Capitolo 4
Teodora, dinanzi alle altre fate, urlò per il dolore appena subito a causa della morte di Rosetta. L'antica fata era su tutte le furie e oramai era incapace di sopportare ancora l'esistenza delle streghe, così inviò quattro fate, Morgana, Sibilla, Gemma e Rosaria, dotate di un potere immenso, quasi superiore a quello della defunta Serafina, con il compito di trovare e catturare ogni strega presente sulla faccia della Terra. Intanto Giubilea, con ancora un eterno malcontento nel cuore per la morte della sua amata amica, fuggiva da Elettra che, ora come ora, non avrebbe potuto battere, vista la scarsa quantità di energia mistica presente nel proprio corpo. La strega era succube di sentimenti tristi e al tempo stesso paurosi, perché temeva che non sarebbe mai stata in grado di fermare la sua nemica e la Fratellanza della Pace. Ben presto ricomparve quella figura enigmatica, che si frappose tra Elettra e Giubilea, con l'intento di difendere quest'ultima. Le due streghe avevano cominciato una furiosa lotta mistica e, tra fulmini, fiamme, maledizioni e dardi magici, la donna cercò di aiutare la sua salvatrice come meglio poteva, distraendo l'avversaria facendo da bersaglio. Alla fine la strega misteriosa riuscì ad abbattere Elettra con un potentissimo incantesimo, proveniente nientemeno che dall'antico grimorio di Serafina. Prima che questa "eroina" potesse scomparire nuovamente, Giubilea la fermò e le chiese:< Ti prego. Dimmi chi sei.> Era Giocasta, sorella di Serafina ed erede, quindi, del grande potere delle Streghe Ancestrali, ossia le antenate di sua sorella. Il suo arrivo era tutt'altro che casuale, infatti il suo compito è sempre stato quello di manifestarsi ogni volta che la Fratellanza della Pace si fosse fatta avanti nei secoli per distruggere le streghe. Giocasta era sempre stata simbolo di morte e sventura, infatti era l'unica componente della Confraternita delle Streghe a non essere mai stata citata nelle enciclopedie storiche, poiché veniva considerata tabù per via del suo ruolo di mietitrice. Ella raccontò la verità sulla sua storia a Giubilea:< Un tempo mi dicevano che ero pazza, perché affermavo di parlare con i fantasmi. Ma era vero, in quanto mia nonna era Aurelia, meglio conosciuta come la Tessitrice di Anime. Forse ne hai sentito parlare. Era una delle Streghe Antiche, il cui ruolo era di infestare le menti dei deboli di cuore con visioni dall'Oltretomba> La strega era sempre più stupita da ciò che Giocasta le stava dicendo. Più avanti, si recarono insieme da alcune streghe dedite allo spaccio di droga magica. La più giovane, nonché la più forte era Diana, che era nel giro da molto più tempo delle altre. Era la migliore amica di Giocasta sin dall'infanzia e il loro incontro dopo tanto tempo commosse entrambe. Giubilea chiese a Diana un favore enorme: procurarle una particolare droga, che solo lei coltivava, in grado di inibire i poteri di una fata senza che questa se ne accorgesse poiché, non appena somministrata, le si parerà di fronte un'illusione erotica che terrà impegnata la sua mente, colpendo direttamente l'Amigdala. Presa l'erba, la strega se ne andò con la sua compagna ma, una volta uscite dal rifugio di Diana, si imbatterono in una delle quattro fate mandate a stanare Giubilea, cioè Rosaria, che ingaggiò una lotta contro Giocasta, ma perse miseramente e fu ghigliottinata da quest'ultima con un incantesimo. Ne comparve subito un'altra, Morgana, che tentò di pugnalare la strega indebolita, tuttavia senza successo. Allora la donna incantò la fata con la droga e questa, per l'eccitazione e la frenesia della sua illusione, morì di crepacuore. Le due streghe ebbero il tempo di scappare prima di essere assalite dalla terza fata, Gemma, che con tutte le sue forze provò ad impalare Giocasta, ma questa di rese intangibile, per poi tramutarsi in una boa, avvolgersi attorno al collo della nemica e strangolarla fino a spezzarle il collo. L'ultima avversaria, Sibilla, non tardò a farsi viva, ma fu in grado di tenere testa a Giocasta, finché Elettra non la tagliò in due con i suoi poteri. Giubilea era furiosa e gridò alla strega:< Che succede? Prima cerchi in tutti i modi di farmi fuori e ora intervieni in mio soccorso?!> Elettra spiegò:< Perdonami, Giubilea, ma, ahimè, quella lurida Teodora mi aveva lanciato un incantesimo che mi obbligava ad essere i suoi occhi e le sue orecchie. Sono sempre stata una tua rivale, ma non avrei mai fatto del male a Selvaggia se non fosse stato per il sortilegio, credimi.> All'inizio la strega non era sicura di credere alle parole di Elettra, ma poi cominciò a pensare che stesse dicendo il vero e lasciò dunque che la redenta si unisse all'alleanza creata al fine di ridurre a brandelli la Fratellanza della Pace.
SIAMO GIÀ AL QUARTO CAPITOLO, E SPERO CON TUTTO IL CUORE CHE LA STORIA VI STIA APPASSIONANDO ALMENO UN POCHINO, NONOSTANTE NON SIA UN GRANCHÉ, MA NON ME NE VOGLIATE. SE MI AVETE SEGUITO FIN QUI, COMUNQUE, VI RINGRAZIO TANTO E CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO ❤️
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