Era un giorno di pioggia, l'ennesimo da quando era a Parigi.

Fiordaliso si strinse nel cappotto scuro, con un brivido ad attraversarle la schiena. Ancora non si era abituata agli spifferi che si insinuavano nelle maniche, infilandosi in quello spazio sottilissimo tra pelle e vestiti.

Eppure, ormai era già una settimana che si trovava lì, a vagare tra le vie eleganti e suggestive di quella città che lei aveva sempre e segretamente amato.

Tirò la sciarpa fin sopra al naso, e si fermò a guardare lo scorrere placido della Senna, che non sembrava curarsi di quella pioggia sottile che il cielo stillava sulle teste dei parigini e dei pochi e sporadici turisti.

Le conseguenze del Covid nel mondo stavano per sparire, presto la vita sarebbe tornata quella di prima e anche la città dell'amore sarebbe tornata a pullulare della folla nei luoghi da cartolina. Tutti sarebbero tornati a quello che erano prima dello scoppio della pandemia.

Ma non lei.

Fiordaliso rimaneva immobile a guardare quel fiume, tanto diverso dal suo impetuoso Tevere, che con la pioggia non scorreva tanto sereno. Anche se a Roma la pioggia era molto diversa, soprattutto in autunno.

Il cielo grigio donava alla Senna una sfumatura mesta, come se la natura volesse restituirle la sensazione di essere ancora a casa.

Casa.

Era tanto lontana, ormai, e non si sentiva neanche così sicura di voler tornare. Parigi era incantevole e se il Covid aveva avuto un pregio, questo era stato il prezzo basso per i primi viaggi, le offerte che Fiordaliso aveva trovato per fuggire via dalle sue radici. Persino l'appartamento vicino a una stazione della metro aveva un affitto meno caro di quanto si aspettasse. Grazie a un gruppo di italiani sui social, aveva potuto trovare senza difficoltà quella camera, che normalmente veniva affittata a studenti, anche se lei non era più una studentessa dall'inizio della pandemia.

Le sue coinquiline erano gentili e discrete. Avevano ascoltato la sua storia e, anche se non conoscevano l'italiano, avevano voluto sapere di cosa parlasse il suo libro. Nadine aveva persino pensato di poterlo comprare per tradurselo durante la lettura, nonostante questo le avrebbe richiesto tempo.

Fiordaliso era velatamente arrossita a quell'idea, ma  le faceva piacere quel sincero interesse. Margot aveva anche ipotizzato di lasciare lo studio del tedesco, che non la faceva impazzire, per sostituirlo con l'italiano.

Nonostante l'entusiasmo di quella chiacchierata, nessuna delle due aveva messo la nuova amica sotto pressione per conoscere altri dettagli sui suoi prossimi progetti, né per scoprire il motivo vero, più nascosto, per cui lei si era trasferita a Parigi, con l'intento di rimanerci almeno un anno.

Per fortuna.