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CARNE DI MANZO O DI ORNITORINCO?
Mistero nelle mense della
Hokkaidō Rebun High School

- Chiyoko sarà soddisfatta adesso... -

Commentò Junko sollevando lo sguardo dal giornalino scolastico e osservandomi divertita.

- Il club di giornalismo verrà chiuso, e allora? -

Ribattei alzando le spalle con noncuranza.

- Tutto qui? - Mi chiese allora la mia migliore amica strabuzzando gli occhi. - Niente piagnistei? Giuramenti di vendetta? Una pallina anti stress magari? -

- Io non ho palline anti stress. -

- Infatti te ne avevo comprata una per l'occasione. -

Mi disse frugandosi nelle tasche e tirandone fuori una pallina color giallo fluo.

- Ma fai sul serio? - Ribattei scoppiando a ridere. - Questa semmai dovresti darla a Chiyoko, in questi giorni è parecchio sotto pressione, crede che il club verrà chiuso a causa sua. -

- Ed è così, no? -

- Beh, a dire il vero la sua proposta tra tutte era la più valida. -

- Seria? E le altre quali erano? -

- Vediamo... Hideki aveva proposto di fare dei sondaggi. -

- Non era una cattiva idea. - Commentò Junko sorpresa. - Perchè non l'avete fatto? -

- Le sue proposte erano "sondaggio sulle ore medie di sonno" e "sondaggio sulla pigrizia degli adolescenti". -

- Tutto qui? -

- Ha detto che aveva intenzione di scriverne altri, ma era troppo pigro per farlo e si è addormentato sulla scrivania mentre stava pensando al terzo. -

- Mi sembra giusto... Emi invece? -

- Lei non ha potuto fare granché. È all'ultimo anno di liceo, quindi in questi ultimi giorni si sta preparando per gli esami di ammissione all'università che si faranno tra qualche settimana. -

- Ah, giusto. Se ne andrà a Sapporo, vero? -

- Già, ha una zia lì, starà da lei per i prossimi anni. -

- Povera Chiyo... -

- Oh, fossi in te non mi preoccuperei per lei, ne avrà di cose da fare per tenersi occupata. Sai, per consolarla quel suo amico di famiglia ha intenzione di regalarle in primavera, non appena la sua scrofa partorirà, almeno tre o quattro maialini. E li darà proprio a lei, non a suo padre, così non rischierà di ritrovarseli nel piatto. -

- Beh, era ora direi. -

Rise Junko mentre si chinava per togliere la catena della bici.

- Eh già, sarà felicissima. -

Concordai sorridendo mentre posavo la cartella nel cestello della mia bicicletta.

- E tu? -

Chiese Junko tutto d'un tratto.

- Io? Che intendi? -

- Non stavi facendo anche tu delle ricerche? -

E nel dirlo accennò con il capo al mio "taccuino degli interrogatori", che spuntava leggermente dalla tasca del mio cappotto.

- Alla fine ho rinunciato. -

Risposi mentre con noncuranza tiravo fuori il taccuino e lo mettevo all'interno della cartella, dove sarebbe stato meno in vista.

- Hai rinunciato? -

Ripetè lei parlando lentamente, quasi non riuscisse a capacitarsene.

- Sì, e allora? -

Ribattei montando in bici.

- Hai rinunciato a svelare un mistero? -

Insistette Junko guardandomi con gli occhi sgranati, neanche le avessi appena detto di essere un alieno.

- Beh, forse non tutti i misteri sono fatti per essere svelati. -

Le risposi con un'alzata di spalle prima di afferrare il manubrio e iniziare a pedalare, uscendo in fretta dal parcheggio della scuola.

- Aspetta! - Gridò però lei iniziando a pedalare a sua volta. - Ripetilo! Devo registrarlo o non mi crederà nessuno! -

E voltandomi per un istante notai che effettivamente mentre con la mano destra teneva il manubrio della bici, nella sinistra aveva il cellulare, pronto a far partire una registrazione.

- Tu sei pazza! -

Esclamai scoppiando a ridere e iniziando a pedalare più velocemente, riuscendo a distanziarla in poco tempo.

- Grazie, lo so! -

Mi rispose lei a gran voce, provando invano a recuperare terreno.

Ma per quanto si fosse impegnata Junko non riuscì a raggiungermi, dato che una volta arrivata nei pressi di casa mia (e anche della sua, dato che viviamo nella stessa via) anzichè fermarmi girai a destra, dritta verso il bosco, lungo il sentiero sterrato.

~

- Che fai? -

Mi chiese osservandomi perplessa.

- Accendo il camino. -

Risposi tirando fuori l'accendino nero di mio padre e dando fuoco alla piccola catasta di legna che avevo appena messo all'interno del caminetto di pietra.

- Avremmo dovuto chiedere a Tamaki di farlo... -

Mormorò guardandosi intorno con ansia, quasi temesse sul serio che i suoi genitori potessero arrivare da un momento all'altro.

- Per una volta chiuderanno un occhio, vedrai. -

Risposi con un'alzata di spalle prima di sedermi lì davanti, sopra il plaid bianco che mi ero portata da casa.

- Speriamo... -

Mormorò lei sedendosi accanto a me ancora titubante.
Si rannicchiò quindi davanti al fuoco, le gambe strette al petto, e con un piccolo sospiro abbandonò la testa sulla mia spalla.

Le accarezzai delicatamente il capo, facendo scorrere le dita tra i suoi morbidi capelli color biondo cenere e non riuscii a fare a meno di sorridere intenerita quando la vidi chiudere lentamente le palpebre e sbadigliare.

- È duro il periodo degli esami, eh? -

Commentai sbadigliando a mia volta.

- Puoi dirlo forte. -

Concordò annuendo e ridendo leggermente.

- Domani ho l'esame di matematica. -

- Io di giapponese, quello di matematica l'ho avuto oggi. -

E continuammo a stare così, accoccolate davanti al fuoco a parlare del più e del meno ancora per diverso tempo, finchè il fuoco non iniziò pian piano a spegnersi.

- Dovrei chiedere a Tamaki se abbiamo altra legna. -

Disse facendo per alzarsi in piedi.

- No, non serve. -

La fermai afferrandola per il polso e ritirandola delicatamente a terra.

- Non dirmi che vuoi dare fuoco ai libri di scuola. - Disse ironica quando mi vide iniziare a frugare nello zaino. - È ancora presto, sai? Mancano diversi mesi alla fine dell'anno. -

- Vero, ma ciò non mi vieta di fare questo. -

E così dicendo strappai una delle pagine del quadernino che avevo appena tirato fuori, la accartocciai e la gettai in mezzo alle fiamme.

- Ma quello non sarà mica... -

Mormorò osservando allibita il fuoco che lentamente divorava la carta.

- Eh già. -

Dissi però io mostrandole il taccuino.

- Ma perché? -

Mi chiese strabuzzando nuovamente gli occhi quando mi vide gettare nel caminetto altre due pagine.

- Ho deciso che piuttosto che distruggere te preferisco distruggere questo taccuino. -

E una volta detto ciò gettai l'intero quaderno, lasciando che il fuoco lo distruggesse lentamente, diffondendo nell'aria un piacevole odore di carta bruciata.

Per alcuni istanti nessuna di noi due disse nulla, rimanemmo semplicemente in silenzio a guardare il fuoco, quindi tutto d'un tratto lei si alzò in piedi, si diresse verso la sua cartella, che aveva posato ai piedi del tavolo che stava in sala da pranzo, frugò al suo interno e ne tirò fuori un quadernino dalla copertina scura e logora.
Persi un battito quando realizzai che si trattava proprio di quel diario.
Il mio diario...

Le fiamme continuarono a divorare la carta ancora per un'ora intera e alla fine non rimase che cenere nel camino, lì dove stavano il mio taccuino e il diario da cui praticamente si può dire che fosse iniziato tutto.

- Ti amo. -

Lo disse così, tutto d'un tratto, senza un vero e proprio motivo.
Non aggiunse "Midori" e neanche "Carrie".
Semplicemente lo disse, sorridendo poi leggermente nel sentire il mio cuore iniziare a battere freneticamente.

- Anche io ti amo. -

Le risposi dopo alcuni istanti di silenzio prima che lei si voltasse verso di me e ancora sorridendo mi lasciasse un bacio sulla labbra.

Di chi ero, anzi, di chi sono innamorata?
Di Carrie, di Midori o di un fantasma?
Dopo ciò che era successo quel giorno, quando le avevo rivelato tutte le scoperte fatte, lei era riuscita, almeno in parte, a capire che in realtà nulla di tutto ciò che credeva reale era davvero tale?

Questi sono solo tre dei molti misteri che decisi avrei lasciato irrisolti.

Lei stessa era un mistero, l'avevo capito fin dal primo momento in cui l'avevo vista.

Quella ragazza era un mistero irrisolto e sarebbe rimasta tale per sempre.

Fine















IT's uNIcOrnInA TimE!

Melly e Tsuntsurin sono indignati.
Sostengono di aver avuto troppi pochi "unicornina time" in questa storia.
Melly e Tsuntsurin decidono di unire le forze e organizzare un colpo di stato.
Imprigionata la povera Yume (che ormai è abituata a questi periodi di anarchia da parte dei suoi bambini), Melly e Tsuntsurin iniziano il loro piano diabolico per conquistare il mondo.
Melly e Tsuntsurin vi salutano e vi danno appuntamento alla prossima storia (che tanto, lo sappiamo tutti ormai, non tarderà ad arrivare).
Bye Bii!!!

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