Iettatore
Salgo le scale buie, attraverso il corridoio senza illuminazione: ci vedo bene a causa di tutte le ore passate a lavorare in archivio nella semi oscurità.
Apro il portone: il sole di mezzogiorno mi acceca, la luce è divenuta nemica e la penombra amica, ed è lì che il ricordo di te mi assale.
Mi facevi da guida attraverso boschi intricati, nella quasi oscurità del crepuscolo, con gli ultimi scampoli di riflessi di luce, prima che la Luna sorgesse.
Di giorno portavi sempre tondi occhiali con i para-angoli.
Ti chiamavano iettatore.
Eri nittalopo e io non ho saputo difenderti.
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