Infingardo
«Infingardo!» urla mia madre.
- Giuro! - questa volta non ho colpe: non ho finto mal di pancia per non andare a fare la spesa; non ho detto di avere troppi compiti per poter aiutare nelle pulizie e non ho neanche millantato febbre per saltare scuola.
Esco dalla stanza silenziosamente; scendo le scale quatto, quatto; mi affaccio al salotto con discrezione e lì c'è mio padre con la coda tra le gambe e mia madre che lo guarda con sguardo severo.
«Ha chiamato Giovanni, non è vero che devi lavorare venerdì è una scusa per non ridipingere il salotto di mia madre!»
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