opzione che abbia senso, non credete anche voi?> Cassiopea si fece avanti e rispose:< Io propongo di ucciderla. Non abbiamo altra scelta. Ci ha causato solo problemi da quando l'abbiamo salvata. Ci è solo d'impaccio.> Giubilea ebbe l'onore di assassinare la ragazza. La prese in braccio, la portò alle sponde del Fiume della Discordia e l'affogò, per poi bruciare il cadavere con un sortilegio. Dopodiché, le quattro streghe proseguirono il loro viaggio. Dovevano assolutamente elaborare una strategia per sorprendere e abbattere Andromeda, ma era molto difficile trovarne una efficace, perché era un demone molto furbo, oltre che potente. Dinanzi a loro si pararono quattro fate armate e pronte alla lotta. Giubilea fece un passo in avanti con aria decisa e chiese loro:< Dichiarate il vostro intento. E magari una ragione per cui non dovremmo farvi a pezzi.> La fata più sfacciata rispose con tono autorevole:< Siamo le Fate degli Elementi. Io sono Fiamma e detengo la forza brutale del fuoco.> Un'altra venne avanti e disse:< Il mio nome, invece, è Gaia e detengo la dolcezza della terra.> Poi un'altra ancora:< Io sono Delfina e detengo la leggiadria delle onde del mare> Infine parlò l'ultima fata:< E il mio nome è Grecale e detengo la velocità del vento.> Elettra si mise a ridere pensando a quanto fossero ridicole secondo lei, ma si sbagliava, perché erano più forti di quanto sembrassero. In poco tempo, malgrado l'impegno della strega, venne neutralizzata da Gaia; si fecero avanti Giocasta e Giubilea che riuscirono ad uccidere Delfina con una pioggia di spine al curaro. Cassiopea guardò con immensa gioia la sua avversaria, Fiamma, mentre il suo corpo veniva spolpato da un Mastino Demoniaco evocato dalla strega. Grecale si librò in aria e con la formula:< Dea dell'Aria, a me fa ritorno, richiedo il tuo potere. Annebbia ora questo giorno, e un ciclone fai cadere> fece comparire molti tornado, così da destabilizzare le streghe. Mentre queste erano in balia della potentissima corrente, Grecale apparve alle loro spalle e cercò di pugnalare Elettra, ma venne fermata da Giocasta che con un forte pugno la tramortì. Giubilea prese il pugnale della fata con l'intento di ucciderla, ma questa si risvegliò e scomparve in un turbine di vento. Le streghe la cercarono, ma non riuscirono a trovarla. Cassiopea riunì le sue colleghe e disse:< Ora abbiamo un altro problema. Tralasciando la fata in fuga, dobbiamo ancora stanare la persona che ha ucciso Teodora. Non sono certa che sia stata Andromeda. Credo che ci sia qualcun altro dietro a questa faccenda.> <Infatti non sono stata io> disse il demone, manifestatosi fra di loro. Era soddisfatta della morte delle fate e, volendosi congratulare con le streghe, disse loro:< I miei complimenti, signore. Siete state fenomenali! Mi sono emozionata quando ho visto come le avete massacrate. Avete fatto un vero capolavoro, un'opera d'arte. Il vostro lavoretto qui è quasi al livello di ciò che ho fatto io per secoli alla vostra stirpe e alle fate. Prima o poi supererete, almeno in qualità, i miei omicidi mistici. Ci conto.> Una volta terminato il suo discorso, girò i tacchi e se ne andò, ma prima di teletasportarsi, disse:< Sbrigatevi a trovare e ridurre a brandelli la fuggitiva, altrimenti lo farò io per voi. Ma se dovessi essere io a ucciderla, le conseguenze per voi potrebbero essere disastrose...>
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