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Il martedì successivo Luca era al telefono con Angelica, lei stava facendo la fidanzata triste, che cercava di elemosinare un momento assieme.
«Angelica, cerca di capire la situazione. E’ stato un momento piacevole, ci siamo divertiti. Poi sei stata tu a degenerare. Ve l’ho detto per lo meno dieci volte che voi non dovreste bere alcol».
«Ma Luca, non puoi dire così! Stavamo benissimo in quel momento, è stato un momento non solo piacevole ma, era musica pura per il mio corpo»
«Senti Angelica, non so cosa ti aspetti, semplicemente non puoi aspettarti che si ripeta quello che è successo».
«Mi stai scaricando! Dopo che ti ho dato… dopo che ti ho dato la mia prima volta!» quasi urlò lei, con la voce rotta.
«Sei tu che me l’hai lanciata addosso, sbronzandoti come uno stalliere. Non so che cazzo avete nella testa voi ragazzine, che bevete come spugne e poi saltate addosso al primo che passa! E poi vi fate passare la sbronza e vi rimettete il giacchettino, prendete il violino e andate a suonare al conservatorio o dove andate a suonare! Cosa direbbero i tuoi di questa storia, te lo sei chiesta?».
Angelica rimase muta alla veemenza di Luca. Al solo pensiero dei suoi genitori, rigidi com’erano, che scoprivano quanto era successo in quel weekend, si ridimensionò.
«Scusa, scusa, sono stata una ragazzina stupida, scusa, non dovevo bere così tanto».
«Angelica, tutti sbagliano, l’importante è capirlo. Sei giovane, sei una bella ragazza, non hai bisogno dell’alcol per provare sentimenti belli e profondi. Su, rimaniamo amici, ma non chiedermi di fare qualcosa di innaturale».
Quando chiuse la chiamata, c’era sotto un messaggio da Giorgia.
Giorgia: Ciao. Non volevo disturbarti ma ho parlato con Magy. Mi ha chiesto se potevo aiutarla. Come sabato. Scusa se le ho detto di sì.
Luca era davanti al pc e si prese un momento per rispondere. A pranzo si precipitò davanti a scuola, con un umore piuttosto negativo, attendeva Giorgia appoggiato ad un palo della luce, in piedi.
La ragazza si stupì di trovarlo così appiedato, gli si fece sotto quasi indecisa: era veramente Luca o una sua controfigura?
«Che succede? Hai parcheggiato lontano?».
«Non ho parcheggiato affatto, maledizione. Ho la macchina dal meccanico, mi ha lasciato a piedi proprio stamattina! Sono di umore pessimo» sbuffò, poi si prese la fronte con una mano, «E questa cosa che mi hai scritto, beh, non mi aiuta. Andiamo a parlarne un po’ più in là».
Si spostarono lateralmente rispetto alla fiumana dei ragazzi che si dirigevano ai mezzi pubblici, ai motorini e alle macchine. Quando raggiunsero un baretto smunto gestito da una coppia di cinesi di mezz’età, si lasciarono cadere sulle seggioline esterne di metallo.
«Spiegami bene questa storia di Maria Giulia, mi sembra una cosa abbastanza assurda ma ascolto» chiese, infastidito, assumendo una posizione di ascolto quasi ostile.
«Niente, ha parlato e parlato e parlato di sabato. Stracontenta, che lo vorrebbe rifare e poi, beh, mi ha chiesto se avevo altre cose di quelle che abbiamo preso. Io non volevo metterti in difficoltà, ma ho pensato che sicuramente potevi averle. Scusa».
Lui sbuffò.
«Senti, sentimi bene: un conto è il sabato sera, in un posto come un club, dove nessuno mai potrebbe controllare. Ok?».
Giorgia annuì.
«Andare a scuola con certe cose è pericoloso. Non credo sia una buona idea, dovresti essere ad un livello di attenzione e insospettabilità tale che… e prontezza. Senti, lasciamo stare».
«Io penso di potercela fare» rispose lei, con un tono appena udibile.
«Pensi? Ma hai capito che certe cose hanno risvolti legali? Ci pensi all’azienda di mio padre tirata in mezzo magari perché risale a me? Non puoi dire “Penso di potercela fare”, su!».
«Ti dimostrerò che sono degna di fiducia, assolutamente».
Lui la guardò intensamente, prima di chiederle «Ne sei certa?».
«Sì».
Luca tuttavia continuò ad essere un po’ scostante con entrambe le ragazze, anche se lo scambio era andato in porto. Maria Giulia nel giro di un paio di giorni, era quasi diventata l’amica inseparabile di Giorgia che invece, da par suo, sembrava sempre mantenere un low profile quasi esagerato, a differenza della nuova amica che pareva essere diventata ancora più espansiva.
Si era persino trattenuta diversi minuti prima dell’ingresso di sabato mattina a parlare con Vanessa. Loro due, non più tardi dell’estate appena passata, avevano frequentato un paio di volte delle discoteche locali, ma Vanessa aveva rapidamente lasciato perdere la compagna di classe perché un po’ troppo espansiva per i suoi gusti.
Vanessa era convinta di essere una ragazza attraente, ma non amava rincorrere i ragazzi o dare troppo corda, le piaceva essere osservata, specialmente se gli sguardi arrivavano da quelli più grandi. Sapere che Maria Giulia si era messa a frequentare discoteche di livello superiore, e che lo faceva con il fratello di Giorgia, le procurò una serpeggiante invidia.
«Magari per sabato ci sentiamo» aveva detto, buttando lì un’esca a cui Maria Giulia avrebbe abboccato di sicuro.
Questa abboccò: contentissima di poter uscire una sera con una ragazza di riferimento, iniziò a tampinare Giorgia.
«Ti prego, chiama tuo fratello, ti prego! Se ci organizza una serata come sabato, ti prego!».
Giorgia, sebbene un po’ riluttante, durante l’intervallo, chiamò Luca.
«Ciao»
«Ciao, che succede?» rispose lui.
«Senti, Maria Giulia si è fissata che vorrebbe fare un’altro sabato come quello della settimana scorsa, ti va?»
Dopo qualche attimo di silenzio carico d’attesa, Luca sospirò.
«Giorgia, io questo sabato probabilmente sono impegnato con una serata un po’ importante. Siete te e lei?».
«Forse viene anche Vanessa».
«Viene sicuramente!» aggiunse Maria Giulia alle sue spalle.
Lui sospirò di nuovo.
«Senti, io al massimo posso provare a trovarvi il modo di entrare a prezzo ridotto. Ma… volete fare tutto come sabato scorso?» cercò di chiarire lui.
Giorgia istintivamente si girò verso Maria Giulia, che annuì vigorosamente.
«Sì» disse poi a Luca.
«Ci provo, ma non vi assicuro nulla, mi spiace molto di non poter essere presente».
****
«Mamma, sabato esco».
«Anche questo sabato?» chiese la madre. C’erano solo loro due in casa in quel momento.
«Si, perchè?».
«Mi sembra eccessivo».
«Mamma ne abbiamo già parlato, non sono una ragazzetta di tredici anni. E poi ha organizzato Luca».
La madre sospirò.
«Non puoi usare Luca come paravento dietro cui nasconderti ogni volta che vuoi fare qualcosa, io sono tua madre».
«Ma sei stata tu che mi hai detto che ti fidavi di lui al cento percento!» rispose Giorgia, alzando la voce di un’ottava.
In quei mesi la ragazza aveva fatto molto affidamento su Luca. Il loro primissimo incontro era stato pressochè casuale, a causa proprio della madre: era agosto e Giorgia era andata a fare le pulizie al posto della madre. Luca, un po’ sciupato, l’aveva incontrata negli uffici del presidente. Aveva fatto un po’ il finto tonto, in effetti, anche se sapeva che a volte Giorgia sostituiva la madre.
«Ciao, come mai qui? Non c’è la signora Diva stasera?».
«Diva? No, non ancora, probabilmente tarderà stasera. Io sono venuta solo per… cioè, sto facendo una specie di stage».
«Ti sei scelta una cosa leggera. Potevi venire a fare le fotocopie durante il giorno» aveva ridacchiato lui, poi si era fatto un po’ più serio, «Sei la figlia della signora Diva, vero?»
E lei aveva annuito, ma poi aveva aggiunto «Ma non sto sostituendo mia madre! Sto solo facendo qualche ora, come lavoretto estivo».
«Tranquilla, tutto a posto, sono Luca Meneghini, comunque, sono, ehm, il figlio di papà» aveva ridacchiato.
«In che senso?» aveva chiesto lei.
«Che mio padre è il padrone dell’azienda, tutto qui. Era solo per chiarire un po’ chi sono e perchè faccio certi orari qui dentro. Da schiavo, quasi, pensa se non ero il figlio ma ero magari, chessò, il cugino: avrei avuto anche le catene ai piedi».
Avevano riso, e lui pian piano le aveva cavato fuori il fatto che la madre non era stata bene. “Come le altre volte” aveva pensato lui, che i segni di percosse sulla madre li aveva chiaramente visti.
Poi avevano continuato a sentirsi, e Giorgia tante volte si era chiesta, soprattutto all’inizio, perché lui si fosse così interessato a una ragazzetta come lei. Era uno di quei personaggi che circuivano le adolescenti per sesso?
Eppure lui si limitava a parlarle, ad ascoltare i suoi piccoli sfoghi, a leggerle dentro, senza dare l’idea di volerla giudicare. Fino a quando lui, trovandola di nuovo al posto della madre, l’aveva fatta sedere a una scrivania.
«Senti, ti sarai domandata perché un ragazzo come me ti messaggia, ti dedica del tempo. Magari avrai pensato che è strano, forse anche che è sospetto. Il fatto è che sento un senso di protezione nei tuoi confronti. Perchè in pratica siamo parenti».
«Parenti?» aveva chiesto Giorgia, incredula.
«Quello che ti sto per dire, beh, verrà negato da tutti i diretti interessati, perchè siamo in un mondo ipocrita. Ma è la pura verità: mio padre ha avuto una relazione extraconiugale con tua madre. Erano persone sposate, e quindi non venne mai fuori, ma sei nata tu proprio in quel periodo e, ecco, non c’è mai stata la certezza genetica, ma mio padre è certo che tu sia sua figlia».
«Stai scherzando, vero?» aveva chiesto lei, sempre più confusa.
«No, è evidente: tuo padre detesta e picchia tua madre, e non ha praticamente relazione con te. Tua madre casualmente ha trovato lavoro proprio qui, ed io sono qui a raccontarti tutto questo» aveva concluso lui.
«Questa cosa… non ha senso» aveva mormorato lei.
«Eppure ce l’ha, è figlia di ipocrisia, vergogna, non so che altro. Io so solo che voglio cercare di starti vicino, perché so cosa stai passando. Ti chiedo solo una cosa: evita di tirare fuori questo argomento, perchè come vedi, a tutti loro sta a cuore tenerla nascosta. Sono persone vecchio stampo, che si aggrappano alle apparenze. Non ci caveresti un ragno da un buco».
Ed era sostanzialmente per quello che Giorgia aveva maturato una progressiva disillusione verso la madre. Non era solo adolescenza, era anche una mutata visione: perchè le faceva soffrire le pene dell’inferno in quelle case popolari con quell’alcolizzato del padre, quando sarebbe bastato dire le cose come stavano? In lei c’era tanta amarezza.
Fu per quello che Giorgia non volle sentire ragioni: quel sabato sarebbe uscita con Magy e Vanessa, e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
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